Giocare a fare i pirati.
“Meglio che iniziate a correre. Finora avete solo giocato a fare i pirati!”
Imprigionato
in una gabbia a leccarsi le ferite, a riflettere su quelle parole.
Martoriato
dalla ferocia della bestia, il pirata era accasciato in terra con le spalle al muro
di quella lurida cella.
Eustass
‘Captain’ Kid giaceva morente e, mentre Kaido e i suoi compagni sbraitavano e
si agitavano ad una manciata di metri di distanza, si limitava a fissare il
vuoto dinanzi a se.
«Ancora
quel muso lungo?»
Le
sue labbra s’incresparono in una smorfia. Lui non era riuscito a digerire
l’esito dello scontro e si era chiuso nel silenzio, ma a quanto pareva Killer
aveva già ripreso voglia di comunicare.
«Già;
brucia anche a me.»
Anche
lui era decisamente malconcio, eppure pareva essere ancora pieno d’energia.
Certo le sue fidate lame erano spezzate, la maschera incrinata in vari punti e
gli abiti pregni di sangue, ma non sembrava provato come il suo compagno.
«Eravamo
pronti a combattere, a ribaltare il mondo, ma questo è stato decisamente
troppo.»
Il
pirata non rispose.
«È
un vero peccato per Heat e gli altri… ma sapevano a cos’andavano incontro:
quello del pirata non è certo un mestiere facile.»
All’improvviso
alcuni dei suoi secondini, festeggiando per chissà cosa, presero ad intonare una
stonato canto da sbornia; l’evento non aveva nulla a che fare con i prigionieri,
ma fu abbastanza invasivo da interrompere per qualche istante monologo di
Killer.
«Qualche
rimpianto?»
Kid
roteò gli occhi, non avendo la forza di sbuffare.
«Magari
un ripensamento sull’alleanza?»
Alzò
il capo e fulminò Killer lo sguardo.
Ogni
muscolo del suo corpo gli doleva tremendamente, numerose ferite sparse sul
tutto il corpo ancora sanguinavano e il braccio meccanico, spezzato nei
legamenti, rifiutava di rispondere agli ordini del suo padrone.
I
suoi occhi però erano iniettati di fuoco. Ardevano come le braci dell’inferno.
«Giusto.
Giusto. Quella è stata una mia idea; ma se non eri d’accordo potevi fermarmi,
non ti pare?»
Kid
abbasso il capo. Pentendosi di non averlo fatto quando ancora ce n’era la
possibilità.
Anche
Killer si prese un istante prima di continuare, contemplando la caciara che si
stava formando all’esterno di quella cella arronzata.
«Devo
ammettere che per un momento ho pensato che ce l’avremmo fatta, ma la pugnalata
alle spalle di Apoo era qualcosa che non potevamo prevedere.»
Eustass
strinse l’unico pugno che gli restava. Gli bruciava ogni muscolo, ma non poté
far a meno di sfogare la rabbia che lo logorava in quel piccolo gesto.
Il
suo frutto reagì facendo vibrare il suo braccio meccanico, addirittura le
sbarre della cella presero ad oscillare lievemente. Qualche sgherro di Kaido
perse per un istante il controllo delle proprie posate, ma nessuno attribuì la
cosa al prigioniero.
«Dubita
ancora del tuo potere: non avrebbero dovuto lasciarti tutto questo metallo a
disposizione.»
La
supernova ci rifletté per un istante, ma l’idea d’ingaggiare una nuova
battaglia non lo rendeva affatto entusiasta.
«Pensaci…»
Riprese
Killer.
«Non
ci hanno nemmeno incatenato.»
Se non l’aveva fatto il motivo però era molto più
semplice. Kaido non era uno che sottovalutava i propri avversari; era su un
piano completamente diverso. Un livello che gli permetteva d’ignorare i pesci
piccoli, così come un elefante ignora le mosche che gli ronzano intorno.
In quel momento Kid era alla stregua di un misero
insetto.
«Certo
che questa sconfitta ti ha proprio distrutto.» sbuffò seccato Killer, cercando
di scuoterlo. «Non credi sia il caso di darsi una svegliata?»
Kid abbasso il capo e si concentrò sulle logore
giunture del braccio meccanico. Era bizzarro come quel simbolo di risolutezza
del quale sempre si vantava, ora pareva più una dimostrazione della sua
impotenza, della sua inadeguatezza verso il sogno che si era prefissato.
«O
preferisci marcire qui e aspettare che ci facciano la pelle?»
I legamenti erano recisi e per quanto si sforzasse
riusciva a malapena a muovere le dita.
«Complimenti:
sei riuscito a farmi schifo, Eustass Kid…»
Prima
l’indice, poi il pollice, il medio, l’anulare e persino il mignolo. Sentiva un
formicolio, un fremito nella punta delle dita che ad ogni parola pronunciata da
Killer lo pungeva come una tenue scarica elettrica.
«Quindi
il One Piece, la tua ambizione di sedere sul trono del mondo, quelle chiacchiere
sul destino e la tiritera che raccontavi a suon di mazzate a tutti quelli che
osavano deridere il tuo sogno… cos’erano? Idiozie che ti ripetevi per fare la
parte del duro? Per vestire i panni di quello alternativo?»
L’acciaio
fremette, il ferro sfrigolò e le dita si chiusero a pugno. Lo sguardo del
pirata era rabbioso ed iniettato di sangue.
«Ho
creduto in te, nel tuo sogno e nel tuo destino. Ho scommesso il mio volto su di
te. Ci ho giocato la vita. Ci abbiamo giocato la vita! Ed è così che ripaghi la
nostra fiducia?» ringhiò Killer, indignato
Kid
strinse i denti e tirò su il braccio meccanico. Con violenza colpì il pavimento
della cella per darsi lo slancio per replicare verso il suo secondo.
«Dacci
un taglio, Killer!» ruggì. «Non ho mai permesso né mai permetterò a nessuno di
parlare dei miei sogni in questo modo!»
Killer
sorrise da sotto la maschera.
«Hey!»
I
subordinati – l’ultima ruota dell’esercito delle cento bestie – che erano stati
lasciati a guardia di quel prigioniero dall’aspetto morente, si avvicinarono
sbronzi e traballanti alle sbarre della prigione.
«Cos’è,
hai ancora la forza di parlare?»
«Ma
perché dobbiamo fare da balie a questo microbo?»
«Non
ci conviene ucciderlo e basta?»
«No,
hai sentito cos’ha detto il capo...»
«Ma
tanto che fastidio vuoi che dia, è talmente cotto da non essere più un
problema. Non è vero Eustass ‘il Piccolo’ Kid?»
Ma
la supernova era lucida e sapeva benissimo cosa stava succedendo. Alzò lo
sguardo e fulminò il pirata con uno sguardo assetato di sangue.
«Kaido
è andato via da un po’...» precisò con compiacenza Killer. «Che ne dici di
riconquistarti la libertà ed andarti a prendere la corona?»
Un
sorriso malvagio attraversò il volto di Kid. Aveva bisogno solo di questo, una
spinta per tornare ad essere quello di sempre; per tornare a cavalcare il mondo
e riprendere il cammino delle sue ambizioni.
«Questo
posto ormai mi ha stufato.»
Provato
nel fisico, si alzò a fatica, mentre gli sgherri di Kaido lo guardavano con
disprezzo, ridendo della sua situazione.
Ma
le risate durarono poco.
Le
sbarre che lo tenevano prigioniero vibrarono fino a sradicarsi dal terreno, attraversarono
la stanza in un lampo e impalando uno ad uno gli sgherri dell’imperatore.
Qualche
gemito soffocato. Sangue. E poi nella stanza scese il silenzio.
Nessuno
dei sui aguzzini aveva fatto in tempo a reagire.
Ora
libero, Kid avanzò zoppicante al di fuori della sua lugubre sistemazione.
Avanzò di qualche passo e si fermò vicino al corpo di uno dei secondini, il cui
cadavere ancora stringeva una giara semivuota di sakè.
La
raccolse con la destra e la alzò al cielo.
«Alla
tua, Killer... non ti dimenticherò!»
Bevve
un sorso mentre l’immagine che si era creata del suo compagno scomparve,
tornando ad essere un ricordo.
«Ci
rivedremo quando sarò diventato Re dei Pirati.»
L'angolo dell'autore
È assai gratificante quando nella tua mente si crea un disegno, grazie ai tanti puntini che Oda inserisce nei propri capitoli. Il pensiero che Killer, e tutti i subordinati, fossero stati brutalmente terminati da Kaido mi è venuto ripensando alla faccenda di Moria. Gekko, nel suo passato, ha intrapreso la via della rotta maggiore e si è scontrato con l'imperatore perdendo tutta la ciurma, ma uscendone praticamente illeso. Perché tutto questo? A mio parere: è il desiderio di morire di Kaido che l'ha spinto verso questa decisione. La vendetta è un arma tremendamente potente, e lasciando in vita i capitani che finiscono per scontrarsi con lui, questi potrebbero rodere nel tormento e tornare in futuro in cerca di vendetta. Una vendetta che potrebbe portare Kaido verso la tanto agognata morte. La sorte della ciurma di Kid è quindi stata scritta nel momento stesso in cui si è fronteggiato con Kaido. Mentre Apoo ha tradito e Hawkins si è dato alla macchia, lui non è venuto meno ai suoi principi e ha continuato a combattere. Perse quindi l'intera ciurma, Killer compreso, restando tuttavia in vita... pronto a diventare un prezioso strumento di vendetta.
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