Che cosa ricordi di quella sera?

E' una domanda che mi hanno fatto in tanti, fino allo sfinimento. Come se fosse possibile per una persona dimenticare.

Me l'hanno chiesto fino alla nausea, mio padre, la polizia, i giornalisti, il mio capo; ho risposto a tutti la stessa cosa: tutto.

Ricordo tutto. Ogni dettaglio. Ricordo le urla, la folla di gente che correva senza meta, gli spari e l'odore. Odore di bruciato, odore di paura.

Sono riuscita a dormire solo circa tre ore dopo la tragedia, ero sfinita, mi sono addormentata immediatamente, senza neanche accorgermene e stranamente non ho sognato nulla, ricordo di essermi sdraiata in quel letto di ospedale, alle prime luci dell'alba, con il terrore di chiudere gli occhi e rivedere tutto, ma allo stesso tempo sfinita e in cerca di un po' di pace.

Pace.

La parola più inutile di tutta la storia.

Parliamo tutti di pace, ma nessuno, secondo me, sa davvero cosa sia.

Se c'è una cosa che ho imparato nella mia misera vita da ragazza di ventuno anni è che l'amore è la chiave di tutto. Per quanto scontato, melenso e senza senso possa suonare è così, solo quando amiamo qualcuno ci rendiamo conto che l'amore è l'unica cosa in grado di salvarci.

Io lo so, da quel giorno vivo con questa consapevolezza.

E' questa la cosa più importante che ho imparato: che l'amore è l'unica via.