Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: LadyGio99    20/05/2016    2 recensioni
Ogni volta, durante un temporale si metteva sotto l'acqua a condividere il suo dolore con le nuvole. Si sentiva confortato perché non era l'unico a soffrire.
"Non preoccuparti Bepo - ya. Preferisco rimanere qui. Io e il temporale abbiamo molto in comune ".
(Law/Corazon)
Storia partecipante a "The Seasons Challenge" indetta da Jadis_ sul forum di Efp.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donquijote Rocinante, Trafalgar Law
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ebbene salve.  Dopo essermi iscritta  in diverse Challange sul forum di Efp finalmente riesco a scrivere la prima storia per una Challange.
Ringrazio Jadis_,  per avermi permesso di partecipare. Spero che la storia vi piaccia e spero anche di aver centrato la parte di dove volevo arrivare. È la mia primissima storia per una Challange, sono po’ emozionata XD.
 Buona lettura.
 


Autore: LadyGio99
 
Fandom: One Piece
 
Titolo: Quando le nuvole piangono
 
Stagione: Autunno
 
Promt: Temporale
 
 
 
QUANDO LE NUVOLE PIANGONO 
 
Law si arrampicò  sopra la montagna di spazzatura e non appena raggiunse la cima immerse le sue manine macchiate nel cumolo di immondizia.
Frugò senza lasciare uno spazio. Voleva eseguire una perfetta esplorazione nonostante ci si poteva perdere con tutti quegli oggetti buttati lì o addirittura rischiare di cadere e farsi male. Andava tutti i giorni in quel posto con lo scopo di trovare più oggetti possibile e costruire cose di sua invenzione. La sua ricerca però,  fu abbastanza deludente. Non aveva trovato per niente del materiale rotto appena,  nemmeno qualche oggetto intatto che all'apparenza sembrava nuovo di zecca.
Il bambino mise il broncio,  incrociò le braccia e per la rabbia tirò un calcio a una pentola posizionata ai suoi piedi. L’ oggetto rotolò fin sotto e si fermò grazie a un cuscino mezzo strappato che gli bloccò la strada.
"Che palle" borbottò guardando il suo sacco che,  invece di essere pieno era del tutto vuoto. Law  per quella mattina decise di rinunciare alle sue ricerche e si limitò a sederti sulla piccola montagna. Piccola ma abbastanza alta che permetteva al bambino di vedere il mare. L'unica cosa non inquinata della zona. La sua acqua era ancora cristallina e sulla superficie fortunatamente,  galleggiavano dei gabbiani,  non sacchi pieni di sporcizia. Ma oramai,  per Trafalgar tutto quel sudiciume non era una novità. Viveva da un anno in quel posto con il clan Donquijote che non conosceva la parola 'pulito '. La casa,  la sua stanza,  entrambe piene di polvere e altre schifezze come le ragnatele che ornavano i muri,  le finestre che sembravano non pulite da anni. Inizialmente gli era venuto il voltastomaco,  ma poi,  si era rassegnato ricordando a se stesso che avrebbe subito quelle torture per almeno tre anni. Dopo sarebbe morto e basta.
La morte non gli faceva paura,  sinceramente non gli importava nemmeno. Ormai aveva perso tutto e lui,  visto che agli occhi degli altri era un mostro, a nessuno gli sarebbe importata la sua morte o per lo meno,  lo avrebbe ricordato. Quello che desiderava solamente prima di andare all'altro mondo era quello di uccidere. L'odio che aveva accumulato in pochi  giorni era così grande che per placarlo,  solo un intero esercito di marines morti per mano sua avrebbe messo pace almeno a una piccola parte del suo cuore. Uccidere,  gente morta, non lo faceva rabbrividire più.
Si era ritrovato a piangere sul cadavere dei propri cari,  a viaggiare sui corpi freddi della gente uccisa. Si era talmente abituato alla puzza del morto che non rigurgitava più nemmeno a sentire l'odore. Improvvisamente l'aria si fece più fredda,  le nuvole iniziarono a muoversi velocemente spinte dal vento.  Si misero in un perfetto incastrato e riuscirono a coprire tutto il cielo e l'azzurro non si scorse più.
Law non si stupì. Da diversi giorni ormai faceva caldo e un po' di pioggia non poteva mancare dopotutto. Un lampo apparve nel cielo e subito si sentì un tonfo che spaventò tutti i passanti. Solo Trafalgar rimase indifferente al tuono,  rimase seduto con le ginocchia al petto a fissare il mare che pian piano iniziava ad agitarsi sempre di più. Aveva anche cambiato colore,  l'acqua diventava sempre più grigia e si innalzava sempre di più sotto la spinta del vento fino a formare delle onde. Poi,  una goccia d'acqua cadde sul suo braccio scoperto,  in seguito un'altra e se ne susseguirono altre gocce che diventavano sempre più grandi. Anche in quel caso,  Law non si prese la briga di muoversi o di cercare riparo. "Stupida pioggia " disse mentre l'acqua iniziava a scendere sempre più velocemente. Alla fine,  scoppiò un tremendo temporale accompagnato da tuoni e lampi che apparivano e scomparivano tra le nuvole. Trafalgar non aveva mai provato la sensazione di stare sotto la pioggia,  almeno fino a quel momento. Durante i temporali si era sempre rifugiato da qualche parte per non bagnarsi. Chiuse gli occhi per un momento e si mise a ascoltare l'acqua che toccava terra provocando dei suoni. Mise in atto alcuni sensi oltre all'ascolto.  Come l'odore,  si mise a annusare l'odore dell'acqua piovana mischiata alla terra bagnata. Aprì la bocca per bere qualche goccia,  si gustò la bellissima sensazione che. Alzò lo sguardo al cielo e alcune gocce gli appannarono la vista. Non appena rivolse il suo sguardo verso il mare in burrasca,  sentì altre gocce scivolargli sulle guance. A differenza delle altre,  queste avvertì che erano calde anziché fredde. Non ci volle molto e Law arrivò a capire che non erano gocce di pioggia,  ma solo misere lacrime nate dai suoi occhi. Dannazione! Si era promesso di non piangere più dopo la morte dei suoi parenti. Ma molto spesso i ricordi tornavano a sfiorargli la mente e prendevano il sopravvento. L'immagine sorridente di sua sorella con dei gelati in entrambe le mani che gli veniva incontro oppure i suoi genitori che lo chiamavano e lui non riusciva a raggiungergli perché  erano solo degli spiriti.
Intanto la pioggia,  si trasformò in un temporale. Da piccolo ne aveva paura e tutte le volte che un lampo appariva nella sua camera,  con uno scatto correva verso quella dei suoi genitori e si infilava sotto le coperte.  Il posto dove si sentiva protetto e suo padre gli diceva di non preoccuparsi.
"Le nuvole stanno solamente piangendo " "Davvero? "
"Si. Sono solamente spaventate dai fulmini".
Adesso che era cresciuto,  sapeva che non era vero. In ogni caso,  voleva continuare a crederci. Il cielo stava solamente piangendo. Sentiva freddo, tutto il mondo lo rabbrividiva,  ma non voleva muoversi. Non aveva intenzione di andare da Doflamingo e sentire le prese in giro del suo clan.
Voleva rimanere seduto e condividere il suo dolore con il temporale. Forse lacrimavano entrambi per la stessa causa,  per le recenti disgrazie accadute. Le sue urla si innalzarono fino alle nuvole grigie e ogni gemito che emetteva,  l'acqua continuava a cadere sempre con più violenza.
"Law!! " il bambino voltò velocemente lo sguardo rimanendo sorpreso. "Cora-San " disse ma lui non lo sentì nemmeno. Bagnato e sporco di fango,  l'uomo si arrampicò con molta difficoltà sulla spazzatura rischiando più volte di cadere. "Che diavolo fai? Scendo io" "No. Rimani lì " ordinò l'uomo allungando il braccio verso il bambino "Potresti farti male".
Ancora?  Ma perché continuava a trattarlo come un marmocchio di tre anni. Sapeva badare a se stesso. In ogni caso,  decise di ascoltarlo e rimase a attenderlo. Corazon raggiunse il piccolo con difficoltà perché metteva il piede sulla parte sbagliata e finiva per cadere giù. Quando arrivò alla cima,  si prese la briga di rimproverare Law. "Ma che diavolo ci fai qui nel bel mezzo di un temporale " "E tu perché diavolo non ti fai i fatti tuoi" fu la risposta di Trafalgar che subito dopo gli diede le spalle. Il biondo sospirò e si rassegnò alla realtà,  Law era così e nessuno avrebbe mutato il suo carattere, ma ciò nonostante,  non aveva intenzione di abbandonarlo. Sentiva il dovere di proteggere quel bambino. "E mi spieghi come ti sei ridotto in questo modo? " "Sono solamente scivolato nel fango" "Tipico " commentò il bambino alzando gli occhi al cielo. Cora-San cercò di ignorare l'umiliazione di Law e cambiò discorso.
"Dai" fece cercando lo sguardo del piccolo "Andiamo a casa" "Io non ci vado lì" disse ribelle il bambino.
"Va bene " confermò Cora-San scrollando le spalle "Ma almeno cerchiamo un riparo. Non molto lontano da qui c'è una casetta abbandonata possiamo andare a ripararci lì ".
Ad un tratto,  Law non sentì più l'acqua cadere sul suo corpo. Sorpreso alzò lo sguardo e non potè fare a meno di notare un mantello bagnato fradicio sulla sua testa che lo proteggeva dalla pioggia. E quello,  non poteva che appartenere a una sola persona.
Cora-San si stava prendendo cura di lui. Era l'unico che lo faceva tra tutti quei maniaci. Trafalgar non riusciva a capire tutta quella gentilezza di Corazon  nei suoi confronti ma specialmente non capiva come era possibile che continuava a guardarlo come una persona. "Che stai facendo? " domandò Law facendo finta di non sapere.
"Almeno sei abbastanza protetto" "Grazie " si limitò a dire il bambino mentre lasciavano la montagna di spazzatura.

***

"Oh no!!" esclamò  Pen sbattendo una mano sulla fronte per la disperazione.
"Non è possibile " continuò Stachi per niente sorpreso.
"Ma perché  tutte le volte la stessa storia! " si lamentò Bepo "Ogni volta quando piove il  capitano si mette sotto la pioggia e rimane fermo come un palo. E poi mi spiegate come fa. Io non ci riuscirei a rimanere come lui in quelle condizioni. Io odio la pioggia mi rovina la pelliccia" "Abbiamo capito " sbottò Penguin alzando le braccia al cielo.
"Capitano la prego torni in cabina. Potrebbe ammalarsi". Ma Trafalgar Law sembrava non ascoltare. Era sul ponte del sottomarino dei Pirati Heart. Le mani erano attaccate alla ringhiera e il suo volto era rivolto verso l'alto. Ascoltava l'acqua che gli scivolava delicatamente sulla pelle e ignorava le continue chiamate dei suoi uomini. Ormai,  ogni volta,  durante un temporale si metteva sotto l'acqua a condividere il suo dolore con le nuvole. Si sentiva confortato perché non era l'unico a soffrire.
Ogni volta,  aspettava qualcuno che lo chiamava e gli metteva un mantello di piume sulla testa proteggendolo. Piangeva per lui. Lacrimava per quella persona che non sarebbe mai più tornata da lui. Mai più.
"Si sente bene?" "Si.. " rispose "La prego venga al riparo o rischia di ammalarsi" "Non preoccuparti Bepo - ya. Preferisco rimanere qui. Io e il temporale abbiamo molto in comune ".
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: LadyGio99