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Autore: nikki_13    24/05/2016    6 recensioni
Kate non è un poliziotto, sua madre non è morta, ma il suo carattere sarà sempre quello determinato che abbiamo conosciuto. Castle è alle prese con sua figlia di sei anni, ribelle per via della futura moglie dello scrittore. Kate entrerà nelle vite della famiglia Castle come rivoluzionerà le loro vite? Che succederà a Castle nell'incontrare la sua anima gemella? Che legame si creerà tra Alexis e Kate? Non vi resta che leggere per scoprirlo...baci...Nikki
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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-Kate…dove credi di andare? Il dottore ha detto che devi rimanere a riposo…- Tyler, il fratello ritrovato, correva dietro ad una testarda sorella che voleva uscire dall’ospedale.

-Ha anche detto che stavo bene e che potevo andare se volvo- la ragazza camminava rapida dopo aver firmato i moduli di dimissione.

-Andiamo…sei svenuta…non è stare bene!!- la rimproverò lui, cercando di mantenere il suo passo.

-Come stai?- avevano raggiunto le poltroncine in cui era seduta la famiglia Castle.

-Bene…grazie- rispose fredda, senza fermare il passo veloce verso l’uscita.

-L’hanno già dimessa? Pensavo che dopo l’accaduto l’avrebbero tenuta in osservazione almeno fino a domani mattina- affermò Castle, mettendosi vicino a Tyler.

-Non l’hanno dimessa…è stata lei a farsi dimettere!- borbottò il ragazzo, portando nuovamente l’attenzione su sua sorella.

-Sentite…sono adulta e vaccinata, il medico mi ha detto che è stato solo un calo di pressione, probabilmente dovuto allo stress…ha raccomandato di rilassarmi e riposare, cosa che con voi tra i piedi non è fattibile…- era arrabbiata?

-Potrei concordare se solo mi avessi fatto partecipe del consulto con il dottore- Tyler era veramente stanco e quella conversazione era un po’ pesante per tutti.

-Andiamo Kate fermati, vogliamo sapere solo come stai…- Rick le afferrò il braccio, facendola voltare verso di lui, lo sguardo pieno di rabbia.

-Come sto? La tua ex per poco non mi rovina la carriera- alzò la mano che qualche tempo prima era rotta –poi ti porta delle foto e mi accusi di tradirti, quando sei tu quello che ha tradito…ci siamo lasciati e tanto continua a perseguitarmi…come sto? Ti rispondi da solo-  si liberò bruscamente dalla presa e riprese il suo tragitto.

-Ti ho detto che mi dispiace…come faccio a farmi perdonare!! Non ero in me…ero arrabbiato…- cercò di giustificarsi.

Si fermarono tutti al bordo di un marciapiede. –Tu non solo mi hai tradito…potevo anche giustificarlo sei ricco e famoso…ma non hai avuto fiducia in me…hai preferito credere alle parole di quella stronza invece che a me…pensavo mi conoscessi…non ti avrei mai tradito, se pensavo che la nostra storia fosse finita te lo avrei detto in faccia come sto facendo ora- fermò un Taxi –è finita…sta lontano da me…-

Kate salì nella vettura, chiudendo lo sportello immediatamente, senza far salire neanche Tyler.

-E’ uno scherzo!!- il ragazzo biondo guardava la vettura gialla allontanarsi a grande velocità.

-Maledizione…- Richard pensava al male che stava provando e che probabilmente era cento volte più grande nel cuore di Kate. Aveva appoggiato la mano in un vecchio bidone della spazzatura. –MALEDIZIONE!- l’urlo dentro la sua testa fu più violento di quanto pensasse, tanto che la sua mente lanciò l’impulso di colpire quel povero bidone dei rifiuti. Fortunatamente era vuoto, ma il suono sordo della caduta era riecheggiato per l’intero isolato. Era buio…erano a malapena le una di notte. Erano rimasti soli.

Tutti e quattro decisero di accertarsi delle condizioni della povera Kate, raggiungendo tutti il suo appartamento in Taxi.

Dalle finestre dell’appartamento di Kate usciva la melodia del suo pianoforte a coda. Sembrava regalare musica alla serata fredda e grigia che stavano passando tutti.

-Chopin- mormorò Tyler, sedendosi sui gradini del palazzo, senza entrare, sapendo che quando suonava in quel modo voleva restare da sola. –Finché suona sapremo che sta bene- guardò gli ospiti e la bambina che dormiva tra le braccia del padre.

-Aspettiamo qui con te…- Richard si sedette al suo fianco insieme a sua madre.

-Non credo ci sia bisogno e non fa bene a sua figlia restare fuori così a lungo, ha bisogno di riposare in un letto- guardò la rossa tra le sue braccia.

-Se vuoi posso portarla a casa- propose Martha al figlio.

-Ok…forse avete ragione, ma non mi muovo da qui, finché non sarò sicuro che non ha niente di grave- annuì lo scrittore, passando la figlia a sua madre.
Le due rosse trovarono subito un taxi libero e ritornarono al loft dello scrittore, mentre i due ragazzi erano seduti sugli scalini freddi di quel palazzo.

-Questo sarebbe il momento giusto per prenderti a pugni…non c’è nessuno in giro e in pochi sanno chi sono- Tyler guardò il volto preoccupato dello scrittore –ma stai tranquillo…non ti succederà niente, so per certo che se mia sorella avesse voluto ci avrebbe pensato da sola…lo sapevi che cintura nera di karate…-

-Mi dispiace…solo che…-

-Noi siamo uomini…come dice mia madre, a volte non usiamo sempre il cervello per pensare…- indicò il cavallo dei pantaloni, facendogli capire.

-Tua madre ha perfettamente ragione…- sorrisero entrambi –sta bene? Come ti è sembrata?- si preoccupò Rick.

-Da quel poco che sono riuscito a sentire dal medico non ha niente di grave, solo qualche livido per la caduta…probabilmente è vero che è stato per lo stress…solo che poi mi ha fatto uscire, non capisco cosa ci sia di così speciale da non potermelo confidare…- borbottò il biondino.

-Chissà perché non voleva dirtelo…- iniziarono a ragionare entrambi su i possibili motivi.

-Forse perché siete due uomini…- una donna alta e molto bella, nonostante l’età si era piazzata davanti a loro.

-Mmma- -Johanna- alzarono lo sguardo su di lei.

-Con te ci chiariremo più tardi e se vedi Jim nelle vicinanze, inizia a correre veloce- spostò lo sguardo sullo scrittore.

-Ti ha chiamato Kate?- si sorprese Tyler.

-No…un medico del turno di notte mi conosceva e mi ha messa al corrente di ciò che è successo- spiegò –voglio vedere se mia figlia sta realmente bene- si avviò per suonare al citofono.

-Non vuole parlare con nessuno…ha cacciato anche me…- la guardarono i due ragazzi.

-Tu sei suo fratello e tu…- si fermò guardando lo scrittore –Io Sono sua madre…vedrete che parlerà con me- suonò finalmente il campanello, alzando lo sguardo verso la finestra aperta.

-Forse si è addormentata- tutti e tre avevano il mento alzato verso il punto da cui si sarebbe dovuta affacciare Kate.

-No…la conosco, sta pensando…vedrai che adesso apre- Johanna suonò nuovamente.

-Non sta suonando più da qualche minuto- Rick fece notare a tutti il silenzio provenire da dentro.

Il suono di una moto provenne dal garage del palazzo e attirò la loro attenzione. Si avvicinò lentamente a loro e li guardò da dietro il casco scuro. Un’Harley nera con in sella Kate, che in un momento abbassò la visiera del casco e sparì dalla loro vista in un secondo.

-Non…ci credo…ci ha liquidato così?- erano tutti in piedi sul marciapiede che osservavano spaesati la strada vuota.

 
Kate stava osservando il sole fare capolino tra le onde del mare. Le guance erano bagnate della copiose lacrime scese sul suo volto e le gambe penzoloni sul legno del molo. Erano passate ore dal momento in cui aveva abbandonato sua madre, suo fratello e Richard davanti casa sua. La serata era stata movimentata e le emozioni che provava erano molto contrastanti.
La notizia che le era stata data, il motivo per cui era svenuta…quello vero, la vita che sarebbe cambiata. Cos’avrebbe fatto? La vita era molto strana a volte e Kate si trovava davanti ad una realtà dolorosa e gioiosa allo stesso tempo.
Le su mani andarono istintivamente sulla sua pancia, alzarono delicate la maglietta e si posarono sul suo addome piatto. Doveva dirglielo? Avrebbe fatto tutto da sola? Era suo…e l’idea era spaventosa, ma era sempre suo.
Salì in sella della sua moto e percorse tutta la città senza una meta precisa. Quello era il modo più adatto a lei per pensare. Il vento tra i suoi capelli…il sound della moto che le riempiva le orecchie e il mondo intorno che si muoveva rapido intorno a lei.

 
-Richard caro…hai dormito un po’?- Martha vide il figlio rientrare in casa con un volto distrutto.

-No…sono rimasto con il fratello e la madre di Kate seduti sugli scalini del suo palazzo- si strofinò gli occhi, lasciandosi cadere sul divano morbido e confortevole.

-Non vi ha fatto entrare? Neanche sua madre?- si sorprese Martha, prendendo posto vicino al figlio.

-Non è che non ci ha fatto entrare è che se ne è andata in sella alla sua moto e non è tornata più…anche se lo speravamo- rispose, chiudendo gli occhi e appoggiando la testa sulla testata del divano.

-Nelle sue condizioni? Una moto? Che ragazza…-

-Sciocca?- la precedette suo figlio.

-Sciocca? No…no, straordinaria...è straordinaria…non ti so spiegare perché, ma andiamo…ti sei fatto sfuggire una donna con la d maiuscola- gesticolò sua madre, per poi bloccarsi all’ultima battuta.

-Grazie madre…sei di grande aiuto per il mio senso di colpa- borbottò lui, guardandola stanco e triste.

-Scusami caro…non volevo, ma non significa che non sia vero- gli lasciò una live carezza sul braccio coperto dalla camicia. Avanzò verso la cucina per un caffè, ma si bloccò sentendo il campanello della porta.

-Aspetti qualcuno?- Richard guardò sua madre e poi l’orologio sul muro. 7:00

-No…a quest’ora? Le mie visite sono tutte oltre le nove di sera- si guardarono sorpresi.

Richard aspettò qualche minuto, ma l’ospite inaspettato tornò a battere alla porta così si avviò ad aprire.

-Ciao…- sussurrò Kate, cercando di non guardarlo negli occhi.

-Kate…stai bene?- la guardò sorpreso di vederla li –perché non hai aperto a tua madre o a tuo fratello?-

-Posso entrare?- lui la lasciò passare in silenzio, non sapendo cosa dire per non farla arrabbiare.

Si ritrovarono seduti sul divano, a debita distanza e con la tensione che iniziava a salire.

-Devo dirti una cosa…e sappi che è molto difficile per me, ma cerca di non interrompermi finché non ho finito- iniziò, aveva la voce tremolante.

-Ok…ma prima dimmi come stai…ieri sei scappata così e ci hai fatto preoccupare molto- annuì lui.

-Sto bene…avevo bisogno di pensare e stare da sola, sono finita in una situazione molto…ma molto complicata- rispose.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi Kate prese un grosso respiro ed iniziò a parlare. -Quello che sto per dirti non cambierà assolutamente la nostra situazione, tu hai tradito la mia fiducia e io non riesco a passarci sopra come niente fosse…- sospirarono insieme, comprendendo l’intera situazione –ma…da oggi in poi dovremmo comportarci come persone adulte e mettere da parte le nostre priorità e concentrarle in un punto…-

-siamo parlando di Alexis? Sono perfettamente d’accordo…è colpa mia quello che è successo, ma sono contento che tu voglia mantenere il rapporto con lei- sospirò sollevato.

-Certo uno dei punti è Alexis…io non voglio che soffra a causa nostra…ma…- Richard la guardò interrogativo. Uno dei punti? Anche Martha stava ascoltando dalla cucina, senza essere scoperta dai due.

-Ti ricordi la serata a Coney Island?- cercò di fargli capre cosa cercava di dirgli. Lui annuì incerto. –Ti ricordi anche che non abbiamo usato precauzioni…allora- Martha fece una faccia storta, non capendo del tutto. Richard muto annuì nuovamente.

-Cosa cerchi di dirmi Kate…- lui stava ragionando sui fatti accaduti in passato…Serata a Coney Island, niente precauzioni…momento in spiaggia…Il suo sguardò venne fulminato da un’idea che passò veloce nella sua mente. –Oh…cielo…-

-Gia…Oh…- annuì lei, con un sorriso sarcastico.

-Sei…sei…tu sei…- iniziò a balbettare.

-Sono incinta Rick…aspetto un bambino…- lo disse tutto d’un fiato, facendo perdere un battito sia a Richard che a Martha, che lasciò cadere il bicchiere tra le sue mani.
 


Eccomi, scusate tanto il ritardo. Siamo arrivati…Richard di nuovo padre, Kate una futura mamma. Cosa succederà tra i nostri protagonisti? Un bambino cambia la vita, servirà a far riavvicinare i nostri ragazzi? Vi aspetto al prossimo capitolo. (Spero di pubblicare il prima possibile) Grazie per le recensioni e per la lettura. Nikki. 
   
 
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