"Guarda, quella è una pistola" dice Carly. 
"È quella è una mucca" dico io. Lei sorride debolmente. La guardo. Sorride con la bocca, ma non con gli occhi. Mi fa sentire inutile, non so cosa fare. Lei è il mio imprinting ed è tutto per me. Io dovrei essere tutto per lei, invece non sono abbastanza. Niente è abbastanza per Carly.
"Che c'è? Perché mi guardi così?" mi chiede. In effetti la sto fissando, la scruto cercando di capire cosa le stia passando per la mente. Sembra abbastanza di buonumore, oggi, per i suoi standard. Oggi non sembra essere uno di quei giorni.
"Non posso guardarti?" Le chiedo sorridendo.
"Certo che puoi". Si avvicina ancora di più a me e poggia la testa bionda sulla mia spalla. Siamo sdraiati sull'erba e stiamo guardando le nuvole, proprio come due bambini.
Ripenso alla prima volta che sono entrato nella sua cameretta. Una cameretta che pareva quella di una bambina: muri dipinti di rosa, peluche, adesivi di fiori e farfalle attaccati sull'armadio. Unica nota stonata: quel foglio appeso sopra il suo letto. Un foglio con su scritti una serie di orari associati a nomi di pillole. 
"Fra poco dobbiamo andarcene, devo andare a prendere Jamie all'asilo" fa lei. Jamie è il suo fratellino. Ha quattro anni e mezzo. Praticamente lei deve badare a lui da sola. Da quando sua madre è morta di cancro suo padre ha iniziato a bere e ora dorme quasi tutto il giorno. Carly è diventata la mamma sia del suo fratellino che di suo padre. Troppo pesante, una situazione simile, per una ragazzina che deve ancora compiere diciotto anni.
"Ti riaccompagno alla macchina" faccio io. Lei annuisce. Le poso un bacino a stampo sulle labbra e la aiuto a tirarsi in piedi.
 

È notte. Sono le tre e ho appena finito la ronda con Jake. Mi arrampico sul tetto di casa di Carly cercando di non far troppo rumore. Preoccupazione inutile: suo padre, ubriaco, sta dormendo della grossa sul divano del salotto.
Entro in camera di Carly dalla finestra che ha lasciato socchiusa per me. Appena entro lei apre gli occhi e si tira su a sedere.
"Ancora sveglia?".
"Non riesco a dormire" risponde con una voce tenera, da bimba indifesa.
Mi tolgo le scarpe da ginnastica e mi sdraio accanto a lei. Ci stiamo un po' stretti in quel letto singolo, ma poco importa. Ho la scusa per stare più vicino a lei. La abbraccio. Noto la bottiglietta d'acqua e il barattolo di antidepressivi sul suo comò. Ho una stretta allo stomaco.
"Mi fa piacere che tu venga qui. Non mi piace dormire sola" mormora lei, stringendomi una mano. Le sue mani sono gelide, le mie sono bollenti.
"Io non ti lascerò mai sola" le dico posandole un bacio tra i capelli. Lei sorride.
"A volte ho come l'impressione che a nessuno importi di me. Tu sei l'unica eccezione, Seth". 
"Carly, tu vali più di quanto tu possa immaginare".
"No, invece" ribatte lei "Io vivo in un enorme, fragile castello di vetro. È pieno di gente, questo castello, ma nessuno mi vede. Cammino tra la folla e sono invisibile. Non sono che una crepa in questo castello di vetro".
La stringo forte a me. Un giorno il suo principe verrà a portarla via da quel castello di vetro. Un giorno.
Per ora al principe basta dormire accanto alla sua principessa in quel fragile castello.

Salveee! Rieccomi qua con una piccola one shot! Chi mi conosce ormai saprà che Seth è uno dei miei personaggi preferiti della saga di Twilight e adoooro scrivere su di lui. Questa one shot mi è venuta in mente oggi pomeriggio mentre stavo studiando (bella concentrazione, eh? XD) con in sottofondo "Castle of glass" dei Linkin Park nelle cuffiette, così l'ho scritta di getto. Spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate, un bacione :)