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Autore: callingonsatellites    19/05/2016    1 recensioni
L'aria fresca sulle braccia. Il sole che brucia negli occhi. Le gambe leggermente indolenzite, e una melodia sconosciuta che girava nella sua mente. Poi un forte dolore alla testa. E ora fissava quegli occhi color nocciola, e ogni domanda veniva annullata come se quei due pozzi scuri fossero l'unica cosa importante ed esistente, l'inizio e la fine di tutto.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Allora, sei pronta?
 
-Sì, Madonna Cristo. Sto arrivando.
 
-Dai Chris, muoviti. Non ho voglia di stare in fondo alla platea solo perché tu ci hai fatto fare tardi.
 
-Beh, di quello non vi dovete preoccupare, ho tre biglietti per il backstage.
 
-Oh, bene allora! Faccio meglio a nascondermi direttamente dentro l’armadio.
 
-Daiiiiiiiiii Chriiiis, vedrai che sarà una serata fighissima.
 
-Smettila, Jo. Non mi piacciono gli ottimisti esaltati.
 
-A te non piace l’ottimismo in generale, tesoro. Sei pronta o no?!


-SI’ CRISTODDIO. SI’. STO USCENDO.
 
-Eh, speriamo.
 
Finalmente Christina si decisa a uscire dalla sua stanza: ovviamente con skinny strappapelle tagliati e spillati in più punti, cannottiera con i laccetti e t-shirt a rete che cadeva larga sulla sua esile figura: poi una bella riga nera intorno agli occhi grigio-neve* e rossetto. Tutto ovviamente, rigorosamente, meravigliosamente, allegramente, nero.
 
-Beh, non si poteva pretendere di più, immagino.
 
-Mi sembra che subito dopo il concerto dovremo andare ad una festa, giusto?! Ho pensato di vestirmi decentemente.
 
Le altre due continuarono a fissarla dubbiose.
 
-Non vi aspetterete certo che indossi una t-shirt dei Tokio Hotel, spero!
 
-Mah, si va al loro concerto.
 
-Esatto, e io non ci volevo venire.
 
-Beh, è ragionevole!- ammise Kim sorridente. –Ora muoviamoci.
 
Salirono sulla ventenne Audi gentilmente concessa dai genitori di Joey e partirono a tutta birra verso Berlino: non c’era un attimo da perdere.
 
# * gli albini in teoria hanno gli occhi azzurri o rossi, ma la nostra Christie si vede che mette le lenti a contatto. Cioè, voglio dire, che fighi gli occhi grigio neve. :P
 
Parcheggiarono sul retro dello stadio dove si sarebbe tenuto il concerto, e vi trovarono un gruppo di ragazze … o meglio, di esseri posseduti da Satana, che si accalcavano addosso a due poveri bodyguard, che tentavano con tutte le loro forze di tener chiuse le porte d’entrata.
Con tutto lo stile possibile ed immaginabile, il nostro trio delle meraviglie scese lentamente ed epicamente dall’auto, dirigendosi con una camminata degna dei protagonisti di Hazard, verso la calca creatasi attorno alle porte.
Si fecero spazio fra le fan girl, e arrivate abbastanza vicine all’entrata esibirono i biglietti per il backstage alle povere guardie, le quali espressioni si fecero ancora più disperate: ora la missione era far entrare tre ragazze senza provocare un’invasione da parte delle altre cinquanta.
Beh, in qualche modo che ora non staremo a spiegare perché troppo astruso ed arcano, ci riuscirono.
Dopo qualche corridoio e qualche porta qua e là, finalmente trovarono la zona dove i ragazzi stavano provando: provando in teoria, visto che Bill si stava ancora sistemando il trucco seduto allo specchio; Gustav stava mangiando hot dog; Georg stava usando gli stuzzicadenti di Gus come freccette da tirare a Bill; e Tom stava facendo accordi a caso beandosi del gruppetto di ragazze (probabilmente altre fortunate come loro, o semplicemente gente piena di soldi da spendere per andare nel backstage) che lo adulava intorno.
Fatto sta che c’era un microfono collegato ad un paio di casse abbandonato sul pavimento, e Kim non era ancora stata notata.
 
-ALLOOOOORA, BUONGIOOOORNO! VEDO CHE SIETE MOOOLTO IMPEGNAAAATI NELLE PROOOOVE! I VOSTRI FAAAN SOOONO PROOOPRIO CURIOOOSI E PIEEENI DI ASPETTATIIIIVE PER IL CONCEEEERTO DI STASEEERA!- gridò senza pietà nel microfono: con il risultato di far capottare i quattro nullafacenti e correre in giro terrorizzate le ragazze intorno a Tom.
 
-Ma chi diavolo …
 
-Kimmyyyyyyyyyyyyyyyyyy!- strillò il vocalist, l’unico che non era rovinato troppo pesantemente a terra. Corse incontro all’amica e si lanciò in un abbraccio stile koala nostalgico, che per poco non li fece cadere tutti e due, coinvolgendo Joey che era lì vicino.
 
-Bill … meglio se scendi … sai, sei solo venti centimetri più alto di me …
 
E Bill scese. Incredibile! Bill obbedì alla gentile richiesta di qualcuno! Non succedeva mai.
 
-Vedo che hai portato compagnia! Chi c’è?
 
-Ragazzi, vi presento Joey alla mia destra- la diretta interessata salutò con la mano i ragazzi della band e fece mostra di un bel sorriso entusiasta. -…e Christina alla mia sinistra!
 
-Kim, non c’è nessuno alla tua sinistra.
 
-Oh- Kim si diede un’occhiata intorno. No, in effetti non c’era nessuno. Dove diavolo …
 
-Hey Kim! Non ci crederai, ho trovato delle foto degli Iron Maiden autografate in corridoio! Vieni a vedere …
 
Tutti guardarono la direzione da cui era venuta la voce:
 
-Sarebbe la nana laggiù?- sussurrò Tom a Georg, il quale alzò le spalle.
 
-Christina, è lei. Puoi venire un attimo, che ti presento ai ragazzi? …
 
-Oh, che palle. Arrivo.
 
-Loro sono Tom,- il rasta fece un sorriso smagliante assottigliando gli occhi nella sua espressione più pesce lesso-sexy. –Gustav,- il biondo agitò il resto di hot dog che aveva in mano sorridendo. –Georg … - il bassista chinò il capo sorridendo alla buona. -…e Bill- aggiunse Kim con un sospiro sognante. Del resto, nessuno se ne accorse dato che il vocalist era impegnato a tormentare la vita a Chris, guardando i suoi vestiti da ogni angolazione perché ‘Wooooh, sono troppo fighi!’.
 
-Bill …
 
-Uh? Sìììì?
 
-Muoviti. Dobbiamo provare, andiamo in scena tra un paio d’ore.
 
Il moro emise un brutto verso gutturale e si lanciò verso il microfono a terra. Lo afferrò, e con l’agilità degna di una tartaruga ninja volteggiò con una giravolta sopra il piccolo palco a disposizione degli artisti per le prove nel backstage: non appena le suole delle sue All Star toccarono le malandate travi di legno, i tre musicisti erano già appostati con i propri strumenti, con il primo accordo già nelle dita. O il primo battito nelle bacchette.
Dipende dai punti di vista.
 
#
 
-Ragazzi, siete pronti?
 
L’ululato di David interruppe i quattro nel bel mezzo delle prove.
 
-NO!- si lagnò Bill.
 
-Ho perso una bacchetta!


-Come cavolo si fa il la minore?!


-Quanto tempo devo aspettare prima di ripartire in Ready Set Go?
 
-Ok, ok, stiamo calmi. Adesso datevi una sistemata e tranquillizzatevi. Poi vedrete che sul palco farete un figurone come sempre!- intervenne Kim: tutti la guardarono a bocca aperta.
 
-Woh, denti gialli, tu sei meglio di David- borbottò Tom.
 
-EHI! Sono qua sai?
 
-Concordo- fecero gli altri tre in coro, mentre il viso di Kim prendeva quante più possibili sfumature di viola.
-Oook … adesso muovetevi.
 
Detto, fatto: in meno di trenta secondi i Tokio Hotel erano belli che pronti, strumenti alla mano. Kim fece per avviarsi verso l’entrata del palco dietro a David, ma una mano la trattenne.
 
-Cosa? …
 
Era Tom, che la guardava con un ghigno malefico, con gli altri tre che facevano da sfondo come i Minion con Gru in Cattivissimo Me.
 
-Prima un po’ di questo.
 
Il vocalist le porse una tazza da colazione piena di un liquido scurissimo, caldo e profumato.
 
-Caffè? …
 
-Oh, non semplice caffè. Bevi.
 
-Ma non arriveremo in ritar…glbbrghhufffbb- mentre Bill rovesciava praticamente il contenuto della tazza addosso alla povera ed impotente Kim, i musicisti e le altre ragazze trangugiarono i loro mega-caffettoni.
 
-Allora, ci muoviamo?- li esortò Bill una volta finita la pausa-caffettone.
 
La sezione musicale rispose con un urlo di battaglia (con tanto di pugni alzati in aria), e la band fece il suo ingresso trionfale sul palcoscenico, accolta dalle urla sclerotiche dei fan in delirio.
 
-Guten abend, Berlino!- urlò Bill nel microfono, e i fan risposero con un’ovazione degna di una qualche divinità scesa in terra.
 
Le chitarre iniziano ad urlare. Berlino è in delirio.
 
E Kim si chiede ancora perché cazzo le hanno fatto bere mezzo litro di caffè ultraconcentrato.  
 
Heyyyy ggente. capitolo corto (e in ritardo) lo so. In teoria doveva essere un tutt'uno col prossimo, ma capirete che una decina di pagine in un solo capitolo sono un po' tante. così l'ho diviso in due. devo solo finire la seconda, tranquille non ci metterò tanto. Baciiiiii adesso filo a rimettermi al lavoro. :* Lisa^^
   
 
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