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Autore: Ambaraba    17/05/2016    2 recensioni
Cosa accadrebbe se i personaggi che ben conosciamo si muovessero in un mondo in cui non ci sono creature a cui dare la caccia, ma ugualmente pericolose? E se gli angeli fossero robot? E se i fratelli Winchester fossero i capi di un manipolo di esseri umani che lottano per la libertà e Metatron fosse l'artefice di una dittatura in un mondo futuristico?
E se qualcuno, caduto dal cielo per sbaglio, venisse a salvarli?
(Piccola rivisitazione fantascientifica sulla nona stagione.)
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gadreel, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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Capitolo 2 - il ritrovamento

CAPITOLO DUE.

    «Well, Billy Joe told me: "Well, everything's lookin' fine"... He got the place all secure, got the icebox full of wine... He said: "Now hurry on all and don't be late, I got three lovely ladies who just won't wait...»
    All'alba, Nuova Lebanon è sempre rossa di fuoco.
Dopo la Guerra, molte città si sono svuotate. Sono sorti nuovi centri abitati nelle campagne, e le persone hanno ricominciato a coltivare i campi per sostentarsi – anche grazie all'aiuto dei numerosi robot lavoratori, che si fanno carico dei lavori più pesanti. Tuttavia, la densità di popolazione si è enormemente ridotta, perciò si può viaggiare per ore e ore attraverso terreni deserti, radure incolte e lande desolate senza incrociare anima viva. L'alba e il tramonto sono i momenti più favorevoli per spostarsi, poiché le guardie armate di Metatron devono tornare alla base e fare rapporto, prima di darsi il cambio per dare inizio al coprifuoco. Quando quest'ultimo scatta, le strade vengono pattugliate e chiunque, umano o robot, rischia di essere preso per un ribelle e processato – se non, nei casi peggiori, eliminato sul posto.
    Garth ormai conosce le strade sicure come le proprie tasche. È abituato a spostarsi rapidamente, senza dare nell'occhio e canticchiando vecchie canzoni per farsi compagnia, per recuperare gli androidi danneggiati o abbandonati e portarli all'Istituto di ricerca - dove Charlie e Kevin li rimettono in sesto. Recuperare i robot non è solo un lavoro, per Garth: è una missione. Mingherlino e buffo com'è, l
'uomo ha capito presto di non essere adatto al combattimento in prima linea; ma, pur di aiutare i ribelli a infoltire le loro schiere e arruolare nuovi androidi, si
è gettato anima e corpo in questo ruolo.
    Il suo non è un compito facile. A volte, deve infilarsi in vecchie costruzioni pericolanti e mettere a rischio la propria incolumità, per recuperare gli umanoidi abbandonati o in difficoltà. Oppure, deve gettarsi in fretta e furia in uno dei nascondigli che ha disseminato lungo la strada, per sfuggire ai pattugliamenti a sorpresa. Certo, non è pericoloso come quello che fanno Dean, Benny o Castiel: ma, ehi, anche Garth Fitzgerald IV ha coraggio da vendere, a suo modo.
    «We'll do some down south jukin', lookin' for some peace of mind...*»
Qualcosa fuma in lontananza e Garth frena di colpo, facendo cigolare le sospensioni del vecchio pick up. Nella sua esperienza di ricognitore, l'uomo ha imparato a notare ogni minima anomalia nel paesaggio - ed è più che sicuro che, quando ha fatto quellla stessa strada all'andata, quel fumo non ci fosse. Perciò decide di scendere a controllare. Percorre qualche un centinaio di metri attraverso un terreno dove la vegetazione è cresciuta in modo selvaggio, e poi finalmente lo vede.
    «Ehi, bello,» esclama con un gran sorriso - anche se è quasi sicuro che l'automa non possa sentirlo, viste le pessime condizioni in cui si trova. «Hai davvero bisogno di una sistemata.»
Il lavoro di Garth è anche faticoso, perché quasi sempre gli androidi sono più alti e più pesanti di lui. Ma un po' alla volta, con pazienza e molte soste per riprendere fiato, alla fine il piccolo essere umano riesce a trascinare l'automa fino al pick up e ripartire, canticchiando di soddisfazione, alla volta dell'Istituto.

***

    «Benny, dovresti avere più cura di questo braccio, Dico sul serio.»
Charlie e il soldato sono seduti uno di fronte all'altra. Lui tiene l'avambraccio disteso di fronte alla ragazza, che
è intenta a riparare la protesi meccanica con gesti sicuri e precisi.
    «È già la terza volta in un mese,» gli fa notare la giovane dai capelli rossi. Benny si stringe nelle spalle e un sorriso ironico gli si allarga sul viso.
    «Che posso farci? Il pericolo
è il mio mestiere,» scherza. Charlie lo guarda di sottecchi scuotendo la testa con aria di lieve rimprovero.
    «Fra te e Dean non so chi
è più spericolato,» dice. A Charlie dispiace quando i suoi amici rimangono feriti in battaglia, ma un po' li ammira. È grazie a loro se i ribelli sono riusciti a resistere e restare uniti per così tanto tempo. 
    «Buongiorno ragazzi. Ehi, ciao anche a te, Benny.»
Garth fa il suo ingresso con un gran sorriso. La mimetica gli sta sempre troppo larga, ed è sempre coperto di terra e di polvere. «Mi servirebbe giusto una mano a scaricare il pick up. Non
è che mi aiuteresti?»
    «Certo,» risponde il guerrigliero, mentre Charlie finisce di suturare l'impianto. L'Istituto ha sviluppato dei laser in grado di uniformare perfettamente i tessuti umani con quelli robotici, cosicché le protesi diventano parte integrante del corpo e spariscono sotto la pelle. Pensate che la tecnologia
è così avanzata, e il risultato così perfetto, che è impossibile notare la differenza tra un bioimpianto e un arto vero, come nel caso di Benny. Che, senza fare alcuna fatica, si carica sulle spalle il corpo esanime dell'automa – il quale, ad occhio e croce, sembra essere sul metro e novanta di altezza, - e lo trasporta all'interno.
    «Però... È ridotto male.» Il commento proviene da Kevin, comparso sulla soglia del laboratorio per dare un'occhiata all'androide portato da Garth. Quando Benny distende il robot sul lettino, il gruppo gli si stringe attorno per osservarlo da vicino.
    «Già... È quasi un rottame. Non so se riuscirete a recuperarlo, ma credo che valga la pena fare un tentativo.» Garth lo osserva con una punta di compassione. A dispetto della maggior parte delle persone, Garth non ha pregiudizi di alcun tipo verso gli androidi e li considera come esseri umani. Ne conosce molti, e con alcuni condivide persino qualcosa che somiglia molto ad un'amicizia. Sa benissimo che c'è una grossa differenza tra umani e umanoidi: ma chi può dire se i robot ormai non siano così evoluti da aver sviluppato una loro sorta di anima?
    «Faremo del nostro meglio,» assicura Charlie, anche lei impietosita. E, prima che possa rendersene conto, allunga una mano per accarezzare il volto del robot - con ancora impressa quell'espressione così persa, così sofferente... Così umana. 

*Down South Jukin', dei Creedence Clearwater Revival. 

  
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