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Autore: Winry977    22/05/2016    0 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/La_collina_dei_papaveri]
Dal film di animazione "La collina dei papaveri" di Miyazaki.
Che vita si potrà mai condurre all'interno del Quartier Latin, dopo le ore scolastiche? Il punto di ritrovo di molti studenti appassionati, affascina e attrae tante nuove personalità, ognuna da scoprire singolarmente. C'è chi cerca cultura, chi cerca solitudine o persino passione; niente che al Quartier Latin non si possa trovare.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La prima volta che varcò la soglia del Quartier Latin, Marienne era rimasta affascinata e impressionata allo stesso tempo.

Forse per via della polvere e del disordine, d'altro canto l'edificio era popolato fondamentalmente da ragazzi, ma ciò che le era piaciuto non appena ne aveva varcato la soglia era stata l'aria di cultura e di vissuto che travolgeva chiunque; era come se l'edificio pulsasse di vita. Ogni discussione, ogni voce che rimbombava per le scale del Quartier Latin faceva venire voglia di iscriversi ad ogni club.

In un certo senso, Marienne si era subito sentita a casa entrandoci. Era la stessa sensazione che le dava entrare in una biblioteca.

-Oi!- si sentì chiamare.

Non si era resa contro di essersi imbambolata a fissare l'enorme struttura che si ergeva attorno a lei, così come non si era accorta del ragazzo occhialuto che da un piccolo soppalco la stava fissando incuriosito della sua presenza.

-Hai bisogno di qualcosa?

In realtà non sapeva perché era entrata lì dentro. Quel pomeriggio, una volta finite le lezioni, Marienne non aveva avuto alcuna voglia di tornare a casa e così aveva cominciato a girovagare per la scuola, alla ricerca di qualcosa di più interessante. Anche perché, sola com'era, non aveva di meglio da fare.

-Ehm…- cominciò. Forse le serviva una buona scusa per poter restare lì. In effetti, rifletté, non sapeva se si poteva stare lì senza essersi iscritti a qualche corso. -Vorrei iscrivermi a qualche corso, ma non so quale, potrei fare un giro?

La perplessità e la curiosità crebbero nello sguardo nascosto dalle grandi lenti del ragazzo, ma acconsentì.

Bene, si disse, guardandosi attorno. Da dove avrebbe potuto cominciare? L'edificio aveva così tanti piani che se fosse dipeso da lei, ne avrebbe esplorato uno per giorno. Beh, pensò, cominciamo dal piano terra.

Entrando, aveva attraversato un piccolo corridoio, pieno di oggetti di studio e di cose inusate che in quel momento proprio non avrebbe voluto toccare. Non davano proprio il senso del pulito. Invece, nella sala in cui si trovava, che doveva essere il cuore della struttura, erano ammucchiate cose ben più interessanti: libri, pergamene, strumenti per l'osservazione delle stelle o di qualche altra materia scientifica…

Si sarebbe soffermata a studiare un qualsiasi oggetto lì presente, ma l'idea di essere iperscrutata dal ragazzo occhialuto sul soppalco non la ispirava per niente.

Alla fine optò per salire la prima rampa di scale, la cui prima tappa era il club di filosofia. Club per così dire, considerato che si trattava di uno stanzino in legno costruito su uno scalino più ampio rispetto al resto delle scale (così come altri club). Si e no, avrebbe potuto occupare tre metri quadrati. Non ebbe nemmeno il tempo di bussare sul legno sgualcito dal tempo, che la tenda che fungeva da porta fluttuò nell'aria con un movimento brusco e ne uscì un ragazzo alto almeno il doppio di Marienne. -Benvenuta!

Le era quasi preso un colpo. -Sei qui per unirti al mio club, vero? Di cosa ti andrebbe di discorrere?- il tipo era così incalzante che Marienne non aveva nemmeno il tempo di rispondergli. -Potremmo iniziare da Talete di Mileto sino ad arrivare ai giorni nostri, o magari ti interessa qualche filosofo in particolare? Come Hegel, per esempio, oppure…

Un forte rumore proveniente dal piano superiore lo interruppe. Una porta sbatté e dei piedi corsero frettolosi giù per le scale, ma come se la vista di una ragazza li avesse impressionati, si fermarono di botto. -Oh, qualcuno è rimasto intrappolato, qui!- si trattava di un gruppetto di chimici, sopra le divise indossavano dei camici e, in viso, delle mascherine.

-Dannati, come osate…

-Tutti giù!- esclamò l'ultimo della fila, inducendo gli altri a scendere più vicini al ragazzo filosofo e a Marienne; uno di loro, poco più alto, si mise tra di loro, e coprì la ragazza con un braccio, avvicinandola a sé. -Ma che…- si sentì un tonfo provenire dalla stanza di sopra, e poi una nuvola di gas arancione invase tutto il corridoio, sino a scendere su di loro, facendoli tossire.

-Oh voi chimici…- borbottò il filosofo tra un colpo di tosse e l'altro.

Il ragazzo che si era frapposto tra lui e Marienne scrutò prima lei, incuriosito, poi ammiccò e si rivolse all'altro. -Non ti preoccupare, l'arancio svanirà in un paio di giorni!- e ridacchiando salì su per le scale, trascinando con sé la ragazza, mentre il filosofo si era rinchiuso preoccupato nel suo piccolo antro. -Scusa per prima, è che il mio collega la tira un po' per le lunghe di solito.

-Oh, grazie, io…

-Ora va! E poi fai una visita anche da noi!- e sghignazzando con i suoi colleghi rientrò nella stanza da cui era uscito il fumo arancione.

-Mi sento più confusa che persuasa- si disse tra sé e sé Marienne, ma proseguì comunque.

Quasi non inciampò negli scatoloni e nei libri sparpagliati per terra, che tracciavano una scia verso il club di poesia, da cui si udivano delle voci intente a recitare dei versi. Ma quello non era di certo il genere di club a cui avrebbe preso parte, perciò lo oltrepassò senza alcuna cura.

Continuando a salire si imbatté in club o studenti piuttosto insoliti, sia per i tipi di club, sia per come erano integrati all'edificio -alcuni consistevano in tende, altri in stanzini, anch'essi in legno, che avevano l'aspetto di piccole abitazioni. Qualcuno aveva interrotto il proprio lavoro, curioso di capire chi fosse e cosa ci facesse lì, qualcun altro aveva tentato un vago approccio, ma Marienne non si era dimostrata più loquace di quanto non avesse fatto coi chimici del primo piano. Tuttavia, era comunque riuscita a dare uno sguardo a buona parte dei club, eppure nessuno era riuscito a interessarla più di tanto.

Il club di letteratura era affascinante, così come quello di arte, ma Marienne, per la prima volta in vita sua, si accorse di quanto lei potesse essere pignola in fatto di avere compagnia. Era stata da sola sin dal momento in cui si era trasferita in quella scuola media superiore; la cosa non le dispiaceva poi così tanto -fatta eccezione per alcuni momenti di crisi-, anzi si trovava meglio. La vitalità degli altri la contagiava anche senza doverci avere a che fare, ed il Quartier Latin era il posto perfetto in fatto di produttività. Quindi aveva solo bisogno di un posto in cui potesse restare da sola, ma anche dare sfogo alla sua creatività.

Continuò a salire le scale, nonostante più salisse, più si facevano scricchiolanti, finché, sempre tra la polvere ed il disordine, non trovò un'aula vuota. Al solito, la stanza sembrava fungere da ripostiglio, nonostante tutto il Quartier Latin si potesse considerare un enorme ripostiglio in quello stato, ma la cosa che attirò di più la sua attenzione fu un pianoforte posto al centro della stanza.

Appoggiati alle pareti c'erano altri strumenti, come un violino senza corde ed un sassofono semi smontato, mentre il pianoforte era circondato da ogni angolazione da montagne di spartiti. Quasi le mancava il fiato per l'emozione. A lato degli infissi della porta, era affisso un foglio di carta, quasi del tutto strappato, dove era scritto che quella era l'aula di musica. Eppure era strano che non ci fosse nessuno a suonare, considerata tutta quella vivacità.

Entrò, quasi in punta di piedi, e dopo aver scrutato in lungo e in largo la stanza, prese posto allo sgabello di fronte al pianoforte. Fece un respiro profondo, stirò le dita e cominciò a suonare.

  
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