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Autore: Jaredsveins    16/05/2016    5 recensioni
Castiel ha sempre vissuto nel suo piccolo mondo, senza sapere molto di quello esterno. Quando un giorno avrà la possibilità di fuggire da lì, la coglierà e un incontro inaspettato cambierà totalmente la sua vita.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, John Winchester, Mary Winchester, Sam Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Titolo: The darker it gets and the more you save me
Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Dean Winchester/Castiel, Mary Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Rating: Arancione
Charapter: 8/10
Words: 4038
Genere: Angst, drammatico, sentimentale
Warning: Slash, tematica delicata
Summary: Castiel ha sempre vissuto nel suo piccolo mondo, senza sapere molto di quello esterno. Quando un giorno avrà la possibilità di fuggire da lì, la coglierà e un incontro inaspettato cambierà totalmente la sua vita.


Pain

When the lights go out and we open our eyes,
out there in the silence I'll be gone,
I'll be gone.
Let the sun fade out and another one rise,
climbing through tomorrow I'll be gone,
I'll be gone.

I'll be gone – Linkin Park


Quando Castiel aprì gli occhi avvertì un dolore lancinante alla testa. Fece mente locale e la prima cosa che gli venne in mente, fu ciò che era successo al supermercato. Si alzò di scatto e la sua visuale fu inghiottita dal buio di quella cantina, da cui era stato molto lontano.

“No..” Sussurrò e si guardò attorno in preda al panico, tentando subito di aprire la porta per riuscire a scappare, ma ovviamente era chiusa a chiave. Non aveva intenzione di restare lì. Non poteva rischiare di finire di nuovo tra le grinfie di Michael..anche se ci era già molto vicino. Anzi, lo era già. Respirò profondamente e mise le mani sui fianchi, sentendo il cuore galoppare per l'ansia. Cosa poteva fare per salvarsi? Ma soprattutto, cosa poteva fare da solo? E la risposta era ovvia: niente..ma si rifiutava di considerarla definitiva.

“Oh, ti sei ripreso finalmente.“ Michael aprì la porta e fece capolino, con un sorriso soddisfatto sulle labbra. “Cosa è quella faccia?” Si avvicinò e gli prese il viso, stringendogli le guance solo per il gusto di fargli male. “Non sei felice di vedermi?”

Castiel deglutì e solo guardarlo negli occhi gli fece un effetto diverso delle altre volte, adesso che erano di nuovo lì dentro ed erano soli, sentiva il vecchio se stesso venire a galla. E ripensando ai progressi fatti, provò soltanto rabbia. Una rabbia sfogò con le parole. “Preferirei morire piuttosto che trovarmi qui con te.”

Il primo pugno arrivò in pieno viso, facendogli sanguinare il labbro inferiore. Ecco che iniziavano i giochi. “Ti preferivo quando non parlavi, lo sai?” L'uomo si fece avanti e appena fece per avvicinarsi ulteriormente, Castiel gli sfuggì e la cosa lo fece ridere di gusto. “Mi stupisci. Prima non avresti nemmeno provato a scappare, tanto sapevi di non avere scampo. E adesso credi che le cose siano cambiate?” Unì le mani e le portò alla bocca, facendo un finto verso addolcito. “Che creaturina adorabile sei.”

Castiel indietreggiò ancora e appena incontrò il muro si schiacciò contro questo, preparandosi a incassare il colpo successivo che arrivò più doloroso di prima allo stomaco.

Perché non riusciva a trasformare quella rabbia in forza per affrontarlo?

A causa del colpo allo stomaco Castiel cadde per terra e nonostante ciò sentì qualcosa scivolare via dalla propria tasca. Tenne gli occhi chiusi e pensò che Dean aveva fatto cadere qualcosa mentre lo abbracciava. Quindi la cercò con lo sguardo e, appena la vide, fu come vedere una luce: era il suo cellulare. Cas lo scacciò via con una gamba appena Michael tornò da lui e lo guardò con divertimento.

“Ma guardati, il tuo sguardo da cane bastonato che fine ha fatto? Eppure, quando mi hai rivisto, non sembravi così ribelle.” L'uomo si inginocchiò davanti a lui e gli prese il viso, guardandolo dritto negli occhi nonostante Cas cercasse di sfuggire al suo sguardo. “Quando sei andato via, Castiel, avresti dovuto portare con te il tuo diario. Non sapevo ne avessi uno, sai? Mi sono divertito un mondo leggendolo.”

Castiel strabuzzò gli occhi e per l'ennesima volta, si sentì sconfitto. Era inutile provare a scappare e farsi valere, Michael avrebbe sempre avuto la meglio su di lui. Era il suo destino. E adesso sapeva tutto quel che aveva tentato di nascondergli: sapeva delle lacrime versate ogni giorno quando lo lasciava solo; sapeva di quanto si sentisse umiliato; sapeva quanto lui sperasse di avere la forza per andare via; sapeva quanto lo temeva.

L'uomo si alzò e uscì dalla tasca dei jeans il suo diario e, appena Cas lo riconobbe, strinse gli occhi che iniziarono a pungere. Non sapeva se poteva sopportare ciò.

Caro diario, lui è appena andato via. Oggi mi ha fatto più male del solito, lo odio.” Michael smise di leggere, solo per mandargli un bacio e poi riprendere. “Non ho pianto nemmeno oggi, non di fronte a lui..non deve vedermi così. Di recente ho letto un libro che dice che prima o poi, il sole arriva per tutti e io sto aspettando il mio di sole. E' impossibile che io sia così solo, deve esserci qualcuno che mi salverà prima o poi. Perché non posso restare per sempre così. Perché ha preso tutto quello che ho.” Michael rise di gusto. “Oh cavolo, questa è la mia parte preferita!”

Castiel invece rimase immobile con lo sguardo rivolto al pavimento, mentre tremava forte, non sapendo se per rabbia o per paura, tanto era instabile. Sapeva solo di voler che Michael smettesse di leggere. Stava riportando a galla quel Castiel che odiava; quel Castiel debole e sfortunato che si era lasciato alle spalle. E non voleva sentirlo, non più. Voleva metterlo a tacere. Si vergognava di ciò che era prima: era un oggetto utilizzato a piacimento di un mostro che si divertiva a farlo soffrire. E lui non era più così, non voleva essere ancora così.

“Basta..” Sussurrò appena.

Michael lo ignorò bellamente e continuò comunque a leggere. “Ha preso ogni cosa e l'ha usata. Ma non avrà mai la mia voce, quella mi appartiene..e io non lascerò mai che lui la prenda.” A quel punto l'uomo rise di lui e si inginocchiò davanti al ragazzo, accarezzandogli i capelli per poi afferrare quelli alla base. “Ho una novità per te.” Lo strattonò malamente e gli fece inclinare il viso con un gemito, sussurrandogli all'orecchio. “Adesso ho preso anche quella.”

“No..” Il moro tremò più forte e sentì un'improvvisa forza galoppargli in corpo.

“Oh sì. Più parli e più me la prendo, è qui dentro.” Si indicò la fronte e ci batté l'indice. “L'ho presa, è mia. Come tutto il resto.”

E quello fu troppo anche per quel Castiel del passato e quello del presente. Non seppe nemmeno dove prese la forza, ma si alzò e come un uragano si scatenò contro Michael, iniziando a prenderlo a pugni sul viso con tutta la forza che aveva in corpo. Ma se sperava di vincere facilmente, si sbagliava di grosso e lo capì nel momento in cui l'uomo lo spinse con altrettanta forza, sbattendolo contro il muro e colpendolo sullo stomaco, per la seconda volta.

“Adesso ti do una bella lezione.”

 

Dean bussò alla porta dei suoi con foga, rischiando di bucare la porta.

“Tesoro! Che bello vedert-” Mary si bloccò con le braccia a mezz'aria quando il figlio entrò a casa senza degnarla di uno sguardo. Era evidente che qualcosa non andava, perché Dean stava camminando avanti e indietro per il salotto, farfugliando parole sconnesse. E lo aveva visto così solo una volta e non voleva dire niente di buono. “Dean?” La donna gli si avvicinò e gli poggiò una mano sulla spalla, facendolo sussultare. “Tesoro..è tutto okay?”

“Lo ha preso..” Farfugliò il ragazzo. “Lo ha preso mamma.”

“Cosa?”

“Castiel..” La guardò negli occhi, allucinato.

E per Mary bastò quel nome per farle capire, più o meno, cosa poteva esser successo. E la sua reazione immediata fu chiamare John e Sam, ordinandogli di correre a casa, ignorando le proteste di Dean. E in venti minuti entrambi furono lì, chiedendo delle spiegazioni.

“Michael è tornato e ha preso Castiel. E io me lo sono fatto scappare, come un idiota!” Ringhiò a bassa voce Dean stringendo i pugni, continuando a camminare sempre più veloce. Era l'unico modo per sfogare il nervosismo e la paura che qualcosa di irrisolvibile potesse accadere.

Sam non poté credere alle sue orecchie e si parò davanti il fratello, prendendolo dalle spalle per cercare di calmarlo. La situazione era tragica, se lui faceva così era peggio. “Okay, calma adesso. Dove pensi possa averlo portato?”

“A casa credo. Ed è un bel problema.” Dean continuò a guardare davanti a sé, immaginando cosa ciò avrebbe significato per Cas. Era stato lui a vedere in che stato si era ridotto, una volta tornato lì dentro. “Michael sa che io so, perché lo ha capito quando mi ha visto lì. Non sono riuscito a trattenermi, ha visto che lo conosco. Potrebbe averlo tenuto d'occhio da tempo. Potrebbe averlo portato a casa, così da venire a cercare me. Sa che Cas non troverebbe il coraggio di scappare, ma spero non sia così. Come faccio? Io-”

“Dean, stai correndo troppo.” John gli diede una pacca sulla spalla, nonostante le paure di suo figlio fossero presenti anche in lui, dato ciò che aveva raccontato. “Adesso noi pensiamo solo a tirarlo fuori da lì.”

“Noi?” Sbottò il ragazzo e negò con il capo energicamente. “Voi non andrete da nessuna parte! Non voglio che vi accada nulla di male.”

“E noi non vogliamo che accada nulla a te.” Intervenne Sam, facendo un passo avanti.

“No Sam, non se ne parla. Ci andrò io e poi-”

“Tu non vai da nessuna parte da solo, chiaro?!” Mary alzò la voce, lasciando i suoi familiari basiti. Era raro che perdesse la pazienza. “Potrebbe essere pericoloso e poi tengo a Cassie come un membro della famiglia, quindi non puoi chiedermi di farmi da parte.”

Dean rivolse a sua madre uno sguardo rassegnato e negò con il capo, sapeva che quando Mary si metteva in testa una cosa, era la fine. “Anche se fosse cosa facciamo? Quello è un pazzo e potrebbe succedere la qualunque. E sarà solo colpa mia. Se solo non lo avessi forzato a prendere in mano la situazione, adesso sarebbe-”

“Morto.” Sbottò Mary. “Smetti di dire stupidaggini e cerchiamo di capire cosa fare.”

John guardò sua moglie con ammirazione e le prese la mano, baciandogliela appena. La sua determinazione lo aveva fatto innamorare di lei. Ed era bello vedere che niente era cambiato. Era bello vedere che nonostante le difficoltà della vita, sua moglie fosse sempre pronta a dare aiuto, senza mai chiederne in cambio.

Dean annuì appena e si poggiò al muro di spalle. “Ha il cellulare con sé..” Disse distrattamente.

E non appena finì di dirlo, non si accorse dello sguardo allucinato che Sam gli rivolse. Era possibile che Dean fosse così scemo?

“Ma questo non è rilevante. Gliel'ho dato senza pensare e adesso mi rendo conto di non aver fatto nulla di scaltro. Anzi, ho fatto peggio. Se quel bastardo dovesse accorgersene..”

Okay, era davvero scemo. “E' ottimo che lui abbia il cellulare Dean.” Intervenne finalmente Sam.

“Perché dovrebbe essere ottimo? Hai idea di cosa potrebbe accadere se Michael se ne accorgesse? Se la prenderebbe con Castiel e non voglio pensarci. Ho già visto Cas tentare il suicidio una volta e adesso non lascerò che lui muoia a causa di quel figlio di puttana. Se qualcuno qui deve morire, quello è Michael. E dovrà soffrire. Oh, se dovrà soffrire!”

“Alla vendetta ci pensiamo dopo. Adesso abbiamo bisogno di un piano.”

E così trascorse mezz'ora, la mezz'ora più lunga della vita di Dean che moriva sempre di più ansia. Sapeva benissimo che ogni minuto era prezioso e, con Castiel da solo con Michael, non riuscì a tranquillizzarsi nemmeno con i calmanti che sua madre gli diede. Era impossibile stare calmi, era una situazione troppo delicata e semplicemente lui si sentiva così impotente da non riuscire a fare nulla se non darsi una colpa che in realtà non aveva.

E fu proprio quando stava per perdere le speranze e si era convinto ad andare anche da solo a tirarlo fuori, costasse quel che costasse, che Sam balzò in piedi e sorrise radioso. “Sam, sei un genio.”

“Ah e poi l'egocentrico sarei io?”

“Sta' zitto e ascolta, poi mi darai ragione. Ho un piano perfetto.”

E il resto della famiglia ascoltò con attenzione il “colpo di genio” che venne a Sam. Lo ascoltarono con sguardo attento e non fiatando, se non per chiarire alcune domande che erano sorte ai suoi ascoltatori e zittire gli insulti di Dean, che lo stava praticamente prendendo per pazzo perché sarebbe stato troppo pericoloso e stupido.

Il piano era semplice ma efficace se riusciva e soprattutto se Castiel collaborava, ammesso che potesse farlo. Ma tutti erano positivi (tutti tranne Dean) e partirono dal presupposto che fosse così. Dean avrebbe inviato un sms al cellulare di Cas, dicendogli di attivare il registratore vocale e che sarebbero andati a prenderlo prima possibile.

Inizialmente Dean fu confuso, perché cosa diavolo potevano risolvere con una registrazione? E Sam aveva spiegato che sarebbe stata una prova schiacciante della colpevolezza di Michael, perché sia lui che Dean sapevano bene che quel mostro inveiva su Castiel in tutti i modi. Così il maggiore si era convinto, per poi scoraggiarsi appena aveva pensato a una cosa molto importante: non era sicuro che Castiel fosse in cantina con Michael in quel momento e quindi tutto sarebbe stato inutile. Ma nella speranza che fossero insieme, John avrebbe bussato alla porta e con Sam avrebbero tenuto a bada Michael, mentre Dean avrebbe fatto scappare Castiel e Mary sarebbe rimasta fuori pronta per chiamare la polizia.

“Non funzionerà mai Sam, è un piano così idiota che mi sorprende che tu possa averlo anche pensato!”

“Beh almeno io ho cercato di trovare una soluzione, tu cosa hai fatto?”

“Sam.” Lo ammonì prontamente Mary e prese poi il maggiore per le spalle, scuotendolo appena. “Ascolta tesoro, è un piano davvero avventato ma che altra scelta abbiamo? Se agissimo senza provare a costruire una prova prima di tirarlo fuori, Michael avrebbe la meglio. Gli basterebbe andare a denunciarci, perché abbiamo violato la sua privacy fiondandoci a casa sua. Così invece, avremmo qualcosa da dimostrare.”

“Ma mamma è pericoloso. E se Cas non dovesse leggere il messaggio? Per quanto ne sappiamo quel figlio di puttana potrebbe aver scoperto che Cas sia in possesso di un cellulare e sai che casino? Mi odio così tanto!” Sbottò, prendendosi la testa tra le mani.

“Ma lo hai fatto e questo tuo errore, come lo consideri tu, lo useremo a nostro vantaggio. E se non dovesse rispondere faremo a modo tuo.” Disse Mary, per niente contenta. Ma era l'unico modo per convincerlo. Perché sapeva bene che il piano di Dean, in assenza di soluzioni, sarebbe stato correre lì da Castiel e fare ferro e fuoco pur di salvarlo. Da solo. E la cosa la spaventava, perché sapeva di cosa fosse capace suo figlio. Era sempre disposto a sacrificarsi per gli altri.

“Scrivi il messaggio e aspettiamo.”

Dean sospirò rassegnato e prese il cellulare, scrivendo poi “ACCENDI IL REGISTRATORE VOCALE. Stiamo venendo a prenderti. Ti tireremo fuori da lì, te lo giuro.”

 

Castiel aveva tossito debolmente appena Michael lo aveva lasciato finalmente in pace, dopo averlo conciato per le feste. Sentiva la testa nel pallone e appena aveva provato a sedersi, non ci era riuscito per via di una fitta lancinante al fianco. Aveva mugolato appena e messo una mano dove gli faceva male, non guardando l'uomo davanti a sé che teneva le braccia incrociate.

“Non riuscirai più a camminare entro questa sera, te lo assicuro. Continueremo dopo, sai cosa intendo.” Aveva riso di gusto. “Vado a fare una telefonata importante, ciao puttana.” E detto ciò era uscito dalla cantina, chiudendocelo a chiave.

E adesso non sapeva quanto tempo fosse passato, sapeva solo che sentiva le orecchie fischiare per quanto la testa gli facesse male. Sentiva ogni piccola parte del corpo dolergli, non aveva voglia e forza di andare davanti lo specchio rotto che aveva lì per vedere in che stato si trovasse. Ringraziò soltanto di esser diventato più forte da quando aveva incontrato Dean, perché se Michael lo avesse picchiato in quel modo mesi prima, gli avrebbe rotto più di un osso per quanto era debole. Certo, gli faceva male ma non come tempo prima. Quello era l'unico lato positivo che riusciva a trovare in quella situazione di merda.

Una vibrazione lo fece sussultare e si ricordò subito del suo cellulare. Lo prese e appena lesse il suo nome sul display, non pensò due volte a leggere il messaggio ricevuto. Non sapeva a cosa potesse servire accendere il registratore, ma se glielo aveva detto un motivo doveva pur sempre esserci. Adesso che però si trovava solo in quella cantina, senza nemmeno la voce di Michael, si rese conto di quanto si sentisse di nuovo oppresso. Non era più abituato a quel silenzio. Gli mancava la voce di Dean, la sua risata, il suo respiro..e adesso non sapeva se li avrebbe più sentiti. E quella consapevolezza lo fece crollare con un pianto liberatorio e agire irrazionalmente: cercò il suo numero e lo chiamò, fregandosene del fatto che Michael sarebbe potuto entrare da un momento all'altro. Prima che lo violasse di nuovo, voleva sentire un'ultima volta la voce di Dean. Perché sapeva che da quella volta in poi, non sarebbe stato più possibile.

“Castiel! Oh grazie a Dio..dove sei? Come stai?”

“Dean..” Castiel sussurrò appena e tirò su con il naso, trascinandosi sulle ginocchia per sedersi e senza trattenere un gemito di dolore.

“Ti ha fatto male..quel figlio di puttana. Lo ammazzo, giuro che lo faccio.” Sibilò il biondo.

“S-sto bene..” Tossì più forte e si rese conto quanto parlare gli facesse male.

Dean dall'altra parte, ignorò la palese bugia che l'altro gli disse e strinse il telefono nelle mani, mentre si recava in macchina insieme agli altri, intenzionato a portare Castiel fuori da lì. “Hai fatto ciò che ho detto?”
“No..”

“E muoviti dannazione! Cas, per favore fallo subito. Noi stiamo arrivando.” Il biondo si rese conto di esser stato troppo brusco e respirò profondamente, cercando di calmarsi. “Ti tireremo fuori da lì. Va bene?”

Il ragazzo annuì nonostante non potesse vederlo e sussurrò un “mi fido di te” prima di interrompere la conversazione e accendere il registratore vocale, nascondendo il cellulare sotto una coperta rimasta sul pavimento. Sentire la voce di Dean gli aveva fatto bene e male allo stesso tempo. Bene perché lo aveva tranquillizzato, ma male perché probabilmente non l'avrebbe mai più sentita. Non sapeva se gli sarebbe stato più possibile sentire la sua risata, i suoi sbuffi, i suoi lamenti mentre dormiva, il tono dolce che gli rivolgeva quando era tranquillo e il tono arrabbiato o infastidito quando faceva qualcosa che a lui non andava a genio.

Adesso però doveva solo aspettare, in silenzio e inerme. Aveva male dappertutto, non sarebbe riuscito più ad affrontare Michael.

La sua vita dipendeva da Dean, perché era consapevole che Michael non vedeva l'ora di sbarazzarsi di lui una volta per tutte. Lo aveva capito dal momento in cui aveva visto di nuovo il suo sguardo che qualcosa era cambiata. Non sapeva nemmeno perché si fosse assentato tutto quel tempo, per poi ritornare nella sua vita stravolgendola nuovamente. Ma adesso era anche peggio, perché di mezzo c'era Dean e di conseguenza il resto della sua famiglia. Per questo si stava pentendo amaramente di aver accettato l'invito di Mary a casa quel giorno e di aver acconsentito a stare da Dean. Era cresciuto in quei mesi, era cambiato moltissimo ma nonostante ciò, stare in quella stanza, stava facendo ritornare dei ricordi che ormai aveva cercato di insabbiare in tutti i modi. Forse il suo destino era quello.

“Castiel?” Michael rientrò in cantina e sorrise falso appena si rese conto di come avesse ridotto il ragazzo, sedendosi di fronte a lui. “Perché non ci facciamo una bella chiacchierata io e te? Adesso che parli sarà più semplice.”

Cas ignorò la frecciatina e non rispose, cercando di reggere il suo sguardo nonostante volesse solo chiudere gli occhi e farlo sparire.

“Dean Winchester.” Disse lui, annuendo a se stesso. “Te la sei scelta bene la guardia del corpo, eh?”

Il moro sentì il cuore balzargli fuori dal petto. Si sarebbe aspettato la qualunque ma non che tirasse in ballo Dean. Non così.

“Cosa vuoi da lui?” Sbottò, strizzando poi gli occhi per una fitta di dolore che lo trafisse.

Il sorriso di Michael si allargò ulteriormente e scompigliò i capelli a Castiel. “Allora avevo capito bene. Tra te e quel ragazzo c'è qualcosa..lo terrò a mente.” Poggiò le mani a terra e si sporse indietro, fischiettando un attimo.

'No ti prego, no..' Pensò il ragazzo, ma non disse nulla e continuò a fissare l'uomo davanti a sé allo stesso modo. Non riusciva a fare altro. Non doveva toccare Dean nemmeno con un dito.

“Devo dirti che mi hai preso alla sprovvista. Quanto ti ho abbandonato credevo che ti avrei ritrovato qui, sempre allo stesso posto, ma morto. E invece cosa scopro? Che lavori in un supermercato e che stai benissimo! Inizialmente mi sono sorpreso, poi però ho provato solo rabbia. E sai perché?” Abbassò il tono, portando una mano vicino la bocca. “Perché non voglio che tu sia felice, ma questo è il nostro piccolo segreto. E visto che la tua felicità e tranquillità sembrerebbe dipendere da questo Winchester, andrò a fare una visita anche a lui appena ti avrò tolto di mezzo.” Si strinse nelle spalle con fare teatrale. “Mi sono divertito molto in questi anni ma adesso sei troppo ribelle e non va bene. Non sei più in riga come prima e so che non ci ritornerai, non del tutto almeno. Sei stato un giocattolino perfetto, con cui avrei passato intere giornate. Ma adesso siamo arrivati alla fine e, come volevasi dimostrare, sono io il vincitore. Perché, come hai scritto nel tuo diario, mi sono preso tutto. Mi sono preso la tua verginità, la tua innocenza, la tua felicità e adesso finirò con prendermi ciò che racchiude il tutto: la tua vita.” Aprì le braccia di lato e sorrise contento, negando con il capo per enfatizzare. “Non è fantastico? Dovresti essere felice anche tu e dovresti ringraziarmi. Sto per porre fine a tutte le tue sofferenze, a questa vita inutile. Non sei felice?”

“E poi? Cosa farai a Dean?” Sussurrò Castiel.

“Devo ancora pensarci, ma non sarà piacevole. Te lo posso assicurare.”

“E se ti dicessi che resterò per sempre qui con te e che farò tutto ciò che mi chiederai?” La voce aveva iniziato a tremargli terribilmente. Provava sentimenti contrastanti che si riflettevano anche nel suo modo di agire.

Michael fu davvero sorpreso. “A quale scopo?”

“Lascia in pace Dean e io farò tutto ciò che vorrai, te lo giuro.”

“Tu me lo giuri?” Alzò un sopracciglio e incrociò le braccia. “E pensi che io ti creda?”
“Mettimi alla prova.” Alzò il tono di voce e una lacrima gli graffiò il viso. “Mettimi alla prova e vedrai. Sarò come mi hai sempre voluto, te lo giuro Michael.”

“Sei completamente innamorato di questo Winchester, eh? E credi che io possa ignorare qualcosa del genere?” L'uomo si prese il mento e passeggiò per la stanza, soppesando le sue parole. “Quindi farai tutto quel che ti dirò a patto che io lo lasci in pace?”

Castiel annuì energicamente mentre piangeva silenziosamente.

“E va bene, lo farò.” Sorrise. “Inizia a ubbidire allora.” Michael prese la pistola che teneva nascosta nei pantaloni e la gettò di fronte al ragazzo, facendogli un cenno con il mento. “Usala.”

Castiel sgranò gli occhi confuso e sorpreso al tempo stesso. “P-perché?”

“Hai giurato che avresti fatto qualsiasi cosa, o mi sbaglio? Prendila. Adesso.” E il Michael che Castiel aveva visto per anni, quello che riusciva a spogliarlo di tutte le sue forze ritornò più spietato di prima. Gli occhi ridotti a due fessure e il tono profondo, serio. “La vita di Dean Winchester dipende da te.”

Il ragazzo ubbidì e con le mani tremanti prese l'arma, guardandola con il terrore dipinto negli occhi. Dove voleva arrivare Michael? Sentiva che sarebbe potuto svenire da un momento all'altro.

“Puntatela alla tempia.” Scandì bene, fissando ancora la figura scossa di Castiel.

Castiel perse un battito. “No..” Non seppe nemmeno se riuscì davvero a sussurrarlo o se pensò di averlo fatto, perché non poteva essere vero.

“O tu o lui.” Sibilò Michael, facendo un passo verso Castiel. “Fallo.”

La vita di Dean era appesa ad un filo.


NOTE: Ehm........................................salve. Non mi linciate, ok? Sono reduce da dieci ora di fila per Mengoni e oggi ho dormito tutto il giorno per la stanchezza. So che mi merito solo insulti ma siate buoni. Sapete bene che io amo scrivere angst e quando ne ho l'occasione mi do alla pazza gioia. Questa è la seconda FF in cui c'è di mezzo una pistola, ops. La prossima volta userò un'altra arma. *tossisce* Ehm, sì? Okay, adesso smetto di farmi odiare. Giuro.
Comunque ho aggiornato oggi perché, visto che mercoledì vado via per la JIB e non avrò il pc, ho preferito farlo adesso per evitare dei ritardi imperdonabili. La prossima volta però aggiornerò di nuovo di martedì. 
Al prossimo capitolo!

  
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