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Autore: EclipseOfHeart    19/05/2016    7 recensioni
[Spoiler per chi non abbia visto l'ultima puntata 13x24!]
Finale alternativo dell'episodio che abbiamo visto, un finale molto più felice e che Tony, Ziva e noi meritavamo (e in cui io credo fermamente!)
Ambientato pochi giorni dopo la fine della puntata, spero che vi piaccia.
Buona lettura.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Tali David, Ziva David
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Family

 

 

 

L’aria secca e calda che attraversa Tony e Tali appena usciti dall’aeroporto di Tel Aviv riporta alla mente di lui molti più ricordi di quanto vorrebbe: stringe le mani sul passeggino di Tali e ricaccia le lacrime che sente premere sugli occhi.

Respira profondamente, rinfrancandosi e dicendosi che è arrivato lì per trovare delle risposte ed è precisamente ciò che intende fare.

Grazie all’aiuto di Orlì, potrà visitare la casa di Ziva già nel primo pomeriggio mentre lei gentilmente bada alla piccola Tali.

Stranamente, l’agente del Mossad non ha fatto nessuna obiezione alla sua richiesta ma, probabilmente, il dolore di averla persa è qualcosa che neanche lei può combattere.

Nel primo pomeriggio, dopo aver noleggiato un auto e guidato nelle trafficate strade israeliane, Tony parcheggia l’auto in lontananza della casa, deciso ad arrivarci a piedi.

Mentre calpesta il terreno sotto di sé, immagina Ziva e Tali che giocano nei pressi della casa, divertendosi a rincorrersi o, magari, ad osservare le stelle di sera dal portico della loro piccola dimora.

Si figura Ziva che aiuta Tali a muovere i primi passi, magari confortandola dalle prime cadute e poi facendola ridere con qualche smorfia.

Quasi arrivato all’ingresso, ridotto a un ammasso di travi e porte nere e bruciate, Tony si ferma, incapace di continuare e di trattenere ulteriormente le lacrime.

Non è rimasto molto di quel luogo e Tony quasi a fatica giunge fino al corridoio che arriva nella stanza di Tali, l’unica parte ancora sana della casa.

Il suo sguardo vaga nella carta da parati, di un delicato rosa pallido e sul lettino con le sbarre che si erge al centro della camera. Vari giocattoli sono sul pavimento e un armadio bianco di fronte al letto, con alcune fotografie su di esso di Tali e Ziva.

Gli trema anche un po’ il respiro quando vede, insieme alle altre, una foto sua e di Ziva, scattata da Shmeil quella sera che uscirono insieme.

La stringe tra le mani e non può evitare di chiedersi perché Ziva non gli abbia detto nulla su Tali, per quale diamine di motivo abbia fatto quella scelta.

La ripone sul mobile, conscio che ormai non potrà mai più chiederglielo. Nel corridoio, in un altro cassettone, trova alcuni album dove ci sono molte foto della sua famiglia e molte scattate negli anni all’NCIS. Con stupore trova molte più foto di quante fosse persino a conoscenza di lui e Ziva, insieme agli altri e anche da soli.

Recupera tutto, sistemandolo in un borsone e dandone un’ultima occhiata alla casa, mentre ricorda le parole di Orlì per descrivere l’attentato, classificandolo per l’attacco di un missile che avrebbe colpito l’abitazione.

Uscendo da lì, continua a rimuginare su quelle parole e, come un’illuminazione, capisce che la casa non è stata affatto incendiata da un missile o da una bomba, dato che non vi è nessun segno di esplosione.

Mentre torna verso la macchina, Tony riesamina gli eventi di quei giorni in modo più lucido e molte cose gli risultano assolutamente poco chiare.

La casa è totalmente isolata, come avrebbero fatto i vigili ad arrivare prima che il fuoco divampasse anche nella stanza di Tali? Perché il Mossad ha indagato così velocemente, basandosi solo su dei resti che non sono scientificamente verificabili?

Un occhio gli cade sul borsone che porta e il pensiero corre a tutte quelle foto che ha visto nella stanza: perché hanno scelto proprio quella di Parigi da mettere nella borsa di Tali? Perché metterla in primo luogo? Non è esattamente tra le prime cose necessarie che vengono in mente, per una bambina.

Nel pomeriggio parla di questi dubbi con Orlì, ma non ottiene altro che risposte vaghe e frettolose.

Quando le chiede riguardo la fotografia, l’agente lo liquida subito, rispondendo che avessero trovato una borsa con alcuni oggetti personali della bambina e che la foto dovesse essere lì da prima.

La sera, dopo essere riuscito a far finire la cena a Tali e averla fatta addormentare, Tony non riesce a scacciare i pensieri che lo tormentano e, come se un istinto alla Gibbs si fosse impossessato di lui, decide che deve andare in fondo a quella storia.

Le sue dita guizzano veloci sul suo pc e, in modo quasi istantaneo, il volo per lui e Tali verso Parigi è prenotato.

Non c’è speranza che lo stia guidando o, almeno, lui nega a se stesso che ci sia perché non potrebbe sopportare il pensiero di sbagliarsi.

Si dice che lo fa come promessa per la piccola Tali e, con queste parole, scivola lentamente nei sogni accanto a sua figlia.

 

 

Seduto nel sedile del taxi, intento a giocare con lei, Tony non presta attenzione all’ambiente parigino attorno sé, se non per spiegare qualcosa a Tali lungo il tragitto.

Senza pensarci due volte, ha dato l’indirizzo dell’hotel dove avevano alloggiato lei e Ziva in quella lontana missione che ora sembra lontana milioni di anni.

Quando l’auto si ferma di fronte ad esso, è un altro tuffo al cuore per Tony nel ricordare il loro arrivo lì. Sistema Tali nel passeggino che, nell’ultimo tratto di strada, si è addormentata e prosegue verso la reception.

Ed è lì che, quasi come per miracolo, tutte le sue preghiere si concretizzano e una figura femminile ben nota attraversa la hall dopo aver sceso le scale.

Indossa un cappello nero a falda larga, decorato con una sottile catena e un vestito nero che scende lungo fino alle ginocchia.

Tony sbatte gli occhi più di una volta, ma non può confondersi, non su di lei.

Come se il tempo si fosse fermato, Tony non riesce a muovere un passo finché i suoi occhi, non si alzano dal telefono che ha nelle mani e si guardano intorno, posandosi infine in quelli di lui.

È la sorpresa ad animarli, per essere seguita da un sentimento che entrambi conoscono fin troppo bene.

«Sapevo che avresti capito.» dice lei, avvicinandosi a Tony con un sorriso sul volto e le lacrime negli occhi.

«Ziva.»

Senza neanche darle il tempo di rispondere, Tony la tira a sé, circondandola in un abbraccio e quasi piangendo nell’incavo della sua spalla.

«Tony.» risponde lei, stringendosi a lui e godendo di quel momento che tante volte aveva sognato.

Nessuno dei due vorrebbe interrompere quel momento, ma l’occhio di Ziva cade inevitabilmente sulla figura addormentata di Tali.

Si discosta, avvicinandosi a lei e posandole un lieve bacio sulla fronte, evitando di svegliarla.

«Si è addormentata da poco.»

«A quest’ora del pomeriggio fa sempre un pisolino.»

Consapevole che ci sia molto da spiegare, Ziva invita Tony ad andare nella sua stanza, per poter parlare mentre Tali sta dormendo.

«Non so neanche da dove cominciare. Volevo chiederti di Tali, del perché hai deciso di non dirmi nulla, di come tu sia… viva.» inizia Tony, passandosi una mano sulla fronte. «Ma riesco solo a pensare che sei qui e che non sei morta.» conclude, con la voce che trema nell’ultima parola.

«Ho scoperto che qualcuno mi stava cercando qualche giorno fa dalle ricerche di Jacobs e ho subito cambiato alloggio con Tali. L’altra sera c’è stato l’incendio alla mia casa, ho potuto avvertire i vigili in tempo e la camera di Tali non si è bruciata e questo mi ha dato modo di farla portare via con Orlì.» rispose Ziva, seduta sul bordo del letto.

«Ma nessuno era stato catturato e non sapevo che cercassero degli stupidi file in casa di mio padre. Pensavo fosse un attacco diretto a me e se avessi detto di essere sopravvissuta Kort avrebbe potuto colpirmi di nuovo.»

«Perciò hai deciso che saresti fuggita a Parigi.»

Ziva annuì, togliendosi il cappello e posandolo sul letto: «Ho messo quella foto di proposito. Ma, se non mi avessi raggiunta, sarei comunque tornata tra qualche giorno.»

Il silenzio torna nella stanza e un malcelato imbarazzo costringe entrambi a guardare dettagli insignificanti della camera o Tali che dorme dentro il passeggino.

«Perché?» chiede Tony, infine, con un tono che quasi gli si spezza in gola.

«Dovevo essere sicura che nessun altro mi stesse cercando…»

«No. Perché non mi hai detto di Tali? Ero così arrabbiato con te.» replica lui, avvicinandosi a lei e prendendole il volto tra le mani.

«Se fossi morta, avrei dovuto crescerla da sola e senza una madre. Avrei vissuto per sempre con queste domande, rimpiangendo ogni giorno la mia scelta di averti lasciato in quel maledetto aeroporto.»

Tony, in un impeto incontrollato, la tira nuovamente a sé, facendole poggiare la testa sul suo petto.

«Mi dispiace, Tony. Inizialmente l’ho fatto perché non volevo incasinare la tua vita ancora, ma con il tempo, mentre osservavo Tali guardare la tua fotografia, mi ero resa conto di quanto avessi sbagliato a privarla di un padre e a privare te di tua figlia.»

«Ziva…»

«So che l’NCIS era la tua famiglia, non volevo togliertela.»

«Sei tu la mia famiglia. Siete voi la mia famiglia.» dice Tony, scostandola da sé e avvicinando la fronte alla sua.

«Potrai mai perdonarmi?»

«Beh… il fatto che tu sia viva te l’ha reso molto più facile.» risponde, quasi ridendo e osservando il sorriso di Ziva tra le lacrime del suo volto.

La bacia con lentezza, come se fosse un momento quasi sacro e si perde nella gioiosa consapevolezza che tutto andrà bene, che non le lascerà mai più e che Tali non ha perso la sua amata Imma.

«C’è una cosa che ho continuato a pensare quando mi hanno detto che eri… morta. Una cosa che non avrei mai potuto più dirti.»

«Cosa?»

«Ti amo.»

Ziva annuisce, mentre gli occhi le diventano nuovamente lucidi e il cuore sembra quasi volerle uscire dal petto.

«Anche io.»

È la voce di Tali a farli girare quasi di scatto: «Imma!», quando lei grida rivedendo sua madre e scivola giù dal passeggino, correndo verso di lei e aggrappandosi a una delle sue gambe.

Ziva scende per prenderla in braccio e la bacia, conscia di quanto le fosse mancata.

Le dice qualcosa in ebraico e poi la rassicura sul fatto che la mamma sia tornata e che staranno sempre insieme.

Tali volge lo sguardo verso Tony, per poi riguardare Ziva.

«Abba?» dice, quasi domandandolo. Gliel’hanno ripetuto tutti, ma è dalla sua Imma che Tali ha bisogno di sentirselo dire.

«Sì, Tali. Questo è Abba.» dice, poggiando una mano sulla spalla di Tony e sorridendogli.

La bambina sorride e si sporge verso di lui, segno che voglia essere presa in braccio.

Tony si dirige verso la finestra e fa vedere alla bimba i meravigliosi quartieri parigini che si intravedono da lassù.

«Bene, cara Tali, dato che ti sei svegliata, io direi che è ora che tu inizi a conoscere la città preferita della tua Imma

Tali saltella gioiosa, correndo verso Ziva che la sistema e l’aiuta a mettersi il giubbotto, mentre Tony fruga nella sua valigia, tirando fuori una macchina fotografica che Ziva conosce molto bene.

«È tempo per una foto di famiglia, giusto?» chiede lei, lottando per evitare nuovamente di piangere.

Tony annuisce e prende per mano Tali, esaltata per la gita che si prospetta, per poi baciare Ziva e promettersi che avrà sempre cura di loro.

Sempre cura della sua famiglia.

 

 

 

 

Fine.

Le lacrime, i pianti, l’ingiustizia, l’amore. Questo (o comunque una versione dove Ziva è viva) doveva essere il finale di NCIS, Ziva meritava molto di più.

Ho amato profondamente Tali e le interazioni perfette tra lei e Tony, credo che se non avessimo imparato a conoscere Ziva e ad amarla questo finale sarebbe stato perfetto, ma il personaggio di Ziva non meritava assolutamente di morire in quel modo, magari piena di rimorsi per non aver detto a Tony nulla di Tali.

Detto ciò, io continuerò a pensare che lei sia viva, li stia aspettando a Parigi. Ci sono vari buchi nella puntata e vari indizi non messi a caso (il presente usato da Tony alla fine, Gibbs che gli dice di prendersi cura della sua famiglia, quando poco prima Tony ha detto a Kort che era Ziva la sua famiglia, la presenza di quella particolare foto nella borsa di Tali che, insomma, doveva contenere vestiti e beni di prima necessità.)

Glasberg ha risposto in maniera molto vaga, lasciandoci nei dubbi e non negando che Ziva possa essere ancora viva, probabilmente perché non ci daranno mai una risposta sicura e definitiva.

You gotta believe what you gotta believe”, bene, io decido di credere in un finale più felice perché Tony e Ziva e Tali meritano di essere una famiglia felice.

Detto ciò, grazie Cote de Pablo e Michael Weatherly per i meravigliosi personaggi che avete interpretato (l’abbigliamento che ho descritto di Ziva era un tributo alla foto postata da Michael su Twitter) e per la bellissima storia d’amore che è stata creata.

Questo non è l’unico finale che mi è venuto in mente, penso che ne scriverò altri, ma per ora avevo bisogno di un happy ending totale.

Credo che i Tiva rimarranno la mia OTP per eccellenza e io ora torno a piangere in un angolino, immaginando Tony, Tali e Ziva sotto la torre Eiffel a farsi tante foto.

Un saluto, spero che mi lascerete un commentino e viva il Tiva.

 

 

 

EclipseOfHeart

 

   
 
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