Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: formerly_known_as_A    22/05/2016    3 recensioni
Hajime dorme sulla schiena, russando appena. Non l'ha nemmeno sentito tornare dal turno serale al bar, tanto era stanco per l'allenamento prolungato del sabato. Non ricorda di essersi messo a letto, ricorda di averlo aspettato sul divano, testardamente avvolto in tutte le coperte disponibili mentre cercava di seguire un documentario sugli antichi alieni.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non succede poi tanto spesso che Tooru si svegli prima di Hajime. Non senza la fretta di buttarsi giù dal letto perché perennemente in ritardo per l'allenamento mattutino, almeno.

È domenica. È questa la prima cosa che il suo cervello gli comunica, ancora intorpidito dal sonno. È una domenica in cui non ha qualche stupido incontro in un'Università fuori Tokyo per cui deve alzarsi all'alba, per poi veder finire la partita dopo una mezz'ora scarsa, per giunta.

No, questa è una domenica di quelle giuste, quelle in cui Tooru può rilassarsi e non prestare alcuna attenzione alla sveglia posata sul comodino.

Fa caldo. È questo il suo secondo pensiero mentre un po' si allontana da Hajime per guardarlo meglio. Fa caldo perché sono in due, sotto le coperte, perché ha un braccio incastrato sotto la schiena dell'altro ragazzo e probabilmente ormai inutilizzabile, mentre la mano che dovrebbe considerarsi libera è posata sul suo petto, all'altezza del cuore.

Hajime dorme sulla schiena, russando appena. Non l'ha nemmeno sentito tornare dal turno serale al bar, tanto era stanco per l'allenamento prolungato del sabato. Non ricorda di essersi messo a letto, ricorda di averlo aspettato sul divano, testardamente avvolto in tutte le coperte disponibili mentre cercava di seguire un documentario sugli antichi alieni.

Iwa-chan.

Lo mima solo con le labbra, il nomignolo affettuoso subito interrotto da un sorriso, un calore per nulla estraneo che si diffonde sulle guance e il collo di Tooru.

Iwachan deve averlo portato lì, nel loro letto, nonostante la stanchezza. Oppure l'ha svegliato e non se lo ricorda, troppo intorpidito per registrare il fatto di aver camminato da una stanza all'altra.

Importa, ovviamente, importa che Hajime si sia preso la briga di portarlo lì o anche solo di annunciare il proprio ritorno. Importa non svegliarsi sul divano e non poter guardare il ragazzo che gli si è addormentato accanto.

Muore dalla voglia di svegliarlo e ascoltare le avventure inverosimili del suo sabato sera lavorativo, la gente ubriaca e i tizi sospetti con i tatuaggi, le ragazze a cui dà consigli amorosi pur non sapendosi ascoltare nemmeno per sbaglio e quell'isterico del suo datore di lavoro. Tooru aspetta la domenica mattina, la colazione calda e piena di alimenti che non dovrebbe mangiare, da bravo atleta, che Hajime va a comprare alla pasticceria all'angolo, i suoi racconti.

Oggi non vuole svegliarlo, però. È raro vederlo così, gli sembra sia trascorsa una vita intera dall'ultima volta in cui ha avuto l'occasione di osservarlo con calma, per cui cerca di mettersi comodo e si concentra sul suo profilo.

Riemerge dal torpore, assaporando i dettagli del risveglio, a poco a poco.

Fuori c'è un temporale, la pioggia sbatte contro i vetri con forza, ma i tuoni sembrano lontanissimi. Non sovrastano nemmeno il respiro di Hajime.

Fa caldo, sotto le coperte, ma ha il naso freddo, probabilmente perché si è dimenticato di accendere il riscaldamento, la sera prima. Istintivamente, si avvicina al ragazzo accanto, lottando contro il bisogno di nascondere il viso nell'incavo del suo collo.

Se ne sta in quella posizione scomoda, troppo vicino alla sua spalla per poterlo osservare davvero, imbronciato perché non può scaldarsi e fissare Hajime contemporaneamente, finché non cede ad un crampo ed è costretto ad allontanarsi appena con la testa.

Le sopracciglia di Hajime si agrottano, facendo spuntare una serie di buffe rughe tra i suoi occhi e sulla sua fronte e Tooru ridacchia, allungando la mano che stava sul suo petto per sfiorare il profilo del ragazzo.

Potersi permettere il gesto gli scatena ancora un batticuore così intenso da fargli girare la testa, mentre con l'indice e il pollice cerca di cancellare quella preoccupazione, prima sulla fronte e poi sulla tempia, finendo con sfiorargli le labbra con i polpastrelli. Hajime le dischiude, il respiro ora un po' più sibilante, ma sempre profondo.

A dire il vero, Tooru preferisce svegliarlo e cominciare a parlare a macchinetta, di solito. Quando Hajime si addormenta sul divano o quando crolla sul letto al mattino e Tooru lo trova lì ancora durante la pausa pranzo, preferisce svegliarlo, senza cedere alla tentazione di guardarlo davvero.

Hajime è bello. Tooru adora ogni parte del suo viso, l'angolo dei suoi occhi, le sue sopracciglia affilate che non fanno che esacerbare le sue espressioni, la sua bocca ora rilassata, ma più spesso stretta in una linea dura. O un broncio. O un sorriso.

Hajime è bello e Tooru ha trascorso la prima parte della propria adolescenza -la parte confusa, spaventosa ed eclatante che ne segna l'inizio- a chiedersi come potesse, lui, avere più successo con le ragazze.

Ha smesso di porsi la domanda quando si è reso conto di apprezzare molto di più il viso di Hajime di quello di qualsiasi ragazza carina.

Da allora è stato in bilico tra la gelosia possessiva che lo spinge a voler tenere per sé quel ragazzo e l'orgoglio ingiustificato di volerlo mostrare al mondo.

Si innervosisce, quando uno stormo di ragazze comincia a fargli domande ossessive dopo gli allenamenti, quando Hajime è lì con lui. Odia come nessuna riesca a notare la curva perfetta del suo naso, il taglio allungato dei suoi occhi e il loro colore che cambia a seconda della luce.

Eppure ride alle loro battute e fa sempre un passo laterale per coprirlo, nasconderlo al pericolo che loro rappresentano.

Se Hajime dovesse innamorarsi di una ragazza, se dovesse sposarla, farci dei figli... Tooru riuscirebbe ancora a stargli accanto?

Hajime si muove nel sonno, stringendo gli occhi e facendo una smorfia che lo fa sembrare un riccio carino e Tooru si allontana per posare la testa sul cuscino.

“Mi stavi fissando? Sei inquietante.” si lamenta Hajime, la voce resa roca dal sonno. C'è qualcosa di buffo, nel modo in cui sembra afona a tratti, ma Tooru la trova persino più sensuale del solito.

“Sei bello.” risponde Tooru, con un mezzo sorriso, forte del fatto che il ragazzo impieghi davvero un sacco di tempo a svegliarsi del tutto.

“Hai di nuovo finito i soldi?” borbotta, portando un braccio sopra gli occhi e facendo imbronciare Tooru.

Forse è un po' a secco, sì, ma non è assolutamente per questo che gli ha fatto un complimento.

Scosta le coperte e gli si siede addosso, le gambe ai due lati del suo corpo, afferrandogli il braccio per spostarlo dal viso.

“Sei crudele, Iwachan.” mormora, perché non è giusto essere così belli appena svegli, con i capelli scompigliati e l'espressione corrucciata di chi vorrebbe dormire ancora dodici ore.

“Che cos'ho fatto ora?” protesta Hajime, con un po' più di veemenza di quanto Tooru possa aspettarsi da lui. Lascia i suoi polsi, ma scivola lungo le sue braccia fino alle spalle e le massaggia piano, la testa chinata da un lato.

“Hajime?”

Sembra rilassarsi. Scompaiono le rughe tra gli occhi e quelli si aprono un po' meglio, mentre le mani salgono a toccargli i fianchi. Si sente accarezzare, Tooru, le dita di Hajime che lo sfiorano sotto la maglia del pigiama e socchiude gli occhi, contento.

Lancia un gridolino nel sentirsi tirato in avanti e fa il possibile per non impattare contro il naso del ragazzo, frenando la caduta solo con i gomiti. La coperta viene tirata fino a sopra le sue orecchie e di Hajime vede solo la fronte, per un momento, prima di farla scivolare almeno alle spalle.

“Serata pesante?” chiede, anche se non ce n'è bisogno.

È spesso così, il sabato sera. Hajime ha a che fare con ubriachi e rompiscatole, persone che potrebbero essere altrove e non a lamentarsi su quanto sia difficile la loro vita, davanti ad un bicchiere di alcol.

In una domenica mattina come questa, un po' più soleggiata, un po' più calda, Hajime gli ha confessato di non capire come possano passare il loro tempo a bere, quando a casa hanno qualcuno che li aspetta.

È stato subito prima che, per una pura coincidenza, Tooru chiedesse un allenamento serale per il sabato. Stare a casa da solo non avrebbe avuto senso comunque.

Scivola nel letto fino a livello degli occhi di Hajime e posa la fronte sulla sua, sospirando. Gli sembra per un attimo che il ragazzo ricambi la spinta e sorride appena, soddisfatto.

“Ho avuto un'idea.” mormora Tooru, posando tutto il peso sul braccio sinistro. Allunga la mano destra verso la fronte di Hajime, spostandogli i capelli dagli occhi. Stanno diventando un po' lunghi, quasi alle sopracciglia, ma sono sorprendente morbidi e cerca di trattenersi dal farglielo notare.

“Ho paura.” commenta Hajime, facendolo imbronciare, ma non aprendo gli occhi.

“Ora ordiniamo la colazione da asporto!” annuncia Tooru, con la solennità che si confà ad un'idea così geniale.

“È l'idea più stupida che tu abbia avuto nell'ultima settimana.”

Se possibile, la risposta lo fa imbronciare anche peggio, le labbra all'infuori come un bambino profondamente offeso.

“E poi sei al verde, non voglio regalarmi la colazione da solo.”

“Cosa cambia dall'andare fuori a comprarla? Piove! Ci sono i tuoni! E i fulmini! Le persone muoiono quando vengono uccise dai fulmini, Hajime! Ma tu non capisci niente!” sbotta, buttandosi su un fianco, il più lontano possibile dall'altro occupante del letto.

Gli dà le spalle, incrociando teatralmente le braccia e pensando contemporaneamente a quanto Hajime sia un ingrato e a quanto voglia fare qualcosa per fargli dimenticare la serata.

“Tooru.”

Non risponde. Ha quasi diecimila yen disponibili e, in fondo, sono persino troppi per viverci una settimana. La spesa l'ha pagata lui, la settimana scorsa, quindi in teoria...

“Tooru.”

In teoria potrebbe comprare due pasticcini da dividere, con il trasporto sarebbero diecimila tondi tondi. Potrebbe anche mangiare le gallette dietetiche che il suo allenatore gli ha imposto e lasciare entrambi i pasticcini a Hajime...

“Tooru.”

Potrebbe anche avventurarsi sotto la pioggia per comprare qualcosa di dolce al combini, ma forse la distanza sarebbe anche maggiore e il letto è decisamente più comodo.

Non può risolversi ad una scelta etica tra il letto caldo e l'amore per Hajime... o sì?

“Tooru.”

Tooru sobbalza, confuso dal cambio brusco di tono, più basso rispetto al solito.

Si ritrova davanti al viso serio di Hajime, i capelli divisi da un lato e fa una smorfia confusa, se possibile più di prima.

“Saresti dovuto venire alla Shiratorizawa.”

Tooru grida, realizzando finalmente la somiglianza e spingendo istintivamente l'intruso -è Hajime, ma il suo cervello non riesce a registrarlo se non quando è troppo tardi- e finendo sul pavimento gelido della camera.

Hajime, nel frattempo, è scoppiato a ridere e la sua risata riempe la stanza, limpida e sincera, tanto che Tooru scorda quasi di offendersi a morte per uno scherzo così brutto.

“Devi tagliarti i capelli. Subito.” borbotta, rabbrividendo per il freddo.

Un tuono più forte degli altri lo fa scattare in piedi e quasi torna a gridare quando Hajime lo afferra per un braccio e lo porta nel letto.

Vorrebbe protestare, ma sotto le coperte fa più caldo, soprattutto con le sue braccia intorno.

“Non hai detto che sono stupendo? Il più bel ragazzo che tu abbia mai visto?” lo prende in giro Hajime, causandogli una risata di naso ben poco elegante.

“Non ho detto questo.” bofonchia, aprendo e chiudendo i denti sulla prima superficie di pelle disponibile, appena sotto la clavicola. La mordicchia facendo un verso infantile del tutto simile a “nomnomnom” e sente il petto di Hajime sobbalzare per una risatina.

Alza la testa per guardarlo mentre ride, il velo scuro della sua serata che sembra finalmente sparito dal suo viso e sorride a propria volta, una mano che del tutto naturalmente raggiunge la sua guancia per sfiorarla appena.

“Però l'ho pensato.” ammette, godendosi il modo in cui il viso di Hajime si arrossa, dalle guance alla punta delle orecchie, gli occhi spalancati per la sorpresa per il breve momento in cui non è conscio di essere un libro aperto.

“Stai zitto.” borbotta, attirandolo a sé per baciarlo.

Tooru ha deciso: non smetterà di coprirlo di complimenti per il resto della giornata. Per pura vendetta, ovviamente.


   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: formerly_known_as_A