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Autore: kounchan    17/05/2016    0 recensioni
Layla vive con il suo migliore amico Tetsu su un monte, in una graziosa casetta costruita dal ragazzo.
Loro sono due creature fantastiche, appartenenti a due regni in conflitto tra loro da secoli: i draghi e le fate.
Tetsu é un drago che ormai non si trasforma da mesi.
Layla é una fata, in forma umana da quando vive con Tetsu.
Ma saranno costretti a tornare ai loro regni per sconfiggere una minaccia comune.
Riusciranno a far collaborare i loro sovrani o il tentativo di portare la pace e distruggere il nemico andrà in fumo?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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É una giornata stupenda e io sono in giro per il bosco di queste montagne che ormai sono la mia casa.
Ho lasciato il mio regno solo da qualche mese e io e Tetsu viviamo di caccia e dei frutti raccolti nel bosco.
Amo il mio regno, ma non potevo più sopportare le continue guerre e le razzie alle città dei poveri innocenti, e così mi sono ritirata qui, in mezzo ai monti, anche se sarebbe più corretto dire che io e Tetsu siamo scappati.
Io sono Layla, una fata e ho 16 anni.
Sono considerata speciale, per via del colore dei miei capelli e delle mie ali: nero. Di solito le fate hanno i capelli e le ali di colori molto sgargianti e nessuno é stato in grado di dirmi perché io fossi diversa. Ora, però, non é più un problema, visto che non mi trasformo da quando sono qui.
Tetsu, invece, é un drago e faceva parte del regno rivale, ha 19 anni e i capelli bianchi. Anche lui non si trasforma da quando viviamo assieme.
Siamo diventati migliori amici perché vivevamo in uno dei pochi villaggi di confine, dove draghi e fate convivevano e collaboravano, rimanendo estranei alla guerra, almeno fino a qualche mese fa.
Ho sempre odiato i sovrani dei due regni, così vanitosi e spocchiosi, hanno dimenticato anche il motivo per cui combattevano e i valori di questi due popoli stupendi.
Due idioti assetati di potere, insomma.
Sto camminando da un po' e ho raccolto una cesta di frutti di bosco intera, sperando che a Tetsu bastino e che ne lasci un po' a me, visto che mangio poca carne.
Sono già sul sentiero della casetta di legno che lui ha costruito, quando sento un rumore provenire da un cespuglio, e chissà come mai, so già chi é.
<< Tetsu...esci da lì >> sospiro.
Certe volte é proprio un bambino.
<< Uffaa...mi scopri sempre! >> piagnucola.
Ha diciannove anni ed é peggio di me che ne ho solo sedici.
<< Che hai trovato di bello? >> mi chiede, avvolgendomi le spalle con un braccio e camminando insieme a me.
É alto più di due metri e ha dei possenti muscoli che allena ogni giorno.
Io, al contrario, sono alta poco più di un metro e sessanta e mi sento un nano con lui attorno, altro che una fata.
Sospiro di nuovo e gli mostro il contenuto della cesta.
Gli si illuminano gli occhi e fa per prendere una manciata dei frutti che ho raccolto, ma lo fermo prontamente con uno schiaffo sul dorso della mano.
<< Ahi! >> si lamenta, ritraendosi e massaggiandosi la mano dolente.
<< Aspetta la cena. Hai trovato qualcosa tu? >> gli chiedo, ignorando il broncio da cucciolo che ha messo su per impietosirmi e rubarmi il cibo.
<< Sí. Ho trovato un bel cinghiale. Direi che stasera si mangia bene. >> mi dice e si massaggia lo stomaco immaginandosi l' abbuffata.
Mi piace la carne, al contrario delle fate di città, perché ho sempre vissuto in mezzo ai draghi, però ne mangio davvero poca, perché faccio indigestione subito.
<< Bene. L'hai già preparato per essere cucinato? Sai che mi fa senso e ribrezzo macellare gli animali.>> gli domando.
In realtà odio vedere i fiumi di sangue. Ne ho visti abbastanza il giorno in cui siamo fuggiti.
Ci avevano attaccato sia i draghi che le fate. Prima avevano iniziato a fare razzie nel villaggio e poi le truppe si erano incontrate e avevano iniziato a combattere tra di loro. Per fortuna Tetsu mi ha trascinato via e ho visto poco, ma le immagini della città in fiamme e il rivolo di sangue che veniva dalla testa di un soldato del mio regno non riesco ancora a dimenticarle.
<< Sí. >> risponde lui.
<< Bene. Vado a cucinare, ti chiamo quand'è pronto >> lo avviso.
Lo vedo annuire e entro in casa.
Poso la cesta sul tavolo della cucina e indosso il grembiule bianco che uso per stare ai fornelli.
Sono una cuoca discreta, non da ristorante,ma non cucino così male. E poi, meglio i miei piatti mediocri che la cucina in fiamme. L'ultima volta che ha provato a cucinare Tetsu ha mandato quasi a fuoco l'intera casa.
Non ci metto molto che é tutto pronto e chiamo il mio coinquilino, che si fionda a tavola e inizia a battere sulla superficie con le posate.
<< Ecco qua. Buon appetito. >> gli auguro.
<< Buon appetito >> ricambia lui, con la bocca piena.
Quando finiamo é già buio e io sono stanca morta.
Vado in camera per prepararmi a fare un bel bagno rilassante. Non so quante volte ho ringraziato il draghetto per aver messo la vasca.
<< Ehi, draghetto, vado a farmi un bagno >> gli comunico.
Lui annuisce dalla poltrona e torna a leggere. Anche se sembra un idiota é molto intelligente e ama leggere, cosa che fa ogni sera, seduto sulla sua poltrona azzurra.
<< Domani andiamo al villaggio qua vicino. Ci servono vestiti nuovi. >> m'informa e non posso che sorridere e annuire contenta. Era ora! Usiamo gli stessi vestiti da mesi ormai.
Vado nel piccolo bagno e riempio la vasca di acqua calda.
Mi sfilo l'asciugamano e mi immergo, rilassandomi immediatamente.
Sospiro contenta.
Ma una sensazione strana mi assale.
La testa inizia a girarmi e a pulsare dolorosamente e mi tremano le mani.
Prendo respiri profondi nel tentativo di calmarmi, ma é tutto inutile.
Il dolore si acuisce e inizio a vedere immagini confuse.
Ci sono draghi, fate e altri esseri che non riesco ad identificare. So solo che stanno combattendo tutti contro queste ultime creature e stanno perdendo.
C'è sangue ovunque e mi viene da vomitare.
Poi, di colpo, finisce tutto e torno alla realtà.
Mi alzo dalla vasca in fretta e furia e mi rivesto.
Ho le lacrime agli occhi e corro fino alla poltrona di Tetsu, buttandomi tra le sue braccia e facendo cadere il libro che aveva in mano.
<< Ehi...che succede? >> mi chiede, accarezzandomi i capelli per farmi calmare.
<< Non lo so... >> rispondo, ancora singhiozzando.
<< Ti porto a letto. Ti fai una bella dormita e domani mi racconti tutto, ok? >> propone, con fare dolce.
Annuisco soltanto e mi faccio accompagnare fino alla mia camera.
Mi stendo a letto e lui mi rimbocca le coperte logore che ci siamo portati dietro.
Fa per andarsene, ma lo afferro per un braccio. Lui si gira e mi guarda stupito.
<< Stai qui... >> lo supplico.
Ho troppa paura di dormire da sola dopo la visione che ho avuto.
Si stende accanto a me e mi stringe in un caldo abbraccio.
Questo é uno di quei momenti in cui amo il fatto che io sia così piccola e lui così grosso. Mi sento protetta tra le sue braccia, come se nessuno potesse farmi del male.
Siamo entrambi orfani cresciuti insieme in un orfanotrofio del nostro villaggio, che accoglieva piccole fate e piccoli draghi.
Mi addormento quasi subito raggomitolata tra le sue braccia, ignara di ciò che sta per accadere.





 
   
 
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