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Autore: Baka_gemell    16/05/2016    0 recensioni
Percy Jackson, in una giornata di pioggia, vede una stana figura immobile sul muretto della strada.
Ignaro delle conseguenze della sua azione, e attratto da una forza a lui sconosciuta, si avvicina quel tanto che basta per guardarlo bene in volto, trovandosi inavvertitamente a fissare due occhi scuri come i profondi abissi del Tartaro.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ade, Altro personaggio, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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“Dobbiamo raggiungere lo Stige…dopo di che ci faremo trasportare da Caronte e usciremo finalmente da questo posto…vedrai, ama più me di quando amerà mai Ade, quell’idiota si è sempre ritenuto importante, troppo per preoccuparsi di farsi stimare”
 
Strinse gli occhi, quei magnifici occhi smeraldo, con derisione ma, quando poi si voltò a guardare Nico che lo seguiva in silenzio, la sua espressione determinata era illuminata dalla speranza.
Nico si ritrovò a pensare che Jack fosse davvero splendido, quando i suoi occhi vuoti venivano illuminati da una luce diversa da quella della follia.
 
“E, una volta usciti da questo inferno, staremo insieme, tu ed io…e vedrai, saremo molto felici lontani da questo mondo infame…per sempre, senza che nessuno possa più farci del male” disse mentre gli riservava uno splendido sorriso.
 
Nico, davanti a una tale aspettativa, esitò abbassando lo sguardo scuro.
Si rendeva conto, con l’aiuto della razionalità che ancora gli restava, che Jack era un sognatore, che era cresciuto fuori dalla realtà e come tale viveva e pensava.
Come fratello era felice di vedere che non voleva più lasciarsi sommergere dal dolore che lo aveva condotto alla follia, ma comunque non poteva impedirsi di pensare che questa follia, per quanto Jack si stesse impegnando a metterla da parte, era sempre lì a guidare i suoi pensieri e le sue azioni.
 
Ma…e se fosse stato vero? Se davvero la vita di cui delirava quel biondo ragazzo li stesse aspettando fuori da quel posto infernale?
Se davvero esistesse per lui una seconda occasione…per vivere…per essere felice…per avere una famiglia?
 
Infondo, come a Jack, la vita di Mezzosangue gli era caduta addosso quando era ancora troppo innocente, schiacciandolo sotto quel peso senza dargli la possibilità di proteggersi, facendogli guardare il mondo con gli occhi dell’invidia e del rancore…
 
Aveva perso sua sorella, e il ricordo di Bianca sarebbe rimasto dentro dio lui facendogli provare amarezza al pensiero che non l’avrebbe mai più rivista, ma ora aveva anche trovato un fratello il quale, nonostante i primi “dissapori”, ora lo stava guidando fuori dall’inferno, con la mano saldamente stretta alla sua e con in volto un’espressione raggiante ed entusiasta all’idea di prendersi cura di lui per sempre.
 
Cosa poteva chiedere di più?
 
Alzò lo sguardo con titubanza e annuì, lasciando che sulle sue labbra si delineasse un timido sorriso.
 
“Sbrighiamoci allora…”
 
Si lasciò condurre da Jack, che da parte sua non mai aveva abbandonato la sua mano per indurgli il proprio coraggio…o per assicurarsi che Nico non si lasciasse sopraffare dall’esitazione e decidesse di non seguirlo.
 
Una vita…fuori di lì lo attendeva una vita normale con suo fratello…con suo fratello maggiore che si sarebbe preso cura di lui, e con una buona dose di fortuna sarebbe anche riuscito a lasciarsi tutto alle spalle e a tornare quello di una volta…
 
Talmente lontana appariva questa prospettiva dal sembragli irraggiungibile, eppure era così allettante…
 
Era assurdo anche solo pensarci, lui non sarebbe mai tornato a essere quel bambino spensierato che pensava solo ai punti d’azione delle carte di Mitomagia. Non sapeva più se davvero fosse mai stato quel bambino, o se fosse solo un illusione come la vita “normale” che conduceva.
 
Ma voleva raggiungere davvero quella prospettiva all’apparenza tanto meravigliosa?
 
Quale altra idea di vita ideale si era intrufolata nella sua mente?
Infondo quale altra scelta, quale altra famiglia gli restava?
Sua madre era morta…sua sorella era morta.
Suo padre…eh, suo padre non aveva mai dato alcun segno di vago interresse verso il più piccolo e fragile dei suoi figli, nonostante non erano mancate le occasioni in cui, preso dalla disperazione più nera, aveva pregato un conforto da parte del genitore, senza che però, neanche una volta, gli giungesse una qualche risposta.
 
Inoltre il dio Ade aveva già dato prova di essere capace di disprezzare, di odiare la sua stessa prole e non era sicuro di poter guardare suo padre senza che dalla sua espressione trasparisse il biasimo per come aveva lasciato crescere Jack. Per come aveva lasciato morire sua madre e Bianca. Ade non era affatto migliore di Jack, anzi.
 
Poi…poi….poi c’era Percy.
 
Percy….già Percy…
 
Anche solo sfiorare con il pensiero quei capelli neri e quegli occhi verdi, bastava a fargli riempire gli occhi di lacrime amare, ricordando quanto aveva desiderato restare con lui, quanto aveva desiderato che quegli occhi lo guardassero gentili, che quelle braccia lo stringessero a sé protettive…E a quanto invece fosse bastato poco per distruggere quel piccolo grande sogno che i frantumi dell’anima di un ragazzino erano riusciti a generare.
Il ricordo di quando aveva sentito, da dietro il muro della cucina di casa Jackson, che il suo eroe stava cercando una soluzione per allontanarlo, si fece prepotentemente spazio nella sua mente e nel suo cuore, scacciando via tutto il resto.
 
Percy non lo aveva voluto, e, nonostante il dolore lancinante, Nico non riusciva neanche a biasimarlo per questo…
Ma Jack sì, Jack lo voleva, Jack voleva guardarlo con i suoi occhi verdi con tutta la dolcezza del mondo e proteggerlo con le sue braccia forti.
 
Ma Jack non era Percy…e Percy non era Jack…e in Nico di Angelo da un paio di giorni a quella parte si contendevano in guerra queste due figure: il biondo dagli occhi verdi contro il moro dagli occhi verdi…
 
“NICO!!”
Gli occhi neri si spalancarono mentre quella voce lo colpiva come una freccia dritto al cuore.
Sembrò quasi che il tempo si fosse fermano in quello stesso istante e quando si volto gli parve di farlo al rallentatore.
 
Percy…
 
Percy era lì, insieme con Annabeth e con suo padre. Loro erano lì di fronte a lui, e lui era al fianco di Jack. Questa fu la sola cosa che riuscì a notare e che gli fece salire un principio di risata isterica che tuttavia soffocò in gola.
 
Percy Jackson si era sempre chiesto, in quei due giorni, che cosa avrebbe provato nel ritrovare Nico.
Certo si era immaginato che sarebbe giunto negli Inferi entrando dal portone principale, che avrebbe stretto Nico tra le braccia, che avrebbe affrontato Ade a viso aperto intimandogli di lasciare andare lui e Nico e dicendogli che avrebbe reso felice quel ragazzo a tutti i costi per poi intinargli di non osare più ad avvicinarsi a Nico, rinfacciandogli di non essere degno di essere colui che aveva generato una persona tanto eccezionale.
Si era anche aspettato che Nico si affidasse completamente a lui, riconoscendo il suo sforzo e l’affetto incondizionato che lo muoveva. Che si sarebbe lasciato salvare da lui come aveva già fatto, fiducioso che con lui avrebbe avuto una vita molto felice.
 
Che lo avrebbe seguito fuori da quell’interno e sarebbero tornati a casa insieme e avrebbero fatto di nuovo colazione insieme e avrebbe visto il vispo di Nico sporco di cioccolata mentre la sua espressione si faceva imbarazzata e indignata. Pensava che avrebbe scacciato via gli incubi che lo tormentavano lasciandolo dormire nel suo letto e stringendolo tra le braccia.
 
E invece risultava che non era Ade che aveva tenuto Nico prigioniero e di certo ora il ragazzo non si stava esattamente affidando a lui, neanche sembrava contento di vederlo.
 
Invece lo fissava come se non fosse ancora del tutto sicuro che fosse davvero lui, come se non credesse davvero che sarebbe arrivato fino all’Inferi per salvarlo.
Come se non volesse neanche essere salvato. Non da lui.
 
Sembrava cambiato come se in quei due giorni fosse cresciuto più che nei due anni da quando aveva conosciuto quel bambino spensierato e seriamente adesso stava anche cominciando a dubitare che lo avrebbe seguito a casa e che avrebbero di nuovo trascorso momenti felici come quelli che avevano vissuto prima che succedesse questo disastro
 
“Nico…”
 
“Che ci fai qui?”
 
Uno schiaffo in pieno viso gli avrebbe fatto meno male. Percy rimase interdetto per qualche secondo mentre sbatteva le ciglia e incespicava gli occhi come se non riuscisse a mettere a fuoco.
 
Perché mai Nico gli parlava come se stesse soppesando ogni parola, come se neanche lui potesse credere a quello che vedeva.
 
“Secondo te?” rispose con una voce più grave di quanto avesse voluto, ma la risposta di Nico lo aveva ferito “Sono venuto qui per salvarti…e non me ne andrò senza di te”
 
Nico sbatté le lunga ciglia da cerbiatto.
 
“Non vedo perché dovresti salvarmi…sono stato io ad andarmene da casa tua” gli ricordò guardandolo torvo.
 
“Sì, lo so…quello che non so è perché l’hai fatto. Che motivo avevi di andartene da casa mia?”
 
“Sei stato tu a dirmi di andarmene”
 
“Io?” Percy lo guardò allibito da testa a piedi poi lanciò un occhiata rapida ad Annabeth al suo fianco che assisteva alla scena senza aprire bocca, con in volto un espressione imprescrutabile.
Poi tornò a rivolgere lo sguardo a Nico.
“Come puoi affermare che io ti abbia detto una cosa simile? Se sono venuto qui è solo perché voglio che tu torni a casa con me”
 
“Hai detto che volevi che me ne andassi…che sparissi per sempre dalla tua vita” Nico parlava come se in realtà non fosse nemmeno presente lì con loro, la sua mente era ora intrappolata nel ricordo “Io ti ero grato per quanto avevi fatto per me e anche per quello non volevo che ti sentissi obbligato…”
 
“Obbligato?! Obbligato a fare cosa? Nico…io non…non ho mai avuto intenzione di abbandonarti. Volevo solo il meglio per te. Io…io ti ho salvato dalla pioggia ricordi? Ti ho portato a casa mia, ti ho curato…e ho cercato in tutti i modi di aiutarti a riprenderti…”
 
“Sta zitto!”
 
Non era stato Nico a parlare questa volta, ma il ragazzo che accanto a lui.
Percy alzò lo sguardo su di lui ricocendo subito il tizio che avevano incontrato sullo Stige, quello che doveva rispondere al nome di Jack e, se a pelle aveva avuto fin da subito una strana impressione, adesso non gli piacque affatto il modo in cui quel ragazzo si avvicinò ancora di più a Nico, ponendo le mani sulle sue spalle, con un gesto pacato ma allo stesso tempo fortemente possessivo.
 
Il verde nel verde…Percy e Jack si guardarono come se ognuno dei due potesse uccidere l’altro con il semplice sguardo.
 
Il verde nelle iridi di Percy brillava di risolutezza, certezza di ciò che veniva dall’affetto che provava per quel ragazzino che ora continuava a guardarlo senza dire una parola.
 
Il verde delle iridi di Jack era invece intriso di odio e di amore…un amore malsano e inguisto…ma, nonostante questo, l’occhiata che rivolse a Nico fu piena d’amore.
 
“Hai detto bene, Perseus Jackson…tu hai  tentato  di aiutare il mio fratellino” gli occhi di Percy si strinsero dal fastidio per l’appellativo con cui si era riferito a Nico. “Ma non essere ingenuo…sai perfettamente che non sarai mai in grado di offrire a Nico tutto ciò di cui ha bisogno. Nessuno di voi può farlo” e pronunciando queste ultime parole riservò una breve occhiata a tutti i presenti “Ma per fortuna adesso lui ha me. Io invece potrò salvarlo da tutti quanti voi…io sono suo fratello maggiore, colui che più di chiunque altro ha amato sua madre, e che ha provato sulla sua pelle il disprezzo del padre” e riservò un occhiata raggelante ad Ade “Io sono l’unica famiglia che ha”
 
“Tu sei quello che l’ha stuprato in un vicolo!!” la voce del dio tremava di rabbia, i suoi occhi neri dardeggiavano, la pelle del suo viso era livida e dal suo corpo cominciava già a sprigionarsi una notevole energia tanto che Percy e Annabeth per prudenza si allontanarono di un passo da lui.
 
“Non importa cosa dici…Te l’avevo detto che mi sarei preso cura di Nico ed è ciò che intendo fare, perché sono tutta la sua famiglia” Jack rispose con voce incurante e pacata, come se la reazione del genitore non lo toccasse minimamente.
 
“Nico…” si rivolse quindi al figlio minore e il suo tono parve leggermente più controllato, come se perfino Ade si rendesse conto del fatto che era lì per convincere suo figlio a non seguire quel pazzo e di non poter scatenare tutta la sua furia anche solo per rispetto verso il ragazzo.
 
“So che per te è difficile da accettare…ma quest’essere al quale ti stai appoggiando è lo stesso che ti ha…violentato…” la pausa, che aveva fatto prima di sputare fuori quella parola, servì solo a enfatizzarla.
 
D’un tratto fu come se su tutti loro fosse sceso un alone di consapevolezza, suscitando in ognuno sentimenti contrastanti.
 
Percy non credeva di poter essere tanto d’accordo con il dio degli Inferi. Davanti a un simile pensiero si sentì invadere dall’odio più cieco. Annabeth da parte sua provava semplicemente pena per quel ragazzino e per la sorte che gli era toccata, ma la sua parte razionale si indignata e si rifiutava di capire la decisione di Nico.
 
Ade guardò entrambi i suoi figli e vide con stupore che entrambi avevano la stessa espressione, indecifrabile. Il violentatore e il violentato, per quanto gli altri si sforzassero di capire, solo loro due sapevano perfettamente cosa significasse.
 
“Come puoi permettergli di starti accanto?!” Ade diede sfogo alla sua incredulità, e nel suo tobno si avvertiva chiaramente una nota esasperata.
 
“Padre…”
 
Quando si puntarono sull’alta figura del genitore, gli occhi di Nico erano ora colmi di tristezza.
“A che punto sono dovuto arrivare per farti accorgere che esisto…?” la sua voce era sconsolata ma in essa risuonava anche la consapevolezza di tutti i sacrifici, di tutti gli sforzi e di tutta la sofferenza che non avevano mai trovato conforto.
 
Ade rispose semplicemente allo sguardo del figlio, senza riuscire a sire nulla.
 
Dentro di sé sapeva di voler bene a quel ragazzo. Nico e Bianca erano i figli che più aveva amato, gli unici che aveva voluto salvare a tutti i costi, perché figli di una donna che aveva amato con tutto se stesso, pur per un breve istante, il cui ricordo ancora perdurava in lui e sarebbe perdurato in eterno.
 
Quell’amore effimero viveva in quel ragazzo e adesso, guardandolo, rivide la figura di sé stesso unita a quella di Maria.
 
Ma sapeva anche di non aver fatto nulla per dimostrargli il suo affetto. Delle uniche occasioni in cui l’aveva fatto ormai lui non conservavano più alcun ricordo. E non poteva cambiare il passato né il fatto che il solo ricordo che Nico aveva di lui era quello di un padre che non ha avuto pietà né per lui né per sua sorella.
 
“Tu mi chiedi come ho potuto sopportare tutti gli abusi che ho subito…ma tu…tu come hai potuto sopportare che facessero questo al tuo stesso figlio? Perché tu sai perfettamente che Jack non è stato l’unico…così come io non sono stato l’unico a subire un simile tormento”
 
Lanciò un’occhiata dietro di sé, dove Jack non si era spostato e ora lo guardava con un’espressione indecifrabile. Con la capacità che aveva acquisito nel capirlo, Nico lesse in quell’espressione vuota il profondo dolore e accennò un breve sorriso amaro.
 
“Sono sicuro che anche Jack una volta ha cercato in tutti i modi di ottenere il tuo amore padre. Ci ha provato finché, per sopravvivere, non gli è rimasto altra scelta che odiare te…e sé stesso”
 
“Nico…” il sussurrò di Jack fu talmente impercettibile che poterono pensare di esserselo immaginato.
 
“Se solo avessi capito quello che ho capito io in questi giorni, padre…il nostro odio è solo rancore per l’amore che ci è stato negato”
 
Ade ancora si ostinò a rimanere in silenzio. Le parole di suo figlio lo lasciavano destabilizzato. Mai avrebbe immaginato di ascoltare simili parole uscire dalla bocca di quel bambino. Ma forse Nico non era più un bambino e non lo era più per colpa dei duri colpi della vita, che la sua indifferenza aveva accentuato.
 
“Nico…” intervenne di nuovo Percy muovendo qualche passo verso di lui, ignorando lo sguardo di ammonimento con cui Jack lo stava fulminando “Per favore, pensaci bene…”
 
“Percy…non te l’ho ancora mai detto ma…ti perdono” Nico si voltò a guardarlo e sul suo volto ora figurava un’espressione di serena risolutezza e sincera riconoscenza “Grazie davvero per essermi stato accanto”
 
“Volevo aiutarti a stare meglio…volevo…” non poté impedirsi di abbassare lo sguardo, maledicendo quelle parole azzardate che avevano rovinato tutto.
 
“E l’hai fatto, credimi…” lo rassicurò Nico “Tu mi hai aiutato quando nessun altro era disposto a farlo, salvandomi dal baratro in cui stavo sprofondando sempre di più e mostrandomi che esiste una possibilità anche per quelli come me di essere
felici…solo che, adesso, tocca a me realizzare ciò che mi hai mostrato esistere…e questo io sento di doverlo fare con mio fratello, perché anche lui merita di conosceere qualcos’altro di diverso dall’odio e dalla solitudine”
 
“Ma Nico…” Ade guardò Jack con rabbia e rancore. Non sarebbe mai riuscito a sopportare quel essere né ciò che aveva fatto “Lui è…”
 
“Lo so benissimo chi è padre, e quello che ha fatto…lo so e non voglio avere dei ripensamenti per questo. È vero che una parte di me fatica ad accettare quello che è successo, e so anche che forse non ci riuscirò mai. Ma questa volta non voglio fermarmi davanti a questo “forse”, invece voglio buttarmi e provarci con tutto me stesso, voglio crescere e capire cosa desidero davvero. Voglio perdonare, padre” rispose Nico con risolutezza.
 
Vederlo così deciso provocò in Percy sentimenti contrastanti: da una parte non voleva assolutamente permettere che andasse via con quel tipo e, dopo tutto quello che avevano passato desiderava portarlo a casa e tenerlo con sé, anche a costo di calpestare i desideri di Nico.
D’altra parte però non riuscì a reprimere quella contentezza che sentiva nascere dentro di sé quando vedeva che Nico sembrava deciso a prendere in mano la sua vita, e ripensando a quel ragazzino fermo sotto la pioggia ad aspettare la morte, si rese conto che non sembravano la stessa persona.
 
“Dimmi almeno che tornerai al campo”
 
Nico non spostò lo sguardo su Percy, sapeva già qual era la sua risposta a quella domanda.
 
“No…non tornerò, so che pensi che il Campo sia una casa per i mezzosangue ma, adesso come adesso, anche io sono un reietto. Non appartengo al campo mezzosangue così come mio padre non appartiene all’Olimpo”
 
Percy non voleva, davvero non voleva che la cosa finisse così, ma da un lato sapeva anche di non poter capire appieno il punto di vista di Nico, capire cosa significava vivere fuori dal tempo, sentire di non appartenere a nessun luogo e a nessuna persona.
 
Ma Nico aveva scelto di provarci, di provare a trovare un suo posto e una persona con cui condividere questo…e quella persona non era lui.
Si sforzò quindi, per quel bambino che stava dimostrando di voler diventare un giovane uomo, di guardare negli occhi la persona che aveva scelto accanto a sé.
 
“Se è quello che Nico vuole, non sarò io a impormi su di lui…ma ti avverto: tu prova a fargli del male e non ci sarà posto in cui potrai nasconderti da me…ti troverò e sazierò la voglia di ammazzarti che adesso sto trattenendo su richiesta di quello che ti considera un fratello ormai”
 
Jack, forse per la prima volta in vita sua, non seppe come rispondere.
Una parte di sé avrebbe voluto scagliarsi contro quel ragazzino arrogante e mettere subito a tacere le sue minacce, ma poi si accorse che Percy si era finalmente rassegnato a farsi da parte e gli stava praticamente dicendo che poteva andarsene via insieme a suo fratello.
Per questo annuì solamente, senza aggiungere niente.
Poi però, spinto da chissà quale forza divina dispettosa, il suo sguardo venne attratto dall’austera figura di Ade che, dopo aver capito anche lui quanto Nico fosse irremovibile, era rimasto in silenzio a guardarli.
No…non a guardarli.
 
Jack si accorse con estremo stupore che quello strano sguardo, che non sapeva bene come decifrare, Ade lo stava dedicando solo a lui.
Sembrava un insieme di tante emozioni e allo stesso modo pareva che non ve ne fosse nessuna.
Entrambi sentivano di avere qualcosa da dire, tutte quelle parole rimaste troppo a lungo senza voce.
 
Fece un passo indietro.
 
Voleva solo andarsene con Nico. Sapeva di non poter chiedere altro e si accorse di non volere altro.
Lui non era forte come Nico nella sua convinzione di buttarsi.
Jack non si sarebbe buttato, non ci avrebbe provato.
Non lo avrebbe fatto, non per sé stesso almeno.
Ma forse sarebbe riuscito a seguire Nico, anche solo per impedirgli di schiantarsi al suolo da solo.
 
 
Se glielo avessero chiesto, come si immaginava la sua uscita dall’inferno, Jack avrebbe detto che sarebbe stata una marcia leggiadra, indifferente, incurante ad allontanarlo per sempre da quel luogo tanto odiato in cui aveva vissuto anni orribili, sopportando angherie e solitudine.
 
Eppure ora questa definizione gli sembrò talmente banale…non mentitrice, questo no, semplicemente era troppo poco anche solo per avvicinarsi alla variegata sensazione che lo colse ad ogni passo che lo avvicinava all’uscita.
 
Era leggiadra questo sì, sembrava quasi volare, come se i suoi piedi non toccassero mai terra, eppure era anche stranamente pesante e…lenta, molto lenta.
Non era rumoroso o doloroso come venire al mondo, era invece molto più simile alla calma della morte.
 
Davanti a un simile pensiero gli venne quasi da sorridere.
 
Per non pensare a ciò che stava provando, provò a concentrarsi sulla figura di Nico al suo fianco, a come era cresciuto nei pochi giorni che aveva passato lì negli Inferi e a cosa stesse lui provando nel lasciarli, insieme con le persone che si erano finalmente fatte avanti con tutti buoni propositi.
 
“Sei sicuro che non te ne pentirai?” Rimase sorpreso lui per primo davanti a una simile domanda. Solo che se voleva davvero che Nico cominciasse una nuova vita con lui doveva essere libero dal rimorso. Lui almeno lo era, adesso che si sentiva pronto ad assecondare i desideri di Nico.
 
“No, non me ne pentitò…” rispose Nico dopo un breve istante “Anche perché dubito fortemente che sarà l’ultima volta che li vedrò. Siamo mezzosangue dopotutto e il mondo ci porta sempre a unirci per poter sopravvivere”
 
“Già, può darsi che tu abbia ragione” Sorrise, pensando che si sarebbe potuto trovare a combattere fianco a fianco con Nico tutti i mostri che li avrebbero minacciati. Qualsiasi minaccia, qualsiasi dolore ora sarebbe stato più sopportabile, perché erano insieme.
 
 
“Sai una cosa Jack? Io ho sempre odiato il sole”
“Il sole…la neve…Certo che odi tutto tu”
 
“Eppure adesso non vedo l’ora di vederlo”
“Tranquillo fratellino. Manca poco…”
 
 
 
Già…manca davvero poco…
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Eccomi qui, dopo più di un anno travagliato, siamo alla fine giunti alla fine di questo percorso.
Per me scrivere questa fan fiction è stato davvero un insieme di emozioni uniche. Prima di tutto perché è la prima fan fiction che scrivevo su Percy Jackson, una serie che a me ha fatto sognare. Poi perché il percorso mi ha fatto incontrare situazioni più o meno piacevoli, come la foga di scrivere, come la gioia di leggere i vostri commenti, ma come anche le forti crisi che mi avevano più volte indotta ad abbandonare.
Detto questo io spero davvero che la storia vi sia piaciuta. Sto anche prendendo in considerazione l’idea di scrivere un seguito, perché praticamente questa storia è ambientata alla fine de “La battaglia del Labirinto” quando appunto Nico abbandona il Campo Mezzosangue, ma tutti noi sappiamo come andrà a finire poi…
Intanto però ci tango a ringraziare tutti coloro che hanno seguito questa storia. Senza di voi con ci sarei mai riuscita!

 
Grazie a chi ha seguito la storia:
 
1 - 8Sherlin8 
2 - adorveswift 
3 - Alex11 
4 - Alex_001 
5 - Amy Rose Tyrell 
6 - Bianca_witch 
7 - Black ace 
8 - Brave_ 
9 - chicca_lollosa 
10 - Daughter of Hestia 
11 - Dorov 
12 - Efthalia
13 - Emma Fantasy Wilkerson
14 - estercirillo1 
15 - Force A Nature 
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33 - sissi_nox 
34 - The_shipper_number1
35 - vivajackson99 
36 - Yume no_Hana 
37 - _Neko_
 
Grazie a chi l’ha messa tra le preferite:
 
1 - aliceinazuma 
2 - Cristy98fantasy 
3 - estercirillo1
4 - Fantasiiana 
5 - fox face e lyu
6 - gigiua 
7 - Lallyary_Jackson 
8 - LaMusaCalliope 
9 - Luthien Felagund 
10 - Nadline 
11 - Nessie Teunissen 
12 - Percabeth14 
13 - Poseidonelove 
14 - sara lerman 
15 - Seaweed Brain 
16 - _Macchan_

 
Grazie a chi l’ha messa tra le ricordate:
 
1 - demisfollow 
2 - La_Figlia_Delle_Maschere
3 - _Femmina_Alpha_
 
Un GRAZIE anche ha chi ha recensito e a tutti coloro che hanno solo letto. E un grazie speciale anche ad Ainsel i cui consigli mi sono stati davvero molto utili.
 

Un abbraccio forte a tutti!
  
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