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Autore: deniseignarraj    17/05/2016    1 recensioni
Quanto sarebbe durato, quanto avrei dovuto resistere ancora. I secondi divennero minuti e ore infinite.
"Voglio morire, ora" riuscì solo a pensare.
Lui era li, mi osservava, sentivo il suo sguardo entrarmi dentro la pelle, nelle ossa, come se mi squarciasse l'anima e con essa ogni parte di me. Cosa gli dava piacere, cosa lo rendeva felice, non avevo abbastanza risposte ma lo avrei scoperto e lo avrei ucciso.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- "Buongiorno jenny, 5 minuti e sali in macchina perfavore, e quella la mangi" mi disse tom, aprendo la porta di camera mia e lanciando una mela sul letto. Tom é mio padre, non biologico ma è l'unica persona che ho sempre sentito vicino. Se non fosse per quelle due oche di sua moglie e sua figlia potrei anche divertirmi con lui, proprio come padre e figlia, ma tom non reagisce alla superiorità di quelle due. - " Non ho fame" dissi sbattendo la porta dietro di lui per ritornare alle mie cuffie, ascoltavo una canzone degli evanescenze "bring me to life" ed era proprio la canzone che faceva al caso mio, perché io avevo un disperato bisogno di vivere, di respirare davvero, ho sempre sopravvissuto per caso e sono stanca, o vivere o morire, sono stufa delle vie di mezzo. - "Ti vuoi muovere pazza? Non vedo l'ora che te ne vai cosi questa diventerà la mia stanza trucco". Lei é Briana, la figlia di Tom e Juliette, la classica ragazza popolare perfetta in tutto e cosí estremamente bella. Capelli lunghi, dorati e splendenti, occhi verdi e pelle chiara senza un minimo difetto. Pagherei per essere come lei ma sono solo jennifer. Per quanto la invidi non avete idea di quante volte ho sognato di ucciderla e tappargli quella bocca per sempre, una volta gli ho persino tagliato i capelli, sono stata punita ma ne è valsa la pena, lo rifarei altre mille volte, il suo sguardo disperato non lo dimenticherò mai. - "Jennifer non voglio ripeterlo, sali in macchina ti prego" urló Tom dal piano di sotto. - "Arrivo" dissi chiudendo la porta della mia camera e scendendo le scale a chiocciola di casa. Da una parte ero felice di andarmene da quella casa che non ho mai sentito mia, dall'altra avevo paura di un inferno peggiore. - "quando sarai guarita ritorneremo a prenderti" disse juliette con finta compassione. Quella puttana si scoperebbe anche un 60enne, la odiavo peggio di quanto odiassi sua figlia. - "oh che dolce" dissi fingendo un sorriso - "magari diventerai anche più simpatica" continuó Juliette - "dovresti provarci anche tu allora" sussurai tra me e me - "cosa hai detto?" mi chiese girandosi verso di me - "bellissima giornata" sorrisi ritornando alle mie cuffie. Iniziai a prendere sonno quando la sua vocina mi ruppe quasi i timpani nonostante le cuffie. -"pianeta terra chiama Jennifer, siamo arrivati cara, benvenuta a 'medical king', ti divertirai vedrai" disse sogghignando - "ottimo, addio" presi la mia piccola valigia e mi diressi all'entrata - "Jennifer aspetta" urlò Tom dietro di me - "la strega potrebbe ucciderti" sorrisi sarcasticamente voltandomi verso di lui -" Jenny mi dispiace cosi tanto, se ti fanno del male tu chiamami" disse con infinita tristezza - "di sicuro non sarà peggio di stare a casa con quelle streghe, è tutto ok, sarà divertente incontrare gente più pazza di me" sorrisi - "sei una ragazza forte, guarirai e sarai finalmente libera" disse baciandomi la fronte -" da certe cose non si sfugge. Ciao Tom é stato un piacere conoscerti" dissi prendendo la piccola valigia e dirigendomi verso l'entrata con piena sicurezza di me stessa. Ad accogliermi c'era un infermiera minuta, avrà avuto si e no 28 anni, mi chiedevo come avrebbe fatto a difendersi da un pazzo vero e proprio con quel piccolo corpicino e quelle braccia esili. -" Piacere Victoria, sarò la tua guida durante questo percorso" disse sorridendo dolcemente e facendomi entrare nell'edificio - "perfetto" dissi mettendomi una cuffia - "regola numero uno: assolutamente vietato introdurre telefoni. Quindi ti chiedo gentilmente di consegnarmi il tuo" disse sempre con estrema gentilezza porgendomi la mano per prendere il telefono - "benvenuti al vero inferno" dissi dandogli il telefono - "non sarà cosi terribile te lo prometto" sorrise. Entrammo in un lungo corridoio che sembrava infinito, fatto di immense finestre siggilate perfettamente, i muri erano su un bianco luminoso, cosi luminose che mi facevano venire il mal di testa, le lampade a neon illuminavano tutto il corridoio e la puzza di ospedale non aiutava. -" dannazione stai attento" dissi rialzandomi dopo che un ragazzo mi aveva fatta cadere senza nemmeno rendermene conto -" sono estremamente dispiaciuto" disse girandosi verso di me Era lui. Era li. Luke. - "Luke" sussurai nello stupore - "credo che lei mi stia confondendo, il mio nome é James, james Hood" sorrise porgendomi la mano - "Jennifer, Jennifer Edwards" dissi incredula -" Vai a pranzare James, dopo verrò da te. Andiamo Jennifer ti mostro la tua stanza" sorrise l'infermiera Victoria.
   
 
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