Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    16/05/2016    1 recensioni
Ricordate le vicende dei ragazzi di Hèléne e i suoi amici, simpatico telefilm andato in onda nell'ormai lontano 1995 per essere poi brutalmente interrotto solo poco tempo dopo? Bene, perchè in Francia invece non ha subìto alcuna interruzione bensì numerosi cambiamenti che lo hanno portato ad assomigliare a una specie di soap opera, con tanto di nuovi personaggi che mescolandosi agli storici si impegnano a vivere le proprie vite affrontando argomenti ben più seri di quelli a cui ci avevano abituati, poichè la storia continua 20 anni dopo. Attualmente in Francia sta andando in onda la settima stagione, ma gli attori son già pronti per l'ottava. Molte cose sono cambiate negli anni e questa fan fiction comincia proprio da qui... solo con qualcosa in più.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si rimise faticosamente in piedi, lottando a lungo con se stessa per tenere gli occhi aperti. Era stremata ma lucida, per la prima volta dopo tanto tempo. Il suo corpo sembrava contorcersi a ogni passo, reclamando la dose quotidiana stranamente non ancora somministratale. Quella mattina stava perdendo tempo, poteva sentirlo chiaramente canticchiare sotto la doccia mentre il getto dell’acqua si faceva via via più forte. Era il momento giusto per agire. Sgattaiolò furtivamente verso la cesta della biancheria all’ingresso del bagno, dove sapeva che Justin aveva appena lasciato i suoi vestiti. Sentiva la testa pulsare in modo insopportabile e l’unica cosa a cui riusciva a pensare era a come rimediare al più presto al suo vergognoso malessere, ma cercò con tutte le sue forze di resistere a quell’impellente, orribile bisogno. Si sfiorò il pancione, avvolgendolo in una tenera carezza e come in risposta a quel piccolo gesto lo sentì reagire ancora una volta, facendola sorridere e sussultare insieme. Sì, non si era sbagliata. Nonostante tutto il suo bambino era ancora vivo e poteva sentirlo dimenarsi con forza dentro di lei, conferendole il coraggio necessario per andare avanti. Ma doveva approfittare di quel momento e muoversi immediatamente, non c’era altro tempo da perdere. Le sue mani vagarono a lungo tra quegli abiti sdruciti e dall’aria consunta, stringendo finalmente ciò che tanto avevano sperato di trovare. Johanna esultò silenziosamente, riaccendendo il suo telefono cellulare con un rapido movimento e allontanandosi il più in fretta possibile da quella stanza, stando ben attenta a non fare il minimo rumore. Se Justin si fosse accorto di cosa stava facendo, per lei sarebbe stata la fine. Un improvviso capogiro rischiò di farla cadere e più volte incespicò nei suoi stessi piedi, lottando per rimanere ancorata al suolo. Deglutì nervosamente e la sua vista sembrò annebbiarsi, restituendole un’immagine distorta e confusa di ciò che aveva intorno. Doveva resistere. Imprecò sottovoce, cercando disperatamente di mantenere la calma mentre si concentrava sul messaggio che stava scrivendo e sulle sue dita, che tremanti e frenetiche pigiavano un tasto dietro l’altro, rischiando di confondere le parole.

- Che cazzo stai combinando con quel coso?

Presa com’era da ciò che con estrema fatica stava provando a portare a termine si accorse della presenza di Justin solo quando lo sentì urlarle contro quelle parole, scagliandosi su di lei come una furia per toglierle il telefono di mano, che nella lotta cadde rovinosamente a terra finendo irrimediabilmente in mille pezzi.

- No!

Gridò Johanna, chinandosi sul pavimento nell’estremo tentativo di recuperarli tutti, anche se ormai era troppo tardi.

- Cosa credevi di fare, maledetta puttana? Adesso ti darò una lezione che non  dimenticherai tanto facilmente!

La aggredì, rabbioso, artigliandole un braccio per costringerla a rialzarsi in piedi prima di schiaffeggiarla violentemente con il dorso della mano. La colpì più volte, senza pietà, spintonandola con malo garbo, sordo alle sue grida strozzate che intanto lo imploravano di smettere.

- Te la faccio passare io la voglia di fare la furba! Chi stavi cercando di contattare? Ti pentirai amaramente di avermi sfidato, brutta stronza!

Continuava a minacciarla inseguendola instancabilmente, stanza dopo stanza finchè la donna, col viso sanguinante e ormai stremata dalla corsa e dagli inutili tentativi di schivare i suoi terribili  colpi perse improvvisamente l’equilibrio, inciampando all’indietro. Fu allora che battè violentemente la testa contro un mobile, accasciandosi poi al suolo, priva di sensi…

 

 

- Va bene Fanny, per oggi abbiamo finito. Sei stata fantastica come al solito, ma mi raccomando, niente karaoke stasera. Voglio che conservi la voce il più a lungo possibile, almeno fino al prossimo concerto.

Christian le strizzò l’occhio giocosamente e la ragazza fece spallucce, avvicinandosi  a lui per scoccargli un sonoro bacio sulla guancia che lo fece sorridere.

- Sì, lo so benissimo. Non c’è bisogno che me lo ricordi ogni volta, brontolone!

Esclamò, ed entrambi risero di gusto.

- Era da tanto che non ti vedevo ridere così, sono contenta che tu stia di nuovo bene.

Aggiunse poi e lo vide sprofondare di più sulla comoda poltrona in pelle, l’aria improvvisamente assorta. Già, bene… bè, forse era quello che voleva far credere agli altri, ma solo lui in fondo conosceva la verità. Solo lui sapeva come stessero realmente le cose. La sua fatica quotidiana per trascinarsi giù dal letto e adempiere a dei doveri ai quali avrebbe volentieri preferito sfuggire, lasciandoli fuori dalla porta insieme al resto del mondo. Quel mondo che non era ancora pronto a tornare ad affrontare, preferendo invece continuare a crogiolarsi nella sua solitudine. E fu esattamente ciò che fece non appena Fanny si congedò da lui, lasciandolo a rimuginare sul suo passato e su un improvviso e inaspettato bip che, col suo suono allegro e spensierato segnava sul suo telefono l’arrivo di un nuovo messaggio…

 

- Salvami.  È chiaramente una richiesta di aiuto, ma…non ha senso! Perché mai  avrebbe dovuto scriverti una cosa del genere?

Esclamò Nicolas, studiando a lungo quell’ unica, semplice parola impressa sul display mostratale dall’amico, che dopo aver ricevuto quello strano sms non era più riuscito a darsi pace.

- Non ne ho la minima idea – rispose Christian, l’aria assorta – ma ho tutta l’intenzione di scoprirlo. Se Johanna ha davvero bisogno di me, allora io devo andare da lei. E devo farlo subito.

   
 
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