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Autore: Jaredsveins    24/05/2016    4 recensioni
Castiel ha sempre vissuto nel suo piccolo mondo, senza sapere molto di quello esterno. Quando un giorno avrà la possibilità di fuggire da lì, la coglierà e un incontro inaspettato cambierà totalmente la sua vita.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, John Winchester, Mary Winchester, Sam Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessuna stagione
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Titolo: The darker it gets and the more you save me
Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Dean Winchester/Castiel, Mary Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Rating: Arancione
Charapter: 9/10
Words: 4530
Genere: Angst, drammatico, sentimentale
Warning: Slash, tematica delicata
Summary: Castiel ha sempre vissuto nel suo piccolo mondo, senza sapere molto di quello esterno. Quando un giorno avrà la possibilità di fuggire da lì, la coglierà e un incontro inaspettato cambierà totalmente la sua vita.


The end or the beginning?

 A brave new world,
the war is won.
The war is won.

 This is war – 30 Seconds to Mars


Castiel era paralizzato, con quella pistola tra le mani. Era semplicemente sconvolto e, per fortuna o grazie al destino, prima che potesse fare qualcos'altro, bussarono alla porta di casa. Quel rumore lo prese così tanto alla sprovvista, che lasciò di scatto la pistola e la fece scivolare a qualche centimetro di distanza da sé, portando immediatamente lo sguardo alla porta della cantina con terrore. Sapeva bene chi era e, dallo sguardo soddisfatto di Michael, era ovvio che lo sapesse anche lui.

“Occasione sprecata, che peccato. Preparati a dire addio al tuo amore.” Michael riprese l'arma e la nascose nuovamente nei pantaloni, uscendo dalla cantina e chiudendovi dentro Castiel, ignorando le sue urla disperate.

E John e Sam, dall'altra parte, aspettavano con ansia che quel figlio di puttana aprisse la porta.

Infatti quando Michael aprì la porta, non si aspettò di vedere un ragazzo sulla ventina e un uomo insieme a lui. Non li aveva mai visti e si sarebbe aspettato di vedere Dean, non quei due. Nonostante ciò, sapeva bene che ruolo avevano nella vita di quel Winchester. Tenne ben nascosta la pistola in tasca e rivolse loro un enorme sorriso. “Posso aiutarvi in qualcosa?”

“Sì, la nostra auto ci ha lasciati a piedi.” John disse, indicando l'impala dietro sé, cercando di sembrare più naturale possibile. “Il nostro cellulare è praticamente morto e volevamo chiederle se potevamo usufruire del telefono per chiamare un meccanico se non le crea troppo disturbo.”

Michael li guardò diffidente e si poggiò alla porta malandata. “Entrambi i cellulari si sono spenti? Ma davvero?” Stava solo cercando di temporeggiare perché era stato talmente concentrato su Castiel, da essersi completamente dimenticato che i Winchester sarebbero potuti andare lì a cercarlo. Anche se doveva ammettere che stavano mettendo su una bella scenetta.

Sam ebbe una fitta allo stomaco quando si rese conto che l'uomo era già andato sulla difensiva, doveva inventarsi qualcosa e anche al più presto. Quindi fece la prima cosa che gli venne in mente: improvvisò. “Forza papà, diglielo tu perché sono entrambi morti.” Lo fulminò il figlio.

John decise di stare al gioco e sbottò. “Non rivolgerti così a me ragazzino!”

“Beh, se tu non avessi lanciato il mio fuori dal finestrino dopo aver litigato con mamma, adesso avremmo un telefono con cui chiamare senza disturbare nessuno!”

“Non ti permettere!” John mise le mani sul colletto della camicia di Sam e lo strattonò, esultando dentro sé quando Michael lo fermò.

“Woah, calma. Potete usare il mio telefono, ma state calmi.”

John e Sam si guardarono appena ed entrarono in casa, venendo subito avvolti da un ambiente talmente tranquillo da farli destabilizzare un attimo. Dean diceva che Cas stava lì, ma dove esattamente? L'uomo si guardò attorno e i suoi occhi caddero sul tappeto piegato in due, da cui si intravedeva una piccola porta e capì subito dove si trovava Castiel. Facendo finta di nulla si avvicinò appena a Michael, vedendolo indietreggiare verso la porta. Aggrottò le sopracciglia e si fermò, sembrava quasi preso alla sprovvista. “Se mi dà il telefono, chiamo.”

Michael rimase immobile e continuò a fissare John e poi Sam, ripetutamente. La sorpresa di poco prima adesso si era trasformata in incredulità, perché non era davvero possibile che, nonostante sapessero chi fosse lui, si fossero presentati a casa sua. Non poteva fare alcuna mossa avventata, perché era uno contro due e nonostante avesse una pistola, non l'aveva mai realmente usata e di certo non si era messo in testa di usarla così all'improvviso. Però sembrava l'unico modo e, quando fece per prenderla con tutta la naturalezza possibile, non gli sfuggì lo scatto in avanti che Sam fece, mettendosi prontamente davanti al padre.

“Papà, cerca Castiel.”

“Sam, sei impazzito?!” Sbottò a bassa voce l'uomo, strattonandolo per la maglietta.

Ma il ragazzo era immobile come una statua e continuò a fissare l'uomo davanti a sé. “Esci pure quella pistola, so che ce l'hai.”

“Ragazzo, non ti facevo così coraggioso. Lo sei anche di più di tuo fratello.”

Sam ignorò la provocazione solo perché ricordò che di lì a poco, Dean sarebbe entrato in casa per portare via Castiel. Ma i piani erano cambiati e adesso era sotto tiro di uno psicopatico armato, che non sapeva se avrebbe sparato per davvero o meno.

Michael, dal canto suo, continuò a fissare Sam e sentì una rabbia incredibile impossessarsi di lui. Come poteva essere stato così stupido da sottovalutare una possibile bravata come quella da parte dei Winchester? Non poteva credere che fossero arrivato a tanto e per cosa poi? Solo per un moccioso complessato che non valeva niente. Strinse i pugni e appena vide John muoversi verso il tappeto che nascondeva la cantina, uscì fuori la pistola e con mani tremanti la puntò davanti a sé, verso Sam che deglutì a vuoto. “Fa un altro passo e uccido questo piccolo bastardo davanti a te.”

John si fermò di scatto e sentì un brivido percorrergli la schiena. Cosa diavolo avevano sperato di fare presentandosi lì a mani vuote e senza uno straccio di sicurezza che tutto sarebbe andato bene? Oh già, si erano lasciati convincere da quella testa dura di Dean che da lì a poco sarebbe apparso da quella porta.

“Scommetto che stanno arrivando i rinforzi, vero?” Michael rise e fece un passo verso Sam, vedendolo indietreggiare. “Allora aspettiamo, voi due non andrete da nessuna parte tanto.”

 

Dean fissava la porta dell'appartamento con il cuore in gola, sapeva che ogni minuto era prezioso. Ma sapeva anche che lì dentro c'era uno psicopatico pronto a tutto pur di liberarsi di lui, Castiel e tutti gli altri. Ogni minuto era prezioso, eppure una volta arrivato lì si era fermato, con il cuore che smise di battere appena una consapevolezza lo assalì: non aveva speranze di uscirne inerme. Michael poteva essere armato e se così fosse stato, non avrebbe avuto paura di fare del male sia a lui che a Sam e suo padre. Ed era tutta colpa sua, era stato lui a infilarli in quell'enorme groviglio di problemi. Cosa avrebbe potuto fare lui? Era disarmato, era solo un ragazzo come tutti gli altri che per salvare il ragazzo che amava non aveva ragionato lucidamente. Perché amava Castiel, non c'era altra spiegazione per la quale lui lo avesse così a cuore e non smettesse di immaginare il suo futuro con lui. Per colpa dei suoi sentimenti aveva messo a rischio la sua famiglia e non sapeva se ne sarebbero usciti tutti salvi.

“E' colpa tua e devi risolverlo. Forza.” Sussurrò a se stesso, sbloccandosi dal suo stato di trance e stringendo i pugni, bussò alla porta e aspettando che quel figlio di puttana aprisse.

Ma ciò non accadde, perché la porta sì aprì ma non apparve Michael, bensì Sam che era visibilmente provato e spaventato. Lo sguardo che gli inviò lo fece sprofondare, ma cercò di non lasciarsi sopraffare ed entrò in casa, deglutendo non appena si rese conto che Michael era lì, con una pistola in mano.

“Che bello, adesso ci siamo tutti.” Si stiracchiò l'uomo, muovendo l'arma per aria nel farlo. Poi strinse i denti e ridacchiò. “Oddio, manca la dolce Mary all'appello, si chiama così no? Magari andrò a farle visita appena avrò finito con voi. Chi lo sa, magari potrebbe apprezzare il trattamento fatto a Castiel in questi anni.”

“Sporco figlio di puttana!” Dean scattò e si fiondò contro l'uomo, per poi paralizzarsi quando questi gli puntò la pistola contro, ringhiando.

“Modera i termini o la tua morte sarà lenta e dolorosa.” Con la pistola indicò il divano e non abbassò la guardia fino a quando il ragazzo non si sedé sul divano, a denti stretti. “Adesso ci facciamo una bella chiacchierata perché io ho davvero bisogno di capire. Poi vi lascerò andare all'inferno, letteralmente.” Caricò il colpo e accavallò le gambe, guardando John che gli fissava le mani ad occhi sgranati.

“Cosa cazzo vuoi?” Ringhiò Dean, venendo fulminato da Sam e il padre.

Non capiva che così peggiorava la situazione?

“Farò finta che tu me lo abbia chiesto con cortesia e ti porrò la mia domanda: perché ti importa così tanto di Castiel?”

“Perché io ho un cuore a differenza tua.” Lo guardò truce.

Michael si mise a ridere e annuì appena, grattandosi la tempia con la canna della pistola Dean pregò con tutto se stesso che partisse un colpo proprio in quel momento. Ma ciò, ovviamente, non accadde. “Proprio perché non ho un cuore vivo bene. Nessuna preoccupazione, nessun sentimento, nessun ripensamento. Invece guardati, sei così preoccupato che sembra tu stia quasi per morire sul posto. Qual è la tua paura? Perdere? Oh!” Si alzò e gli fece una carezza sul viso. “Fai bene ad avere paura allora.”

“Potrai anche uccidermi, ma vivrai da mostro.”

“Ti sembra che io me ne sia fatto un problema fino ad adesso?” L'uomo sorrise e poi sembrò illuminarsi, infatti annuì a se stesso, soddisfatto. “Visto che se così sentimentale, che ne dici se ti facessi parlare con Castiel prima? Così da potergli dire addio, mh?”

Quando Dean sentì il nome di Cas sentì gli occhi pungere subito per la gioia, era ancora vivo grazie a Dio. Non tutto era perduto allora, sarebbero stati in quattro contro uno ed era impossibile che non sarebbero riusciti a farcela. Osservò Michael spostare il tappeto con le mani e alzare il portoncino della cantina, urlando poi.

“Castiel, hai visite!” L'uomo scese giù con un salto.

“Adesso!” Disse Sam e fu subito fermato dalle braccia di Dean che lo tennero fermo. “Dean che fai?!”

“Sei impazzito? E' armato e potrebbe sparare se si vedesse minacciato!”

Il minore annuì sconfitto e sospirò, sapendo bene che il fratello aveva ragione da vendere. Quasi sorprese del fatto che suo fratello stesse ragionando lucidamente, anche se sapeva che non sarebbe durata a lungo. Quando in ballo c'era qualcuno a cui teneva finiva sempre per fare qualche stronzata, peggiorando la situazione. E di certo non era quel che voleva nessuno.

Castiel si appiattì contro il muro non appena Michael si avvicinò a lui e gemette di dolore quando lo prese di forza dai capelli trascinandolo di sopra. Cas teneva gli occhi chiusi, non aveva la forza di fare più nulla e ormai era convinto che la sua ora stava per arrivare come una tempesta che lo avrebbe travolto di lì a poco. Rimase a peso morto e ad occhi chiusi perché non voleva che Michael fosse l'ultima cosa che vedeva; rimase ad occhi chiusi perché non voleva vederlo mentre scagliava su di lui tutta la sua rabbia e lo finiva per sempre; rimase ad occhi chiusi perché si sentì sconfitto. Aveva lottato per la propria libertà e aveva perso.

Dean rimase immobile appena vide in che stato si trovava Cas: i capelli erano impasticciati, gli occhi chiusi e la faccia piena di graffi da cui usciva del sangue, soprattutto dal taglio sul labbro. Ormai dei suoi vestiti non rimanevano altro che degli stracci sporchi di sangue e polvere. E se aveva provato a ragionare lucidamente, se solo ci aveva tentato, quella immagine eliminò i buoni propositi e lo fece scattare come una molla. “Figlio di puttana, cosa gli hai fatto?!”

Michael si strinse nelle spalle e continuò a tenere Castiel per un braccio. “Abbiamo ricordato i vecchi tempi.”

“Cas puoi sentirmi?” Dean spostò la propria attenzione al ragazzo che sembrava esser svenuto. “Cas, rispondi..” Il panico lo assalì non appena vide che ancora non rispondeva e un urlò si librò nella camera. “CAS!”

Il diretto interessato si scosse dallo stordimento e si fece forza per aprire gli occhi, era davvero Dean colui che lo aveva appena chiamato? Era lì dentro? Non lo aveva davvero lasciato da solo fino all'ultimo momento. E appena lo vide, non distolse più lo sguardo da lui. Se doveva davvero morire in quel momento, doveva guardare lui prima di esalare l'ultimo respiro, per andare via in pace con se stesso e felice. Provò a parlare, a dire qualcosa, ma non ci riuscì perché un groppo in gola glielo impedì. Voleva tanto dire qualcosa ma l'unica che riusciva a fare era piangere. Perché vedere Dean era così bello e brutto al tempo stesso. Se si trovava lì, era in pericolo anche lui.

“Cas, ti tireremo fuori da qui. Te lo giuro.”

“Mh e come farete? Siete soli con me e sono armato, vorrei ricordarvelo.”

“Non mi importa, sarai tu a fare la fine che meriti. Questo posso assicurartelo. Se credi che io abbia paura di te ti sbagli, non mi fai paura.”

“Oh ma davvero?” Michael inclinò il capo e lasciò andare Castiel all'improvviso, facendolo cadere di peso a terra e si rigirò la pistola tra le mani.

Dean strinse forte i pugni assistendo alla scena e ringhiò. “Sì dannato figlio di puttana. Brucerai all'inferno e se solo potessi venire lì per guardare, godrei come un dannato nel vederti soffrire.” Le sue parole avevano un peso importante ma era troppo arrabbiato per trattenersi, doveva far uscire tutto l'odio da sé.

John invece si era accovacciato per terra e stava assistendo alla scena con il sudore che gli imperlava la fronte ruvida. Aveva adocchiato un cavo per terra e senza far rumore lo stava recuperando, stando molto attento a ogni minimo movimento di Michael.

“Castiel come puoi esserti innamorato di uno così? Non senti che cose cattive dice?” Scimmiottò l'uomo, prendendo Castiel per le guance e costringendolo a guardare Dean. Stava ancora piangendo, non riusciva a fare altro. Piangere era l'unica cosa che gli era rimasta, insieme alla consapevolezza che lui non avrebbe potuto fare niente per sconfiggere Michael. Avrebbe davvero voluto avere la forza di alzarsi, prendere quella pistola e premere il grilletto. Lo avrebbe fatto senza esitare, senza nessun tipo di rimpianto. Ne sarebbe rimasto scosso, ma avrebbe vinto. Invece no, era lì..senza forze, su quel pavimento e si piangeva addosso. Ancora una volta, ancora un'altra sconfitta, ancora un'altra vittoria di Michael.

Dean guardò Castiel negli occhi e pianse in silenzio, rendendosi conto di quanto dolore ci fosse in quello sguardo. Cas aveva sempre quell'espressione malinconica addosso, ma mai come in quel momento. Era come vedere un ritratto fatto male di un ragazzo carico di malinconia, tristezza e sconfitta. Oh la sconfitta era visibile in ogni ruga d'espressione del viso contratto del ragazzo, era visibile dalle lacrime che si incastravano nella sua stessa pelle. Lo vide schiudere le labbra e mormorare un “mi dispiace”, prima di perdere i sensi completamente.

E in quel momento qualcosa accadde.

Il collo di Michael fu avvolto da un cavo che John teneva stretto alle estremità, stringendo sempre con più forza e urlando per lo sforzo. L'uomo resistette, dato quando quello sotto le sue mani aveva iniziato a lamentarsi e dimenarsi. Vide solo suo figlio precipitarsi su Castiel e Sam spingere con forza il corpo dell'uomo facendolo crollare sul pavimento insieme a lui.

“Mai voltare le spalle al nemico.” Mormorò John, non appena lasciò andare Michael che era ormai svenuto e senza forze.

 

Quando Castiel aprì gli occhi, fu accecato da un raggio solare che penetrava dalle insenature della serranda appena abbassata. Si guardò attorno e realizzò con stupore di essere in un lettino d'ospedale, con la flebo al braccio. Osservò l'ago dentro sé e si perse un attimo nel suoi pensieri, iniziando a ricordare tutto ciò che era successo. Era davvero sopravvissuto? Come era possibile che fosse andato tutto bene e che lui stesse ancora respirando?

“Si è svegliato!” La voce di Jessica lo portò al presente e appena vide il suo viso dolce incorniciato dalla chioma bionda credette di poter scoppiare a piangere da un momento all'altro. Era tutto così reale.

“Cas, grazie a Dio! Come ti senti?” Sam.

“Ragazzo ci hai fatto prendere uno spavento!” John.

“Cassie, bentornato!” Mary, con la voce provata dall'emozione.

Castiel guardò tutti con incredulità e fece la prima domanda che gli venne in mente. “Sono vivo?”

“Sì, sei vivissimo. Vivo, stravivo, ultravivo, supervivo!” Esclamò Mary, che gli baciò la mano con dolcezza. “Piccolo mio, mi hai fatto prendere uno spavento che non immagini. Temevamo non ti svegliassi più..”

“E' tutto okay adesso Cas, è tutto finito.” Sam gli diede una pacca sulla spalla e gli sorrise dolcemente. “Michael non c'è più.”

Castiel fece per rispondere, mettendosi seduto nonostante avesse dolori un po' ovunque. Davvero, voleva rispondere e stava per farlo, ma l'ingresso di Dean preceduto dalla sua voce lo destabilizzarono come niente.

“Mi hanno chiamato dalla questura. Quel figlio di puttana aveva altri precedenti che sommati a ciò che ha fatto Cas lo hanno portato all'erg..” Dean abbassò subito la voce non appena incontrò lo sguardo di Cas. “astolo..”

Mary guardò commossa entrambi i ragazzi e prese per mano Jessica, esortandola ad uscire fuori dalla camera insieme a lei e Sam, seguiti da John che chiuse la porta. Avevano bisogno di stare da soli, avevano tante cose da dirsi.

Dean non disse più nulla, si limitò soltanto ad avvicinarsi al ragazzo che lo guardava con le lacrime agli occhi. Si sedette sul bordo del letto e lo tirò a sé, abbracciandolo con forza e respirando il profumo dei suoi capelli. Non riusciva a parlare, non riusciva a dire niente semplicemente perché non riusciva a credere che fossero davvero lì e che stessero bene entrambi. Nonostante la strafottenza non aveva mai davvero creduto che ne sarebbero usciti tutti indenni, invece era successo. A parte qualche contusione accusata da Cas, nient'altro di grave. E Michael era in prigione, aveva finalmente ricevuto la pena che meritava. Quella consapevolezza lo fece sospirare profondamente e scansare da Cas, per prendergli il viso e guardarlo negli occhi, senza dire comunque nulla.

Castiel invece si perse nel verde dei suoi occhi e alzò la mano tremante, sfiorando con le dita sottili le occhiaie che contornavano quegli smeraldi. Schiuse le labbra e sussurrò roco. “Sono vivo..”

Dean sussultò sul posto un attimo e poi sorrise dolcemente all'altro. “Sei vivo, stiamo tutti bene.” Ma Cas sembrava quasi non ascoltare, era troppo sorpreso ancora.

“Sono vivo e anche tu lo sei.”

“Sì amore mio, sì.” Dean non si rese nemmeno conto di averlo chiamato in quel modo, perché era semplicemente troppo felice di vedere Castiel ad occhi aperti, che parlava e cercava il suo sguardo. Quanto ti erano mancati quegli occhi? Credeva che non avrebbe mai più potuto vederli così da vicino se non da morto. Invece non li vedeva da soli quattro giorni; quattro lunghi giorni in cui Dean era rimasto con Castiel e gli aveva tenuto la mano, raccontandogli i progressi sul caso Michael. Dean era rimasto con Castiel che tre lunghe notti, fino a quel momento e adesso rivederlo sveglio era come una doccia calda che rilassava i suoi muscoli goccia dopo goccia.

“Ma adesso è tutto finito, perché Michael è in prigione. E ci starà per tutta la vita.”

Castiel fu come scosso da qualcosa appena quella frase arrivò alle sue orecchie. Aveva sentito bene? “C-cosa?”

“E' tutto finito, non ci darà più alcun problema. Abbiamo vinto Cas..” Dean intrecciò le proprie dita a quelle del ragazzo. “Abbiamo vinto.”

“Non ci posso credere.” Il moro iniziò a negare con il capo ripetutamente e poi mandò la testa indietro, iniziando a ridere. Una risata liberatoria che fece trasparire tutta la gioia che stava provando in quel momento. Dentro sé aveva un insieme di emozioni che lo stavano facendo reagire in quel modo, non riusciva nemmeno a parlare per quanto stava ridendo. Aveva vinto, era tutto finito.

Dean chiuse un secondo gli occhi e si godette il suo della risata di Castiel, sorridendo con le lacrime agli occhi perché la consapevolezza di essere finalmente in pace lo assalì più violentemente questa volta. Avrebbe potuto state con il ragazzo che amava tranquillamente, senza più alcuna paura. Sapeva bene che per Castiel sarebbe stato difficile superare anche quell'ultimo accaduto, ma sapeva bene che era abbastanza forte per farlo e lui non lo avrebbe lasciato solo nemmeno un secondo.

I suoi pensieri si interruppero improvvisamente nel momento in cui le labbra di Castiel furono sulle sue con un impeto inaspettato. Dean gli prese il viso e schiuse le labbra, avvolgendo perfettamente quelle di Castiel che erano leggermente curvate insù per via della risata liberatoria di poco prima. Non lo lasciò andare per i trenta secondi successivi, perché rimasero così: Dean semidisteso su Castiel che lo teneva delicatamente dalle braccia. E una volta separati, si presero per mano e sorrisero.

“Io non ho idea di cosa sia l'amore nonostante tu me lo abbia spiegato ma, qualsiasi cosa io provi per te, so che è molto forte.” Mormorò Cas, poggiando la fronte a quella di Dean. “E so di volerla provare solo per te.”

Dean sbatté le palpebre più volte e guardò Castiel sorpreso, ridendo poi appena. “Guarda che coincidenza!”

“Cosa?” Cas aggrottò le sopracciglia.

“Ti amo anche io.” Dean rise ancora e poi rise di se stesso, perché faceva davvero schifo con le dichiarazioni d'amore. Come diavolo gli era saltato in mente di dirlo in quel modo?

“Anche se ti ho causato più problemi che altro?”

“Non è stato per colpa tua e poi chi se ne frega! Da oggi inizia una nuova vita e dobbiamo godercela appieno.” Dean disse convinto, stringendo la mano di Castiel che si incupì appena. “Che c'è?”

“Vorrei sapere cosa è successo in questi giorni in cui ho dormito.”

Il biondo avrebbe tanto voluto alzare gli occhi al cielo..e menomale che non dovevano pensarci più! Però era anche ovvio che Castiel volesse sapere cosa fosse successo. Quindi si mise comodo e gli raccontò a grandi linee gli ultimi giorni: Michael era finito dietro le sbarre provvisoriamente, perché dovevano ancora esser fatte delle indagini che occuparono due giorni. Scoprirono che era tornato solo perché in fuga a causa di alcuni spacciatori che volevano dei soldi da lui e che era ricercato anche in un'altra città per via di una rapina a mano armata in una banca. Di certo non godeva di una buona condotta. A questi reati, si erano aggiunti quelli accusati da Castiel per anni e anni e sommati ai precedenti, la sua pena divenne l'ergastolo e appena tutti lo seppero, non poterono fare a meno che sospirare di sollievo.

“Quindi adesso sei al sicuro e potrai finalmente goderti la vita.” Dean lo tirò a sé e lo abbracciò. “E io potrò godermi il mio ragazzo.”

Castiel lo guardò sorpreso e poi sorrise, accoccolandosi al suo petto e, come d'abitudine, lasciandosi cullare dal battito del suo cuore.

 

“Fa' attenzione al gradino.” Mary teneva Castiel a braccetto e lo aiutava ad entrare in casa, mentre John, Sam e Dean erano andati via per comprare una pizza.

Avevano lasciato Castiel da appena un'ora e appena i dottori avevano dato l'ok, la famiglia Winchester non aveva perso tempo a portarlo via da lì. Sperarando di non avere a che fare con degli ospedali per molto tempo.

“Red, ciao bello!” Si illuminò Castiel, non appena vide il batuffolo rosso andare verso loro, miagolando ripetutamente perché reclamava a gran voce la propria cena. Il ragazzo si piegò facendo una smorfia di dolore e prese in braccio il gattino, facendogli dei grattini sul pancino che fecero fare a Red le fusa. “Se sapessi che brutte giornate ho passato per ora.” Mormorò, continuando a coccolarlo. “Ma adesso è tutto finito.” Continuò, andando a sedersi sul divano e mettendosi a ridere quando Red cadde dal divano, non appena vide Mary andare verso lui con la ciotola di croccantini pronta.

“E' ora di cena per tutti.” Mary diede il cibo a Red e poi andò a sedersi vicino Castiel, prendendogli la mano. “Come ti senti tesoro?”

“Sto bene.” Le strinse la mano e la guardò negli occhi. “Davvero bene.”

La donna annuì appena e scostò una ciocca di capelli dal viso del ragazzo, esitando appena. “Vuoi parlare di quel ch-”

“No.” Disse bruscamente Castiel, mettendo una mano in avanti. “E' finito tutto adesso e non dobbiamo più parlarne. Questo capitolo della mia vita si è chiuso e io non ho più intenzione di riaprirlo, okay?”

Era vero quel che aveva appena detto. Ricordare tutto quel che era successo non lo avrebbe di certo aiutato a superarlo. Ogni tanto ripensava a ciò che era successo, alla spietatezza di Michael nell'imporgli di togliersi la vita solo per salvarla a Dean. Erano immagini forti che gli avrebbero fatto compagnia ancora per un po', ma sapeva che prima o poi sarebbero scomparse perché adesso non era più solo. E poi, il pensiero che quel mostro fosse dentro e che ci sarebbe rimasto per sempre, lo tranquillizzava e non poco. Quindi decise che da quel momento in poi, non avrebbe più parlato di Michael e non voleva parlarne con nessuno. Non perché non volesse ma perché aveva già sprecato gran parte della sua vita dandogli importanza. Iniziava a vivere davvero da quel giorno e non avrebbe lasciato che i mostri del passato rovinassero tutto.

“Sono felice di sentirtelo dire, comunque.” Rispose dopo un po' Mary, sorridendogli dolcemente, come aveva fatto la prima volta in cui lo aveva visto. “Si dice anno nuovo, vita nuova, giusto? Anche se siamo quasi a febbraio, la nostra inizia da adesso. E se posso permettermi, noto che tu e Dean stiate già andando alla grande.”

“Mary!” Castiel diventò bordeaux e nascose il viso nelle mani, ridendo piano. “Beh diciamo che stiamo insieme..”

“Diciamo che stiamo insieme.” Scimmiottò la donna e ride dell'espressione confusa di Castiel. “Mio figlio è innamorato perso di te, non lo vedevo così da..” Ci pensò su e poi negò con il capo, ridendo. “Non l'ho mai visto così innamorato in realtà.”

Castiel fece per ribattere ma fu interrotto dalla porta di casa che si aprì, da cui sbucarono i cartoni della pizza seguiti da un Dean che bisticciava con Sam, che teneva le pizze. “Ma se ti ho detto che non mi interessa niente di diritto, perché devi rompere e parlarmene?”

“Beh sei stato tu a chiedermi cos'è un contratto e io ho risposto.”

“Sì ma te l'ho chiesto mezz'ora fa! Adesso basta, no?”

John chiuse la porta e alzò gli occhi al cielo, inviando una sguardo esasperato a sua moglie a Castiel che si misero a ridere, stringendosi nelle spalle. Sapevano bene che il loro hobby era prendersi in giro e pizzicarsi come se fossero ancora dei bambini.

“Vai dal tuo ragazzo e non rompere le scatole.” Sbuffò Sam, borbottando poi. “Jerk.

“Ti ho sentito bitch!” Rispose prontamente Dean, andando poi da Castiel come se niente fosse. Si sedette accanto a lui e gli baciò i capelli, sorridendogli radioso. “Allora, come sta il mio angelo preferito?”

Castiel non rispose e ridendo sotto i baffi punzecchiò la pancia di Dean con l'indice. “Credo di aver trovato il soprannome adatto a te.”

“Cos-” Il ragazzo aggrottò le sopracciglia e guardò confuso il suo ragazzo. “E quale sarebbe?”

“Hai presente i sette nani di Biancaneve?”

“A-ha.” Disse poco convinto Dean, dove voleva arrivare?

“Ecco, tu saresti sicuramente Brontolo.” Lo prese in giro e scoppiò a ridere insieme a Sam che aveva sentito tutto.

“Bravo Cas, sei grande!”

E la serata andò avanti così, tra un Dean che bisticciava con suo fratello e mostrava il proprio disappunto per il soprannome attribuitogli; e un Castiel che se la rideva con John e Mary per la scenetta divertente.



NOTE: E così si è risolto tutto finalmente, dopo tante tante tante rotture di scatole. Io vi chiedo davvero scusa per i numerosi errori di battitura e non che troverete, ma sono stanchissima e tristissima per la JIB e sto aggiornando per forza. Questo capitolo è il penultimo, quindi con il successivo ci saluteremo.
Per quanto riguarda il processo di Michael, so bene che i processi possono durare di più ma per comodità ho deciso di scrivere di questi pochi giorni. Risponderò qui a due domande che mi ha fatto Juls:
1) Perché Michael reagisce così a Cas?Risposta: è solo un bastardo malato di mente, nessun'altra spiegazione. lol
2) Perché non chiamano subito la polizia? Perché temevano che così facendo avrebbero solo allarmato di più Michael. (dovevo specificare, sorry)
Detto ciò, ci sentiamo martedì prossimo.
Love u guys.

ps. Risponderò alle recensioni nelle prossime ore(?)

 

 
  
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