Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Videlbra    22/05/2016    2 recensioni
Questa è la prima fanfiction che scrivo dopo circa 8-9 anni di assenza su Efp, ed è anche la prima che scrivo su Shadowhunters.
Vi anticipo che la storia è principalmente una MALEC (ci tenevo a rendere omaggio alla coppia che più amo dei libri di Cassandra Clare) e che più o meno si svolge tra la fine di Città di Cenere e l'inizio di Città di Vetro (se non avete letto Città di Ossa forse non è il caso che leggiate questa storia, contiene qualche spoiler).
Tratto dal primo capitolo:
"Alec divenne rosso in viso e non proferì parola. Sarebbe voluto andare con Magnus ma cosa avrebbero pensato gli altri? Mentre prendeva una decisione i tre stregoni avevano già attraversato il portale, lasciandolo lì in piedi in preda a un grandissimo senso di colpa. Magnus gli aveva appena salvato la vita e si era ferito per proteggerlo, e lui invece di interessarsi alle sue condizioni e seguirlo era rimasto lì come uno stupido solo per proteggere la sua immagine di ragazzo etero e ligio alle regole. "
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Alec incrociò lo sguardo terrorizzato con quello della madre e intuì che doveva essere furiosa per la presenza del Nascosto nell’Istituto.
“Alexander ti aspetto nel mio ufficio, adesso!” detto ciò uscì sbattendo la porta.
Lo Shadowhunter senza dire una parola si alzò e uscì dalla stanza seguendo la madre nel suo ufficio. Non appena mise un piede dentro si sentì invadere dall’ansia che quel posto suscitava sempre in lui. Maryse gli fece segno di sedersi nella sedia davanti alla scrivania, lui però rimase in piedi.
“Puoi spiegarmi cosa ci fa un Nascosto nell’Istituto?”
“E’ stato attaccato a casa sua da un gruppo di Shadowhunters inviati da Valentine ed è stato ferito nell’attacco. Ho pensato di portarlo qui per curarlo. Mi dispiace di non averti avvisata ma è successo tutto molto velocemente e non ne ho avuto il tempo” cercò di spiegare Alec sforzandosi di mantenere la voce calma e decisa.
­“Cosa ci facevi tu a casa di Magnus Bane?” chiese la donna inarcando un sopracciglio.
“Io…Dovevo chiedergli delle cose…Mi serviva il suo aiuto per una missione” mentì lui.
“E da quanto ti rivolgi a lui per avere aiuto?”
“Da quanto più volte ha salvato la vita a me, a Izzie e a Jace” disse il ragazzo con convinzione, pensando al fatto che il suo stregone li aveva sempre aiutati senza chiedere nulla in cambio, solo per potergli stare vicino.
“Deve lasciare subito l’Istituto. E ti impedisco di chiedere ancora il suo aiuto in futuro, a meno che non te lo ordini io. Non ci si può fidare degli stregoni…Sono esseri infidi che pensano sempre e solo al proprio tornaconto personale…” Alec non voleva e non poteva sentir altro così interruppe la madre tornando all’argomento principale della loro discussione.
“Non puoi mandarlo via nelle sue condizioni. Ha perso molto sangue e non è ancora in grado di rigenerarsi da solo. Se lo cacci metterai a repentaglio la sua vita. Secondo gli Accordi…” Maryse lo interruppè alzando la voce. “Alexander conosco molto bene gli Accordi, non ho bisogno che mio figlio diciottenne me li esponga. Non appena lo stregone sarà in grado di rigenerarsi andrà via da qui. Ma prima che se ne vada voglio parlare con lui, ho bisogno di capire perché Valentine lo sta cercando. Appena possibile accompagnalo qui da me. Ora puoi andare.” Concluse lei con un sospiro. Aveva il viso stanco e non c’era più ombra di rabbia nella sua voce. Alec si girò e si apprestò ad uscire quando la madre dietro di lui riprese a parlare. “Ah, Alexander, un’ultima cosa. Mi aspetto in futuro di venire avvisata immediatamente quando deciderai di portare degli ospiti nell’Istituto.” Il ragazzo annuì ed uscì dalla stanza. Non appena chiuse la porta tirò un sospiro di sollievo. Jace e Izzie erano davanti a lui vicino alla porta e lo guardavano con apprensione.
“Non te la sei cavata male” sentenziò Jace dandogli una pacca sulla spalla.
“Dobbiamo indagare anche noi sul motivo per cui Valentine vuole Magnus. Dal momento in cui metterà un piede fuori da qui sarà in pericolo. Sarà anche il Sommo Stregone di Brooklyn ma non può sconfiggere da solo gli uomini di Valentine.” Disse Isabelle accigliata.
“Già…” Rispose preoccupato il Nephilim dagli occhi blu.
Si diressero tutti nella camera di Alec dove trovarono Magnus in piedi vicino alla finestra che sorseggiava un drink.
“Dovresti stare sdraiato, la ferita non si è ancora rimarginata” gli disse il ragazzo moro preoccupato. Magnus sorrise, ma senza rispondere continuò a bere il suo drink. I tre ragazzi raccontarono brevemente allo stregone della chiacchierata di Alec con la madre, omettendo le offese e le cattiverie che la donna aveva detto riguardo ai Nascosti, e lo informarono riguardo al suo imminente interrogatorio nell’ufficio di Maryse. Lo stregone ascoltò con attenzione e infine disse “Non ho idea di cosa Valentine possa volere da me. Tuttavia non è il caso di preoccuparsi, non sarò in pericolo. Non mi troveranno se non voglio essere trovato”.
“Sottovaluti Valentine. E’ evidente che vuole qualcosa da te e sarà disposto a tutto per trovarti. Hai bisogno di protezione”
“Alexander sono capace di difendermi da solo. Non ho avuto bisogno della protezione degli Shadowhunters per secoli, non vedo perché dovrei averne bisogno ora. Forse la verità è che siete voi ad avere un bisogno disperato di me, e volete tenermi qui vicino a voi per proteggervi” disse le ultime frasi con il suo solito tono sarcastico e abbozzando un sorrisino alla fine, in direzione del ragazzo moro con cui stava discutendo.
“Ma…” Il ragazzo dagli occhi blu inizialmente arrossì e abbassò lo sguardo ma poi l’ansia e la preoccupazione per lo stregone presero il sopravvento e continuò col suo discorso “Magnus non scherzare. La situazione è seria. Potrebbero farti del male.” Aveva paura per la sua incolumità, glielo si leggeva negli occhi. Jace ridacchiò alle sue spalle e lo guardò con un tenero sorriso quando Alec si girò per ricambiare il suo sguardo.
“Perché stai ridacchiando?”
“Nulla di importante. E’ solo che siete così carini!” rispose lui.
“Cosa intendi dire?” Chiese Alec mentre le sue guance iniziavano a imporporarsi.
“Intendo dire che proprio non capisco perché continui a nascondere la tua relazione con Magnus quando è chiaro come il sole che siete…Si insomma…Innamorati”
“Ti sbagli…Noi…Non stiamo insieme e non siamo innamorati”
“Alec…” provò a dire sua sorella con sguardo supplichevole che sembrava dire “è giunta l’ora di ammetterlo, basta mentire”.
“Non capisco di cosa hai paura. Per me non ci sarebbe nessun problema, anzi sarei felice per te. Per favore Alec…Magnus diglielo anche tu.” Magnus però non aprì bocca, era chiaro che soffriva ogni volta che il suo ragazzo negava la loro relazione e i loro sentimenti.
“Perché dovrei ammettere qualcosa che non esiste? Non c’è niente tra di noi e mai ci sarà! Lui è un ragazzo! Ed è un Nascosto!” ululò. Ma dopo che comprese il significato delle parole che erano appena uscite dalla sua bocca, subito se ne pentì e si sentì un mostro per quello che aveva appena detto. Quelle non erano parole sue, sembravano più parole che sarebbero potute uscire dalla bocca dei suoi genitori. Il bicchiere nelle mani di Magnus si frantumò nel pavimento.
Jace e Isabelle ammutolirono all’istante e guardarono il fratello sbigottiti. Non si sarebbero mai aspettati che il loro dolce, ingenuo, comprensivo e altruista fratellino avesse dei pregiudizi nei confronti dei Nascosti. Alec si girò per guardare lo stregone alle sue spalle. Il ragazzo dalla pelle ambrata non aveva il coraggio di incrociare i suoi occhi con quelli azzurri dello Shadowhunter. Non poteva credere a quelle parole. In vita sua molti gli avevano parlato con disprezzo per la sua natura di stregone, ma mai avrebbe pensato che quelle parole sarebbero potute uscire dalla bocca di Alexander Lightwood.
“Magnus…non volevo dire…Mi sono spiegato male…” cercò di dire lo Shadowhunter.
“Ho capito benissimo quello che volevi dire” rispose lui cercando in tutti i modi di rendere la sua voce più ferma di quello che in realtà era. Gli occhi si erano fatti irrimediabilmente lucidi e la voce era rotta e fievole. Senza aggiungere altro si diresse verso la porta ed uscì dalla camera.
“Alec sei un vero idiota” gli disse la sorella prima di voltarsi ed uscire dalla sua stanza anche lei.

 
 
Isabelle era furiosa e delusa per il comportamento del fratello. Trovava imperdonabile il modo in cui continuava a trattare Magnus, e in più giudicava inaccettabile il disprezzo di certe persone, suo fratello compreso a quanto pareva, per i Nascosti. Lei era stata con molti di loro e aveva avuto la conferma che non erano dei mostri, avevano un’anima e un cuore, provavano dei sentimenti, come i mondani e come loro. Mentre camminava per il corridoio velocemente per sbollire la rabbia, vide Magnus appoggiato al muro in un angolo. Teneva la testa bassa e le mani sui capelli. Si fermò di colpo e si avvicinò a lui lentamente. Le si spezzò il cuore vederlo in quelle condizioni. Aveva sempre pensato che niente potesse scalfire lo stregone, così potente, forte e sicuro di sé. Era uno dei pochi capace di tenere testa a Jace con il suo tagliente sarcasmo, ed era l’unico, insieme a lei, ad aver compreso quanto fantastico fosse Alec e a saperlo rendere felice come nessuno era mai riuscito a fare; per queste e altre ragioni gli era sempre piaciuto e lo aveva sempre stimato. Ora invece si trovava davanti ad un uomo innamorato, sofferente, deluso, sconfitto, a cui suo fratello aveva spezzato il cuore più volte in quella settimana. Prese le sue mani scostandogliele dal viso e lo guardò negli occhi. Non erano splendenti come al solito, erano gonfi e rossi. Senza parlare gli mise una mano dietro la nuca e se lo portò al petto, abbracciandolo e tenendolo stretto. Lui non si oppose a quell’abbraccio, anzi tenne stretta la ragazza a sua volta. Non appena la sua fronte toccò il collo di Isabelle non riuscì più a trattenere le lacrime che iniziarono a scendere sul collo della mora bagnandoglielo. “Mi dispiace così tanto Magnus” sussurrava lei nell’orecchio dello stregone cercando di calmarlo.

 
 
“Io non volevo dire quello che ho detto” continuava a ripetere Alec.
“Lo spero bene. Non credevo che proprio tu disprezzassi i Nascosti” disse Jace a sua volta.
“Non disprezzo i Nascosti” rispose Alec con convinzione.
“Allora perché hai detto quelle cose?”
“Io…Non lo so…Sono stato un vero idiota, ha ragione Isabelle”
“Concordo”
Alec uscì dalla sua camera e iniziò a cercare Magnus per i corridoi dell’Istituto. Non dovette cercare a lungo, trovò quasi subito lo stregone, che se ne stava tra le braccia della sorella che gli accarezzava la testa e gli sussurrava qualcosa nell’orecchio. Fu molto sorpreso di vedere Isabelle comportarsi in quel modo. Era raro che la sorella fosse così affettuosa con le persone che non facevano parte della famiglia. Evidentemente voleva bene a Magnus e provava dispiacere e sicuramente anche vergogna per come lui, suo fratello, si era comportato. Era bello vederli così abbracciati ma non riusciva a gioirne perché sapeva che quell’abbraccio aveva lo scopo di consolare lo stregone da quello che lui, per l’ennesima volta, aveva combinato. Non aveva il diritto di interrompere quel momento. Non si meritava l’amore di Magnus. Meritava di stare solo, almeno così non avrebbe più fatto soffrire nessuno per colpa delle sue paure, delle sue insicurezze e della sua codardia. Questi erano i pensieri che affollavano la sua mente quando decise di allontanarsi da quella scena e tornare nella sua stanza.

 
 
Dopo circa un’ora Isabelle entrò nella stanza di Alec senza bussare. Si avvicinò al letto del fratello e si sdraiò affianco a lui senza dire una parola.
“Izzie dov’è Magnus?”
“E’ andato via” rispose lei tranquillamente.
“Come sarebbe a dire è andato via?” Ululò Alec alzandosi di scatto e fissando la sorella interdetto.
“Non guardarmi così. Se ha deciso di andarsene non è colpa mia, ma tua!”
“E’ in pericolo, dobbiamo trovarlo. Ti ha detto dove andava?”
“No.”
“Merda. Vado al suo appartamento.” Alec uscì dalla stanza senza dare alla sorella il tempo di ribattere.






Angolo dell'autrice.
Ammetto che stavolta sono stata molto cattiva, ma come ho detto l'ultima volta amo le situazioni lacrimose che spezzano il cuore! Inoltre ci tenevo molto a scrivere una scena IzzieMagnus, perchè li reputo bellissimi e fantastici insieme (come amici ovviamente!); riguardo a questo vi anticipo che ci saranno altre scene dolcine e divertenti tra di loro :) Voi cosa ne pensate? Vi è piaciuta questa scena dolcettosa tra di loro?
Ringrazio tutti coloro che continuano a seguire la storia, soprattutto quelli che recensiscono dandomi ottimi consigli e incoraggiandomi a fare del mio meglio! kiss

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Videlbra