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Autore: Valentie    11/04/2009    0 recensioni
Cosa può nascere da un incontro tra un ventiquattrenne ed una quindicenne?Da una parte l'amore, dall'altra l'indifferenza prima, l'amicizia poi. Questa fanfic, oltre al Prologo e all'Epilogo, è una serie di ricordi raccontati dal punto di vista di un ormai ventiseienne Paul e di una diciassettenne Valentie.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non aveva niente da fare, quel pomeriggio. Così fece una chiamata, prese l’ombrello e uscì fuori. Stava piovigginando, niente di che. Ma non si può mai sapere. Corse, fino a levarsi il fiato, al bar dove aveva appuntamento con Paul. Passava così le giornate di festività. Era il giorno prima di Pasqua e lei era in vacanza. Quando arrivò davanti al bar, vide nei pressi dell’ingresso quel cappuccio inconfondibile. Chiuse l’ombrello e… saltellò – si, esattamente – fino alle spalle del ragazzo. Tamburellò sulla spalla e preparò un sorriso a trentadue denti. Era sempre divertente passare del tempo con Paul, per lei. Anche se sapeva che, in un certo modo, lo faceva soffrire. Ma lui, da bravo ragazzo, non glielo faceva capire.
“Di buon umore, Val?”
Domandò sorridendo e posando la mano sulla testa di Valentie. Lei, per tutta risposta, entrò dentro per evitare di bagnarsi completamente. Si, nel frattempo la pioggia cominciava a scendere più frequentemente. Si andarono a sedere al solito posto, sempre libero. Lei addossata al vetro e lui di fronte.
“Com’è andata ieri?”
Chiese Paul con aria di indifferenza.
“Bene, anzi benissimo. Dopo l’allenamento sono stata da Stephan.”
Pronunciò quel nome piano, sapendo che Paul non l’avrebbe gradito. Eppure non riusciva a mentirgli. Ennò. Lui fece finta di non sentire e chiese alla cameriera di portare qualcosa da bere.
“Sei incredibile… “
Commentò Valentie tra un sorso ed un altro del suo thè.
“Da che pulpito.. “
Replicò lui, sorseggiando la limonata. Gusti strani, il ragazzo. Limonata fredda, per giunta!
“Non è neanche carina… “
Rispose lei, riprendendo la frase di poco prima. Si riferiva alla cameriera, che ricevette un’occhiata di apprezzamento da parte di Paul.
“Questo dovrei dirlo io, no? “
Domandò con un ghigno. Quanto amava farla arrabbiare?Tanto, fin troppo. Valentie accarezzò la tazza da thè in porcellana e sospirò. In quel preciso momento le passarono davanti agli occhi alcune scene, in quello stesso bar. Sorrise appena, scacciando il flusso di ricordi.
“Ehi, Val… il neurone solitario sta facendo le valigie?”
Ok. Voleva proprio provocarla. La risposta di Valentie fu uno sbuffo, abbastanza rumoroso. Posò la tazza, quasi vuota, prese la giacca e si alzò.
“Ok, ok.. non ti arrabbiare. Non lo faccio più. Scusa. “
Disse la frase così in fretta che quasi le parole si accavallavano. Ma Valentie non accennò a sedersi. Posò una mano sul tavolino in legno, fissando il ragazzo.
“Paga. “
Ordinò, distogliendo lo sguardo e portandolo verso l’esterno, verso la fontana. Lui si alzò, si diresse verso la cassa e pagò. Si infilò la giacca, così come Valentie che l’aspettava all’ingresso.
“Dove andiamo? “
Alla domanda di Paul, Valentie sbuffò alzando gli occhi al cielo. Aprì l’ombrello e corse verso la panchina posta accanto alla fontana. Anche nei giorni piovosi non era un problema stare all’aperto. Lei aveva sempre il suo ombrello e non si faceva problemi a fare un po’ di spazio anche a Paul. Si sedettero, l’uno accanto all’altra. Valentie gli batté il palmo della mano sulla fronte, con un sorriso sul volto.
“Ehi.. tu ti ricordi come ci siamo conosciuti?”
Chiese, schivando la manata di Paul.
“Ragazzina..”
Asserì prima di iniziare il racconto.
  
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