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Autore: lallipumbaa    24/05/2016    0 recensioni
Tom Hiddleston - Nuovo Personaggio - Benedict Cumberbatch
Cosa succede se una ragazza incontra un attore che ha fatto il suo stesso percorso e che ora è stato lanciato nella fama? Cosa succede se la ragazza in questione continua a trovarselo tra i piedi? E se lei viene trasportata inaspettatamente nello stesso mondo dorato?
Le avventure e il percorso di Laila, studentessa della RADA, e delle persone che la circondano.
Solo che, senza saperlo, si troverà in questa situazione: HIDDLESBATCHED.
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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–CAPITOLO 2–
“Un cappuccino dovuto”
 
 
“ANCORA CON ARTHUR??? No no, io giuro che non vi lascio più da soli!” disse Joanne muovendo la mano in segno di diniego.
Erano a casa di lei e stavano facendo una serata solo ragazze loro due. Una bottiglia di vino rosso, due bicchieri e L’Amore Non Va In Vacanza nel lettore DVD.
Erano passate quasi tre settimane dall’incontro del 4^ tipo, come l’aveva definito in codice così che solo loro due sapessero di che si parlava, e oltre a quella volta nel laboratorio con Arthur era successo altre volte. Molte altre volte.
“Non ti ci rimetterai insieme, spero!!”
“Ma sei fuori??? No!! Con Mr. Egocentrismo? Piuttosto mi calo un rospo vivo giù per la gola!” disse finendo il centimetro di vino rosso nel suo bicchiere facendo ridere l’altra “Semplicemente mi attira a livello fisico! Diciamo che non stiamo insieme… siamo solo-”
“Fuck Buddies. Laila, ti conosco da quasi tre anni oramai. Non sei in grado di reggere una relazione del genere! E poi ci sei stata insieme, cominceresti a provare nuovamente qualcosa per lui. Fidati… se te lo dico è perché ti voglio bene: tronca questa cosa prima che degeneri. Trovatene un altro!! Dai, il cioccolatino di arti sceniche che ogni tanto lo becchiamo fare flessioni nel parco non è male!” le disse facendola scoppiare a ridere mentre versava altro vino in entrambi i bicchieri.
“Non farmi ridere mentre ho bottiglie in mano! E soprattutto se è vino! Che già la moquette mi fa cagare in una maniera stratosferica, se poi la macchio anche è la fine!”
“Oh, Italiani abituati a pavimenti!”
“Senti, vuoi mettere la facilità nel pulire un dannato pavimento in piastrelle e pulire uno schifo di moquette?”. Continuarono a parlare per il resto della serata fino a quando non finirono sia il film che la bottiglia di vino.
 
Joanne rimase a casa sua a dormire dato che dopo mezza bottiglia di rosso aveva problemi a mantenere l’equilibrio.
La mattina dopo, con un cerchio alla testa pauroso, fece colazione non svegliando l’amica, preparandosi per andare al lavoro (avrebbe avuto il turno della mattina e fortunatamente la domenica pomeriggio libera). Jeans, scarpe da ginnastica e la polo della Disney, si infilò un maglione, mise le cuffie nelle orecchie mettendo l’iPod nelle tasche interne del giubbotto pesante, la sciarpa scozzese ed uscì di casa. Non era la prima volta che faceva una cosa del genere, Joanne le avrebbe portato le chiavi di casa al lavoro quando si sarebbe svegliata. Faceva un freddo disumano e il cielo minacciava pioggia. Si tirò su la sciarpa fino a coprirle in naso e le orecchie e si diresse a piedi verso la stazione della metropolitana. Adorando la Disney quel lavoro non le pesava affatto. Come d’accordo, verso metà mattina Joanne arrivò a lasciarle le chiavi di casa.
Alla fine del turno timbrò l’uscita e si rivestì uscendo nel vento gelido.
Prima di ritornare a casa doveva fare una commissione e si diresse verso Oxford Street. Si rincagnò nella sciarpa tentando di ricavarne più caldo possibile. Tenne gli occhi aperti per evitare di andare a sbattere contro pali o contro la gente quando una folata di vento più forte le fece chiudere gli occhi e… “Ouch!!”.
No un’altra volta no!! pensò strofinandosi gli occhi lacrimanti con una mano e prendendo il braccio della persona a cui era andata addosso “I’m sorry!! Is everything ok?”
“Oh, yes! Don’t worry!! Oh… hi!” le disse la voce maschile.
Aprì gli occhi sbattendoli un paio di volte facendo sì che la vista si schiarisse. “Oh gosh, hi!!” lo salutò sorridendo. Ancora una volta, in una situazione molto simile a tre settimane prima, era finita in braccio a Tom Hiddleston. “Sta diventando un’abitudine! Non ti ho fatto cadere il caffè vero?”
“No, niente caffè!” gli rispose ridendo
“Non ti ho fatto cadere nulla vero?”
“No, non ti preoccupare! Come va?”
“Bene! Fa un freddo barbino, ma... senti, dato che ti devo un caffè. Hai qualcosa da fare?” gli propose in un momento di vuoto mentale Laura, che diavolo hai detto???  
“No! E accetto volentieri un invito per qualcosa di caldo!” le rispose sorridendole. Si diressero verso un Costa che era lì vicino. Si sedettero ad un tavolo, ordinarono un cappuccino e la ragazza aggiunse anche un muffin inglese con uova e funghi. “I’m sorry, but this is going to be my lunch!”
“What? Really?”
“Yes, just got out from work!”
“Where do you work?”
“At the Disney Store down in Bond Street!” gli rispose indicando il colletto rosso della polo con ricamato sull’angolo la testa di Topolino “Fantastic!! So when I have to buy a present for my niece I can ask to you!” le disse sorridendo
“Oh, of course! I have a certain experience in that field!” gli rispose ridendo “Laila… it’s not a very common name in England.”
Come diavolo fa a ricordarsi il mio nome? “That’s because I’m not from the UK.”
“Really? I can’t recognize your accent!” le disse grattandosi il mento. La cameriera arrivò con le loro ordinazioni e lei tirò fuori la banconota da 10£ prima che l’uomo potesse tirar fuori il portafogli. Fece per replicare e gli disse “Questa volta tocca a me!”.
“Dicevamo? Ah, sì, che non riesco a riconoscere il tuo accento! Let’s play “From which Country are you from”!” esclamò mentre lei tentò di non ridere mentre beveva dal cappuccino
“Americana?” “No! Acqua! Tanta acqua!!”
“Ehm… Francese?” “Ahahahah, no!”
“Ma ci siamo nel continente?” “Sì sì, il continente è giusto!” gli rispose ridendo.
Si stava veramente concentrando per capire da che stato venisse. “Portogallo.” “Acqua.”
“Belgio.” “No, dimenticati ogni stato in cui si parla francese!” gli disse aiutandolo
“Ok. Spagna!” “No!”
“Olanda!” “Ho l’aspetto di un’olandese?”
“Efettivamente no. Svizzera?” “Ho detto francese no.” “Sì, ma in Svizzera si parla anche tedesco e… oddio. Sei italiana?”
“Din-din-din-din! Bingo!!” gli rispose sorridendo e alzando le mani al cielo facendolo ridere.
“Davvero? Giuro, non l’avrei mai detto! Normalmente l’italiano che parla inglese ha un accento più forte, più spiccato! Tu non ce l’hai quasi!” le disse complimentandosi con lei “Oh, grazie mille!! Almeno sono sicura di non sembrare Super Mario! Let’s-a go!”
“Ahahahahah! No no! Assolutamente! E che ci fai nella grigia Londra tu che vieni da un paese così bello?”
“L’Italia sarà un paese meraviglioso, ma non è molto ospitale in caso di lavoro in questo momento.”
“Oh, quindi sei venuta per lavorare?”
“In parte… soprattutto per passione.” Gli rispose sorridendo dolcemente verso la tazza, girando il cucchiaino nel cappuccino. Tom la guardò. Un sorriso del genere era principalmente rivolto per una questione amorosa. Ma prima di andare avanti voleva testarla. Voleva vedere se poteva parlare liberamente con lei. “Scusami se questa frase potrà sembrarti egocentrica, ma… tu sai chi sono, vero?”
Laila lo guardò negli occhi. Ovvio che sapeva chi fosse. Era inutile mentire su qualcosa di tanto palese e fare la scena della falsa persona superiore alla ‘No, non ho la minima idea di chi tu sia, io sono superiore a tutto quello che mi passa davanti’. E non viveva affatto in un paese senza internet o telecomunicazioni per rendere plausibile la risposta NO. Poi il suo volto ultimamente era ovunque.
“Sì, so chi sei.” Gli rispose annuendo. Vide Tom sorridere e annuire per poi continuare dopo aver bevuto un sorso dal cappuccio.
“Se è per questioni personali non voglio indagare, anche perché sono fatti personali!”
“Cos-? Fatti personali? Oh, no! Ahahahah! Non ho raggiunto nessuno a Londra!”
“Allora cosa ti ha fatto arrivare qui se posso chiedertelo?” le chiese interessato. No, questo discorso no. Ti prego! Non con te! Pensò mentre rimetteva a posto dietro l’orecchio una ciocca di capelli. Cercò di mettere le mani davanti e scusarsi prima di dare una qualsiasi risposta.
“Ehm… oddio, allora, mi scuso in anticipo perché ogni risposta che potrò darti da questo momento in poi potrà sembrarti costruita apposta anche perché sto parlando con te, ma non lo sono. Lo giuro. Io… sono venuta a Londra per il teatro.”
“Sei un’attrice?” le chiese, gli occhi gli si illuminarono di colpo. Non se l’aspettava affatto una reazione così.
“Ehm, no. Attrice è una parola grossa! Sto studiando per sperare di diventarlo un giorno!” Laila, ma allora sei deficiente pure te! Non chiedermi dove! Tipregotipregotiprego!!
“Fantastico! E dove?”
Cazzo! “Ehm… alla RADA.” Gli rispose arrossendo fino alle orecchie.
Quell’accademia era la sua Alma Mater, sicuramente quando si era iscritta non era stato perché anche lui l’aveva frequentata! Anche perché all’epoca se le avessero chiesto di Tom Hiddleston lei avrebbe risposto “Chi?”. In quel momento si stava imbarazzando come se avesse starnutito nel bel mezzo di una rappresentazione teatrale nella scena più tragica dell’opera.
“Fidati, alla RADA avrai una formazione incredibile! Quali sono i tuoi professori?” le chiese più interessato che mai. Laila sbatté le palpebre incredula. Sorrise raggiante e cominciò a dirgli la lista dei suoi insegnanti scoprendo che molti li aveva avuti anche lui.
“Come va con le coreografie di battaglia?”
“Oh, benissimo! Le adoro! Anche se essendo donna dubito che ci saranno tante opportunità per me di fare scene di battaglia!”
“Bè, se avrai la possibilità di fare un film o un telefilm in costume e dovrai impersonare una guerriera sfrutterai queste lezioni!”
“Tom, il mio primo pensiero appena il rettore ha detto che solo in pochi ce l’avrebbero fatta è stato Ok. Io non sarò tra quelli!”
“L’ho pensato anche io. Ma abbi fiducia e impegnati. È vero che fuori non frega a nessuno che hai fatto la RADA, non metteranno mai davanti il tuo nome solo perché hai frequentato questa accademia. Tira fuori le palle e tira fuori il tuo talento. Se ami quello che fai starai bene con te stessa.” Le disse sorridendole. Gli sorrise di rimando “Grazie per il consiglio Tom.”
“Figurati, anche se non era un consiglio richiesto… ma da ex RADA mi sono sentito in grado di dirti una cosa simile!”. Il telefono gli squillò “Oh, I’m sorry. I have to answer.”
“Don’t worry.”
Mentre l’uomo rispondeva alla chiamata lei lanciò uno sguardo all’orologio e le venne un colpo. Le 16.30. Erano rimasti a parlare per quasi due ore e il tempo era volato. Tornò a lei “Scusami, dovevo rispondere.”
 “Non ti preoccupare!”
“Oh cavolo sono le 16.30!”
“È quello che ho pensato anche io due secondi fa!”
“Non me ne sono proprio accorto di tutto il tempo che ti ho rubato. Quando comincio a straparlare riguardo alla RADA non riesco a fermarmi!”
“Ahahahahah! Non ti preoccupare che non hai straparlato!”
“Oh meno male! Dai, ti lascio andare così puoi andare a studiare!”
“Oh grazie! Giusto perché non sono abbastanza in ansia!” gli rispose alzandosi con lui e facendolo ridere. Si rimisero sciarpa e giubbotto e mentre Laila stava litigando con le cuffie dell’iPod per farle passare sotto la sciarpa Tom le diede una mano riuscendo a sbrogliare il filo “Et voilà!” le disse mostrandole gli auricolari “Oh grazie!”.
Uscirono dal bar e si salutarono “Io vado di là.” “E io dalla parte opposta!” “Allora ciao, e al prossimo scontro!”
“Ahahah lo spero! Oramai ci sto facendo l’abitudine!” le disse tendendole la mano “È stato un piacere parlare con te. Davvero!”
“Anche per me!” rispose stringendogliela. Lo guardò negli occhi, vendendo che anche lui la stava guardando. Gli sorrise e tolse la mano dalla sua presa “Bè, alla prossima e buona giornata!”
“Have a nice day you too… and study!”
“I will! Bye!” gli disse allontanandosi verso la stazione della metro più vicina. Accese l’iPod in modalità shuffle e partì nemmeno a farlo apposta “Remember the name” dei Fort Minor. Sorrise e ringraziò che metà del suo volto era nascosto dalla sciarpa. La musica la trascinò con sé e cominciò a canticchiare
This is ten percent luck, twenty percent skill
Fifteen percent concentrated power of will
Five percent pleasure, fifty percent pain
And a hundred percent reason to remember the name!”.
 
La raggiunse dal dietro prendendola sotto braccio facendole cacciare un urlo. “‘Fanculo Laila mi hai fatto prendere un colpo!” “Incontro ravvicinato del 4^ tipo: 2^ parte!!” le disse coprendosi la bocca per far sì che Dwayne e Arthur non sentissero e inclinandosi verso di lei.
L’amica spalancò gli occhi voltandosi di scatto verso di lei “COSA??? ODDIO MI DEVI RACCONTARE TUTTO!!” le disse Joanne prendendola per mano e trascinandola via dai due.
“Ehi! Laila!” la chiamò l’uomo “Che vuoi Arthur?” gli chiese voltandosi “Che te ne pare se stasera, io e te…” “Ho io una proposta invece… perché non ti attacchi al cazzo?” gli rispose sorridendogli per poi rigirarsi verso Joanne che se la rideva.
“Grandiosa!” esclamò per poi portarla via e correndo per il corridoio.
“Ma che diavolo…?” “Amico, mi sa che si è proprio rotta delle tue stronzate.” Gli disse Dwayne ridendo ancora per la risposta che aveva dato Laila.
 
Appurò che il laboratorio fosse vuoto prima di cominciare col terzo grado “Chi? Dove? Quando? Come? Cosa?”
“Bè, chi: Mr. British Himself. Dove: su Oxford Street. Quando: domenica pomeriggio dopo che ho finito di lavorare. Come: come l’altra volta. Gli sono finita in braccio! Cosa: gli ho offerto il caffè e siamo rimasti praticamente per due ore a parlare su un tavolo di Costa!”
“Oh ma che cosa romantica! E vi siete scambiati i numeri di cellulare?”
“Ma sei impazzita? Secondo te Tom Hiddleston da il suo numero di cellulare a me??”
“No, bè, i miracoli alcune volte accadono! Prendi quella gran culo di Julia Roberts in Pretty Woman!” commentò facendola ridere
“Piccole diversità: 1) io non sono Julia Roberts; 2) lui non è Richard Gere; 3) non sono un mignottone; 4) non siamo in un film!”
“Oh, dettagli! E quindi? Semmai lo dovessi incontrare un’altra volta?”
“Sarà per puro caso! Anche se dubito altamente che dopo una seconda volta ci possa essere una terza! Sono stati incontri troppo casuali… anche se devo ammettere che sono stati dei begli incontri casuali!”
“Non sai quanto ti invidio! Bè, quando siamo andate a vedere Othello non abbiamo fatto la fila con quelle scalmanate delle sue fans ma diciamo che te hai avuto la rivalsa!”
“Lascia stare che quando ci sono andata la seconda volta-”
“E ti odio per questo. Sappilo.”
“-ci ho pensato un attimo… ma sapendo quanto potesse essere stanco ho evitato… Effettivamente mi è andata di fortuna che entrambe le volte nessuno l’abbia fermato. Altrimenti immagina che imbarazzo! Per lui più che per me!”
“Ahahahaha! Al massimo tu ti saresti beccata lo sguardo dell’odio!”
“Ohmioddio! Per fortuna non è successo!”. Joanne la guardò sorridendo
“E per prima… sono fiera di te!”
“Grazie Jo.”  Le rispose sorridendole.
“Ne ho parlato anche con Dwayne, spero non ti dia fastidio.”
“Ma figurati, assolutamente no. Che dice?”
“Anche lui la pensa come me. Sarà il suo migliore amico ma è un coglione quando si tratta di certe cose.”
 “Bingo!”
“È stata una risposta egregia. Da vera lady!”
“Visto? Ci sarebbe voluto anche un bel gesto e sarebbe stato molto British!”
“Ceeerto! Dei Docks!”. Laila ignorò la risposta “Darling, shall we go to Harrods? I’d love to take a cup of tea with you at Laduree with some scones! That would be so lovely, my dear.” le disse impostando la voce a dama inglese del ‘700 prendendola sotto braccio mentre la portava fuori dalla stanza. “Ahahahahahahah! Ma quanto sei scema!!”.

:::::::::::ANGOLINO DEL DISAGIO::::::::::
Bene!! secondo capitolo aggiornato dopo pochi giorni!! :D volevo farvi sapere cos'accadeva dopo il primo capitolo.
Da italiana sì: odio in maniera smisurata la moquette. Si annida tutto lo schifo e ho avuto brutte esperienze XD
spero vi piaccia e, grazie mille a chiunque passi del tempo a leggere questa storia. 
Aspetto con ansia quanche vostro commento.
un bacione, Lalli :3
   
 
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