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Autore: Hikaru_Tsuki    19/05/2016    1 recensioni
“Caro diario, sono passati ben cinque anni dall'evento che ha sconvolto la mia vita..."
Dopo la grande battaglia contro Le Papillon sia Marinette che Adrien perdono i loro poteri poiché non serviva più dei supereroi... Ma se una persona misteriosa dal passato di Adrien stesse seguendo le tracce di Le Papillon? Parigi ha bisogno di più supereroi questa volta, Ladybug e Chat Noir avranno finalmente una squadra da far invidia agli Avengers.
******** sequel di "I hate you! Why don't you leave me alone?" di Photografic_Therapy *********
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Felix Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Miraculous Adventures'
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Capitolo tre. 
 



 
«Ti prego, ripetimi come siamo finiti in questa situazione.» brontolò per l'ennesima volta Chat Noir ma, come al solito, Butterfly non sapeva cosa rispondere.
Erano appesi da ore per le caviglie, da alcune e strane radici. Chat Noir, per la prima mezz'ora, aveva cercato di liberarsi ma alla fine si era arreso. Butterfly, dal canto suo, stava ancora cercando di fuggire.
«La vera domanda è: dove diavolo è Ladybug? E' la tua ragazza... non dovrebbe venire a salvarti?» sbottò Butterfly, in risposta.
«My Lady oggi aveva un esame importante, voleva venire ma gliel'ho proibito. La sua priorità è la scuola... i cattivi possono aspettare.» Chat Noir annuì convinto delle sue parole.
«Oh... che gattino adorabile. Non avresti, per caso, un fratello o qualche parente single da presentarmi?» rise la rossa, arrendendosi e incrociando le braccia al petto, per il nervoso.
«Sono figlio unico, mi dispiace farfallina. Forse ho qualche amico disponibile, ma io rimango unico nel mio genere. Sono purrrfetto... non c'è nessun altro gatto al mondo ad essere sia sexy che cataclismico come me!»
Butterfly rise, poi elaborando le sue parole, sgranò gli occhi e lo guardò con rabbia.
«Chat Noir, sei un idiota. - gli urlò la custode del Miraculous farfalla. - Tu hai il cat-aclysme!»
Il viso del ragazzo davanti a lei, si illuminò. «Hai ragione. CAT-ACLYSME! -  gridò attivando i suoi poteri e liberando entrambi dalla prigionia - Per favore, non dirlo a Ladybug... se lo scopre, riderà di me per anni. Digli qualsiasi cosa, digli che quella pianta era più resistente dei miei poteri e ci siamo liberati solo per pura fortuna.»
Butterfly rimase in silenzio vedendo, dietro al ragazzo, Ladybug che li osservava in silenzio e cercava di reprimere una risata.
«Ho una dignità da difendere e se Ladybug dovesse scoprire che non ho usato il cervello, ma una ragazza alle prima armi mi ha detto come liberarmi, sarebbe imbarazzante.» disse Chat Noir, continuando il monologo mentre camminava avanti e indietro.
«Sono sicura che Ladybug lo scoprirà prima o poi... dopotutto, è Ladybug.» ridacchiò Butterfly, mentre il gattino continuava a camminare avanti e indietro. Per colpa dell'ansia non aveva ancora notato che Ladybug lo stava ascoltando, comodamente appoggiata al muro.
«Stai scherzando? My Lady è così buona... e così dannatamente sexy. Se mi scopre mi tratterà come un bambino, o mi ignorerà, o peggio... mi lascerà! - Chat corse verso Butterfly e le prese le mani, guardandola negli occhi con uno sguardo disperato. - Ti prego Butterfly, non dire niente a Ladybug.»
La ragazza, per un attimo, si perse negli occhi del gattino... le erano così dannatamente familiari. L'unica differenza stava nel fatto che quelli davanti a lei erano verdi e non color ghiaccio, come quelli del... “No! Non può essere il ragazzo misterioso, dell'università. E' solo una coincidenza.”
«Ladybug, che ne pensi? Mantengo il segreto, o no?» disse la rossa, facendo impallidire il gattino davanti a lei.
«Oh non saprei, io mi sto divertendo un mondo. - si fece avanti la coccinella, ridendo, mentre Chat Noir, arrossito di colpo, balbettava frasi sconnesse e confuse. - Si, ho visto tutto. Vi stavo per liberare ma ci siete riusciti da soli. Mi dispiace gattino, hai solo drammatizzato la situazione. - rise, avvicinandosi a Butterfly. - Ditemi tutto ciò che avete scoperto sul nemico... no, Chat, non fare gli occhi dolci!» borbottò la mora spingendo da un lato il suo fidanzato, che le stava facendo il broncio.
Butterfly ridacchiò, facendo finta di non vedere Chat Noir abbracciato alla gamba di Ladybug che le chiedeva di coccolarlo. “Sembra un bambino di cinque anni in cerca di attenzioni.”
«Non molto, in verità. Abbiamo sentito delle grida ma non abbiamo visto niente, il tempo di entrare qui dentro e ci siamo ritrovati attaccati al soffitto. Mi dispiace, Ladybug. - disse, osservando Chat Noir che tornava serio. - E' possibile che un nemico sparisca nel nulla?» chiese, infine.
«No, per niente. Per adesso, direi di tornare alle nostre vite. -  disse, sentendo suonare il suo anello. - Restiamo in allerta. Se riusciamo a beccarlo, lo picch... ehm, lo salviamo.» si corresse, notando lo sguardo assassino di Ladybug.
«In questo caso, allora me ne vado. Devo tornare a studiare. Auguratemi buona fortuna!» sorrise la rossa, prima di volare via.
Ladybug e Chat Noir rimasero soli. «Adesso mi spieghi la storia dei tuoi neuroni spenti.» lo rimproverò la ragazza, prendendolo per un orecchio mentre tornavano a casa.

 
«Leannán, è pregata di usare il banco scolastico come sostegno per eventuali libri o quaderni, non come cuscino.» quel rimprovero acuto, stordì la giovane Bridgette.
Erano passati già tre giorni da quando quel nemico era sparito nel nulla e non era più riapparso. Butterfly aveva passato diverse notti a vigilare ma, essendo molto orgogliosa, aveva deciso di non avvertire né Ladybug né Chat Noir... voleva essere lei a controllare la città, mentre i suoi due compagni si rilassavano. Dopotutto avevano lottato per anni, era giusto che, in qualche modo, fosse anche lei importante per Parigi.
«Mi scusi professore.» rispose la rossa, sedendosi composta e controllando il proprio quaderno. L'unica cosa che vi trovò, fu un piccolo disegno al margine del foglio. Raffigurava due occhi penetranti, come quelli di una certa persona.
Più volte si era chiesta perché ne fosse rimasta così affascinata, ammaliata quasi, da quegli occhi così azzurri da sembrare ghiaccio.
«Leannán, forse è meglio se esci. Sei pallida come la morte... oh no, tu sei pallida di tuo.» le disse una voce maschile, dietro di lei.
Bridgette sospirò, di solito cercava di andare d'accordo con tutto il mondo e le sue creature, ma una di esse non le andava proprio a genio. Si trattava di Shaoran, il nipote del loro professore che, invece di rimproverarlo, ridacchiava.
«Mi scusi, posso andar...» prima che concludesse la frase, la campanella suonò liberandola da quella classe che la prendeva in giro per essere semplicemente sé stessa. Erano anni che cercava di ignorarli, ma loro la insultavano o la deridevano.
Bridgette, dal canto suo, non si arrendeva e tornava sempre con un sorriso gigantesco sul viso, anche se passava notti intere a piangere. Non voleva mostrarsi debole, voleva essere ricordata come una persona solare, o almeno ci provava.
Il tempo di alzarsi, che Shaoran e il resto della classe le fecero cadere tutte le sue cose per terra. La ragazza, ormai abituata a certe scenette, in silenzio si chinò a raccogliere le cose.
«Dovresti tirar fuori le tue potenzialità... a volte è difficile, ma bisogna unire le due vite, ricorda: “Un singolo fiocco di neve può piegare una foglia di bambù.”»
Bridgette osservò il suo professore alzarsi e andarsene come nulla fosse, quel tipo le ricordava tantissimo il maestro Miyagi del film “Karate Kid” ma, per rispetto alla figura dell'anziano professore, non lo aveva mai detto a nessuno.
Per quanto condividesse la stessa sadica ironia del nipote, quel vecchietto era adorabile. Faceva battute mentre spiegava e le sorrideva in un modo quasi paterno ogni volta che prendeva un bel voto.
Con un sospiro, la ragazza si alzò e si sistemò, faceva caldo quel giorno e lei era andata a scuola con una t-shirt nera... forse era per quello che la sua pelle sembrava di ceramica. Sistemando lo zaino, non si accorse della piccola Nooroo che svolazzava sul banco e la osservava con sguardo triste. «Ti hanno sempre trattata così?» chiese con la sua vocina ammaliante, facendo sussultare Bridgette. La ragazza doveva ammettere che la piccola kwami rosa riusciva sempre a sorprenderla.
«Alle scuole medie era anche peggio... una volta mi tirarono la farina. Dopotutto hanno ragione. Non sono bella... anzi sono bruttina e pure in carne, ma non importa. Sono fatta così e mi va bene.» Nooroo riconobbe subito un tono triste in quelle affermazioni. La piccola kwami, a differenza dei altri, era quella più calma e dolce... volò davanti alla sua custode e cercò di abbracciarla. Quel gesto diede la forza necessaria a Bridgette, per sorridere e andare avanti.
«Dai, piccola. Entra nella borsa e torniamo a casa... questa sera indovina cosa ci aspetta? Una bella ronda notturna!» ridacchiò la rossa, mentre la kwami entrava dentro il suo zaino. Con un sorriso dolce, la ragazza si incamminò verso l'uscita, scontrandosi contro qualcuno.
«Dovresti andare dall'ottico... è la seconda volta che mi vieni addosso.» quella voce gelida fece venire i brividi a Bridgette e la giovane, curiosa, fece l'errore di alzare lo sguardo e di perdersi in quello gelido del ragazzo.
«Vale anche per te. Se avevi notato che stavo per venirti addosso potevi semplicemente cambiare strada o evitarmi invece non lo hai fatto, quindi anche tu eri distratto... per non parlare del fatto, che questa è la mia scuola. Che ci fai qui?» Bridgette non sapeva da dove le fosse uscito quel coraggio, che sorprese anche il giovane davanti a lei.
Il biondo sbatté varie volte le palpebre, cercando di nascondere la sorpresa. «Non sono affari tuoi, adesso spostati. - la ragazza si arrabbiò molto e non si rese neanche conto che la sua mano era scattata verso la faccia del ragazzo ma il suo polso fu bloccato dalla mano del ragazzo prima che arrivasse al suo viso.
Uno scintillio attirò l'attenzione del biondo, il suo sguardo guizzò verso la maglia della rossa dove si trovava una bellissima spilla rosa a forma di farfalla. - Io... ehm. Devo andare.»
Bridgette lo osservò andare via, confusa e spaesata, mentre si accarezzava il polso che le pulsava. Con un sospiro, si diresse verso l'uscita di quella scuola, che le sembrava un inferno.
«Adesso, tu verrai con me.» una voce maschile la fece scattare in avanti. Quando si girò vide una figura mascherata con un lungo mantello nero fatto di piume.
La ragazza non ebbe neanche il tempo di scappare o trasformarsi che il nemico le scagliò contro un corvo ma una mano le coprì gli occhi e tutto divenne nero, mentre lei perdeva i sensi fra le forti braccia del suo rapitore.
 

«My Lady... svegliati.» una sensuale voce maschile cercava di svegliare una ragazza parigina che, giustamente, gli diede le spalle e tornò a dormire.
«Tikki, qualche consiglio?» il ragazzo guardò la kwami che osservava la scena con un sorriso dolce.
La coccinella volò nella sua direzione e gli sussurrò qualcosa all'orecchio, il ragazzo arrossì immediatamente, poi sorrise e si avvicinò alla sua amata, mentre Tikki andava in un'altra stanza.
«My Lady... svegliati o il tuo gattino diventerà triste.» disse con voce seducente. Chat Noir, tirò leggermente le coperte e scoprì appena le gambe di Marinette, facendo scivolare i suoi artigli, lentamente, lungo la coscia della ragazza.
«Adrien, altri cinque minuti e poi mi alzo.» fu la risposta della giovane con il viso nascosto dal cuscino. Il ragazzo rise e si avvicinò al viso della mora, iniziando a baciarle il collo, fino a scivolare lungo le sue spalle.
«Ma io non sono Adrien, my Lady. Sono Chat Noir.» le sussurrò con voce bassa all'orecchio, mordicchiandole poi il lobo. Marinette ebbe un brivido e questo fece sorridere Chat che iniziò a sfiorarle la pelle da sotto la maglietta. La vide fremere sotto il suo tocco e questo gli fece venire voglia di ritrasformarsi per tornare a essere sé stesso, solo per poter sentire la pelle della sua fidanzata con le proprie dita e non con i guanti.
«Adrien... ti prego.» quel sussurro delicato, celava un gemito di puro piacere che aumentò la voglia del gattino che fece girare la ragazza e le rubò un bacio passionale e lussurioso.
«Te l'ho detto, my Lady. Sono Chat Noir... Adrien non c'è.» fu la risposta del biondo mentre Marinette si svegliava e arrossiva violentemente.
Le tornò in mente la loro prima volta, quel giorno fu magico per entrambi, ma soprattutto fu dolce e delicato, come solo Adrien sapeva essere. Marinette lo amava per quello e, da quando Adrien aveva finalmente chiarito con il suo lato malvagio, entrambi si sentivano completi.
La ragazza, che di solito vedeva la purezza negli occhi verdi di Adrien, stavolta vedeva la lussuria che illuminava lo sguardo del gattino, mentre le toglieva la maglietta e si chinava a baciarle il seno.
«C-Chat?» più Marinette cercava di spingerlo via, più il biondo si faceva intraprendente.
Alla fine si arrese e lo aiutò a togliersi il resto degli abiti. Chat Noir sorrise prima di baciarla nella sua intimità e Marinette credette di essere vicina ad avere un attacco cardiaco.
Tutte le volte che facevano l'amore erano dolci e classiche, non avevano mai fatto cose di quel genere, ma la ragazza doveva ammettere che quel trattamento la stava facendo impazzire. Era quasi certa di poter toccare il cielo con un dito e ad ogni bacio che riceveva in quel punto, si sentiva sempre più vicina al piacere assoluto che raggiunse con un urlo di piacere, che fece impazzire anche il gattino.
Tornò umano e pregò Plagg di raggiungere Tikki e di lasciarli da soli. Una volta che il piccolo kwami nero se ne fu andato Marinette non perse tempo e, dopo svariati baci passionali, spogliò Adrien. Con le labbra scese fino alla sua virilità, e cercando di imitare il trattamento appena ricevuto, iniziò a donargli piacere.
Adrien la guardava con amore e passione mentre si sentiva amato e completo ma non volle che la ragazza terminasse il suo trattamento. Con tutta la sua forza che aveva, la fece sdraiare sul materasso, entrando in lei con un gemito di piacere e, come le altre volte, fare l'amore fu dolce e passionale allo stesso tempo. Marinette gemeva nel suo orecchio sempre più frequentemente e i due raggiunsero l'apice contemporaneamente. 
«T-Tu stai lontano da Chat Noir, ti manda degli strani influssi.» ridacchiò la giovane, mentre Adrien usciva da lei e le si accoccolava sul petto per ricevere qualche carezza.
«Non è colpa mia, è la tua kwami che mi ha detto di sedurti in forma di Chat Noir e, non so perché, ha funzionato... non è che ami più lui di quanto ami me?» chiese Adrien, ridendo, mentre alzava lo sguardo verso la sua amata.
«Tu sei Chat Noir. - rise la mora. - E' impossibile amare più l'uno o l'altro, però devo ammettere che quella tuta ti sta divinamente.»
Adrien si alzò e la guardò negli occhi. «E tu sei maledettamente eccitante con quel costume. Credo che siamo pari, no?»
Marinette arrossì sedendosi e lo guardò mentre si rivestiva. «Perché eri trasformato?» chiese, coprendosi con il lenzuolo. Adrien, guardandola, ebbe l'istinto di saltarle addosso e fare l'amore con lei ancora e ancora, ma con tutto il suo autocontrollo, si sedette accanto a lei e le sorrise.
«Butterfly deve essere occupata... sono ben due giorni che non la vedo durante le sue ronde notturne. Forse ha capito che la teniamo d'occhio e si è offesa, in ogni caso ero in giro e controllavo se fosse tutto tranquillo.» rispose accarezzando la guancia di Marinette, che concordò in silenzio.
I due custodi si fidavano della nuova arrivata e volevano aiutarla, ma la rossa era molto testarda e non chiedeva aiuto.
Una volta alzato, Adrien uscì dalla stanza e andò a preparare la cena, lo sguardo di Marinette guizzò verso la finestra. Notando che era già buio, sbuffò convinta di essersi addormentata mentre studiava qualche libro gigantesco, si stiracchiò per bene e si alzò dal letto, vestendosi e seguendo Adrien in cucina, trovandolo intento a preparare la cena.
«Sai cucinare, sai parlare il cinese, pratichi la scherma e suoni il piano... sei un modello ed un eroe. Posso essere più fortunata di così?» chiese la mora, avvicinandosi al tavolo e sedendosi.
«Direi di si... da domani avrai la gioia di vedermi all'università tutti i giorni. - rispose, baciandola sulla guancia e sedendosi al tavolo per cenare. - Visto che siamo tornati ad essere Ladybug e Chat Noir, non posso più lavorare come modello al di fuori di Parigi... così ho pensato di iscrivermi al corso di storia dell'arte e realizzare un mio piccolo sogno.»
La ragazza lo guardò e gli saltò in braccio, felice. «Tikki? Torna qui, kwami fortunato che non sei altro, ti sei appena guadagnata un pacchetto di biscotti.» rise allegramente Marinette. La piccola kwami rise e si sedette vicino a Plagg che mangiava beatamente un pezzetto di Camembert, e attese che i due eroi avessero finito di mangiare.
Sapeva già che sarebbero andati in ronda notturna, sotto forma dei loro alterego.
«Dai, andiamo a stanare qualche cattivone?»
Adrien guardò la sua amata che accarezzava Tikki.
Chi avrebbe mai potuto immaginare che la sua vita sarebbe stata così meravigliosa? Aveva passato i suoi primi diciassette anni di vita rinchiuso in casa, e dalla morte di sua madre suo padre era diventato iperprotettivo.
Scoprire che Marinette era la donna della sua vita lo aveva riempito di gioia e d'amore... avrebbe voluto solamente che sua madre fosse stata lì con lui.
«Andiamo my Lady. Mi mancava salire sulla torre Eiffel con te, sai?» sorrise, tirandola a sé per i fianchi ma, prima di dire altro, un urlo di terrore fuori dalla casa li fece scattare sull'attenti. I due ragazzi si trasformarono e in pochi secondi erano già in strada.
«Dimmi che l'hai sentito anche tu e che non sono pazza!» esclamò Ladybug mentre si guardava in giro, confusa. Non trovando anima viva, però, si avvicinò a una macchina abbandonata nel mezzo alla strada e notò una strana bava verde sullo sportello aperto.
«Non sarà qualche nemico geneticamente modificato... ci mancherebbe di dover lottare contro le “Tartarughe Ninja”. - Ladybug guardò Chat Noir, non sapendo se ridere o se picchiarlo, e utilizzò i poteri del Lucky Charm che materializzarono un bastone. Per un attimo la ragazza rimase in silenzio, per concentrarsi e poter visualizzare il suo piano, quando un enorme vaso di fiori apparve dietro al biondo. - Perfetto... ti prego, non dirmi che tra poco uscirà fuori “Super Mario!”
La ragazza lo ignorò e iniziò a correre verso il vaso, saltandoci sopra e atterrando in una pozza di fango che lentamente la risucchiava a sé.
“Sabbie mobili.” pensò.
«Chat Noir, aiuto.» gridò e, per la prima volta, il gattino nero si sentì strano. Il grido della sua amata non aveva fatto scattare il suo lato eroico e stupido, ma quello dolce e premuroso di Adrien, così saltò sul vaso anche lui e, stando attendo a non cadere dentro il fango, tirò fuori Ladybug grazie all'aiuto del suo bastone e la strinse dolcemente.
«Stai bene? Ti sei fatta male? Riesci a camminare?»
La mora gli accarezzò la guancia e con un dolce sorriso lo rassicurò, per poi mostrargli quello che aveva dentro al palmo della mano: un piccolo e gracchiante corvo nero.
Ladybug prese il suo yo-yo e lo lanciò contro al piccolo corvo malvagio che ne era uscito. «Hai creato fin troppi problemi, piccolo Akuma. Ti libero dalla malvagità. - disse, catturandolo. - Ciao, ciao, uccellino.» concluse, liberandolo dopo averlo purificato, lo guardò mentre volava via.«MIRACULOUS LADYBUG.» urlò, lanciando verso l'alto il bastone e facendo tornare tutto come prima.
Dal grande vaso malvagio uscì fuori un giovane fiorista che guardò confuso i due eroi mentre si sorridevano. «Ben fatto.» dissero contemporaneamente, battendosi il pugno.
«Ameno questa volta non hanno distrutto Parigi... Butterfly potrà finalmente stare in pace.» disse positivamente Chat Noir mentreriaccompagnava Ladybug a casa.
La giovane alzò le spalle con uno strano senso nel petto. «Spero solo che stia bene.» sussurrò mentre si chiudeva la porta alle spalle.
    

 

 

 

 



------------------- Piccole note delle scrittrici -------



Come dicevo ecco uno dei miei capitoli preferiti della storia! Eh eh Ovviamente mi divertirò molto con i Ladrien, Marichat, Andrienette e infine da non dimenticare i LadyNoir!!! Nel prossimo scopriremo finalmente chi cavolo è quel megafusto che Bridgitte vede ogni trenta secondi ed il suo legame con Adrien, anche se è sottointeso palesemente!

La storia non sarà molto lunga già vi avverto e sarà sulla quindicina massimo di capitoli e chi sa forse avrà un sequel in futuro... ad ogni modo...

VI AMO!!! MI arrivano i vostri messaggi e amo rispondere alle vostre domande! Non smettete di scrivermi e di recensire la storia, più siete attivi in questa fase più la storia sarà ancora più bella!!

PS. un segreto che quelli che l'hanno seguito su Whatpadd non sanno e che in arrivo sono previsti tre mega super eroi, di cui una che molti conoscono farà il suo ritorno in costume da combattimento! Chi sarà mai? 

A PREEEESTO!!!



p.s.s .continuate a recensire! 

   
 
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