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Autore: GeeFuckingWay    17/05/2016    0 recensioni
La storia di una ragazza che da bambina è stata molestata e che col tempo si accorge di come sia vivere con questo peso. Nonostante tutto troverà chi le darà aiuto ma la sua strada è piena di ostacoli.
Scritto in prima persona.
Dal capitolo 1:
"Più gli anni passavano più mi sentivo sporca dentro, macchiata in modo indelebile.
[...]
Era come far crescere un mostro dentro di me.
Il mostro si nutriva delle mie giornate, dei miei momenti spensierati, della mia vita.
Non passava giorno senza che il mostro apparisse nella mia mente. "
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sai tenere un segreto?

1.
Il mostro.


Vorrei davvero sapere da dove iniziare.
Sono qui a chiedermi se sono l'unica a dover sopportare tutto questo.
Quando da giovani ci capitano dei traumi dal punto di vista psicologico ci chiediamo come faremo a vivere con quel peso, soprattutto se si tratta di qualcosa che
non possiamo dire a nessuno.
Mi chiedo a cosa mi porterà tutto questo. Mi chiedo se vivere con questo peso sia vivere davvero.
L'unica cosa che posso fare e chiedermelo e scriverlo qui, su questa pagina ancora vergine di segreti troppo dolorosi per essere detti a voce.

Da piccola ero sempre stata una bambina allegra e spensierata, un po' come tutti i bambini. Adoravo stare con le mie amiche, adoravo la mia scuola,la mia vita.
Vorrei poter conservare il ricordo di me proprio in questo modo, con quel sorriso innocente, il mio fedele peluche sotto braccio e la mia collanina da cui mai mi sarei
separata.
Avevo ogni cosa: la voglia di essere felice, una famiglia che mi amava.
Un giorno la mia vita cambiò e cambiò per sempre. In quel momento non lo avevo capito ma poi, col passare degli anni, me ne resi conto e quel sorriso che avevo
sempre indossato sparì.
Fui molestata da un ragazzo più grande di me, questo è quello che accadde.
Non sapevo davvero cosa stava accadendo ma col tempo iniziai a sentirmi colpevole nonostante la mia innocenza.
Mi aveva cambiata, non ero più la persona che volevo essere.
Una volta tentai di dirlo a mia madre ma lei non credo che riuscì a capire, o almeno non volle farlo.
Da quella volta non ne feci più parola.

Più gli anni passavano più mi sentivo sporca dentro, macchiata in modo indelebile.
Mi chiedo quale bambina sia in grado di affrontare da sola una cosa del genere.

Spesso mi riaffiorava il ricordo nella testa e nonostante la scuotessi ripetutamente era sempre lì, fermo. Era come far crescere un mostro dentro di me.
Il mostro si nutriva delle mie giornate, dei miei momenti spensierati, della mia vita.
Non passava giorno senza che il mostro apparisse nella mia mente.

Il tempo passò in fretta e la belva che avevo dentro cresceva insieme a me.
Da adolescente ero diventata molto fragile  e spesso isolata da tutti. Questo mi costringeva ad imparare a resistere alla mia unica compagnia, il mostro.
Ogni notte piangevo cercando di non fare rumore, eravamo solo io, il buio della mia piccola stanza e il buio che avevo dentro.
E' difficile dimenticare il dolore di ogni calda lacrima sul mio viso.
Speravo che lacrima dopo lacrima mi sarei finalmente svuotata dal male che avevo dentro ma questo non accadde..

Non ci volle molto che nella mia testa iniziarono a prendere forma idee sbagliate. Iniziai a immaginare che sensazione sarebbe stata quella di morire,
morire per non dover più convivere col mostro che avevo dentro.
Pensavo che lui sarebbe scomparso insieme a me..
Ogni volta che questi pensieri riempivano la mia mente immaginavo mia madre, la immaginavo mentre scopriva il corpo di sua figlia troppo freddo, ormai troppo
per essere scaldato dall'amore di una madre. La immaginavo disperata mentre piangeva di un pianto inconsolabile.
Così, di nascosto, qualche volta, mi facevo del male cercando di non superare il 'limite'. Questo nutrì ancora di più il mio mostro.

Nonostante tutte le difficoltà che stavo incontrando, un giorno mi innamorai.
Non trovai il coraggio di dichiarare il mio amore così mi aiutò la mia unica amica.
Lui era meraviglioso, aveva i capelli ricci e scuri, un sorriso rassicurante e il profumo più dolce dell'universo.
Ci combinarono un appuntamento. Fu il giorno più bello della mia vita.

Non passò che qualche giorno che mi diede il mio primo bacio, un bacio dolce, impacciato, sulla panchina dove trascorrevamo il tempo a parlare
tra sorrisi e sguardi che volevano dire tutto e niente.
Fu il mio unico e vero amore.

Da quel momento smisi di farmi del male e inizia a fare davvero qualcosa per me: sorridere.
Per giorni e giorni soltanto lui riempiva ogni angolo della mia mente, era come il sereno dopo una forte pioggia.
Passavamo le giornate a passeggiare per il nostro piccolo paese e parlavamo di ogni cosa.
Un giorno decise di regalarmi un piccolo peluche, simile a quello che avevo da bambina.
Dapprima la cosa mi rese più che felice ma non ci volle molto che mi riportò alla realtà che stavo ignorando.
Facendosi strada tra i miei nuovi ricordi , tornò lui, il mostro.

Per giorni il mio ragazzo non mi vide, nè sentii.
Non sapeva che fine avessi fatto.
  
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