Erano passati sei anni dalla fine della guerra e i ricordi erano ancora freschi, dolorosi, indimenticabili ma le persone cercavano di andare avanti. Chi prima, chi dopo, c'era ancora chi non riusciva completamente ad andare avanti.

Fu uscendo dal Ministero che Hermione Granger, auror di quarto livello, rimase pietrificata.

Era lì.

Lui.

Lucius Malfoy.

Si erano visti varie volte dalla fine della guerra ma sempre ad Azkaban, o in uffici con moderatori. Un incontro al mese, a volte anche più di uno, dalla fine della guerra. Lei, era curiosa, furiosa, orgogliosa. Lui, era sprezzante, arrogante, curioso. Lui significava il dolore, le perdite, il male, i vinti. Lei significava l'accusa, la virtù, l'innocenza, i vincitori. Incontro dopo incontro erano riusciti a comportarsi civilmente anche perchè Lei era l'unica con cui Lui volesse parlare e l'unica che accettasse la cruda verità davanti agli occhi. Erano stati fortunati a vincere, lo sapevano entrambi. Lui si era pentito, lo era davvero. Continuava a non tollerare i Babbani e tollerava poco i mezzosangue ma la vita va avanti, i tempi cambiano e piano piano ci si deve adeguare. Fu nel corso del quindicesimo o sedicesimo incontro che si prevedeva essere uguale a tutti gli altri che le cose precipitarono. Lui l'accolse con il solito sorriso beffardo e lei entrò sicura di sè. Mentre parlavano animatamente di un libro lui le afferrò il polso per costringerla a guardare la riga indicata. Lei alzò gli occhi impaurita, sconvolta, il labbro le tremava e un antico terrore si fece strada in lei. Lui, accortosi di quanto accadeva lasciò andare immediatamente il braccio della donna come timoroso di aver distrutto tutto. Fu così che lui scoprì tutto. Lei, l'eroina, la strega più brillante, la mezzosangue non tollerava il tocco di altre persone. C'erano solo poche persone che potevano toccarla senza paura e altrettante di cui tollerava il tocco trasalendo ogni volta.

Fu allora che Hermione prese una decisione. Se piano piano avesse imparato a tollerare il tocco di Lucius allora, forse, poteva davvero andare avanti, voltare pagina, non avere più paura del tocco altrui. Non disse nulla a Lucius ma lui si rese conto di quanto stava accadendo e decise di non infierire e aiutarla. Solo perchè Lei, in fondo, era una compagnia piacevole e intelligente.

Iniziarono con casuali sfioramenti di mano per poi arrivare al vero e proprio toccarsi. Incontro dopo incontro era sempre più facile per lei sentire il suo tocco leggero sulle braccia o sulle mani. Quando finalmente sentire il suo tocco non la faceva trasalire, decise di fare un tentativo con Blaise, suo caro collega e amico. Ma quando Blaise, timoroso, appoggiò la mano sulla sua Hermione si ritrasse come un animale ferito, come se tutti i progressi fatti con Lui non ci fossero mai stati. Tornò da Lucius 5 giorni dopo. Lui la toccò e lei rimase tranquilla e calma, anzi trovava che il suo tocco la tranquillizzasse ancora di più. Quando la donna si rese conto di questo fatto, ne ebbe paura perciò interruppe gli incontri. Lei continuò ad impegnarsi per abbattere quel muro fatto di paura ma con la fine di quegli incontri stava lentamente retrocendendo al punto di partenza. Capì come mai non avesse paura del tocco di Lucius e si dette una risposta: si fidava di Lui. Saltò altri sette o otto incontri nei quali lei andò in un tempio di maghi tibetani dove imparò a fidarsi del suo istinto e a non lasciarsi spaventare dal tocco altrui. Tornò a Londra e tornò da Lui. Riiniziarono da dove si erano interrotti e gli incontri diventarono più lunghi e più piacevoli senza la paura della donna del tocco altrui. Fu nell' giugno del 2003, nel quaranteseiesimo incontro che Lucius la baciò. Erano nel bel mezzo di una discussione quando Lui si avvicinò e poggiò le labbra su quelle della donna.

Dopo quell'incontro lei non tornò a fargli visita. Era spaventata, confusa e non sapeva cosa dovesse fare. Doveva tornare? Doveva far finta che non fosse mai successo? Doveva combattere per farlo uscire di prigione? Ma Lei non ebbe il tempo di fare una sola di queste cose. Draco Malfoy ed Harry Potter, colleghi, iniziarono a combattere per far uscire Lucius da Azkaban e se Harry Potter, paladino del mondo magico, ti chiede una cosa non puoi certo rifiutarla ci riuscirono. Fu così che si arrivò a questo giorno del 2004, quattro mesi dopo il fatidico bacio. Hermione stava uscendo dal Ministero per andare a casa dove la aspettava Grattastinchi, un libro e un buon bicchiere di vino quando alzando gli occhi lo vide. La fissava dritto negli occhi e a lei si gelò il sangue. Lentamente, molto lentamente, lo vide avanzare verso di lei. In quel momento si riscosse e camminò verso di Lui ostentando sicurezza. Rimasero a fissarsi negli occhi per un indefinito lasso di tempo.

Poi d'un tratto lei prese coraggio e gli chiese: - Signor Malfoy, le andrebbe un bicchiere di vino?-

Lui, sorpreso, rispose: - Certo, signorina Granger. A proposito, ho finito quel classico Babbano che mi aveva consigliato. -

• E le è piaciuto?-

• Molto, Tolstoj mi piace molto come autore. -

Iniziarono così a parlare come se il tempo e l'imbarazzo non ci fosse mai stato.

Mentre camminavano, Lui le prese la mano e intrecciò le dita alle sue.

Lei si girò, sorpresa e gli sorrise.

-Cosa ti avevo detto Draco? Tuo padre è colui che ha aiutato Hermione a sconfiggere i suoi demoni.

-Sì, Sfregiato, avevi ragione. Adesso muoviti e andiamo a casa!-

Draco Malfoy prese per mano Harry Potter e andarono a casa, insieme.