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Autore: saffyj    19/05/2016    5 recensioni
Edward ama sua figlia, ma deve fare i conti con i sensi di colpa che porta con sé. Penny, la figlia di Edward ha portato con sè tutto il dramma che ci si aspetta da un Masen.
Sequel della FF "Fridays at Noon" di troublefollows
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Questa storia non è mia, ma la traduzione di una Fanfiction che ho adorato!
E' il sequel della FF "Fridays at Noon" una storia d'amore che mi ha fatto sognare, piangere, ridere...
regalandomi notti insonni!
Ed il sequel:"Once Upon a Saturday"
 non è da meno!
Spero che ve ne innamoriate quanto me ne sono innamorata io!!!
La vera autrice è la grande "troublefollows" 
ed il link per leggerlo in originale è: https://twifanfictionrecs.com/2012/02/20/fridays-at-noon-by-troublefollows1017/
 
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CAPITOLO 1

“Papi? Papi, svegliati.”
Percepivo la sua voce. Un sospiro lieve e melodioso che per qualche ragione mi risvegliò da quel sonno profondo. Sentivo il suo respiro sul viso mentre mi dava qualche colpetto sulla spalla con la sua piccola manina. Ciò nonostante, aprire gli occhi a quell’ora della notte non era proponibile.
“Cosa c’è, Pennylove?” le sussurrai. 
“Posso dormire con te? Ho fatto un brutto sogno.”
 Aprii gli occhi stanchi quel tanto che bastava a intravedere il suo piccolo corpicino, afferrarla e sollevarla fino al posto vuoto accanto al mio.
“Non c’è bisogno di svegliare, papà. Sali su e basta.” le ricordai, ma mi svegliava ogni volta. Non importava quante volte le dicessi di salire e basta. Una cosa che ho imparato su mia figlia fin da subito: è che non obbediva sempre. Proprio come sua madre.
La mia dolce bambina mi si rannicchiò addosso. La testa poggiava sul mio cuscino, nonostante potesse averne uno tutto per sé accanto a me. I suoi piedini mi premevano sulle gambe. Era una coccolona, come suo padre. Ogni volta che dormiva qui, doveva toccarmi con almeno una parte del corpo, solitamente diverse parti. Quante volte sono stato svegliato da una sua mano sulla faccia o con un ginocchio sulla schiena... Troppe volte per contarle.
“Odio i brutti sogni,” disse con un sospiro.
“Me lo vuoi raccontare?” Chiesi, allungando un braccio su di lei e accarezzandola con il pollice sulla schiena avanti e indietro.
“C’era un ladro, è entrato in casa e ha rubato Cupcake.”
“E poi cos’è successo?”
“E’ tutto! Ha rubato Cupcake, piangevo e poi mi sono svegliata.”
“Oh, non è così brutto.” Per quel che mi riguardava, chiunque sarebbe potuto entrare e rapire Cupcake. Il suo nome era totalmente fuorviante. Cerbera sarebbe stata una scelta più appropriata. Era il mio castigo divino per aver viziato troppo mia figlia.
“Era terribile! Cupcake sarebbe così spaventata senza di me.” La sua empatia e bontà mi colpivano ogni volta. Non piangeva per se stessa, ma perché il cane sarebbe stato triste e solo. Era esattamente come sua madre. Metteva sempre gli altri prima di se stessa.  
Le baciai la fronte.
“Parlerò con Tyler domattina. Farà in modo che la sicurezza sia ferrea. Non vorremmo che accadesse qualcosa a Cupcake.”
 “E’ bello avere Tyler con noi” disse sbadigliando. Ondeggiava e si accoccolava più vicina.
 “E’ bello,” replicai, stringendola forte a me.
La mia piccola credeva che Tyler potesse fare qualunque cosa. Lo ascoltava più di quanto ascoltasse me. Si fidava di lui e credeva che potesse proteggerla da tutti e da tutto. Ancora un'altra somiglianza con sua madre.
Non riuscivo a riaddormentarmi. I pensieri mi trasportarono nel passato, in un tempo in cui proteggere Isabella non significava proteggere la mia adorata bambina profondamente addormentata accanto a me. I ricordi volsero verso un incubo a occhi aperti. Uno che avevo vissuto. Uno che mi aveva fatto sentire il peggior padre del mondo.
Ricordavo la notte in cui chiamai Tyler nella speranza che mi aiutasse a proteggere Isabella da se stessa.
 
***
 
Signore, va tutto bene?”
Ho bisogno che tu venga qua, subito.”
Posso chiedere se la signora Masen sta bene?”
No, non sta bene, c'è bisogno che tu venga qua e che la faccia ragionare, cazzo! "
“Con chi stai parlando?” Isabella entrò nel mio ufficio. Era arrabbiata, ma lei non conosceva la rabbia. Io conoscevo la rabbia. Ero arrabbiato con il mondo, ancora una volta.
Se non dai retta a me, forse darai retta a Tyler.”
“E’ appena rientrato dalla sua luna di miele. Digli che ti dispiace per averlo disturbato e metti giù il telefono e” ordinò, venendomi addosso con una ferocità che quasi mi fece fare ciò che chiedeva.
Penso dovrebbe sapere che hai in programma di suicidarti! Penso dovrebbe sapere che non ascolti ragioni! Penso che dovrebbe parlare con te perché a lui dai ascolto.” ... Non a me. Mai a me.
 Che problema c’è con Bella?” La preoccupazione di Tyler arrivò alle stelle dopo aver ascoltato le mie farneticazioni.
Isabella stava scuotendo la testa mentre le lacrime le sgorgavano giù dal suo viso bellissimo.
Il bambino la ucciderà se tenterà di andare avanti fino al termine. Dille che deve terminare la gravidanza ora, Tyler. Diglielo!”
Allungai il telefono verso mia moglie, il mio petto gonfio di singhiozzi che minacciavano di esplodere.
Invece di prendere il telefono, mi afferrò il viso e mi fissò negli occhi pieni di lacrime. Mi baciò sulle labbra e promise “Non morirò, Edward.”

***
 
Baciai mia figlia sul capo e tentai di allontanare il ricordo dalla mente. Se avessi un nichelino per ogni promessa che qualcuno mi aveva fatto…

 
   
 
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