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Autore: LittleHarmony13    18/05/2016    4 recensioni
AU | Louis/Harry | 5K
Historical | Second World War (1940) | Soldier!Harry | Kinda Song!Fic (Hozier - Cherry Wine).
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Brevissima One-Shot in cui Harry è chiamato al servizio militare in Francia, mentre Louis è costretto a rimanere a casa a causa della sua miopia.
Ma ce la farà la guerra a separare il loro amore? Un amore che profuma di vento salmastro e mosto alla ciliegia?
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Dal testo:
Harry annuì convinto, e si chinò per baciare le labbra aperte e calde di Louis, mentre l'altro lo cercava e lo rincorreva, le loro lingue che giocavano a trovarsi e scappare.
Quando Louis morse involontariamente il labbro superiore di Harry, facendogli uscire una piccola goccia di sangue, si scostò spaventato.
“Oddio, amore, ti ho fatto male?”
Harry soffocò una risata, e si pulì con il dorso della mano da quel piccolo taglietto. “Amore, sto per partire per la guerra, mi devo abituare al sangue.”
Louis avvicinò una mano al suo labbro, raccolse un poco di quel liquido rosso, e se lo portò alle labbra. “Ti prometto che questa è l'unica goccia del tuo sangue che sarà versata, Harry Styles. E' troppo prezioso."
Genere: Angst, Song-fic, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Avvertenze: Ho scritto questa storia nell'arco di una notte, perché le foto di Harry di ieri con i capelli corti, e quelle dei giorni precedenti sul set del film "Dunkirk" mi hanno leggermente destabilizzato.
Detto questo, proprio perché è stata scritta nell'arco di poche ore, questa one-shot non ha grandi pretese. Ho semplicemente ascoltato una canzone che mi ha ispirato, e questo è il risultato.
Per quanto riguarda i fatti storici, io non sono un'esperta, per questo non sono scesa nel dettaglio.
Per ogni dubbio mi sono affidata ad Internet e ad una personcina gentilissima che non mi scordo di ringraziare! Grazie per l'idea di un Louis miope, quando ero nella disperazione perché non trovavo un diversivo <3.
Detto questo, spero che la storia possa piacervi, nonostante io sia una mezza ignorante e partorisca idee angst nel cuore della notte!


 
    
                                                    
 

  The Blood is Rare and Sweet as Cherry Wine.
 

 
"The way she tells me I'm hers and she is mine.
Open hand or closed fist would be fine,
The blood is rare and sweet as cherry wine."
Cherry Wine, Hozier

 

Dover, Inghilterra,
Giugno 1940

 

Louis non sapeva nemmeno perché se ne stava lì ogni giorno, da due mesi a quella parte.
Sarà stato perché il vento lo rilassava, perché il mare era sempre stato una parte integrante della sua vita, o perché in quel modo si sentiva più vicino a Harry, dall'altra parte della Manica. Un pensiero stupido, visto che il suo Harry non poteva certo sentirlo, dall'altro lato della costa.
La scogliera di Dover, però, aveva sempre tranquillizzato Louis. Era il posto in cui era cresciuto, dove aveva imparato ad apprezzare il mare, la brezza inglese e le distese infinite.
Era il luogo dove giocava sempre con il suo migliore amico Harry, da piccolo, ed era dove per la prima volta aveva capito che lo amava. Dove le loro labbra si erano cercate, sfiorate ed infine trovate, una sera in cui entrambi, ebbri del rum rubato dalle scorte di suo padre e del loro amore, avevano lasciato cadere le difese che dovevano mantenere ogni giorno.
Dove avevano fatto l'amore per la prima volta, lontano da occhi indiscreti e dal pregiudizio delle persone, che se avessero scoperto il legame che li univa, li avrebbero condannati per un sentimento tanto puro.
Poteva sembrare una brutta cosa, sporca quasi, ma al contrario, era talmente giusta, e talmente pulita da essere quasi perfetta.
E poi c'era stato il giorno in cui era arrivata quella notizia, quell'ordine: tutti i ragazzi maschi maggiorenni sarebbero stati chiamati al servizio militare. Obbligatoriamente, a meno che non ci fossero stati problemi di salute, o mentali.
Quell'ordine che li avrebbe separati l'uno dall'altro. Louis avrebbe voluto partire al posto di Harry, ma c'era quel piccolo problema relativo ai contorni: Louis non li vedeva. Nella sua vita sarebbe stato tutto sfocato, se non fosse stato per quegli occhiali che gli salvavano la vita praticamente dal giorno della nascita.
Era miope, lo era sempre stato. Senza il sostegno degli occhiali non avrebbe visto neppure ad un palmo del proprio naso.
Servivano almeno sei diottrie, per poter intraprendere il servizio militare, e lui non le aveva.
Harry, d'altro canto, non aveva nessuna scusa per sfuggire da questo fatidico comando.
Si ricordava ancora di come i suoi occhi sembrarono di ghiaccio, quando entrambi capirono che per loro non ci sarebbe stata nessuna possibilità di partire insieme, o di restare insieme.
La verità era che quella potrebbe anche essere stata l'ultima volta in cui si sarebbero visti, ed era impossibile accettarlo, per entrambi.



~*~

 

Harry, amore, possiamo trovare una soluzione. Possiamo scappare e...”
La mano del più piccolo si posò sulle sue labbra, dolce ma decisa, così come era sempre stato anche lui.

Non c'è soluzione, Lou. Non possiamo scappare, e non possiamo permettere che le nostre famiglie paghino per un errore da noi commesso.”
La rabbia si impadronì di Louis, riversandosi nel suo corpo come una di quelle onde che amava tanto guardare dalla scogliera.

E allora verrò anche io,non c'è altra soluzione ... Io non ti lascerò andare da solo, Harry, è troppo rischioso e...”
Un bacio a fior di labbra lo interruppe, un bacio caldo, veloce e furioso. Come era Harry in quel momento.

Ti amo Louis, e non ti posso chiedere questo. Mi riterrei personalmente colpevole. E poi sai che non potresti comunque. Non possiamo nascondere il fatto che sei praticamente cieco.”
Doveva essere una battuta, ma Louis non ci trovò niente da ridere.

Harry, io non permetterò che questo accada.”
Harry sospirò pesantemente, e si tirò indietro i lunghi capelli mossi, lo sguardo perso nel vuoto, come a cercare una soluzione che sapeva che non poteva arrivare.

Ma non puoi fare altrimenti, Louis. Non c'è via d'uscita, accettalo e potremo andare avanti. Da questo rifiuto della realtà potremo cavarne solo disperazione, dall'accettazione invece, potrebbe essere che arriveremo a qualcosa di migliore.”
Se accettando questa situazione vuol dire che ti perderò, allora no, Harry, non può uscirne niente di buono.”
Quando il riccio vide la prima lacrima scendere dagli occhi di Louis, si avvicinò a lui e la raccolse con la sua bocca. Fu un tentativo inutile, visto che un minuto dopo aveva cominciato a piangere anche lui, le sue lacrime a bagnare le guance lisce di Louis.
Louis se lo strinse al petto, incurante del fatto che gli stesse bagnando la camicia bianca che sua madre aveva accuratamente lavato il giorno prima, e gli baciò le palpebre, le labbra scosse dai singhiozzi, le mani lisce nonostante il duro lavoro di ogni giorno, i capelli lunghi e morbidi, fino a che anche lui non sentì la gola chiudersi e i suoi singhiozzi mescolarsi a quelli di Harry.

 

 

Fecero l'amore quella notte, sull'erba umida che circondava la casa di Louis, nell'aria fresca di Aprile, lontano da sguardi indiscreti, spiati soltanto dalla marea e dalla luna.
Doveva essere un momento dolce e romantico, ma in realtà fu violento e disperato, e sapeva di mosto alla ciliegia.
Louis ne aveva trovat
a una bottiglia in casa, appartenente a suo padre. Era l'unica, e sapeva che suo padre si sarebbe arrabbiato molto quando avrebbe scoperto che non c'era più, ma in quel momento era la cosa che desiderava maggiormente, oltre ad Harry.
Era una bottiglia rara, e il sapore era dolce.
Rara e dolce, come il suo Harry.

Non bere per dimenticare, amore mio.” - lo apostrofò ironicamente Harry, dopo che ebbero finito di fare l'amore, abbassando la bottiglia da cui stava bevendo.
Non mi sembra il momento di fare ironia.” La voce di Louis era lontana e dura, e Harry si spaventò.
Amore, ti prego, non trattarmi così. Non è colpa mia se... Beh, se devo partire. Farei di tutto per evitarlo, anche perché sai quanto odio la violenza e...”
Louis portò la sua testa sul suo petto, e strinse forte il suo corpo nudo. Harry
gli posizionò sul viso gli occhiali che si era tolto nel momento della passione e scrutò i suoi occhi azzurri come il mare che avevano davanti. Si sposavano alla perfezione con i suoi, verdi come il prato su cui erano distesi. Anche la natura sembrava prendersi gioco di loro.
Harry, promettimi che tornerai.”
Il riccio sospirò, e il suo respiro si coordinò al movimento della marea, giù sulla costa.

Ti prometterei ogni cosa, amore, e lo sai, ma non chiedermi qualcosa che non posso offrirti.”
Quelle parole strinsero il cuore ormai già provato e distrutto di Louis, che si nascose gli occhi con una mano, come a volersi distaccare per sempre da quella realtà che lo stava uccidendo.

Louis, sai bene che io e te non avremo comunque futuro. Io e te... non possiamo, lo sai.”
Era stato un sussurro portato dal vento, forse la voce di una di quelle sirene dispettose che le leggende dicevano abitare poco lontano dalla scogliera. Non poteva essere stato il suo Harry a dire una cosa del genere.

Harry, non mi interessa necessariamente avere un futuro insieme! Mi interessa che tu lo abbia, un futuro!”
Le parole gli uscirono troppo alte, un urlo a stento contenuto, ed Harry sobbalzò a quella reazione inaspettata.
Si alzò per baciare dolcemente una guancia di Louis, e in seguito appoggiò la fronte contro la sua. “Ricordami così, amore mio.”

Harry, per favore, non dire sciocchezze! Io ti rivedrò e...”
Un bacio a fior di labbra lo interruppe. “D'accordo, mi rivedrai. Ma fino ad allora ricordami così.”
Louis si ritrovò a sorridere, suo malgrado, e tracciò il contorno delle labbra di Harry con venerazione. “Cosa intendi per “così”? Con le labbra arrossate per i troppi baci e le guance rosee per il vento e il troppo vino?”
Harry annuì convinto, i capelli mossi dalla brezza, e una nuova luce negli occhi. “Sì, esattamente così! Non mi sono mai sentito tanto vivo come adesso! Ed è così che devi ricordarmi, amore, vivo. Anche quando sarò partito, sarò comunque vivo, e sopravviverò per noi.”
Louis non sapeva cosa rispondere, un groppo gli chiudeva la gola, le lacrime rischiavano di sgorgare di nuovo, ma quello non era il momento adatto. Ci sarebbe stato tempo per le lacrime, nei giorni successivi.
In quel momento no.
Quello non era il momento adatto per disperarsi. Le lacrime erano associate alla morte, mentre quello era il momento della vita.
E la vita è dolore, certo, ma è anche e soprattutto speranza.

 

 

Si baciarono di nuovo, fino a che i loro corpi non richiesero di più, fino a che Harry non cominciò a tremare per colpa delle labbra di Louis sulla sua pancia, e Louis non ebbe voglia di urlare per il modo in cui Harry tracciava la lunghezza della sua intimità con la lingua.
Quando i loro nasi si sfiorarono, Harry notò che Louis non si era tolto gli occhiali, per affidarsi solo ai sensi, come faceva sempre.

Amore, credo che questi dovresti toglierli.” - alluse, con un cenno di mano, alla montatura dorata sui suoi occhi.
Mi hai detto che devo ricordarti così, Harold, come sei adesso, e non posso farlo se tutto quello che ho di te è solo una forma indistinta. La tua figura deve essere marchiata a fuoco nella mia mente, fino al tuo ritorno.”
Harry annuì convinto, e si chinò per baciare le labbra aperte e calde di Louis, mentre l'altro lo cercava e lo rincorreva, le loro lingue che giocavano a trovarsi e scappare.
Quando Louis morse involontariamente il labbro superiore di Harry, facendogli uscire una piccola goccia di sangue, si scostò spaventato.

Oddio, amore, ti ho fatto male?”
Harry soffocò una risata, e si pulì con il dorso della mano da quel piccolo taglietto. “Amore, sto per partire per la guerra, mi devo abituare al sangue.”
Louis avvicinò una mano al suo labbro, raccolse un poco di quel liquido rosso, e se lo portò alle labbra. “Ti prometto che questa è l'unica goccia del tuo sangue che sarà versata, Harry Styles. E' troppo prezioso.”
Gli occhi di Harry divennero di nuovo opachi e distanti, e Louis si pentì subito di averlo detto, ma non si scusò. Non si doveva scusare per voler proteggere l'unica cosa di cui gli importava al mondo.

Lou, smettila di fare promesse che non puoi mantenere.”
E tu smettila di chiedermi di rinunciare a te, per favore!”
Harry
gli circondò le mani che stavano tremando con le sue, chiudendole a pugno, e appoggiò la fronte contro la sua. “La vuoi sentire una promessa che possiamo mantenere, amore?”
Louis annuì poco convinto, ma Harry sembrò non farci caso, e continuò imperterrito nel suo discorso.

Ti prometto che tu sarai sempre mio, ed io sarò sempre tuo, succeda quel che succeda. Questo te lo posso promettere.”
Per sempre?”
Questo sì. Per sempre.”
Louis lo baciò con passione, consapevole che da quel momento in poi, per lui Harry avrebbe sempre avuto il sapore di sangue e mosto alle ciliegie.

Sono pazzo di te, Harry Edward Styles.”
Al momento sei un po' ebbro di quel vino che abbiamo appena bevuto, Louis William Tomlinson.” - gli rispose con sarcasmo Harry.
No, amore, sono ebbro di te.”

 

 

La prima parte di Harry che la guerra gli portò via, furono i suoi capelli.
Quei boccoli lunghi e morbidi in cui adorava passare le dita, e a cui si aggrappava, nei momenti di passione. Ma non si era mai visto un soldato con i capelli lunghi, quindi, con la schiena appoggiata alla scogliera, ed Harry fra le sue gambe aperte, Louis tagliò tutti quei riccioli in un colpo solo. Un taglio impreciso ed improvviso, come improvvisa era stata quella chiamata che li avrebbe separati.
Quando Harry capì che i suoi capelli non c'erano più, si girò per guardare Louis, sperando di trovare una reazione nei suoi occhi.
Louis, a sua volta, sapeva quanto Harry fosse affezionato ai suoi capelli, quindi lo prese fra le braccia e lo cullò fino a che non sentì il suo corpo smettere di tremare. Gli baciò la nuca, per la prima volta scoperta, e fece scorrere le dita fra quei pochi boccoli che erano rimasti ad incorniciargli il viso.

Amore, sono solo capelli, ricresceranno.”
E' come dire “è solo una guerra, finirà.”
Per la prima volta c'era del risentimento, e forse anche della paura nelle parole di Harry, e Louis se lo strinse al petto talmente forte che per un momento pensò che avesse smesso di respirare.

Se potessi farlo al posto tuo, amore...”
Harry sorrise, mostrando quelle fossette che c'erano ancora, e che nonostante tutto non se ne sarebbero mai andate. “Non te lo farei fare comunque, e lo sai!”
Louis rimase in silenzio, continuando a cullarlo, le loro gambe intrecciate, le mani unite e strette in una preghiera silenziosa.

Sai, Harold,” - disse Louis, per spezzare la tensione venutasi a creare. - “questo nuovo taglio ha il suo perché.”
Smettila, stupido.” - replicò Harry, ma c'era l'eco di una risata nella sua voce, eco che si trasformò poi in una risata vera e propria, che contagiò anche Louis.
Quella fu l'ultima volta in cui risero insieme, prima che Harry partisse.

 

 

Perché la seconda parte di Harry che la guerra portò via a Louis, fu proprio la sua risata.
La settimana precedente al giorno in cui Harry sarebbe salpato per la Francia, non c'era più stato spazio per le battute, la gioia o l'ilarità.
La paura e la rabbia regnavano sovrane, e a niente serviva che Louis, senza farsi vedere dalla famiglia di Harry, sgusciasse ogni notte nel suo letto e stringesse il suo corpo freddo e tremante fra le braccia.
Nessuno dei due dormiva, e quando lo facevano, costretti da una stanchezza primordiale, erano sonni popolati da incubi di perdita e distruzione.
Harry singhiozzava, bagnandogli le magliette con cui Louis dormiva, e lui, d'altro canto, aveva perso il numero di volte in cui aveva dovuto pulirsi gli occhiali, appannati dalle troppe lacrime.
L'unica cosa che non li faceva crollare, però, era la consapevolezza di essere ancora l'uno nelle braccia dell'altro, sebbene ancora per poco, e di dover conservare quei momenti nella memoria come se fossero marchiati col fuoco.

 

 

La terza ed ultima parte di Harry che la guerra portò via a Louis, fu Harry stesso.
La mattina in cui lo aveva accompagnato al porto, con entrambe le loro famiglie, splendeva il sole.
Era un controsenso assurdo, pensò Louis. Pioveva sempre da quelle parti, e l'unica mattina in cui il cielo avrebbe dovuto piangere con lui, si divertiva a prenderlo in giro.
C'erano altri ragazzi, lì insieme a loro, che sarebbero partiti con Harry, e questo servì soltanto a rendere Louis ancora più nervoso e arrabbiato.
Sarebbero potuti partire insieme, avrebbero potuto proteggersi a vicenda, ma no, ciò non era possibile per colpa della sua debolezza. Era tutta colpa sua.
Lui ed Harry si tenevano a distanza di sicurezza, come due amici avrebbero potuto fare, visto che le loro famiglie non sapevano niente di loro e non avrebbero dovuto saperlo mai.
Harry gli aveva promesso che non avrebbe pianto, e Louis fece lo stesso.
Si sarebbero scritti ogni settimana, e prima o poi si sarebbero rivisti. Non era un addio, il loro. Per quale motivo dovevano piangere?
Ma c'era qualcosa di sbagliato nel vedere Harry con la divisa, come se fosse un travestimento, come quando giovavano insieme da piccoli.
Harry abbracciò tutta la famiglia di Louis, poi sua madre e sua sorella Gemma, che si strinse a lui con forza e tenacia, senza piangere, come a voler dimostrare a quella guerra che lei era più forte.
Harry lo aveva lasciato appositamente per ultimo, perché sapeva che il suo odore e la sua consistenza erano le ultime cose che voleva imprimersi nella memoria prima di partire.
Quando le sue braccia enormi lo circondarono, nascondendolo dal mondo intero, Louis seppe all'istante che avrebbe infranto la promessa di non piangere. Il suo corpo era scosso dai singhiozzi, che però sentiva solo Harry, e infatti lo strinse più forte a sua volta.
Il più alto affondò la testa nei suoi capelli, e gli ci lasciò un bacio impercettibile, che da fuori non si sarebbe nemmeno notato.

Ti prego, Louis, non fare così.” - gli sussurrò in un orecchio, pregandolo e implorandolo.
Tu torna da me!” Erano parole vane, mormorate contro la divisa di Harry, che alterava il suo odore naturale. Adesso era più adulto, penetrante e virile, ma sotto sotto si sentiva ancora l'odore salmastro che associava al suo amore, e con cui era cresciuto.
Giuro che farò il possibile.”
Louis annuì, perché sapeva che più di così non poteva promettergli, e realizzò che il loro tempo era scaduto.
Provarono a prolungare quegli istanti ancora per un po', ma il suono di una voce che richiamava i soldati all'ordine interruppe definitivamente quel momento.

Louis... Lou, amore, devo andare.”
Louis nemmeno si era accorto che si stava stringendo con foga al petto del più piccolo, come a non volerlo lasciar andare.
Si staccò da lui, e quello fu l'atto di forza più difficile che ebbe mai compiuto in vita sua.
Non poteva baciarlo, non lì davanti a tutti quelli occhi indiscreti. Non avrebbe potuto sentire quelle labbra che sapevano di sangue e di mosto alla ciliegia, almeno non per un po' di tempo.
Dovevano stare attenti, per questo tutto quello che fece fu intrecciare le dita a quelle di Harry, e avvicinarlo leggermente a lui.

Ti amo, Harold, torna da me.” Fu un sussurro così lieve che non sembrò neppure vero, ma in qualche modo Harry lo capì.
Ti amo Louis, sempre l'ho fatto e sempre lo farò.” Fu solo un movimento di labbra, ma Louis capì ogni parola.
Intrecciarono i loro occhi solo un momento, il verde dell'erba contro il blu del mare, come il paesaggio intorno a loro, finché un ragazzo in divisa, e dai capelli corti come Harry, ma biondi, gli posò la mano sulla spalla.

Dobbiamo andare, mi dispiace.”
Harry annuì, ma si fece forza, e con un ultimo gesto di saluto, si girò.
Louis riuscì comunque a sentirlo scambiare alcune parole col ragazzo biondo.

Non hai nessuna donna ad aspettarti, vero? Oltre a tua mamma e a tua sorella, intendo?”
No, non ne ho.”
Il ragazzo biondo annuì, e lasciò ad Harry una gentile pacca sulla spalla. “Oh, ragazzo mio, credimi, è molto meglio così. E' tutto più facile.”
Louis non riuscì a scorgere l'espressione di Harry ma vide che annuì, prima di girarsi per un'ultima volta verso Louis, e lanciargli un'occhiata che valeva ben più di mille parole.


 

Nel momento in cui la barca salpò, Louis si tolse gli occhiali. Non voleva vedere Harry andare via. Aveva vissuto tutti quei giorni senza mai toglierseli, nemmeno di notte, per riuscire a vedere i contorni e la figura dell'amore della sua vita, per fare in modo di non scordarsela mai.
Ma in quel momento non poteva. Non voleva ricordarsi del momento che potenzialmente poteva separarlo per sempre dalla cosa migliore che fosse mai stata sua.
Per cui, dopo aver mimato ad Harry un ultimo bacio di cui nessuno si rese conto, si tolse gli occhiali, e per la prima volta in vita sua fu contento di come, al contrario di tutti gli altri che ne vedevano ogni contorno, lui di quel momento potesse vedere solo le sfumature.


~*~

 

“Louis...”
Una voce spezzata proveniva da dietro di lui, interrompendo il suo viaggio nei ricordi.
Louis la riconobbe subito come quella di Gemma, la sorella di Harry.
Si era momentaneamente tolto gli occhiali, quindi non riusciva a distinguere nulla di buono, ma solo il tono spaventato e incerto con cui si era avvicinata a lui gli fecero presagire il peggio.
“Gemma, cosa...?”
Ma prima che potesse finire, la ragazza gli prese gli occhiali dal taschino della giacca, e glieli posizionò sugli occhi. Fu una cosa dolce, e gli ricordò Harry, visto che era un gesto premuroso che spesso faceva anche lui.
“Leggi la lettera, Louis.”
Louis sorrise incoraggiante, sperando che fosse una delle tante lettere che lui e Harry si scambiavano settimanalmente. Non ci scrivevano niente di particolare, o di troppo personale, perché sarebbero potuto essere intercettate, ma la mancanza che provavano l'uno nei confronti dell'altro era sempre presente.
Quando però abbassò gli occhi sulla carta rovinata dalle intemperie del viaggio e da quelle che sembravano lacrime, Louis capì che il suo mondo stava cadendo in pezzi.
Lesse con distrazione e fretta il pezzo in cui veniva spiegato che l'operazione Dynamo, quella attraverso la quale le truppe inglesi e franco-belghe sarebbero state evacuate dal porto di Dunkerque, in Francia, per far ritorno in Inghilterra, era andata a buon fine, perché quello che notò subito fu come venne descritta l'azione militare di Harry.
Era stato bravo, dicevano. Era stato coraggioso. Aveva salvato il maggior numero di soldati, donne e bambini che aveva potuto, e questo non stupì Louis. Harry si sarebbe sacrificato sempre per gli altri, anche a costo di mettere a repentaglio la sua esistenza.
Ed era proprio quello che aveva fatto questa volta.
A Louis non sfuggiva il tempo passato, e ormai non ci vedeva quasi più, e stavolta non per la miopia, ma per le lacrime, quando arrivò al punto in cui venivano fatte le condoglianze alla famiglia Styles, perché Harry non ce l'aveva fatta.
Non gli serviva leggere altro. Non voleva sapere di come era stato ucciso l'amore della sua vita, né che cosa avesse detto in punto di morte.
Si accorse solo che Gemma aveva cominciato a piangere disperatamente, quando aveva capito che anche lui era venuto a conoscenza della notizia, e in un gesto estremo, la prese fra le braccia, facendola piangere contro di lui.
Tutto quello che lui ed Harry si erano promessi era stato distrutto.
Ti prometto che questa è l'unica goccia del tuo sangue che sarà versata, Harry Styles. E invece Louis si sbagliava, Harry aveva ragione.
Il suo sangue era stato versato, insieme a quello di tutti gli altri, perché non c'è differenza, di fronte alla morte. Colpisce tutti allo stesso modo, anche se il sangue di Harry era raro e dolce come quel mosto alla ciliegia che avevano bevuto qualche mese prima.

 

~*~

 

Quando, tre anni dopo, Gemma e Louis si sposarono, le tavole al loro ringraziamento, erano ricoperte proprio di bottiglie di quel mosto alla ciliegia.
Nessuno dei due voleva davvero trovarsi lì, in quel momento, ma nessuno dei due voleva essere da nessun'altra parte.
Era impressionante come Gemma somigliasse ad Harry, in certi momenti, quando la luce del giorno brillava nei suoi occhi, e rideva per una battuta fatta da sua madre, mostrando le fossette.
Non avevano mai davvero parlato di quello che c'era fra lui ed Harry, lei e Louis, ma il giovane sapeva benissimo che lei sapeva.
Glielo mostrava ogni giorno, quando, vedendolo piangere, si aggrappava a lui e lo baciava sulle guance fino a che non si calmava.
Glielo mostrò quando accettò di sposarlo, sebbene lui non la amasse. Lei lo fece solo perché non aveva ricevuto altre proposte, e nel loro piccolo paese, poiché si avvicinava ai ventisei anni, cominciavano a correre voci sul fatto che nessun uomo la volesse.
Louis le stava simpatico e gli voleva bene, ed era di quanto più vicino avesse al ricordo di suo fratello.
Lui, invece, lo fece soltanto perché l'unica cosa per cui viveva da tre anni a quella parte, era far ridere Gemma, così che avesse potuto mostrargli le fossette, e ricordargli del suo amore perduto.
E principalmente perché la ragazza condivideva con Harry lo stesso sangue raro e dolce.
Gli invitati si congratulavano con loro, ma Gemma non sembrava essere veramente con loro, in quel momento. Il suo sguardo era vacuo e lontano, e Louis pensò che in quel momento, nella sua mente, si trovava sulle coste francesi, a Dunkerque, così come lui.
Intrecciò la mano alla sua, sotto il tavolo, e le baciò una guancia.
“Sei bellissima, Gemma, veramente.”
La ragazza si girò per sorridergli, ma era un sorriso stanco, non uno appropriato per una ragazza bellissima nel giorno del suo matrimonio.
“Grazie, Louis.”
Lui le sorrise, gli occhi due fari azzurri dietro le lenti degli occhiali, poi le prese una mano e le baciò le dita.
“Gems, lui avrebbe approvato.”
Gemma sospirò, e si avvicinò a Louis, per sistemargli il papillon che si era storto intorno alla sua camicia e per lasciargli poi un dolce bacio su una guancia. “Sai benissimo, Lou, che se lui fosse stato qui, io e te non saremo marito e moglie ora.”
“Gemma, io ti amo!” Louis ci provò, ma le sue parole sembrarono deboli persino a lui.
“Louis, tesoro, no. Tu ami lui. E vuoi bene a me perché te lo ricordo. E va bene così, l'ho accettato dal primo giorno.”
Era la prima volta che ne parlavano a voce alta, ed era un momento importante, ma l'arrivo della madre di lui lo bloccò sul nascere.
Johannah si congratulò con loro, e Gemma e Louis la ringraziarono, fino a che non fu il turno di Anne, la madre di lei, di andare a parlarli.
Anche lei, quando sorrideva, aveva la stessa luce negli occhi di sua figlia, e di Harry.
“Allora, a quando un nipotino?”
La domanda presa alla sprovvista sia Gemma che Louis, che sobbalzarono sorpresi. Non avevano mai pensato veramente a dei figli, ma sapevano che entrambi li volevano, quindi sarebbe stata sicuramente una questione di tempo.
“Mamma è... è presto.”
“Preferireste un maschietto o una femminuccia?” - continuò la donna imperterrita, come se la figlia non avesse nemmeno parlato.
“Un maschio.” - sussurrò piano Gemma, lo sguardo rivolto in terra. Louis le strinse la mano e se la portò alle labbra, per farle forza.
“Avete pensato ad un nome, in caso?”
Gemma incontrò gli occhi di Louis, scrutandoli prudente, e poi si girò per fronteggiare sua madre. “Avevamo pensato ad Edward.”
Non è vero, lei e Louis non avevano mai parlato di nomi, ma la giovane immaginava che il suo sposo avrebbe approvato. E lo faceva.
Anne ebbe un sussulto, e poi si sporse per abbracciarli entrambi.
Baciò Gemma sulla fronte, e poi sistemò gli occhiali di Louis con fare materno.
“Chissà, magari prenderà i tuoi occhioni azzurri e la tua miopia, giovanotto.”
“E i suoi riccioli.” - concluse Gemma.
Non ci fu bisogno di specificare di chi stesse parlando, perché tutti capirono. Le sue parole furono portate via dal vento di Dover, quel vento salmastro che aveva l'odore di Harry.

 

Angolo Autrice: Buonasera a tutti! Questo sarà l'angolo autrice più senza senso nella storia del mondo, perché non so nemmeno io cosa dirvi ahaha!
Come ho detto prima, questa è una piccola one-shot senza nessun tipo di pretesa, scritta stanotte nell'arco di due ore. La storia non è il mio forte, ma questa cosa di Dunkirk la sto prendendo proprio benissimo, mi hanno detto ;).
Come faremo ad arrivare al 2017, mi dico io?
Va bene, al di là di questo, mi voglio scusare con Harry Edward Styles per la fine che gli ho fatto fare. Ce l'ho fatta male ad affrontare di doverlo scrivere per finta, quindi non ti azzardare a morirmi in quel film, signorino!
Ok, ricapitolando, e andando al di là del mio squilibirio mentale, voglio ringraziare chiunque abbia letto e sia arrivato fino a qui.
Se avrete anche voglia di farmi sapere qualcosa poi, positivo o negativo, mi farebbe solo piacere. Sono sempre aperta a tutto :).
Come ultima cosa: ascoltatevi Cherry Wine perché io ADORO.
Ok, ora me ne sto zitta, e me ne vado.
Ci risentiamo a fine sessione estiva (se ci arrivo).
Un bacione grande,
S.

 
 

 
  
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