Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: NorthStar    22/05/2016    8 recensioni
La prima volta che la vedi hai l’impressione di averla già vista.
E’ già successo, innumerevoli volte, di imbatterti di nuovo con gente che hai conosciuto in giro per il sud est asiatico.
C’è una strana tendenza a ritrovarsi continuamente anche a distanza di mesi, come con quella Monique che continuavi a incontrare ovunque andassi e quasi pensavi fosse un segno del destino.
Ti sbagliavi, perché questo lo è.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Passi i primi dieci giorni nell’interno, tra le foreste, i templi e le colline lussureggianti.

Hai bisogno di ritrovarti.

Di schiarirti le idee.


Fai lunghissime passeggiate ogni giorno.

Pensi a Finn, sì.

Ma soprattutto pensi a Lei.

 

Tieni quel libro sempre nel tuo zaino, di tanto in tanto ti siedi a leggerlo.

Lo hai imparato a memoria, ormai.

 

Quando sei stanca delle foreste, scendi lungo le coste e raggiungi le città affollate e le spiagge da sogno.

 

Non hai dipinto molto, ma non fa niente.

Non è per dipingere che sei tornata.


Cerchi di assorbire colori e profumi e rumori.

Cerchi di assorbire la gente, la vita, che ti scorre attorno.


Cerchi sempre qualcosa.

 

Qualcuno.

 

Forse.

 

___________________________________________________________________________________

 

Durante la tua penultima sera in Thailandia, quando a malincuore stai per ritornare a casa, conosci un gruppo di ragazze Neozelandesi.

 

Sono ubriache, rumorose e assolutamente spensierate.

Sono assuefacenti.


Ti sembra di rivederti.

Libera e felice.

Felice, soprattutto.

 

Ti convincono a fermarti a bere con loro e accetti perché, che diavolo, che male può farti?

Tra una chiacchiera e l’altra, non sai nemmeno come dato che non sei assolutamente ubriaca, decidi di stracciare il biglietto aereo di ritorno.

La mattina dopo ti imbarchi con loro.

Non sai nemmeno dove sono dirette.

 

Quando atterri e riconosci l’aeroporto Ngurah Rai, di Densapar, quando respiri quell’aria familiare, così densa di ricordi, capisci che non eri assolutamente pronta per tornare a casa.

 

_______________________________________________________________________________________

 

Bali ti sembra diversa.

La gente, la spiaggia, le bancarelle.

Persino le scimmie sembrano aver perso interesse nei tuoi pennelli.

 

Forse sei solo tu ad essere diversa, ma non riesci più a godere delle piccole cose.

 

Ciò nonostante, esci tutte le sere.

Non riesci a privarti della dolce illusione di vederla tra la gente.

Come quella prima volta.

Esci solamente per il brivido di quei centinaia di volti che si accalcano per le vie, per l’abbaglio che possono darti dei capelli castani al vento, un viso scolpito fra la folla, degli occhi più verdi della foresta di prima mattina.

Qualche volta riesci quasi ad ingannarti.

 

 

 E per un po’ ti basta.

 

____________________________________________________________________________________

 

 

Ogni sera Finn ti chiama.

E’ gentile, è paziente, ti dice di prenderti il tuo tempo.

Chiude sempre la telefonata con un “ti amo” e un “mi manchi”.

 

Ti cominci a domandare perché sei a Bali.


Cosa ci fai a Bali?

 

Dentro di te conosci la risposta.

Ma ti sembra di essere in cerca di un fantasma e lo sai: non è più tempo per sperare l’impossibile.

 

 

Prenoti un biglietto.

Ti restano dieci giorni a Bali.

 

Cerchi di farli valere.
Ti svegli presto, ogni mattina, inforchi la tua bicicletta e vai a cercare un bel punto d’osservazione dove dipingere.

Ma continui a non riuscire a dipingere..

Nulla.

 

Non ce la fai.


E sai perché.

 

 

_____________________________________________________________________________________

 

Meno sei giorni.

 

E’ una giornata piovosa e non esci di casa prima del pomeriggio.

Raccogli lo zaino e ti aggiri confusa per una Densapar inspiegabilmente silenziosa e desolata.

Non ti era mai successo prima e ti addentri fino ai quartieri più popolari per cercare di capire cosa stia succedendo.

 

C’è un'unica vetrina aperta nel centro di Denpasar.

Una mostra fotografica, apparentemente, intitolata “Breathtaking landscapes”, “Panorami mozzafiato”.

Ti incuriosisce ed entri a osservare gli scatti appesi con una perfetta simmetria sulle pareti.

 

Sono delle belle foto.

Tutte scattate a Bali.

Tutti posti che conosci.

 

Sei arrivata quasi alla fine del percorso quando noti un particolare.

 

Ci sei tu.

 

Tu.

In una foto.

 

 

Di fronte ad un tempio che conosci fin troppo bene.

Un pennello in bocca e lo sguardo concentrato su un disegno molto familiare.

 

Tu, sei un panorama mozzafiato.

 

 

“Salve, posso aiutarl-” senti alle tue spalle e ti pietrifichi.

 

Riconosci immediatamente la sua voce.

Come non potresti?

L’hai fatta risuonare infinite volte nella tua testa.

 

 

Non riesci a rispondere, non riesci a respirare, non riesci a credere sia possibile.

Vorresti prenderti a schiaffi e svegliarti subito perché non puoi, non puoi, sopportare un altro sogno con lei.


“Clarke?” prova appena.

 

“Oh mio dio-” sospiri.

E’ davvero Lei.

 

E dopo tanto sperare è a qualche passo da te.

 

Ti volti lentamente e per un attimo dimentichi come si respira.

Non è cambiata per niente.

E’ solo vestita diversamente.


E’ più posata, più seria, più donna.

Non è più la ragazza che hai conosciuto un anno e mezzo fa e ti domandi se le fai lo stesso effetto.

 

 

Ti guarda come se potessi sparire da un momento all’altro.

 

Vorresti dire tante cose, vorresti dire qualcosa di arguto ma la tua mente è sovraccarica di pensieri.

 

“Come- come stai?” domandi.

“Uhm… Sto bene.” Risponde e fa qualche passo verso di te “Tu?”

“Bene, anch’io.”

Cala il silenzio e non riesci a sopportare la tensione che c’è fra di voi.

“Io ho il tuo libro.”

Dici la prima cosa che ti viene in mente e subito dopo vorresti sotterrarti dalla vergogna.

 “Oh…” sospira e lentamente la vedi sorridere.

Sorride talmente tanto che gli occhi le si chiudono ed è adorabile.

Scoppi in una risata e abbassi lo sguardo perché è troppo.

E’ semplicemente troppo.

Troppo.


Restate a guardarvi, a sorridervi, per qualche lungo secondo.

 

“Stavo per chiudere. Avevo dimenticato che oggi è il Nyepi day, non verrà nessuno.  Beh, nessun altro.” Sorride.

“Nyepi day?” domandi confusa.

“Mai sentito?”

“No.”

“E’ l’ultimo dell’anno. Il giorno del silenzio e della meditazione. E’ usato per riflettere sulla propria vita e su quel che se ne vuole fare. ”

“Quanto mai appropriato.” Sospiri appena.

“Sono stupita che nessuno ti abbia fermato per strada, non dovresti nemmeno essere in giro.”

“Davvero?”

“C’è una sorta di coprifuoco dalle sei della mattina alle sei della mattina dopo. Non si può lavorare, uscire, guardare la tv o accendere la radio.  Non si può nemmeno fare sesso.  E i vigilantes hanno il compito di scortare in commissariato chiunque violi le leggi della festa. L’unica eccezione sono i centri turistici dai quali non si può uscire, comunque.”

 

Bene, pensi fra te e te.
Come torni a casa ora senza rischiare di essere arrestata?

“Puoi stare qui.” Propone Lexa, come se ti avesse letto nel pensiero “Insomma, in un certo senso devi restare qui, ma volevo essere educata.”

“Vivi qui?”

“Al piano di sopra.”

“Oh, ok.” Annuisci.

“Vieni, andiamo.” Ti sorride e ti guida nel retro del locale, verso delle scale sgangherate.

 

L’appartamento è semplicissimo.

C’è chiaramente il tocco di Lexa nell’arredamento, che però mantiene un piacevole equilibrio tra occidente e oriente. 
Ci sono piante e foto, ovunque.
Su ogni superficie.


Dalla piccola sala da pranzo noti immediatamente l’immensa finestra che si apre verso il mare, in quella che dev’essere la camera da letto.

“Non è niente di ché, lo so-”

“E’ bellissimo, qui.”

Cominciate a parlare nello stesso istante, vi guardate e sorridete.


“Hai una casa molto bella.” Ricominci.

“Lo dici solo perché ti sto ospitando…”

“E tua? L’hai comprata?”

“Si.”

“Quando?”

“Un anno e mezzo fa.” Replica abbassando lo sguardo.

“Oh.”

“Già…” annuisce per poi domandarti.

“Quindi ora vivi qui?”

“No, non proprio.”

“Devo farti proprio tutte le domande o riuscirai finalmente a dirmi qualcosa di te?”

“Ci vorrà un po’.”

“Abbiamo fino alle sei di domattina, ricordi?”

 

 

Stavolta ti parla di lei, davvero.

E’ un fiume in piena e vorresti che non smettesse mai di parlare.

 

Ti racconta di tutto.

Tutto.

Della sua infanzia, della sua famiglia, dei suoi amici.

Dei suoi studi e dei suoi viaggi.

Ti racconta del suo lavoro e dei suoi progetti, ti racconta cosa ha fatto in quest’ultimo anno e mezzo.

Soprattutto, ti racconta di come si è ritrovata a Bali, con te.

Aveva accettato un servizio fotografico per una rivista di viaggi e lo aveva preso come un segno del destino.

Un viaggio per guarire dalla depressione in cui era caduta dopo la morte della sua fidanzata, un paio d’anni prima.

 

Non fai domande in proposito, non ne hai coraggio.

Ripensi a tutti i momenti con lei e tante cose, ora, hanno un nuovo e chiaro significato.

Ma non dici nulla, non osi.

 

“E tu?” domanda “Cosa hai fatto in quest’anno e mezzo.”

“Io-… Io ho lavorato tanto.  Ho dipinto davvero tanto e ho organizzato diverse mostre. Sono tornata perché sto attraversando una crisi artistica.”

“Ovvero?”

“Non riesco più a dipingere.”

“Cavolo, mi spiace.” Replica sinceramente dispiaciuta “E le mostre che hai fatto… quelle sono andate bene?”

“Molto.”

“Hai esposto il quadro del tempio?”

“No, quello è un pezzo che ho tenuto per me.” Sorridi “E’ stato appeso nella mia camera da letto per molto tempo.”

“E dov’è ora?”

“Nella mia nuova camera da letto.”

“Ti sei trasferita?”

“Convivo col mio fidanzato.”

“Beh… Congratulazioni!” Risponde con falso entusiasmo e abbassa lo sguardo.

Non sai cosa dire.

 

Ci pensa Lei a salvare la situazione.

 

“Hai fame?”

Nemmeno un po’, in verità, ma faresti qualunque cosa per saltare l’argomento Finn ora come ora..

“Si.” Replichi cercando di abbozzare un sorriso.

“Vieni, prepariamoci qualcosa.”

 

La segui in cucina cercando di dimenticarti di tutto.
Chi sei, cosa fai, con chi vivi.


Cerchi di vivere questo momento come lo avresti vissuto un anno e mezzo fa.

Inutilmente.

Lexa fa del suo meglio per non far mai cadere l’argomento ed è così strano.
Proprio Lei che riusciva a stare zitta per ore.

Proprio Lei che centellinava le sue parole come fossero un regalo da fare a pochi.

E’ la stessa che ora parla del tempo e dell’economia e di un gruppo di cantanti inglesi a te sconosciuti come se le interessasse davvero qualcosa.

 

Erano così piacevoli i vostri silenzi, pensi.

Cosa è cambiato?

 

Avete finito di cenare e la notte è ormai scesa su Densapar quando il tuo telefono squilla.

Finn, mostra il display.

“Perdonami, devo rispondere. E’ il mio fidanzato.” Spieghi, alzandoti.

“Fa pure, ti aspetto di là.” Replica.

“Non c’è bisogno-” provi, ma ti interrompe con un sorriso malinconico e con un “Si, ce n’è bisogno.”


“Hey Finn.” Rispondi con un sorriso istintivo.


Non ascolti una sola parola di quel che dice Finn.

Continui a guardare Lexa con la coda dell’occhio.

 

E’ seduta sul divano, lo sguardo rivolto a terra.

Scioglie i capelli e per un attimo la rivedi nella folla di Densapar, zaino in spalla, shorts e costume che si intravede sotto la canotta.

 

“Si, si.  Ti sto ascoltando ma devono esserci dei problemi con la linea.” Menti “Mhmh, si.  Ok.  Anch’io.  Buonanotte Finn.”

Chiudi la telefonata e prendi un lungo respiro cercando di ricomporti prima di tornare da Lexa.

 

“Eccomi.” Esordisci con un sorriso, ma Lexa non alza lo sguardo.

“Lexa?” provi.

Aspetta ancora qualche secondo prima di alzare lo sguardo, poi scuote la testa, come se volesse dimenticare qualcosa, e ti dice “Vuoi vedere Bali come non l’hai mai vista prima?”.

“Assolutamente.”

“Vieni con me.” Sorride e la segui verso la camera da letto.

Lo sguardo ti cade istintivamente sulla finestra, ma Lexa ti dice subito “No aspetta, voltati, non guardare.”

 

La senti chiudere le persiane, poi ti sussurra appena “Chiudi gli occhi.”.

Obbedisci e ti prende per mano.
E’ la prima volta che vi toccate da quando vi siete rincontrate e la tua pelle brucia.

 

“Ok, ora puoi aprirli.”

 

Bali nella tua testa è sempre stato un agglomerato di rumori assordanti, luci abbacinanti, colori cangianti.

Bali, oggi, sembra il dipinta con la tecnica del puntinismo.

 

Milioni e milioni di piccolissime luci fluttuanti che illuminano appena le silhouettes delle case, delle strade, delle spiagge.

Solo la luna è visibile, col suo riflesso sul mare.

 

“E’ bellissimo.”

E’ l’unica cosa che riesci a dire, con un filo sottilissimo di voce.

 

“Sapevo che lo avresti apprezzato.” Replica con un sorriso, avvicinandosi a te.

 

Restate in silenzio per qualche minuto e ti dici che forse la Lexa che conoscevi c’è ancora da qualche parte.

 

“Lo ami?”

Domanda all’improvviso, ma non ti volti a guardarla.

“Si.”

Rispondi dopo qualche secondo di silenzio.

“E sei felice?”

Aggrotti le sopracciglia e la guardi, quasi ti avesse offesa.

“Lo amo.” Ripeti.

“Le cose non sempre coincidono.” spiega.

 

Scuoti la testa, incredula.

Incredula del fatto che proprio Lei ti stia facendo questa domanda.

 

“Quindi è un no?”

“Non sono affari tuoi.”

“Si, invece.” Insiste “Voglio saperti felice, Clarke.”.

“Tu lo sei?” replichi veloce.

“Da quando ti ho incontrato.” Replica in un battito “Per tanto tempo ho creduto che fossi uscita dalla depressione grazie al De brevitate vitae.  Per tanto tempo mi sono detta e ripetuta che era tutto merito di quel libro.  Poi ho dato il merito a Bali. Il viaggio miracoloso che mi ha salvato la vita. Solo poco tempo fa ho capito la realtà delle cose.”

“Lexa, ti prego, non-”

“Il merito è tuo.” Sospira appena avvicinandosi.

Chiudi gli occhi e cerchi di non lasciarti influenzare dalla sua vicinanza, dal calore del suo corpo così vicino al tuo.

“Lexa- Lexa non posso-”

Ti ignora e si avvicina ancora un po’.

Senti il suo respiro sul tuo volto, ma lì si ferma.

“Ti prego, ti prego, permettimi di baciarti.”

“Lexa-”

“Ti prego, non chiedo altro.”

 

Lo sai che è sincera.

Sai che si limiterebbe davvero a baciarti.

Il problema non è lei, infatti.

Il problema sei tu.

Tu non saresti in grado di fermarti.

 

La decisione è nelle tue mani.

 
E non sei disposta a torturarti per il resto della tua vita con un nuovo “cosa sarebbe stato se-?”.

 

Quindi sei tu che finisci per baciare Lexa.

E questo bacio non ha nulla a che vedere con quello sotto il pontile.

Nulla.

Non il sapore, non la dolcezza.

 

E’ rimpianto.

E’ istinto.

E’ desiderio.


E’ tutto quello di cui avevi bisogno e non ne avevi idea.

 

Non sai chi delle due trascina l’altra sul letto.

Sai solo che senti il tessuto della tua maglietta strapparsi e finire in terra e non te ne importa assolutamente nulla.

 

Aiuti Lexa a sfilarsi la camicia e i vostri sguardi si incontrano: in tanti anni a studiare arte ed estetica, non avresti mai pensato che un paio di occhi lucidi e un sorriso sulle labbra potessero essere l’emblema della vera bellezza.

 

Lexa è ovunque.

E’ tutto quello che riesci a sentire, vedere, toccare.

Sulla tua pelle, sulle coperte che hanno il suo profumo, nelle tue orecchie, nella tua testa.

Lexa è ovunque e non è abbastanza.

 

Vuoi perderti dentro di lei e dimenticare tutto il resto.

Vuoi morire per opera delle sue mani, delle sue labbra.


Vuoi avere tutto di Lei e darle tutto di te.

Vuoi fermare il tempo e ignorare la primissime, vacue, luci del crepuscolo che appaiono sull’orizzonte alla finestra.

 

Vorresti non aver perso tanto tempo.

 

_______________________________________________________________________________________

 

Quando apri gli occhi non è ancora davvero giorno.

Ti allunghi fino a guardare l’orologio sul comodino e Lexa ti tira nuovamente a sé, stringendoti forte, baciandoti la spalla.

“Non ci pensare nemmeno.”

“A cosa?”

“Ad andartene.”

“Non volevo andarmene. E anche volendo, non potrei ancora farlo.  Sono le cinque e trenta, violerei la legge del Nyepi day…”

“Legge che mi hai tra l’altro fatto violare…” sospira ad occhi chiusi con un sorriso che senti sulla tua pelle

“E aggiungerei ripetutamente.”

Sorridi e ti volti tra le sue braccia.

Apre gli occhi quando sente un tuo bacio sul naso e sorride, sorride, sorride ancora.

 

Ha qualcosa di miracoloso vederla sorridere così tanto.

Non ti stancheresti mai.

 

“Per quanto mi dispiaccia dovermi privare della tua presenza, sento l’obbligo di avvertirti che stai per assistere alla più bella alba della tua vita e dovresti approfittarne…”.

“Credi che dovrei dipingere?”

“Magari potrebbe essere la soluzione al tuo blocco creativo…” suggerisce.

 

E ha ragione.

 

Ti alzi e fissi velocemente il cavalletto ai piedi del letto.

Ti siedi e cominci a disegnare.

 

Ritrai l’alba, mentre Lexa dipinge carezze sulla tua schiena e ti guarda in un reverente e adorante silenzio.

 

 

Passi due ore ancora a dipingere.
Disegni, tutto quello che ti passa per la testa che, due volte su tre, significa Lexa ma va bene così.


Tornate sotto le coperte, proprio quando Denpasar riprende vita.

E non solo Denpasar.

 

______________________________________________________________________________________

 

Non parlate molto.

E non solo perché siete occupate la stragrande maggioranza del tempo a recuperare quello perduto.

 

E’ come se ci fosse un implicito accordo tra di voi.

Lasciate che i giorni passino senza mai farvi domande troppo ingombranti e spaventose.

 

 

Il momento però arriva e, ovviamente, non sei preparata.


E’ il tuo penultimo giorno a Bali.

L’ultimo tramonto.

 

“Non dovremmo vedere il tramonto da qui, sai?”

“Perché?”

“Perché questa spiaggia è maledetta.  O forse era il tempio… Non ricordo, ma ad ogni modo non dovremmo vedere il tramonto da qui.”

“Di cosa stai parlando?” sorridi divertita.

“C’è una maledizione su questa spiaggia.  Le coppie che guardano in tramonto da qui finiscono sempre per lasciarsi entro poco tempo.”

“Noi non siamo una coppia…” osservi amaramente.

“Lo so questo, ma non sono disposta a rischiare.” Insiste prendendoti per le mani e tirandoti in piedi.

“Rischiare cosa?!” sorridi divertita lasciandoti trascinare verso l’interno.

“Non rischio di compromettere un futuro insieme per un tramonto nella spiaggia sbagliata…” sbuffa ma lo dice con più serietà di quanto vorresti.

 

“Non c’è un futuro insieme.”

“Questo non puoi saperlo.”

“No, Lexa-”

 

Ti fermi e Lexa si ferma con te.

 

“Che c’è?”

“Lexa, torno a casa domani.”

“Lo so.”

“Torno alla mia vita, domani.”

 

Rimane in silenzio e ti lascia le mani.

 

“Non sei felice? Non sei felice con me?”

“Lexa, hai portato via con te la mia felicità un anno e mezzo fa su quel vaporetto…”

“Allora, resta… Resta con me-”

“Non posso restare, non-”

“Perché no?”

“Perché- perché non è la cosa giusta da fare… Ho la mia vita, il mio lavoro e Finn, -”

“Fanculo, Finn!”

 “Lexa…”

“Quindi te ne andrai come nulla fosse?”

“Tu lo hai fatto.”

“Era diverso.”

“Lo era davvero?”

 

Si volta e si passa le mani fra i capelli.

“Lexa-“

“No.” Ti interrompe con la voce rotta dal pianto e ti fa cenno di aspettare.

 

Non sai cosa dire.

 

Ma sai cosa fare.

 

Apri la borsa e tiri fuori quel libro.

 

Lo ficchi nella sabbia e ti allontani.

 

 

 

Una volta per tutte.

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: NorthStar