Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: autopilot_    17/05/2016    1 recensioni
«Che ne hai fatto del tutti quanti mentono?»
«Stavo mentendo anche io.»
--
Luke sta bene, il suo problema è la mancanza di felicità.
Per questo vivere in un mondo in cui tutto è in bianco e nero fin quando non si incrocia lo sguardo della propria anima gemella è difficile per lui.
Soprattutto perché mai guardava le persone negli occhi, un po' per timore di scoprire che nel mondo non ci fosse alcuna persona per lui, un po' per paura di sapere quali colori lo circondavano.
Genere: Angst, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Being me can only mean
Feeling scared to breathe 
If you'll leave me then I'll be afraid
Of everything."

-The Neighbourhood, Afraid
 

✘✘

 

Luke sembrava essere come un bambino nel giorno di Natale, con il viso appiccicato contro la finestra della sua camera e l'euforia che gli scorreva nelle vene.
 

Non appena si era svegliato ed aveva constatato che la sua testa aveva smesso di farlo soffrire, si concentrò principalmente su quel che vedeva: semplicemente la coperta verde era del medesimo colore, ma più sbiadito.
 

Non capiva cosa fosse successo.
Forse il detto "volere è potere" nel suo caso era stato il motivo di quel cambiamento? In fondo, ogni cosa poteva essere presa in considerazione.

 

Luke voleva sapere con ogni certezza cosa era successo, quale fosse la causa dell'accaduto, dentro di se voleva chiederlo a sua madre, ma il pensiero della donna che tra pochi giorni sarebbe andata via lo colpì in pieno.
 

Si ripeteva a mente che era un egoista, perché anche in situazioni così delicate pensava solo a se stesso, ma in un mondo come quello essere egoisti è all'ordine del giorno, quindi non poteva sorprendersi più di tanto.
 

Guardò fuori dalla finestra un'ultima volta, vedendo di un colore sbiadito il giardino di casa e, dopo un sospiro pesante, si tolse i vestiti con cui aveva dormito, sostituendoli con degli altri puliti.
 

Diede solo diversi minuti dopo un'occhiata all'orologio da muro, che segnava le dieci precise.
 

Pensò che forse avrebbe potuto dormire un altro po', ma una parte di se voleva trascorrere del tempo con la madre e magari parlargli di quello che gli era accaduto, visto che molto probabilmente era davvero preoccupata.
 

Scendendo con passi pesanti le scale giunse in salotto, dove sua madre stava leggendo un libro di cucina, anzi, di ricette.
 

Aspettò qualche secondo e si prese il tempo per osservarla in modo tale che, quando sarebbe andato in salotto e non avesse trovato la donna lì, avrebbe avuto la sua immagine in mente.
 

Notò come portava il segno con l'indice, proprio come faceva lui, e se doveva voltare pagina stava ben attenta a non fare alcuna piega sopra il foglio, aveva molte cose in comune con lei.
 

La donna alzò lo sguardo ed incrociò quello del figlio, annunciando a voce alta un buongiorno e accolse il figlio in un lieve abbraccio, quasi frettoloso, a dire il vero.
 

"Devo andare al supermercato per comprare alcuni ingredienti, vorrei fare un dolce, tornerò tra poco" disse Liz, mentre si apprestava a sistemare il libro con le ricette e scriveva sopra un post-it ciò che le serviva.
 

Luke era il tipico adolescente che odiava dover andare a fare compere, andare in giro per gli scaffali con un carrello che ad ogni mattonella che passa fa un rumore fastidioso e stridulo.
 

La parte peggiore poi, era quella di dover fare la fila per pagare, davanti di lui c'era sempre la solita famiglia che riempie un intero carrello di oggetti e cibi.


Non era mai divertente andare al supermercato, se c'era Ben forse riusciva a tollerare la cosa, ma se c'era Jack assolutamente no.


Non voleva sentirlo parlare, diceva che lo distraeva perché, purtroppo per il resto della famiglia, Jack è quella persona che legge gli ingredienti e la calorie scritte sul retro di qualsiasi scatola contenente cibo.


Ma quella mattina Luke era in vena di cambiamenti, quindi, con un po' di timore di pentirsene in seguito, disse a sua madre che l'avrebbe accompagnata.


"Stai scherzando?" Chiese Liz con gli occhi sgranati per la sorpresa e la penna che teneva in mano le era quasi scivolata dalla mano.


"No, voglio venire con te" ripeté il giovane con un piccolo sorriso sul volto, "in più devo anche raccontarti una cosa" disse in fine.

Non fece caso al modo in cui era vestito, anche perché spesso si vestiva con una tuta ed una semplice maglietta, e si infilò le scarpe senza avere neanche bisogno di slacciarle.
 

Stava per uscire e seguire sua madre che si stava già dirigendo verso la macchina, ma appena gli urlò di indossare un giacchetto dovette tornare in casa per poterne trovare uno, e solo dopo poté entrare in auto e non avere un conflitto con Liz.
 

"Quale dolce vuoi preparare?" Le chiese Luke mentre cercava una stazione radio che trasmettesse canzoni interessanti.
 

"Cheesecake con gocce di cioccolato, è da molto che non ne cucino una e probabilmente sbaglierò a far tutto" gli rispose la donna che teneva gli occhi fissi sulla strada.
 

Luke annuì e il suo sguardo si posò su un portachiavi a forma di trifoglio, e ricordò quel che doveva dire alla madre.
 

"Ieri mi è successa una cosa strana, sembravo ubriaco probabilmente, ma non è così" iniziò a parlare guadagnandosi così l'attenzione della madre che però prestava comunque attenzione alla strada.
 

"Ciò che voglio cercare di dirti, è che dopo ho visto la mia coperta di un colore strano, non sapevo cosa fare e mi girava la testa quindi ho-"
 

"Quindi dovresti tornare dove sei stato ieri per cercare di capire perché ti è successo, non sempre il motivo è lo stesso" lo interruppe la madre, che di queste cose ne sapeva più di tutti, lo aveva provato sulla propria pelle, quindi non poteva non fidarsi.
 

Ma non aveva detto a sua madre metà della storia, non poteva semplicemente sbagliare nuovamente autobus, tra l'altro non sapeva quale tra tutte le persone incontrare fosse quella che stava cercando.
 

Luke non guardava mai nessuno negli occhi, ma nelle circostanze in cui si era trovato ieri era possibile che si trattasse anche del guidatore dell'autobus, dopo che i loro sguardi si erano incontrati per sbaglio.
 

"E perché proprio verde?" Luke chiese nuovamente incuriosito, si era voltato completamente verso la madre aspettando una risposta che arrivò soltanto dopo un po', probabilmente perché neanche lei lo sapeva.
 

"Non so come funziona esattamente questo processo, ma su una cosa sono più che sicura: se dovesse accadere di nuovo, non farti sfuggire la fortunata, e non dirlo a nessuno, non vorrai che tutto il mondo conosca la vostra storia, vero?"
 

A dire il vero a Luke sarebbe piaciuto far sapere a tutti che lui era diverso, un caso più unico che raro.
 

Liz, vedendolo un po' perplesso, sospirò e si asciugò una mano leggermente umida sopra la coscia coperta dal tessuto dei pantaloni.
 

"Luke, da madre ti dico che voglio proteggerti da coloro che proveranno a capire la tua situazione, anzi, la vostra, non avrai più un attimo di libertà e ovunque tu ti troverai avrai puntati addosso gli occhi di tutti."
 

Spiegò con calma la donna mentre cercava un parcheggio più vicino possibile all'entrata del supermercato, suo figlio con la testa poggiata contro il finestrino, ancora poco convinto.
 

"E da amica ti dico di non badare a quel che è così risaputo da sembrare quasi un obbligo, non tutti quelli che si amano riescono a vedere il mondo a colori, ma vivono comunque bene."
 

A quel punto Luke arricciò il naso e sbuffò, non poteva aver detto quelle parole proprio sua madre, una delle poche persone ad essere riuscita a vedere il mondo a colori.
 

"E allora tutto quanto è privo di senso, quello che c'era tra te e papà anche, dicendo ciò hai praticamente stravolto ogni cosa" gli spiegò Luke che ancora era confuso e non poteva lasciar prevalere lo scetticismo presente in ogni umano.
 

"Questo è un discorso che preferirei farti in un altro momento, ora vorrei soltanto pensare al mio dolce."
 

Per il resto della mattinata non ne parlarono più, Luke seguiva remissivamente la madre e non proferiva parola, si limitava ad annuire alle domande della donna che riguardavano la qualità dei prodotti.
 

Luke iniziava a chiedersi se in fondo sua mamma non aveva tutti i torti, ma c'era qualcosa che non quadrava, e lo dimostrava il fatto che ora il giovane stava iniziando a vedere sempre meno il colore verde, stava tornando tutto al solito grigio e nero.
 

Le poche ore in cui Luke si era sentito un caso unico erano finite, forse la punizione per voler essere in un certo senso famoso era proprio questa: restare in bilico tra il mondo a colori e quello in bianco e nero, Luke doveva imparare a controllare questo suo difetto.
 

✘✘

 

Se poche ore prima Luke era triste, in questo momento lo è ancor di più.
 

Perché quella mattina non si era presentato a scuola e dentro di se sperava che Michael provasse un minimo di interesse verso di lui, o almeno chiedere il motivo per cui non era andato a scuola.
 

E invece no.
 

Girovagando tra i vari social network finì per spiare il profilo Facebook di Michael, vedendo con molto piacere che il suo amico era troppo impegnato a scattarsi foto con il suo nuovo ragazzo.
 

Magari Luke pretendeva un po' troppo, già sapeva che tra lui e Michael non c'era un'amicizia molto solida, ma ogni qualvolta uno dei due era assente a scuola era quasi un rito sacro quello di chiedere se fosse tutto apposto.
 

Ma Michael ora era impegnato con una persona migliore di Luke, non che servissero chissà quali qualità per esserlo, ma non si aspettava di certo una comportamento del genere.
 

Ignorò il groppo alla gola e cercò di non pensare a tutti quei cambiamenti che si stavano facendo strada nella sua vita, è giusto specificare che Luke non è un tipo che accetta molto facilmente i cambiamenti.
 

Chiudendo il piccolo computer portatile si decise finalmente a scendere in cucina per vedere come procedeva quella piccola ed insignificante lotta tra sua madre e la cheesecake, le aveva anche offerto di aiutarla, ovviamente a passarle gli oggetti visto che in cucina era una frana.
 

Ma aveva insistito dicendo che voleva fare tutto da sola, e ormai da quasi un'ora non aveva avuto sue notizie, oltre al rumore dello sbattitore non sentiva nulla.
 

Così la curiosità aveva preso nuovamente il sopravvento, Luke voleva sapere come stava andando, quindi tornò in cucina.
 

Uno degli altri difetti di Luke, era quello di avere sempre il passo felpato, non importava che tipo di scarpe aveva ai piedi o con quanta forza sbatteva i piedi sul pavimento, nessuno riusciva a sentirlo quando camminava.
 

Motivo per cui sua madre si spaventò a morte non appena il figlio più piccolo poggiò la mano sulla sua spalla, diede poi una lieve spinta a Luke, ridendo subito dopo per quello accaduto poco prima.
 

"Sei sceso per poter assistere al fallimento di tua madre?" Gli chiese Liz con tono ironico mentre leggeva qualcosa sopra il suo libro delle ricette.
 

"Improbabile, ma non del tutto impossibile" citò una frase che era apparsa in qualche serie televisiva di cui neanche ricordava il nome, ne aveva viste così tante!
 

Liz scosse la testa continuando a preparare il suo dolce per l'ennesima volta e sembrava divertirsi nonostante il fallimento, Luke invece non era mai stato tipo da amar cucinare.
 

Quando era bambino, infatti, aveva poggiato entrambe le manine contro il forno fortunatamente spento poco prima e si era scottato, da quel giorno anche solo mettere qualcosa a friggere nella padella lo rendeva alquanto nervoso.
 

Tuttavia, con il passare del tempo questa sua paura si sarebbe affievolita, quasi fino a scomparire del tutto, quindi Liz non si preoccupava più di molto.
 

Luke aveva iniziato poi a guardare la tv con un volume piuttosto basso visto che Ben stava dormendo sopra il divano, probabilmente esausto per colpa dell'università.
 

Era strano, perché Ben era più grande di Jack, ma lui aveva proseguito gli studi con l'intenzione di diventare un medico, mentre Jack aveva iniziato a lavorare appena preso il diploma.
 

E poi c'era Luke, che non sapeva ancora quale strada prendere, ma almeno sua madre non lo costringeva a far nulla, lasciava che i suoi figli facessero le loro scelte.
 

Onestamente, Luke non poteva immaginare la sua vita in un'università, certamente gli piaceva leggere e imparare cose nuove, ma non era tipo da passare altri anni ad impazzire sopra i libri.
 

Però non era ancora certo di saper cosa fare in età adulta.
 

Guardando in televisione, c'erano molti mestieri che Luke avrebbe gradito fare, ma più della metà di essi richiedeva la laurea, quindi doveva rinunciare ad una buona parte dei sogni che da bambino aveva risposto nel suo cassetto immaginario.
 

Ma forse non era il caso di pensarci così insistentemente, per questa volta avrebbe evitato di farlo.
 

"Ma tu anche il venerdì sera sei padrone del divano? Non potresti uscire?" Protestò Jack che aveva appena sceso le scale e avrebbe tanto voluto sedersi sopra uno dei due divani a tre posti, occupati entrambi.
 

"Ti risulta che io abbia la giusta compagnia per uscire?" Chiese il minore con un'evidente faccia annoiata.
 

"Beh dovresti, alla tua età io ero-" Luke aveva smesso di ascoltare, odiava quando suo fratello iniziava quei stupidi paragoni, lui non era come Jack, aveva bisogno di capirlo.
 

"E poi c'è anche un altro motivo per cui non voglio uscire, credo tu lo sappia" brontolò non volendo ammettere ad alta voce che era rimasto a casa per stare con la madre, a parte che non era stato invitato a quella bellissima uscita tra Michael e il suo ragazzo.
 

"E allora fammi spazio" Luke arricciò il naso guardando suo fratello meglio e poteva vedere anche nei suoi occhi un piccolo bagliore verde, ma questa sua "capacità" di vedere quel colore stava svanendo, pian piano stava tornando tutto alla normalità.
 

Lasciò che Jack rubasse la coperta che copriva Ben e si buttò letteralmente sopra di Luke, avvolgendosi la coperta già calda attorno al corpo, riuscendo così a coprire un pochino anche suo fratello minore.
 

Ben, d'altro canto, sentì subito la mancanza di calore e guardò verso gli altri due con uno sguardo di sfida, e quando si mise a sedere Luke sapeva che quella notte sarebbe andato a dormire con qualche osso rotto.
 

Infatti, poco dopo, Ben si stava preparando per buttarsi sopra i due ragazzi.
 

Luke cercò di ripararsi in qualche modo, anche dando qualche calcio a chissà chi, ma Ben e Jack avevano appena iniziato una lotta per il possesso della coperta.
 

Il problema era che il più giovane era schiacciato contro il bracciolo del divano e i suoi fratelli non facevano che peggiorare la situazione.
 

"Brutte balenottere, mi fate male!" Urlò all'improvviso Luke, quando per poco il gomito di uno dei due stava per colpirlo  dritto sul viso.
 

Ma solo l'intervento della madre fece allontanare Ben da Jack, allontanandosi con la coda tra le gambe per l'evidente umiliazione causata da quella sconfitta.
 

Luke si approfittò di quel momento per alzarsi con un fianco leggermente dolorante, dirigendosi verso la cucina dove sua madre stava preparando di nuovo il dolce.
 

"Sembra che non stia uscendo molto bene" constatò Luke guardando sua madre all'opera.
 

"Dissero la stessa cosa i dottori quando ti stavo partorendo, ma sembri perfettamente sano" gli rispose la madre con un'ironia che era solita ad apparire soltanto quando la donna era irritata, un'altra caratteristica che accomunava lei e il figlio.
 

Luke scoppiò a ridere scuotendo la testa e poggiandosi una mano sopra la fronte, spostandosi la frangia bionda dal viso.
 

Rimase a guardare sua madre cucinare anche la cena, provò anche ad aiutarla ma, appena gli quasi cascò a terra un bicchiere, gli disse che lo voleva fuori dalla cucina.
 

Luke era sempre stato goffo, a scuola se doveva passare tra gli altri banchi per andare in bagno finiva sempre per colpire l'oggetto con i piedi, questo creava un gran fracasso e almeno la metà della classe si voltava verso di lui, che immediatamente sentiva le guance scaldarsi.
 

Per non parlare dei suoi modi pacati di fare le cose, ci avrebbe messo dieci minuti buoni per apparecchiare il tavolo e i suoi modi da perfezionista non aiutavano, quindi sua madre non chiedeva mai il suo aiuto in questo genere di cose.
 

Luke si ritrovò nel centro del salotto, non sapendo cosa fare.
 

Era appena stato cacciato dalla cucina, suo fratello stava guardando la televisione, Ben stava programmando chissà dove il suo attacco contro Jack.
 

E Luke? Se fosse andato nella sua stanza avrebbe finito per demoralizzarsi mentre guardava le foto del suo amico o di chi in generale era felice.
 

"Non sei invisibile" sbottò Jack irritato per suo fratello che copriva lo schermo della tv e sembrava non accorgersene, visto che si era perso nei suoi pensieri.
 

Allora Luke si spostò e decise che forse tornare in camera era la soluzione migliore.
 

Ma appena si avvicinò alle scale sentì Ben chiamarlo con un bisbiglio, voltandosi lo vide che gli faceva cenno di entrare della sua camera, quindi, un po' confuso, entrò nella stanza chiudendo la porta alle sue spalle.
 

"Non farò parte del tuo sadico piano contro Ja-"
 

"Non è questo! Devi aiutarmi con una ricerca di scienze perché ho bisogno di finire altri compiti, sei la mia unica salvezza" lo pregò il maggiore mentre si avvicinava alla scrivania piena di libri e fogli scarabocchiati, il cellulare davanti gli occhi con le varie ricerche da fare.
 

"Stai usando il cellulare per fare le ricerche?" Gli chiese il minore inarcando un sopracciglio mentre continuava ad osservare suo fratello, che nel frattempo aveva annuito e stava sistemando la scrivania.
 

"Allora vado a prendere il computer" concluse e mentre si girò per andare a prendere l'oggetto il fratello maggiore lo abbracciò con forza, in tutta risposta Luke si scansò in fretta, quasi correndo al piano di sopra.
 

Quando poteva, Luke aiutava sempre Ben con le ricerche per l'università, soprattutto quelle di scienze, era la sua materia preferita ma non sapeva il motivo per cui i suoi voti dicevano il contrario.
 

Con un po' di fatica salì e scese le scale senza pensare di eliminare la cronologia di navigazione, cosa che avrebbe dovuto fare.
 

"E chi diavolo sarebbe Michael Clifford? Perché sei stato più o meno un quarto d'ora a vedere il suo profilo Facebook?" Iniziò a domandare Ben mentre scorreva tra la cronologia, Luke scosse la testa togliendogli il computer di mano.
 

"È un mio amico, volevo capire delle cose, tutto qui" gli spiegò con fretta non volendo iniziare a parlare di quella storia, ma la situazione peggiorò.
 

"Cosa volevi sapere?" Domandò ancora più insospettito dal suo fratellino.
 

"Ma perché guardi la mia cronologia?" Ribatté Luke ormai stanco di Ben che faceva tutte quelle domande, infatti dovette accorgersi del suo tono di voce alterato, perché concluse la conversazione poco dopo.
 

"Eh sai, sei sempre chiuso in camera e volevo sapere cosa fai tutto il giorno, almeno so che spii le persone sui social network e non fai altro."
 

In quell'esatto momento la faccia di Luke doveva essere così scioccata che il maggiore ridacchiò, passandogli gli argomenti della ricerca.
 

Le cellule.
 

Luke era uno schifo nel parlare di cellule, fortunatamente il buono e caro sito chiamato Wikipedia non era così male.
 

Ma, appena capì che non poteva scrivere per filo e per segno tutto quel che era riportato, uno sbuffo sonoro uscì dalle sue labbra.
 

"Luke, devi scegliere una funzione che hanno le cellule" gli spiegò Ben mentre finiva di rispondere a delle domande sempre della stessa materia.
 

"E quali funzioni esistono?"
 

Ben scosse la testa, dicendogli poi che avrebbe potuto lasciar perdere.
Ma Luke più si sentiva offeso da qualcosa e più era determinato a dimostrare il contrario, quindi, un po' titubante, iniziò a fare qualche ricerca.

 

C'erano così tanti nomi diversi, come poteva quella essere la sua materia preferita? O meglio, scienze è la sua materia preferita, riesce a capire al volo ogni cosa, se solo riuscisse a ricordare perfettamente i nomi e non chiamarli "coso uno" e "coso due" i suoi voti sarebbero nettamente migliori.
 

"Esistono anche le cellule che formano il tuo corpo."
 

"Quali sarebbero?" Luke sapeva che era in arrivo qualcosa che non voleva sentire.
 

"Quelle bipolari!" E detto ciò Ben scoppiò a ridere, tornando poi ai suoi fogli.
 

Nel frattempo suo fratello doveva ancora assimilare quella non-battuta.
E allora decise di fare proprio quel tipo di cellule, almeno avrebbe imparato a non scherzare con Luke.

 

Con destrezza digitò sulla piccola tastiera quel che cercava, strabuzzando gli occhi appena lesse tutto quell'insieme di meccanismi.
 

Però, l'argomento lo riguardava piuttosto bene, visto che in qualche modo quelle cellule trasmettevano informazioni raccolte dai fotorecettori, che sono il principale motivo per cui si vedono i colori.
 

"Posso basare la ricerca su questo?" Chiese dopo qualche altro minuto passato ad esaminare le varie informazioni, sperando andassero bene.
 

Ben esaminò quel che c'era scritto ed inarcò un sopracciglio "non sono sicuro di voler parlare anche di neuroni e della struttura della retina, sai?"
 

"Secondo me riuscirai a prendere un bel voto."
 

"Se parlo solo di cellule, sì, ma non posso aprire l'argomento dei neuroni e dei fotorecettori, è un invito a nozze per la mia professoressa e il bel voto posso solo sognarlo la notte."
 

Luke mormorò qualcosa ed annuì, ma restò comunque a leggere poiché gli interessava parecchio.
 

Era un tipo piuttosto razionale, quindi non voleva credere che per magia una persona riesce a vedere i colori appena ne incontra un'altra.
 

Eppure a lui era successo all'improvviso.
 

Quindi la sua mente tornava ad essere quella di un ragazzino che credeva nella magia e nelle fiabe, pensare in questo modo avrebbe di certo reso la sua vita meno complicata e avrebbe smesso di cercare una soluzione logica, rassegnandosi a quello che ogni essere umano crede.
 

A dire il vero, questo era un controsenso.
 

Luke voleva credere che il fenomeno dei colori fosse legato alla propria anima gemella, proprio come aveva detto sua madre o come dicevano tutti, ma allo stesso tempo non sapeva a cosa credere.
 

Visione razionale o irrazionale?
 

Luke era confuso, forse doveva davvero provare a cercare chi, seppur per un arco di tempo breve, gli aveva donato un assaggio di com'è davvero il mondo.
 

✘✘


Here I am!

Da dove iniziare? Qualche giorno fa ho pubblicato questo
capitolo su wattpad, e per messaggio privato mi è stato
chiesto di specificare meglio le intenzioni di Luke, 
perché inizialmente lo descrissi come un bambino che
crede alla storia dei colori con passione, mentre qui
lo descrivo come un ragazzo razionale;

Beh, diciamo che ho anche scritto che quello è
un controsenso, ma,  in tutta onestà, avrei dovuto
specificare che, per quanto inutile, ogni personaggio
presente nella storia ha un lato razionale, che lo spinge
a domandarsi il motivo vero e proprio per cui si vede
in bianco e nero(:

Ho in mente una bella scena per il prossimo capitolo,
spero di riuscire a descriverla bene.

Ah, non so se il discorso delle cellule è fatto
adeguatamente, ma who cares.....

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: autopilot_