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Autore: Giulz95    24/05/2016    1 recensioni
“Tu non sai un cazzo di me.” Sostengo il suo sguardo alzandomi sulle punte e abbasso la voce ad un sussurro. “Quello che è successo al CCM non mi rende automaticamente una tua responsabilità e non ti da il diritto di prendere le mie scelte.”
Daryl risponde con altrettanta rabbia.
“Credi che l’abbia fatto per te?!” Faccio un passo indietro per impedirgli di avvicinarsi. “Non l’ho fatto per te!”
“No, l’hai fatto per te stesso, perché sei un egoista bastardo, e non ti rendi conto di quello che mi hai tolto!” Lo spingo all’indietro, e devo controllarmi per non urlare.
“Stai dando a me dell’egoista quando eri quella che voleva abbandonarci tutti per farti saltare in aria! Non hai pensato a quello che avresti lasciato indietro?!”
“Non avrei lasciato indietro niente, perché voi non siete niente! Ti comporti come se stessimo giocando all’allegra famigliola in vacanza, quando queste sono le stesse persone che hanno fatto uccidere tuo fratello!”.
“Chi cazzo se ne frega di loro?! Me! Avresti lasciato indietro me!”

Seconda stagione e seguito di Tell it to the frohs
Enjoy!
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Devil's backbone'
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A dire il vero non c’è nessun cadavere da mettere sotto terra. Siamo tutti riuniti sotto i rami di un grande albero di quercia, davanti al quale una ragazzina dai capelli biondi, che ho scoperto essere la figlia più piccola di Hershel, posa l’ultima roccia in cima al resto di esse, completando così il simbolo della tomba di Otis.
 
“Sia benedetto Dio, Padre di Nostro, Signore Gesù Cristo. Sempre Sia Lodato per il dono del nostro fratello Otis…”. Hershel inizia a pregare, ma data la mia scarsa fede religiosa, smetto presto di ascoltarlo, guardando invece i volti dei presenti e studiandoli: su ogni viso riesco a leggere una punta di tristezza e lutto, ma quello della donna bionda stretta tra le braccia della figlia maggiore del fattore è l’unico rigato dalle lacrime. La vedova, probabilmente. I coniugi Grimes tengono la testa bassa in segno di gratitudine nei confronti di Otis mentre accanto a loro Shane tiene lo sguardo fisso nel vuoto. Si comporta in modo strano, è chiaro. Continuo a guardarlo senza che lui se ne accorga, fino a quando Hershel non lo distoglie dalla sua trance rivolgendogli la parola.
 
“Shane, vuoi dire due parole in memoria di Otis?“
 
Il poliziotto alza lo sguardo sul suo per un secondo prima di riabbassarlo sui suoi piedi.
 
“Non sono bravo con le parole.” Shane che sceglie di sua spontanea volontà di tenere la bocca chiusa? Oh sì, è definitivamente strano rispetto al solito.
 
“Sei stato con lui fino alla fine, “ La vedova parla con voce rotta dal pianto. Non posso che distogliere lo sguardo dalla figura della donna, così fragile che potrebbe spezzarsi con un filo di vento. So come ci si sente. Sono stata anche io al suo posto. “ hai condiviso i suoi ultimi momenti. “Ti prego, fallo per me. Devo sapere che la sua morte ha un senso.”
 
“Va bene, “ Shane aspetta un secondo prima di continuare, e quando lo fa alza il tono della voce, come se stesse facendo una proclamazione in piazza.
Racconta di come lui e Otis siano stati circondati dai vaganti da ogni lato, senza via di fuga, senza più munizioni per respingerli, e di come l’uomo abbia scelto di sacrificarsi per il bene di Carl, dando a Shane lo zaino con le scorte mediche e spingendolo avanti prima di venire sopraffatto dai morti, permettendogli così di tornare a casa e salvare il bambino.
 
Quando finisce di parlare posiziona un’altra roccia sulla pila e guarda la vedova dritta negli occhi.
 
“Se mai una morte ha avuto un senso, è quella di Otis.”
 
Mi volto leggermente verso Daryl incontrando il suo sguardo per un secondo. L’uomo accanto a me annuisce impercettibilmente prima di tornare ad ignorarmi.
 
Già.
 
Nemmeno io me la sono bevuta.
 

 ...

 
Tra le tante cose che ho imparato dall’inizio della fine del mondo, montare una tenda non è tra queste.
 
“Pensavo te la sapessi cavare meglio.” Daryl mi punzecchia, e anche se non riesco a vederlo in faccia mentre inizia ad assemblare i sostegni per quella che abbiamo silenziosamente deciso sarà la nostra stanza per tutto il tempo in cui saremo qui alla fattoria, so che se la sta sghignazzando.
 
“Ehi, io vengo da Los Angeles. Il massimo della mia esperienza pre-apocalisse in campeggio è stata su un caravan di 12 metri.”
 
“Tsk.” L’uomo s’inginocchia continuando a lavorare. “Los Angeles, eh? Pensavo venissi da oltre oceano.”
 
“Mi sono trasferita a Los Angeles due anni fa, te l’ho già detto.”
 
“E cosa ci fai in Georgia?”
 
“Ero qui per lavoro quando siamo rimasti bloccati sull’interstatale.” Decido di cambiare velocemente il discorso per evitarmi altre domande, e il mio sguardo cade sul camper di Dale, parcheggiato ad almeno una cinquantina di metri da noi. “Perché ci stiamo mettendo così lontani dagli altri?”
 
Daryl mi risponde alzando le spalle dopo essersi allontanato di qualche passo per osservare la tenda montata.
 
“Daryl?”
 
“Mmh?”
 
“Allora?”
 
“Lo sai perché.” Si volta dandomi le spalle prima di iniziare a spostare i nostri sacchi a pelo dalla sella della moto all’interno della tenda. Sorrido decidendo di prendermi la mia vendetta. Imparerà a non sfottere più la mia abilità pari a quella di una patata lessa nel montare un campo all’aperto.
 
“Wow, scommetto che ti senti fortunato, eh?” Si gira di scatto guardandomi per un secondo, prima di distogliere lo sguardo velocemente, ma non abbastanza velocemente perché non mi accorga delle sue guance arrossate. Scoppio a ridere prima di avvicinarmi e pizzicarlo leggermente sul fianco. Daryl salta in reazione al pizzicotto e mi stringe i polsi impedendomi di tirargliene altri.
 
“Cristo, donna, la vuoi smettere? Sembri una dannata mocciosa!” Pronuncia le parole come per riprendermi, ma riconosco in esse il suo tono scherzoso.
 
“Disse il signor arrossisco-come-una-liceale-non-appena-si-parla-di-scopare-a-meno-che-non-sia-sbronzo-marcio.”
 
Daryl si ferma per un secondo prima di spingermi contro il tronco di un albero e assalire le mie labbra con le sue, per poi portare i miei polsi, ancora fra le sue mani, sopra la mia testa e mantenere la presa. Il bacio sembra durare un’eternità ma allo stesso tempo non sembra bastarmi. Quando infatti l’uomo interrompe il contatto rimango con le labbra socchiuse e incapace di muovermi o di alzare completamente le palpebre.
 
“Prima di tutto, non ero affatto sbronzo, e mi sembra di avertelo provato.” È il mio turno di arrossire, dopo aver aperto gli occhi incontrando i suoi. “E poi non abbiamo tempo per fare i deficienti, non ora. Rick sta organizzando le ricerche per Sophia. Ha detto di raggiungerlo.”

  
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