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Autore: Lily_LunaPotter    21/05/2016    0 recensioni
-Gli occhi color cioccolato di Francesco si erano soffermati su quel sorriso illuminato dal sole, incontrando il verde smeraldo di due iridi incuriosite. I capelli castani chiari della ragazza si muovevano in onde di luce, mentre le lentiggini sulle guance scomparivano nella pelle chiara. Era settembre.
Nessuno dei due si immaginava ciò che sarebbe successo due anni e mezzo dopo, non immaginavano che sarebbero accaduti quei fatti. Semplicemente, non credevano che loro sarebbero successi, l'uno nella vita dell'altra.
Ma il destino è imprevedibile, e questo l'avrebbero imparato.-
Ve lo ricordate il vostro primo amore? Il batticuore, l'ingenuità. Ciascuno di noi può dire di essere stato innamorato, di amare. Però da piccoli è tutto così strano, diverso. Crescendo, si impara ad amare. Crescendo insieme, si impara a vivere.
La prima volta che si erano parlati, avevano entrambi undici anni. Ed a undici anni l'amore non sai neppure cosa sia, credi che possa somigliare a quello delle serie tv, sogni il principe azzurro. Loro erano amici, anche se tutti pensavano che fossero di più. Ma ad undici anni, chi crede alle voci? Se ne erano accorti anni dopo, che il loro inizio era molto prima.
Spero che vi piaccia ❤️
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Spero vi piaccia.♥
Guardando fuori dalla finestra della sua classe, Ginevra sospirò.
Erano da poco passate le dieci e l'ora di francese era stata annullata, sostituita da un'insegnante severa che li aveva obbligati a lavorare da soli. Uno strano silenzio, carico di stanchezza e noia, avvolgeva tutti i rumori, attutendoli dolcemente, ma ogni tanto una sedia si spostava o un quaderno veniva chiuso con troppa foga, causando la distrazione dei suoi compagni.
Ginevra seguì il movimento delle foglie sugli alberi, piccoli pezzi di puzzle colorati su uno sfondo luminoso e triste, ed il cielo come la tavolozza di un pittore che amava il grigio, lilla ed il bianco sporco, un insieme di drappeggi soffici.
Ad un tratto, sentì qualcuno che le toccava una spalla, si voltò ed incontrò gli occhi sorridenti di Francesco.
Negli ultimi due mesi, il loro rapporto era diventato un legame giocoso, qualcosa di leggero che ad entrambi faceva piacere vivere, e quando tra loro c'erano i contatti fisici più insignificanti, Ginevra era felice.
Si trattava di gesti come due mani intrecciate, sfioramenti casuali e risate sincere che facevano riflettere e sorridere, poiché la mancanza che aveva sentito l'anno passato era stata colmata.
Nessuno impediva loro di divertirsi ed essere amici, neppure Milena, che le lanciava sguardi di fuoco ma era impotente poiché l'ennesima rottura tra loro, stavolta duratura, gravava sulle sue spalle.
Nessuno tranne la professoressa che, accortasi del gesto, si era alzata in piedi per rimproverarli, senza essere però notata dagli alunni.
Era una donna di sessant'anni circa, robusta ed amante dei gatti, e tutti loro la prendevano in giro per i suoi abiti strani come il pullover rosa a tre code, cioè un povero ed innocente capo d'abbigliamento a cui aveva applicato tre grandi cilindri di pelliccia che si muovevano ad ogni passo.
A quel punto, dopo che loro avevano ignorato i suoi rimproveri, la sua faccia aveva iniziato a gonfiarsi ed arrossire ovunque, facendola assomigliare ad una caricatura, e la professoressa si era ancorata alla sedia con le mani, sollevandola da terra ma restandovi seduta con tutto il suo peso.
Le risate cessarono di colpo, lasciando il posto ad un silenzio incredulo e scioccato, mentre la mano di Ginevra trovò le dita di Francesco, stringendole senza accorgersene.
Quel contatto li fece rabbrividire ed arrossire, gesto che non sfuggì alla vecchia volpe, la quale decise di rovinare il momento cacciandoli fuori dalla classe senza troppi complimenti.
Una volta in corridoio, l'imbarazzo era palpabile, e la magia svanita, mentre il ticchettio dell'orologio segnava il conto alla rovescia per la campanella, e dalle aule vicine giungevano i rimproveri e le spiegazioni di professori esausti.
Non era la prima volta in cui tra loro succedeva qualcosa di simile, anzi. Spesso qualcuno interrompeva le situazioni più dolci con commenti ed azioni inopportuni che sembravano catturare il coraggio e la leggerezza di ciò che stavano vivendo, portandoli ad una separazione colpita dal gelo che li avvolgeva.
Era novembre. Un anno prima erano giunti alla fine, pensò Francesco. Era cresciuto, aveva capito di aver perso con la sua scelta sbagliata, non solo qualcosa ma qualcuno, ed era pronto a lottare per essere il primo a far sorridere Ginevra.
Prima di tutto però, doveva dimostrarle che voleva davvero diventare importante per lei, e non era semplice. Certo, la conosceva da mesi, ma vera qualcosa che li bloccava, che lo bloccava.
E fu in quel corridoio del primo piano, seduto sulle scale, che prese la sua decisione: avrebbe parlato con lei.
Ma si sa, che a parlare sono tutti bravi, a giurare tutti pronti, ad agire tutti già in fila per gli altri due, e Francesco non era da meno.
Suonata finalmente la ricreazione, furono entrambi raggiunti dai loro amici, che portarono confusione e che -strano vero?- li separarono. Una Milena insistente si avvicinò al ragazzo, armata di sicurezza e certezze che da sola si era procurata, restando perciò stupita dal rifiuto che ricevette.
A seguire la scena da lontano, c'erano Ginevra e Carlotta.
Si conoscevano da nove anni, fin da quando erano piccole e chiacchierone, con i capelli raccolti in due trecce ed il sorriso sulle labbra, ma alle medie si erano ritrovate, più cresciute e, con il tempo, più unite e pronte ad affrontare professori e compagni diversi, come se non ci fosse differenza.
Carlotta era stata la prima a cui Ginevra aveva rivelato il nome di Francesco dopo un interrogatorio, ed un po' alla volta avevano riallacciato quel legame che il tempo avrebbe reso indissolubile emotivamente.
Con le sue risate, le sue cavolate, la confusione e la leggerezza, Ginevra stava bene, ed evitava di pensare a quei due.. troppo vicini per i suoi gusti.
Quando fu il momento di separarsi e raggiungere ciascuna la propria classe, la testardaggine e l'orgoglio presero il sopravvento, e la ragazza salutò l'amica dicendole che con Francesco non avrebbe più parlato per quel giorno. Non sapeva di sbagliarsi, sia a dirlo che a fare quella scelta, ma lo avrebbe scoperto presto.
A nulla servirono i bigliettini e le insistenze, le urla dei professori "Francesco lascia in pace la tua compagna!", ed i tentativi di mediazione dei compagni: Ginevra si era chiusa in un ostinato silenzio, fatto di pensieri e ragionamenti contorti sul perché continuasse a stare con lei e provarci se ancora amava Milena.
Tornata a casa, fece pranzo con lo stomaco chiuso, nonostante i morsi per la fame che le sei ore di scuola* le procuravano, poi si sedette sul letto ed iniziò a scrivere a Carlotta, programmando anche un'uscita futura, ma la risposta fu coperta dall'avviso di chiamata di Francesco.
Rispose, per intimargli di lasciarla in pace, ma il suo "Ti prego vai in chat e leggi i messaggi che ti ho scritto" la spiazzó. Quei messaggi cercava di ignorarli da ore.
Ciò che lesse la lasciò, se possibile, ancora più interdetta.
-Ginevra- iniziava.
-Posso chiederti una cosa?-
-È importante per me...-
-Sei innamorata di me?-
-Ti prego rispondi, perché io.. io si.-
La ragazza rimase a fissare lo schermo del cellulare a lungo, con lo "sta scrivendo" bloccato sulla tastiera ed il cuore a mille.
Forse, dopo tutto quel tempo, sarebbe potuta essere felice con colui che un anno prima le era entrato nel cuore senza che se ne accorgesse.
Con questi pensieri in testa e le mani tremanti, scrisse un semplice "si..", poi fece per inviare, ma l'arrivo di un nuovo messaggio la bloccò.
Uscì dalla chat, lontano da quell'online in attesa, e lesse ciò che lei le aveva scritto.
No, non era possibile. Era uno scherzo, ci doveva essere una spiegazione...poi lo screen che Milena le inviò cancellò ogni dubbio.
Stupida si disse.
E le lacrime premettero per uscire.

*Allora...sei ore di scuola perché la protagonista va a scuola dal lunedì al venerdì ma dalle 8 alle 14..non so se per voi fosse lo stesso. A presto.♥
   
 
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