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CHIEDO VENIA!!!!!!!!!!!! Giuro, avete tutto il diritto del mondo di fucilarmi e
falciarmi nella pubblica piazza per l’IMPERDONABILE ritardo!!!
È stato un periodo
assolutamente assurdo tra il lavoro, vari casini quotidiani e
Tra le altre cose in tutto questo
tripudio di fretta e casini non ho neanche il tempo di mettermi qui a
rispondere come sempre a tutti i commenti, ringraziandovi singolarmente per le
recensioni, meravigliose anche quest’ultima volta!
Perciò vi lascio alla
lettura, sperando che questo capitolo vi piaccia, che potrete perdonarmi (sia
per i mancati ringraziamenti ad personam che per
l’imbarazzante ritardo) e che abbiate da parte ancora un po’ di
pazienza!!!^^
GRAZIE A TUTTI PER I COMMENTI E
ANCHE A TUTTI I LETTORI!!!
AleJ
CAPITOLO 15
Ale si guardò
un’ultima volta nello specchio del bagno, passandosi una mano tra i
capelli biondi. Questi gli ricaddero quasi immediatamente sulla fronte e il
ragazzo sbuffò stancamente, arrendendosi all’impertinenza della
sua bellissima chioma.
Sentì un rumore di
passi provenire dalla stanza affianco, e qualche secondo dopo nello specchio
comparve anche la figura di Andrea, che era entrato nel bagno abbracciando il
suo ragazzo da dietro.
Ale gli
sorrise incrociando il suo sguardo attraverso il riflesso dello specchio, e
Andy ricambiò il sorriso.
“Grazie per quello che
stai facendo…” sussurrò il medico baciandogli una guancia.
“Figurati, non
c’è problema…” rispose “E poi a questo punto la
voglio vedere, la sposina da Guinness dei primati!”
“Cosa vuoi
dire?”
“Cornuta prima del
matrimonio?”
Andy rise, nascondendo il
viso nei capelli del compagno. Ale rimase fermo un istante, osservando la loro
immagine riflessa nello specchio… sorrise istintivamente nel guardarsi,
felice e accanto al suo uomo, e pensò che tutti dovrebbero provare
qualcosa di simile, una volta nella vita, tutti avrebbero il diritto di amare
ed essere amati e rispettati.. rispettati.
“..
Andy…”
Andrea, come se gli avesse
letto nella mente, come se annusando il suo profumo fosse stato in grado di
percepire i suoi pensieri e di rifletterci su per qui minuti che erano sembrati
infiniti, per tutta risposta sollevò la testa, e ancora una volta si
guardarono attraverso il riflesso.
“Lo so…”
mormorò “… devo dirglielo…”
Ale chiuse gli occhi un
istante, per poi girarsi verso il compagno e guardarlo negli occhi.. guardarlo veramente.
“..Andrea..
lo so che è una cosa difficile da dire… insomma..’Ehi! Lo so
che sono settimane che ti aiuto ad organizzare il matrimonio, ma sai che ti
dico? Lascialo perdere quello, me lo scopavo!’!”
“Grazie, amore mio..”
“Quello
che voglio dirti è che… non puoi mandarla al macello così! D’accordo, è stupida, petulante e
smorfiosa, ma… non è una persona cattiva. Non ha mai fatto del
male a nessuno, e non si merita questo.. non merita di
sposare un uomo così…”
Andrea rimase immobile un
secondo, con lo sguardo basso e in testa mille pensieri.
La verità era che Ale
aveva ragione. All’inizio lui era arrabbiato, ferito e deluso e quando
stiamo male diventiamo tutti egoisti, quindi al diavolo Monica, Marco, il loro
matrimonio, il giusto e lo sbagliato. Cazzi loro.
Ma ora le cose erano
cambiate.. e non era giusto che Marco la facesse
franca. Mai. Lui doveva pagare, e Monica aveva il diritto di sapere.
Dirle la verità
avrebbe fatto l’una e l’altra cosa.
Quindi non disse nulla. Si
limitò ad annuire, abbracciando Alessandro con tutta la forza che aveva
in corpo, sussurrando un “Grazie.”.
Monica se ne stava seduta su
uno dei divanetti del ristorante con gli occhi che le brillavano, mescolando il
caffè col cucchiaino.
“Oh Ale, non sai
quanto mi abbia fatto piacere conoscerti!” esclamò, posando una
mano sul braccio del ragazzo. “Andrea mi aveva detto quanto eri bello,
ma dal vivo è tutta un’altra cosa!”
Ale sorrise, arrossendo
lievemente. “Grazie, ma non esagerare, sono solo”
“Troppo modesto!!” terminò la frase Monica al suo posto.
-Se dice solo un’altra
parola con quell’odioso urletto giuro che convinco Andrea a non dirle
niente, e che siano cazzi amari suoi!!-
- Cos’è, la
voce stronzetta ha sostituito quella cinica ora che sei innamorato?-
-Zitte tutt’e due!!!-
“Ale?” la voce
di Andrea lo riportò alla realtà. “Tutto bene?”
Il ragazzo sorrise, cercando
di mascherare il più possibile l’allegro teatrino che si stava
verificando nel suo cervello.
“Sì,
certo” rispose.
Un cellulare cominciò
a squillare e Monica, dopo aver guardato il display, ripose sorridendo.
“Amore! Ma dove sei? Avevi detto che ci avresti raggiunto
per il caffè! Sì… sì, certo che lo capisco.
Tranquillo, siamo ancora qui. Va bene, a tra
poco!” chiuse la comunicazione e ripose il telefono nella borsa.
“Sempre il solito
ritardatario!” disse, sollevando gli occhi al cielo con un sorriso.
Andrea e Ale si scambiarono
un’occhiata veloce, che era un mix di sorpresa, agitazione e
insofferenza.
“Ehm..
Monica” cominciò Andrea “non sapevo che dovesse raggiungerci
anche Marco…”
La ragazza mandò
giù l’ultimo sorso di caffè, per poi prendere un profondo
respiro e prendere le mani di Andy tra le sue.
“Tesoro…
“ disse “… ascoltami. Lo so che Marco non ti piace.. non piace a
moltissimi dei miei amici, credimi. Lo posso capire..
è una persona particolare e a volte difficile da comprendere e
apprezzare, ma è l’uomo che amo. E per quanto tutti vi stiate
sforzando di farmi cambiare idea, tra tre giorni io lo sposerò. Non sai
quante se ne sono inventate per farmelo lasciare! Calunnie, storie assurde sul
suo conto, mi hanno detto di tutto! Ma il mio amore per lui è più
grande di qualunque astrusa balla inventata per
dividerci, e qualunque cosa mi dicano, io sabato lo sposerò.”
Andrea deglutì, senza
avere la minima idea di cosa dire. Se le avesse detto tutto, non le avrebbe mai
creduto.
Calunnie, storie assurde… qualunque astrusa balla
inventata per dividerci.
No… era inutile. Senza
contare che Marco stava arrivando, e non era proprio il caso di dirglielo
davanti a lui!
Così si limitò
ad annuire, facendo un sorriso tirato. “Certo… lo posso capire.. Solo che.. ora noi dovremmo andare, siamo di turno. E
magari voi vorrete stare un po’ da soli…” disse, e Monica gli sorrise comprensiva.
“Certo, lo
capisco” rispose “andate pure.. ti chiamo
nel pomeriggio per gli ultimi dettagli.”
Alessandro si alzò
insieme al compagno, per poi chinarsi su Monica e darle due baci sulle guance.
“E’ stato un
piacere, Monica.”
“Mai quanto lo
è stato per me.” rispose lei con un sorriso sincero.
Dopo gli ultimi saluti, i
due si incamminarono verso l’uscita.
“Fantastico!!” esclamò Andy sarcastico, non appena si
furono chiusi nella macchina. “E adesso come faccio??
Non mi crederà mai!”
Ale sbuffò
sconsolato, mentre il compagno metteva in moto.
“Andy dobbiamo fare
qualcosa!” disse, sinceramente preoccupato per tutta quella faccenda. Il
suo carattere per natura buono e dolce gli impediva di rimanere impassibile di
fronte ad una simile situazione.. a maggior ragione
ora che aveva conosciuto la vittima!
Andrea, dal canto suo,
continuava a guidare nervosamente, con gli occhi lunghi fissi sulla strada.
“Lo so…”
rispose, distrattamente “ma non ho idea di cosa fare.”
Ale si passò una mano
sugli occhi, pensando a macchinetta ad un modo per risolvere il problema.
“L’unica
soluzione” cominciò “sarebbe far sì che lo venga a
sapere indirettamente, senza che sia necessario dirglielo in modo
esplicito.”
“Giusto,
ottima idea! Potrei farmi trovare
a letto con Marco, mi daresti il permesso?”
“Non fare il
cretino.”
“Ecco,
appunto. Non c’è
modo che lo venga a sapere, non ci sono indizi!”
Sospirò pesantemente,
facendo manovra per parcheggiare l’auto sotto il suo palazzo, e una volta
terminato il parcheggio spense il motore e la vettura piombò nel
silenzio più totale.
Andrea continuava a guardare
fisso davanti a sé, quasi in trance.
Ale, notando
l’espressione preoccupata del compagno, si slacciò la cintura e si
sporse verso di lui, appoggiando la testa al suo petto.
Andrea chiuse gli occhi,
baciandogli la testa e stringendolo a sé. “La verità
è che, comunque io mi muova, ho torto. Avrei dovuto dirglielo subito,
adesso è troppo tardi! Se glielo dico mi odierà
a morte per tutta la vita, e se non glielo dico ce l’avrà
rovinata, la vita…” sussurrò, tutto d’un fato.
Alessandro gli posò
un bacio delicato sul petto, per poi prendergli il mento tra le dita per farsi
guardare.
“Vedrai che troveremo
una soluzione.” disse dolcemente.
Andrea lo guardò
negli occhi, per poi sorridere debolmente “Grazie.”.