Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: ScandalousLaRabiosa    22/05/2016    1 recensioni
Dicembre 2015: i BTS sono scomparsi.
Sono scomparsi perché lavoravano troppo e perché erano visibilmente a pezzi.
Nessuno avrebbe fatto niente per aiutarli per l'ennesima volta e i BTS avrebbero continuato a seguire queste sfiancanti schedule senza possibilità di opporsi.
Ed è proprio per questo che "loro" hanno deciso di muoversi.
I Bangtan avevano bisogno di evadere da questa gabbia.
E "loro" hanno dato una mano a farlo.
***
Ispirata all'MV "View" degli SHINee.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1.

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Era finita.

Avevano finamente concluso l'ultima esibizione della giornata.

Yoongi si sentì sollevato: aveva paura che, con la febbre così alta, sarebbe svenuto sul palco davanti a tutte le fan. Non si potevano permettere un errore del genere.

Jimin era ancora in piedi, anche se camminava con la tipica instabilità di chi ha un forte giramento di testa.

Quant'era che non mangiava? Tutti temevano in un principio di anoressia da parte sua, ormai.

Tutta colpa di quella convinzione che fossero gli addominali a dargli popolarità e non il suo talento.

Jungkook tossì mentre Taehyung si asciugava la testa con un asciugamano.

Yoongi si sentì in colpa per l'ennesima volta quel giorno. Cominciava ad attaccare la sua influenza anche agli altri, di quel passo tutta la promozione l'avrebbero fatta allo stremo delle forze e non con l'energia con cui invece volevano partire.

Dannazione, si erano preparati tanto per questo comeback. Forse era stato questo a stravolgerli.

-Bene, ragazzi, avete due minuti per rinfrescarvi, poi dobbiamo correre a registrare la puntata di quel nuovo programma prodotto dalla MBC di cui vi avevo parlato e poi potremo tornare allo studio.- comunicò loro il manager rileggendo quel che aveva scritto su una piccola agenda.

-La schedule sarà così piena anche nei prossimi giorni?- chiese Namjoon mentre si faceva aria con un pezzo di carta preso chissà dove.

-Si, Namjoon, è necessario che promuoviate al meglio questa canzone. Vogliamo che questo venga ricordato come il vostro miglior comeback finora.

Una figura minuta vestita di nero saettò nella saletta d'attesa riservata ai Bangtan Boys in mezzo a loro a tutto velocità:- Scusate il ritardo, vi ho portato l'acqua!

Era una delle nuove ragazze dello staff, Yoongi l'aveva vista frequentemente nelle ultime due settimane, ma non ci aveva mai parlato.

Gli porse una bottiglietta d'acqua ghiacciata con un timido sorriso tutto guance. Aveva un viso molto giovane e dal berretto le cadeva una ciocca ribelle sui grandi occhi, per essere asiatica.

Yoongi si sforzò di ricambiare il sorriso, poi la giovane continuò il suo giro a distribuire le bottigliette, finché tutti i Bangtan Boys non ne ebbero una a testa.

Jimin bevve un sorso con la testa appoggiata alla spalla di Hoseok e a Yoongi non sfuggì la forte contrattura che ebbe la mascella di Jungkook nell'osservarlo.

-Vi chiedo scusa, ragazzi, ho sbagliato la parte coreografica del bridge...- si scusò Seokjin con fare visibilmente a disagio.

-Dai, hyung, hai ancora più di venti esibizioni con cui rimediare!- cercò di sollevarlo Taehyung mentre si versava l'ultimo goccio d'acqua sulla testa.

-E' ora, ragazzi! Il furgone ci aspetta qua fuori.- comunicò il manager e tutti si alzarono e si diressero verso l'esterno, con fare molto lento.

Adesso che aveva smesso di sudare, la febbre doveva star peggiorando: si sentiva la vista sempre più debole e il corpo si fece pesante.

Non devo mollare, ce la posso fare...

Passarono in mezzo a tutto lo staff del luogo e rivolsero inchini a loro, ai loro senior e ai nuovi gruppi rookie di quell'anno.

Appena furono fuori dall'edificio, diverse ragazzine urlanti li circondarono e Yoongi fu certo di ritrovarsi diversi cellulari spiaccicati in faccia.

Più avanzava verso il furgoncino nero lì davanti, più sentiva i suoni che lo circondavano più distanti.

Riuscirono ad aprirlo e pian piano, dopo aver fatto un rapido saluto alla folla, tutti e sette entrarono.

L'ultimo a entrare fu il manager, che si sedette sul posto del passeggero.

-Che sonno...- commentò Jimin, molto più lontano di quanto in realtà non fosse.

-Ah, accidenti! Ho dimenticato l'agenda dentro!- imprecò il manager per poi rivolgersi all'autista- Potrebbe aspettare un minuto mentre vado a prenderla?

Ma perché Yoongi si sentiva di colpo sempre più debole?

No, non posso svenire ora...

Il manager scese dal furgone.

Poco dopo, una figura minuta e rapida salì al suo posto.

-Pronti a partire! Mettetevi comodi e riposatevi.- informò il conducente.

-Il manager...- cercò di dire qualcuno con un tono che a Yoongi parve impercettibile.

-Tranquilli, non preoccupatevi per lui, non apprezzerebbe il luogo verso il quale siamo diretti!- non ricordava che l'autista avesse una voce femminile.

Normalmente se ne sarebbe preoccupato di più di così, ma il buio lo avvolse troppo all'improvviso per permettergli di farsi altre domande.


 

La sua mente riacquistò abbastanza velocemente lucidità, come se si fosse fatto una lunga e rinvigorante dormita. Da quanto tempo non provava quella sensazione?

Le palpebre erano pesanti da quanto erano ancora impastate per il sonno.

Gli sarebbe piaciuto rimanere così ancora un pò, con quella canzone di un gruppo kpop femminile di cui non ricordava il nome in sottofondo...

Tutto intorno a sé vi fu un brusco movimento e con un balzo Yoongi spalancò gli occhi.

Ma che...?

-Guida un pò più piano, insomma! Non ci corre dietro nessuno!

-Tu metti la mia canzone preferita, tu ne paghi le conseguenze!

Yoongi si guardò intorno, estremamente confuso: lo spazio intorno a sé non era per niente familiare. Erano sicuramente su un mezzo in movimento, ma non era affatto simile al furgoncino con cui di solito si spostavano. Era arioso, con ampie finestre e anche delle tende.

Al posto dei sedili vi erano dei divanetti sparsi e in un angolo distinse anche un tavolino.

Non sembrava grande quanto un camper, stavano tutti più stretti. Sembrava più uno di quei vecchi karavan hippie che si vedevano nei documentari sugli anni '80.

Sui cuscini dei divani vi erano sdraiati i suoi compagni, ancora vestiti come per un'esibizione. Dormivano tutti beatamente, Jungkook con la testa sullo stomaco di Jimin, Taehyung e Hoseok più seduti che sdraiati, con le teste appoggiate l'una all'altra per sostenersi e, sul divano di Yoongi, anche lui mezzo seduto, vi erano Namjoon con le gambe sul suo ventre e Seokjin rannicchiato al limitare. Su di lui, vi era una figura femminile (Yoongi non riusciva a vederle il volto a causa dei lunghi e ribelli capelli castani che le cadevano davanti).

-Ragazze, la febbre di Seokjin oppa si è abbassata parecchio!- disse quest'ultima con tono molto sollevato dandogli le spalle. In mano stringeva un termometro.

-Meno male, allora i farmaci di tua madre hanno funzionato davvero!

-E io che credevo avresti finito con l'avvelenarli tutti...

-Hya! Unnie, sei cattiva!

Yoongi volse solo in quel momento lo sguardo verso i posti di guida: vi erano altre due figure femminili, sia sul posto guida, sia sul sedile del passeggero, ma anche loro gli davano le spalle, non avrebbero saputo dire chi fossero.

Ma in realtà non era la cosa più strana o rilevante, in quel momento: come ci erano finiti lì?

Ricordava che avevano appena finito di esibirsi e che sarebbero dovuti andare a registrare un nuovo reality...certo, un sacco di gruppi kpop si erano ritrovati improvvisamente a filmare qualcosa perché qualcuno ce li aveva trascinati a forza, ma mai era successo che qualcuno si fosse trovato su un mezzo di trasporto sconosciuto dopo una lunga dormita.

Yoongi sobbalzò. La ragazza di fianco a lui aveva urlato.

-O-oddio, ti sei svegliato! Scusa, ti abbiamo disturbato noi?- la ragazza teneva le mani davanti alla bocca e aveva gli occhi spalancati, un'espressione che aveva visto chissà quante volte sul volto delle loro fan.

Il ragazzo le rivolse un lungo sguardo, incerto su cosa dire. Cominciava a sentire una strana inquietudine dentro di sé a stare lì.

-Uuuuh, è il Mint-boy!- esclamò l'autista rivolgendosi alla ragazza di fianco a sé- Mi devi un drink, ho vinto la scommessa!

-Fanculo, l'avevo detto io che ci volevano dosi uguali per tutti!- si lamentò l'altra.

La ragazza di fronte a sé si schiarì la voce e riportò l'attenzione di Yoongi su di lei.

Ora che non aveva più le mani davanti al viso, la riconobbe: era la ragazza che aveva portato l'acqua loro dopo l'esibizione.

Lo fissava con le labbra contratte e un lieve rossore sulle guance. Sarebbe stata davvero adorabile se quei capelli così vaporosi non le avessero donato un'immagine più matura.

-T-ti dispiace? Avevi quasi quaranta di febbre quando ti sei addormentato...- gli mostrò incertamente il termometro, quasi a chiedere un permesso.

Nonostante si sentisse più tranquillo nell'aver scoperto nella ragazza un volto conosciuto, la scrutò con diffidenza.

-Se fosse un termometro rettale mi dispiacerebbe molto.- commentò.

L'autista rise:- Per tua fortuna abbiamo solo termometri da mettere sotto le ascelle, Mint-boy.

Yoongi continuò a fissare il termometro come se fosse un qualche insetto assurdo e la sua proprietaria sembrava terribilmente a disagio.

-Rilassati, Hyejin non ha il coraggio di schiacciare un ragno, figurarsi per tastare il corpo di una persona contro la sua volontà!- commentò la ragazza sul sedile del passeggero voltandosi verso di loro. Aveva lunghi capelli castano scuro e teneva sopra la frangia tagliata precisissima due grandi occhiali da sole a goccia. Lo sguardo nei suoi occhi era affilato e la bocca fine aveva una piega severa. Non doveva essere una persona facilmente incline alla risata.

-Unnie!- la riprese la giovane, Hyejin.

-Comunque fidati, ragazzo, se avessimo voluto molestarvi o vedere i vostri posteriori avremo potuto già farlo da diverse ore.- fece presente l'autista.

Diverse ore? Quanto avevano dormito di preciso?

Sempre con diffidenza, Yoongi tirò appena lo scollo della t-shirt. Dov'era finita la sua felpa?

Hyejin gli rivolse un timido sorriso e infilò piano il termometro finché il ragazzo non lo strinse con l'ascella.

-Quando suona puoi controllare la temperatura.- la ragazza chinò appena il capo e poi gattonò velocemente fino all'altro divano, andando a controllare le condizioni di Jimin.

-Oddio!- esclamò la ragazza alla guida- Alza il volume, amo questa canzone!

Le casse trasmisero quella che Yoongi identificò come il nuovo singolo giapponese delle AOA e approfittò dell'alzata del volume per scuotere con il braccio libero Seokjin, di fianco a lui.

-Hyung, ehi, svegliati.- tentò.

Il più grande mugugnò qualcosa di incomprensibile e sollevò la testa.

Aveva gli occhi ancora gonfi per la dormita e dovette guardarsi intorno un paio di volte prima di trovare Yoongi.

...ma anche lui aveva quell'aspetto così trasandato in quel momento?

-...dove siamo?- chiese Seokjin con fare anche più confuso del suo.

-Vorrei saperlo anche io, hai mai visto questo karavan prima d'ora?- chiese a bassa voce mentre teneva d'occhio Hyejin che dava loro le spalle.

Il più grande si passò una mano tra i capelli e si mise seduto.

-...non credo di essere mai salito su un karavan...- corrugò la fronte- Ma noi non stavamo andando a registrare un reality?

-E' proprio questo che mi preoccupa...credo che delle sasaeng ci abbiano drogato e rapiti.

Il termometro emise un paio di Biip e Yoongi lo estrasse: la febbre gli era totalmente passata e, doveva ammetterlo, rispetto a dopo l'esibizione si sentiva molto più in salute e leggero.

Hyejin passò una mano sulla fronte di Jungkook e con l'altra confrontò la temperatura della propria fronte e proprio in quel momento il maknae aprì gli occhi.

Gli ci volle poco per mettere a fuoco il suo più grande problema: un individuo di sesso femminile.

-WOAH!- il ragazzo scattò e tirò irrimediabilmente una gomitata allo stomaco di Jimin. Il malcapitato si svegliò tossendo.

Hyejin saltò all'indietro con gli occhi spalancati:- Scusami, non volevo spaventarti!

-Niente da fare, Hyejin-ah: questi Bangtan Boys ti vedono come l'anticristo sceso in terra.- sospirò la ragazza alla guida.

La ragazza in questione divenne ancora più rossa e si incurvò su sé stessa.

Doveva essere parecchio timida.

-Jungkook, cazzo, fa più attenzione...- imprecò Jimin massaggiandosi il punto in cui il maknae lo aveva colpito.

-Come, prego?- Seokjin era incredulo.

Era raro sentire Jimin dire parolacce, ma era ancora più raro sentirlo rivolgersi così a Jungkook, il quale, infatti, era rimasto spiazzato.

-S-scusa, hyung...- il maknae distolse lo sguardo.

La ragazza con la frangia fischiò:- Qualcuno qua si è alzato con il piede sbagliato...

-Beh io probabilmente gli avrei restituito il favore!- l'autista passò lo sguardo su di loro attraverso lo specchietto retrovisore -Ragazzi cari, vi conviene svegliare i vostri amici: siamo quasi arrivati.

Quella frase riportò Yoongi al suo interrogativo iniziale: cosa stava succedendo?

-...queste ragazze sono dunque sasaeng, secondo te?- bisbigliò Seokjin.

-Al momento è la conclusione più naturale a cui riesco a pensare, chi altro ci avrebbe rapiti, altrimenti?

-Beh, prima di fare una qualsiasi azione sconsiderata credo sia meglio vedere dove arriveremo, così potremo avere un quadro chiaro della situazione e scegliere che fare.

Yoongi annuì alle parole del maggiore.

Il ragazzo si girò sul divanetto e scostò la tenda dietro di sé per scorgere qualcosa oltre il finestrino: la strada che stavano percorrendo non doveva essere particolarmente battuta, poiché il karavan continuava a sussultare e poco più in là della fiancata vi era una fitta vegetazione, verde e rigogliosa.

-Dove stiamo andando?- chiese.

-Oh, in un posto che credo vi piacerà.- si limitò a dire l'autista- Appena saremo tutti scesi potremo spiegarvi tutto con calma.

Il karavan si fermò proprio quando Yoongi svegliò un Namjoon con la bavetta alla bocca e Seokjin riuscì a convincere Hoseok ad aprire gli occhi e a non rimettersi a dormire.

Le ragazze davanti scesero dal mezzo e la terza fece per seguirle, prima però lanciò un rapido sguardo a Yoongi.

Le ricordava sempre di più quelle loro fan più timide di altre ma comunque adoranti.

E ciò gli faceva pensare sempre di più a una possibile sasaeng.

-Jungkookie, per favore, sveglia Taehyung.- chiese gentilmente Seokjin al ragazzo.

-Ma dove siamo?- chiese il leader con uno sbadiglio appena si sedette.

-Lo stiamo andando a scoprire...- borbottò il ragazzo dai capelli verde acqua.

Hyejin aveva aperto loro la portiera e Yoongi uscì per primo, seguito da un Namjoon e un Jimin ancora parecchio confusi. Probabilmente non avevano ancora nemmeno compreso la situazione.

Appena mise piede fuori dal mezzo di trasporto, un caldo torrido lo investì e dovette serrare gli occhi per l'improvviso sole forte.

Sicuramente non erano più a Seoul, né tanto meno in Corea del Sud: il paesaggio che si estese di fronte ai suoi occhi era molto più simile a una di quelle cartoline che descrivevano una vacanza da sogno. La spiaggia su cui stava poggiando i piedi risplendeva quasi da quanto era bianca e bastava uno sguardo per capire che era fine come la cipria. La sabbia si stendeva e si curvava fin quasi a formare una laguna che affacciava su un mare limpido che in lontananza assumeva una tonalità blu profondo. Dall'altro lato, la spiaggia si perdeva nella fitta vegetazione tropicale che aveva visto dal finestrino, anche se notò come in alcuni punti vi fossero scorci che facevano intendere come in realtà lì la mano dell'uomo fosse passata.

In cielo non si vedevano nuvole e cominciava a sentire caldo con quei vestiti addosso.

-Benvenuti in paradiso, Bangtan Boys!- annunciò una ragazza con un viso da bambola e i capelli castani che Yoongi identificò come la figura femminile che aveva guidato il karavan per tutto quel tempo.

-Woori unnieeee!- chiamò a gran voce la ragazza con la frangia mentre, con le scarpe in mano, si dirigeva verso una casa alla fine della laguna che Yoongi si chiese come avesse fatto a non notarla prima: era una villa enorme e interamente bianca, una costruzione moderna con la facciata del piano terra fatta interamente di vetro. Dentro poteva distinguere una cucina, un salotto gigante e una scalinata per il piano di sopra.

-...non pensavo che delle sasaeng potessero essere tanto ricche...-commentò Seokjin con sorpresa.

Dalla villa uscì sulla piccola veranda lì davanti una ragazza dai lunghi capelli corvini, anche lei asiatica, avvolta in una leggera veste bianca che normalmente si metteva per andare al mare.

Venne loro incontro con un vassoio con su sette bicchieri pieni di una bevanda che doveva essere té freddo.

Le tre ragazze le corsero incontro a salutarla e la loro autista rischiò di farle cadere tutto con il grande abbraccio che le riservò.

Taehyung uscì per ultimo dal karavan e si guardò intorno con un misto di meraviglia e sconcerto.

-Ma dove siamo finiti? Che posto è questo? E quelle lì chi sono?

-Arrivi tardi per porre domande tanto banali.- sospirò Yoongi.

Tra di loro vi erano ancora diversi bisbigli confusi, stavano tutti cercando di capire perché si trovassero lì.

Yoongi sapeva che doveva essere molto più preoccupato e irrequieto da quella situazione, tuttavia quel posto così soleggiato e incantevole lo riempiva di pace.

La corvina si fermò davanti a Namjoon e, ora che era così vicina, Yoongi poté notare come fossero affilati e felini i suoi occhi e come la sua bellezza si avvicinasse più all'ideale "dell'asiatico americano" rispetto a quello dell'asiatico coreano. Bastava guardare la carnagione più abbronzata e il trucco che allungava gli occhi e che non li ingrandiva per capirlo.

Porse il vassoio verso di loro e rivolse al leader un dolce e fiero sorriso.

-Benvenuti a casa nostra, ragazzi, è un piacere potervi finalmente incontrare.

  
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