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Autore: TheSwagMastah    16/05/2016    9 recensioni
Non può importarmi davvero, non l'ho mai incontrato, era solo un gioco, solo uno stupido gioco.
Le sue dita scorrevano sul cellulare, la sua chat aperta, offline.
Chissà con chi era. O cosa stava facendo.
Perché gli importava?
*YOONMIN*
Genere: Introspettivo, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il momento era arrivato.

Lo aveva temuto da tanto, era da qualche mese ormai che sapeva che sarebbe successo.

Non dall'inizio in realtà.

Sapeva che sarebbe potuto essere pericoloso, ma non pensava anche per sé stesso.

Cercava di scacciare i brutti pensieri, di amortizzare i sensi di colpa, nonostante ormai scorressero in lui come un fiume in piena.

Bruciava. Si sentiva andare a fuoco, ma non il quel modo dolce e violento di quando ti imbarazzi, o di quando arrossisci, no.

Il quel modo lento e inesorabile che si propaga ovunque, e senti che sta per distruggerti, e il dolore fisico, e sai che é tutta colpa tua.

Sbatté violentemente il pugno sul tavolo, con l'intento di sfogarsi, e perché no, di farsi male.

Ma tanto che cambiava?

Lo aveva conosciuto online, qualche mese prima, in uno stupido sito di incontri.

Di quelli per sfigati, o per pervertiti.

E ora lui voleva vederlo.

Stavolta era un ultimatum.

Rise sprezzante della sua stessa pateticità, mettendosi poi le mani tra i capelli.

Non può importarmi davvero, non l'ho mai incontrato, era solo un gioco, solo uno stupido gioco.

Le sue dita scorrevano sul cellulare, la sua chat aperta, offline.

Chissà con chi era. O cosa stava facendo.

Perché gli importava?

Continuò ad osservare quella chat, scorrendo verso l'alto per visualizzare sempre piú messaggi, finché, dopo la terza pagina non apparve il tasto 'inizio conversazione'.

Yoongi perse un battito.

Il suo pollice fremeva indeciso su quel touch screen.

Uno scatto istintivo -o forse no?- decise per lui.

Si meritava un po' di sofferenza.

Iniziò a leggere, sorridendo alle volte, e con il viso contratto in smorfie altre.

"Mi piace il tuo modo di pensare. In realtà mi piace tutto ciò che fai. Sei seriamente la persona piú interessante che io conosca, sono cosí felice di essere tuo amico >#<" recitava un suo messaggio, risalente a poco piú di un mese dopo la loro prima chattata.

Yoongi lo aveva contattato un giorno di pioggia particolarmente noioso, nel quale lui e Hoseok non avevano nulla da fare.

Si divertivano a fare domande stupide a persone a caso, ma quel ragazzo lo aveva colpito sul serio, e aveva aspettato che il suo amico se ne andasse per continuare a scrivergli.

"Hai visto le mie foto Jimin, voglio vedere te. Per favore, devo sapere la faccia del ragazzo con il quale chatto da due mesi".

"Sai che lo farei, mi fido di te, ma mi vergogno, non sono neanche lontanamente al tuo livello >.<"

Che incoerente del cazzo.

Jimin poco dopo gli aveva mandato una sua foto, un po' sfocata e fatta male, ma che mostrava comunque un ragazzino adorabile, piccoli occhi e un sorriso mozzafiato.

Dimostrava meno di 17 anni, che avesse messo un età falsa nel sito?


Yoongi si sentí uno schifo rivedendo quella foto nella chat.

Pensò anche di doverla chiudere, ma ormai non riusciva piú a farne a meno.

Quei messaggi erano una droga, Jimin lo era.

"Oggi é San Valentino! Sai che significa? Che bisogna passare tutto il giorno con la persona che ci piace!"

"Perché perdi tempo online allora?" gli aveva risposto scettico.

"Non sto perdendo tempo. Sto facendo esattamente quello che ti ho detto".

Yoongi era arrossito ora come allora.

"Come faccio a piacerti? Non mi conosci dal vivo, sai solo come sono su questo sito".

Gli aveva risposto con le mani tremanti e un sorriso stampato sul volto.

"Parliamo ogni giorno da quasi quattro mesi. Nemmeno io credo in queste cose di solito, ma hai qualcosa che mi attira da morire, non riesco a stare un giorno senza parlare con te. Sono patetico vero?"

"No, no che non lo sei".

Era lui quello patetico. Quello che si era divertito a prendere in giro un ragazzino senza alcun motivo.

Era stato egoista.

Non voleva che si allontanasse da lui.

Lo aveva rovinato.

"Oggi a scuola é successa una cosa pazzesca! Ho trovato un bigliettino sul banco, RinHee mi ha chiesto di uscire! Ti rendi conto? É la piú carina della classe!".

"Bene. Sarai contento." gli aveva risposto acido.

"Bhe sí, é una botta di autostima, non ero mai piaciuto a nessuno prima d'ora".

"Piaci a me".


Sospirò pesantemente accasciandosi ancora di piú su quel divano, gli occhi che iniziavano a diventare lucidi.
Non doveva piangere no, non era nulla di concreto.

Solo messaggi.

Non potevano nemmeno considerarsi ricordi veri, nessun momento passato a guardarsi negli occhi, a tenersi la mano o a fare l'amore.

Anche se lo aveva immaginato.

Lo aveva immaginato tante di quelle volte.
Si svegliava sempre con la speranza di trovare il piú giovane accanto a sé nel letto, sognava ad occhi aperti di essere con lui.

Quando tornava a casa da lavoro si immaginava di andare a prenderlo a scuola.

Quando prendeva un caffé immaginava di averlo seduto davanti a sé nel tavolino, mentre gli sorrideva, gli teneva la mano e gli parlava di tutto ciò che gli passava per la testa con quella sua voce dolce.

Poi, un battito di ciglia e piú nulla.

Niente piú Jimin.

Era da solo, come sempre.

Bastava una vibrazione del cellulare a farlo sorridere, perché sapeva che era lui, e che ci sarebbe stato sempre.

"Non voglio partecipare a quel concorso, sicuramente ci saranno tantissimi altri cantanti piú bravi di me, ci farò una figuraccia!"

"Jiminie, smettila di essere cosí insicuro. Voglio sapere come canti. Dai, fammi sentire".

"No, non se ne parla >#< non voglio essere piantato per via della mia brutta voce".

Yoongi aveva ridacchiato rileggendo quel pezzo di conversazione.

"Fammi giudicare. Mi piaceresti anche se avessi la voce piú brutta del mondo ❤"

"Cosí però non vale!"

E Yoongi ritrovò quella registrazione vocale, lunga appena una trentina di secondi. Schiacciò subito play, senza pensare.
La voce timida e incerta di Jimin si espanse nella stanza, in quella breve melodia.

"Se canti cosí al concorso vincerai anche finendo in ultima posizione".

"Cosa dovrei vincere in ultima posizione?😂"

"Il mio cuore".

La sua voce così dolce gli toglieva sempre il fiato.

Ogni volta che la sentiva gli veniva voglia di abbracciarlo, e tenerlo stretto.

E questo Jimin lo sapeva. Ecco perché da quel giorno, ogni notte, lui gli mandava una canzone.

Yoongi la aspettava tutto il giorno, e quando il più giovane stava per andare a dormire, gliela mandava, quasi fosse una ninna nanna.

Ma la notte prima non aveva avuto la canzone, e non l'avrebbe avuta nemmeno stavolta.

"Stavo pensando...e se un giorno prendessi il treno per Daegu e venissi a trovarti? Una notte puoi ospitarmi no?:P"

"Yah, maniaco, non farti strane idee! Devo studiare poi, lo sai che l'università non mi dà tregua".

"Dai scherzavo, però voglio vederti davvero...sono mesi che chattiamo senza sosta. Taehyung inizia a chiedermi chi sei tu per me, ha notato che ci tengo. Sembra che sia solo tu a non notarlo. Non capisco nemmeno cosa siamo noi due. Ho paura che non ti importi".

Quel flusso di parole Yoongi poteva immaginarlo così fitto uscire direttamente dalle labbra carnose dell'altro.

Per la prima volta, in quel momento, lo aveva attanagliato un sentimento nuovo. La paura di perderlo.

Immaginò una giornata, una sola, senza l'altro.

Niente messaggi sdolcinati del buon giorno, niente battute stupide e complimenti che lo facevano imbarazzare, niente risate guardando video stupidi in contemporanea, niente discorsi profondi e niente Jimin.

E aveva deciso di scrivere anche lui senza riflettere, di fare l'egoista più di quanto non avesse già fatto.

"Vuoi sapere cosa sei tu per me? Devo parlare sinceramente? Tu sei il mio ragazzo. E io mi sto innamorando sempre più di te. Del tuo carattere timido e innocente, e perché no, un po' rompicoglioni. Del tuo esserci sempre per me, anche se io non me lo merito. Mi rendi una persona migliore, Jiminie."

Una lacrima solitaria solcò il suo viso a quel punto.

Era stato un idiota. Lo amava.

Jimin non avrebbe sofferto così tanto in fondo. Lui non poteva amarlo davvero.

Il moro si era calmato un po' a quel punto, soddosfatto della risposta ottenuta. Non aveva tirato fuori l'argomento 'incontrarsi dal vivo' per un po', ma Yoongi sapeva che sarebbe tornato, infatti, un paio di settimane dopo Jimin ripropose la domanda.

E Yoongi aveva sempre da studiare, o un progetto per l'università, e quando Jimin si scusava lui si sentiva un po' più in colpa.

Nella chat ancora aperta ora si vedeva una sfilza di messaggi, ricevuti tutti da Jimin.

"Rispondimi ti prego"
"Non mi bloccare"
"Ti prego, spiegami cosa sta succedendo"
"Ti ho fatto qualcosa? Mi dispiace, ma ti prego parlami"
"Tutti si stancano di me, per favore non farlo anche tu"
"Te ne stai andando?"
"Non voglio stare senza di te".

Una fitta al cuore, l'ennesima di quel pomeriggio.

Yoongi ricordava benissimo quel giorno.
Aveva fatto il vigliacco.

Aveva provato a scappare, sparire nel nulla.

Pensava di essere solo una distrazione, qualcosa di astratto dietro uno schermo per Jimin.

Ma non era così. Il ragazzino aveva bisogno di lui.

Tanto quanto lui aveva bisogno del ragazzino.

Si diede dello stupido, mille e ancora mille volte.

Mise in play la registrazione vocale che seguiva quei messaggi di Jimin, e nuovamente, quella voce riempì l'aria.

La sua risposta era stata "perdonami Jimin".

Due parole che se potesse, continuerebbe a ripetergli ogni giorno, guardandolo negli occhi.

Ma lui non glielo permetterebbe mai, Jimin non lo perdonerà.


"Odio quando Jungkook mi ignora per stare con i suoi amici più grandi".
"Allora perché ci esci?"
"É mio amico no?"
"No. Devi imparare a farti rispettare, a farti trattare come meriti dalle persone. Non farti prendere in giro".

Da quale pulpito viene la predica, pensò criticando il suo stesso messaggio aspramente.

Dopo quella discussione però, Jimin aveva davvero provato ad assimilare la lezione.

Il Jimin di qualche tempo fa non avrebbe fatto quello che aveva fatto adesso.

"Mi sento preso per il culo. Tutto é più importante di me vero? L'università, i progetti, tutto ciò non ti permette di stare con me nemmeno un giorno? Non mi hai mai nemmeno permesso di chiamarti al telefono. Sei la mia ragazza, e ti comporti come un'estranea. Te lo dico per l'ultima volta, io domani voglio venire da te. Oppure é finita qua".

Jimin era stato troppo brusco, troppo innaturalmente schietto per il suo carattere, ma Yoongi aveva fatto traboccare il vaso.

Ed era uscito tutto, tutto insieme.

Guardò la chat di Jimin ancora aperta, e poi la chiuse, per entrare nel suo stesso profilo.

Sohee, femmina, 19 anni, Daegu.

Si mise le mani tra i capelli, prima di sospirare e tirare un pugno al cuscino accanto a lui.
Era un idiota.
Un fottuto idiota.

Scrisse velocemente senza pensare.

"Vediamoci alla stazione".


************************************


La notte prima del fatidico giorno, Yoongi non dormì.

Inizialmente aveva pensato a come vestirsi, o pettinarsi i capelli, ma si ricordò che poco sarebbe importato.

Non pensò nemmeno a come chiedere scusa, non sarebbe servito a niente.

Era imperdonabile e lo sapeva.

Provava a scacciare dalla sua testa la faccia che avrebbe fatto lui scoprendo che la bellissima ragazza che si aspettava in realtà...era solo lui.

Si ripromise di cancellare quell'account appena conclusa la storia con Jimin.

E anche di rimborsargli i soldi del treno che aveva sprecato per trovarsi davanti una delusione.

Come sarebbe stato? Cosa gli avrebbe detto?

Era pronto a incassare tutti gli insulti, a qualunque cosa, perché sapeva di meritarsela.


*******************************

Quella mattina si infilò sotto la doccia gelida per non pensare.

Vano tentativo.

Il tempo scorreva lentissimo, nonostante cercasse di tenersi impegnato.

Non rispondeva nemmeno a Jimin, che continuava a mandargli messaggi in continuazione, manifestando la sua felicità.

Uscí di casa con mezz'ora d'anticipo, nonostante la stazione distasse solo 10 minuti.

Cuffiette nelle orecchie, si era seduto su una panchina un po' nascosta dalle colonne che segnavano i binari, guardando i treni che passavano, in cerca di quello proveniente da Busan.

Persone che salivano e scendevano, chi andava a lavorare, chi andava a trovare figli e nipoti. E chi come lui, aspettava la persona che amavano.

Aveva già visto due coppie abbracciarsi e baciarsi, appena uno dei due era uscito dal treno.

Come girare il coltello nella piaga.

La prima coppia era composta da due ragazzini, lei avrà avuto sì e no 15-16 anni. Lui sui 18.

Lei gli era saltata al collo appena l'altro era sceso dal treno, tempestandolo di baci dolci e innocenti, mentre lui ridacchiava e la stringeva forte a sé.

La seconda invece, da due sulla sessantina.

L'uomo l'aveva aspettata con un mazzo di violette in mano, e il suo sorriso si era illuminato vedendo il treno arrivare.

Yoongi non sorrise vedendo il treno da Busan arrivare e fermarsi alla stazione.

Quando una testolina scura sbucò dalla portiera, Yoongi si sentí mancare.

Il suo cervello gli ordinava di correre, e scappare via, ma il suo corpo era inchiodato a quella panchina. Le gambe molli, quasi insensibili, ma pesanti come piombo.

Gli girava la testa, era nervoso, e ora tutto gli sembrava incredibilmente reale.

Gli avrebbe spezzato il cuore.

Doveva spezzare il cuore al ragazzo che amava.

Jimin era cosí bello con quel cappellino blu.

Si girava intorno con fare indagatore e l'aria un po' imbarazzata.

Ovviamente non aveva notato Yoongi.

Non stava cercando lui, non il suo sguardo, stava cercando la ragazza delle foto.

Il biondo sospirò prima di scrivere un messaggio, l'ultimo messaggio che avrebbe mandato al suo quasi ex ragazzo.

"Chiudi gli occhi, per meno di un minuto. Io sto arrivando. Ti amo tantissimo".

Vide il moro fare una smorfia confusa al telefono, ma che comunque obbedì e si poggiò su una colonna chiudendo gli occhi.

Fu lí che Yoongi si alzò, e iniziò a farsi strada tra la folla, spingendo le persone che lo guardavano in malo modo.
Arrivò davanti a lui.

Non pensava di aver mai visto qualcosa di cosí bello.

Gli prese la mano, accertandosi che l'altro non aprisse gli occhi.

Le dita affusolate e così piccole. Mani calde e morbide.

"Noona? Mancano meno di 40 secondi!" disse eccitato, un sorriso enorme sulle labbra e gli occhi chiusi.

Yoongi strinse di piú la sua mano, iniziando a vedere sfocato.

Le lacrime scorrevano sul suo viso e ormai non si preoccupava nemmeno più di trattenerle.
Il naso un po' schiacciato, ma pur sempre adorabile.

I capelli spettinati, ma che gli stavano da dio.
Le guance un po'arrossate, cosí come le labbra carnose.

Con la mano libera si coprí la bocca, per evitare di singhiozzare.

"10 secondi" gli ricordò Jimin, arrossendo ulteriormente.

Yoongi, si avvicinò di più a lui, e alzandosi leggermente in punta di piedi, si trovò esattamente con il viso alla stessa altezza dell'altro.

Gli accarezzò una guancia, mentre continuava a piangere, silenziosamente.

Lo osservava, gli bastava questo.

Voleva imprimersi nella memoria tutto ciò che si stava perdendo, voleva soffrire, farsi male.

Posò le mani sulle guance morbide dell'altro, che sussultò.

Le labbra di Yoongi si posarono su quelle di Jimin nel momento esatto in cui quest'ultimo aprí gli occhi.





**********************

Non chiedetemi il perché di tutto ciò, non lo so nemmeno io.
So che il finale é qualcosa di terribilmente malvagio, ma probabilmente prima o poi ci sarà una seconda parte di questa ficcina.
E questo finale non l'ho ancora deciso, dunque, VENGHINO SIGNORI, SONO ACCOLTI SUGGERIMENTI.

Come da titolo, é ispirata a Catfish, un programma trasmesso su Mtv nel quale persone che hanno relazioni 'online' incontrano il loro ragazzo/a nella loro vita reale, scoprendo molte volte di essere stati ingannati.

E bho fine :(

Fatemi sapere cosa ne pensate, sono ben accetti commenti positivi o negativi che siano ❤

Alla prossima~

-SwagMastah.
  
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