Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: M a r t    24/05/2016    1 recensioni
Namjoon si ritrova a dover tenere d'occhio parecchi legami, senza preoccuparsi dei suoi che vanno a scontrarsi.
Jimin e Jungkook cercano di trovarne uno che vada bene per loro.
Taehyung se ne ritrova troppi fra le mani e non riesce a gestirli.
***
{Ispirato ad I NEED U} {slash/het} {jikook} {altre pairings}
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Namjoon/ RapMonster, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VI










 
Il lusso di scordarsi i propri problemi è concesso solo a coloro che problemi non ne hanno sul serio. 
Taehyung i suoi li aveva messi nel dimenticatoio solo un attimo e questi erano tornati indietro prepotentemente, bussandogli alla porta di casa. Letteralmente.
La mattina del terzo incontro Taehyung si alza presto, è stranamente felice e ha intenzione di chiedere a Namjoon se e quando potrà prendere altre e nuove lezioni di cucina insieme a quel giovane uomo così gentile e dal nome melodioso - almeno per come suonava nella sua testa.
È solo in casa; sua zia quei giorni era rimasta in ospedale, probabilmente ricevendo buone notizie per suo zio, meno buone per loro. Ma la faccenda non lo inquieta, se ne scorda subito e addenta una mela come fosse un'abitudine. Dopo quella piacevole giornata con Seokjin sembra aver trovato nuovamente l'appetito e stavolta è deciso a soddisfarlo. 
Nonostante sia mattina presto non indossa il pigiama ma i suoi vestiti per uscire. È un'abitudine vera questa, alla quale è felicemente legato, quella di prepararsi appena dopo essersi svegliato e prima di fare colazione ( quando non la salta ). Guarda l'orologio in salone, sono appena scoccate le otto e, come fosse una naturale conseguenza delle cose, dalla porta comincia a provenire un martellare forte e deciso che lo desta d'improvviso facendolo quasi cadere dalla sedia sulla quale è seduto. In pochi secondi, mentre s'avvicina all'entrata di casa sua, constata facilmente che sua zia non può di certo essere. Ne ha molti di motivi per credere questo, quali il fatto che la donna non dimentichi mai le chiavi di casa e che lei non bussi affatto così. Il pensiero corre a suo zio e Taehyung ha seriamente paura, ma si da' coraggio, perché ha già affrontato l'uomo e deve essere pronto ad affrontarlo ancora, può farcela. Forse.
 
Certo però non s'aspetta di trovare degli agenti di polizia una volta aperta la porta. Taehyung è così confuso da non riuscire neanche a guardarli bene per ricordarne il volto, questi gli chiedono quale sia il suo nome, ma con aria dura, come se già lo sapessero. Il ragazzo ha già idea di quello che sta per succedere eppure non ha nessuna reazione, da' semplicemente la sua risposta e non si tira indietro. 
È sempre stato abituato a correre dalla sua mamma, fin da piccolo, nel momento stesso in cui si fosse presentato un problema, di qualsiasi genere o gravità. Taehyung ha sempre chiesto aiuto, ancora oggi non riesce a reggersi sulle sue gambe e molte delle decisioni che prende sono sbagliate, lo sa, ma molti dei suoi problemi finiscono irrisolti, perché la sua mamma non c'è più e lui ha voluto ignorarli. Ora che è arrivato il momento di affrontarli non ha intenzione di voltarsi e far finta di nulla, ha bisogno di crescere, di non dipendere dalle persone.
Così viene portato via, ammanettato e guardato, giudicato aspramente. Si sente piccolo e indifeso, ma crede ancora nelle sue idee. Sotto alla sua debole apparenza risiede un carattere forte e animato da grande speranza. Quest'ultima non è ancora morta e allora Taehyung, molto profondamente dentro di sé, comincia a pregare e a sperare ancora di più. Nel mentre gli agenti lo strattonano e pronunciano le parole che gli sono sempre rimbombate in testa fino a quel momento, che aspettava di sentirsi dire. 
 
- Kim Taehyung è accusato di aggressione e tentato omicidio del signor Kim Hyunsu, suo zio.





 
✄✄✄






 
Le accuse non sono mai facili da digerire. Taehyung se ne rende conto quando si ritrova catapultato in un tribunale all'età di diciotto anni, ancora troppo giovane per comprendere la gravità delle sue azioni e troppo grande per non essersene preso la responsabilità ancor prima di compirle. 
Sua zia ha il volto colmo delle più terribili emozioni, guazzano sulla sua pelle stanca e riempiono i suoi occhi pieni di lacrime ancora non versate. Taehyung non sa più se perché è una donna forte e resiste all'instinto di mostrare i suoi sentimenti o perché le tiene da parte per un momento migliore dove sfruttarle non sarà del tutto inutile e patetico. 
Si sente un po' tradito, ma non abbastanza perché un po' pensa di meritarselo. 
 
Suo zio sembra stare molto meglio a quanto pare, si è svegliato giusto l'altro giorno, lui ovviamente non lo sapeva. La denuncia era già scattata appena l'uomo ferito era finito in ospedale e si era finalmente indirizzata da qualche parte con il suo risveglio. Taehyung si morde le pellicine intorno all'unghia e si immagina come il carnefice che la vittima dipinge. Suo zio lo descrive in maniere assurde, sua zia rimane zitta. 
Il giudice ascolta e annuisce ogni tanto, sembra quasi annoiato, Taehyung ha scambiato qualche sguardo con lui e ha acquisito una certa sicurezza perché il processo può vincerlo. Le spalle tremanti di sua zia e i piccoli attacchi di panico che la colgono a causa dello stress e della vicinanza al peggiore dei suoi incubi, di nuovo in vita, la terrorizzano. Taehyung conosce l'amore folle che unisce quei coniugi, ma quanto può andare avanti quando la fine è così squisitamente vicina? E come vuole assaporarla sua zia? 
Taheyung spera più da carnefice che da vittima e lo stesso spera per lui. 
 
Bisogna opporsi ad ogni ostacolo con mente lucida e un pizzico di confidenza in se stessi. Questo glielo ha insegnato Namjoon e gliene è grato. Ha sentito via telefono il ragazzo dalla pelle ambrata poco prima di entrare in aula, questi gli ha augurato buona fortuna. Ha detto che l'avrebbe aspettato per il prossimo incontro, come se sapesse già che ce l'avrebbe fatta. 
A volte l'accusa rende deboli, ma il supporto fa crescere enormemente lo spirito e la voglia di lottare. 
Perciò Taehyung non rimane in silenzio, non abbassa lo sguardo né si nasconde, non stavolta. Perché ha troppo da perdere, se ne è reso conto così tardi che si sente già in colpa, ma non vuole sprecare quel poco che ha ottenuto e quel tanto che Hoseok significa per lui. Non vuole perdere quel futuro che deve ancora scoprire con Jimin e Jungkook, non vuole rinunciare a pazientare per capire Yoongi e non ha intenzione di farsi strappare via l'occasione di vedere un'altra volta l'uomo più bello del mondo. E tutto ciò che non si aspetta, Taehyung non vuole perderselo per il carcere. 
Desidera sentire il debole calore del sole e il venticello invernale sulla pelle, non il freddo umido di una stanza piccola e buia. Taehyung crede in un futuro migliore, nonostante il suo concetto di religione sia ancora troppo povero per definirlo o definirsi cristiano.
 
Quando gli viene concessa finalmente la parola, parla a non finire, non si risparmia nulla e non scorda nulla. I traumi sono difficili da scordare e Taehyung si scopre a condividere lo stesso sguardo addolorato di sua zia quando lo incrocia per sbaglio. Questa scoppia a piangere e capovolge le situazioni. Si apre, confessa i suoi dolori una volta chiamata a testimoniare.
Sono dolori troppo intimi e crudeli perché possano essere riportati, che la donna si è portata dentro troppo tempo perché possano essere compresi e non compatiti. E non desidera né pietà né affetto che non sia quello di suo nipote, che ha ignorato e temuto per tutto quel tempo pur di nascondere le sue sofferenze. Desidera qualcosa di migliore rispetto a quell'amore folle e incontrollato, non ne comprende più il senso né l'utilità di tali sentimenti.
 
Allora la vittima diventa finalmente carnefice del proprio aggressore e lotta per se stessa. Il processo continuerà con il passare dei giorni e loro vinceranno, insieme combatteranno i loro mali. Taehyung è felice e non vede l'ora di vedere i suoi compagni.
Vuole raccontare loro di come quella settimana abbia sconfitto il più grande tra i suoi lupi cattivi, lui con le scarpe rosse rovinate e gli occhi bassi e scuri.






 
✄✄✄




 
I pranzi di famiglia sono una noia. Jungkook l'ha sempre pensato e continua a pensarlo mentre siede a capo di una lunga tavola imbandita, in modo da poter guardare tutti e da essere visto da tutti. 
I suoi zii e i suoi cugini vengono di rado a fare visita e, questa, era una di quelle rare volte. Sua madre era più che felice di passare del tempo con suo fratello e sua cognata, i nipoti erano contenti di poter godere della compagnia intellettuale di Rome e suo padre poteva finalmente vantarsi dei suoi progressi nel campo lavorativo, del lusso che poteva permettersi e di altri miliardi di cose che non comprendevano Jungkook neanche una volta. Nessuno bada al ragazzo, ai suoi graffi ancora visibili e i lividi ben marcati, e lui odia tutti. Questi due fatti non vanno necessariamente a braccetto: essere lasciato in pace era uno dei suoi obiettivi primari quando si trattava della sua famiglia. L'odio era, più che altro, causato dall'ingente peso di superficialità che arieggiava in casa sua ogni qual volta si presentavano parenti al campanello. 
I suoi cugini erano snob come pochi ragazzi che aveva conosciuto in quella vita fatta di agi e carne pregiata alla quale era sempre stato costretto a partecipare, difficilmente scambiava una parola con loro sia perché di argomenti da trattare non ce n'erano, sia perché Jungkook una volta aveva distrattamente fatto cadere Jeonghan giù dalle scale all'età di dieci anni - con conseguenza l'essere evitato apertamente e il titolo di 'soggetto pericoloso' dal suo stesso sangue molto prima che glielo affibbiasse anche la legge. 
 
Sua zia non faceva altro che annegare tra perle e diamanti, ridacchiando senza sosta, molte volte per finta, e blaterando in continuazione discorsi senza capo né coda sulla moda e sulle mode. Ogni tanto, se particolarmente di buon umore, canticchiava i versi de la canzone "Diamonds are a Girl's best friend". 
Suo zio e suo padre avevano in corso da più di trent'anni un'inutile competizione, sfidandosi parlando di denaro e cose frivole. I loro sorrisi erano talmente forzati e le strette di mano così prolungate ed eccessivamente enfatizzate che l'inimicizia rischiava di soffocare gli ospiti. 
Jungkook taglia l'enorme bistecca che ha nel piatto e si guarda in torno, annoiato. Le uniche gioie della sua vita sono l'aria aperta e lo stare seduto a gambe larghe in una postura non proprio consona alle leggi del bon ton. Oh, e mangiare a bocca aperta. Però non si lascia andare a simili desideri: se deve proprio rischiare di non uscire mai più dalla sua stanza, preferisce provarlo in un'altra vita. 
Non acconsente passivamente ai voleri dei suoi genitori, ma se ha un'occasione, e se tale occasione implica anche una sigaretta, allora non può lasciarsela scappare. 
 
Le uniche due donne a tavola borbottano tra loro, poi lanciano urla di gioia - la zia a mostrato un anello di diamanti più grande della sua mano proprio sotto al naso della mamma, poi si lasciano andare a risatine incontrollate. I loro piatti sono vuoti, non che ci fosse chissà quanto cibo dentro, insomma. 
A Jungkook le insalate non sono mai piaciute, troppi pomodori, troppo olio, troppa insalata. Addenta un pezzo della sua bistecca al sangue e sposta l'attenzione da un'altra parte.
I suoi cugini parlottano con suo fratello, sembrano interessati a tutto ciò che dica e ascoltano meravigliati ogni sua singola risposta. Rome è leggermente imbarazzato, quasi lusingato, ma Jungkook non prova né goduria nel vedere un pizzico di esasperazione negli occhi del fratello né tantomeno dispiacere. I loro piatti sono mezzi vuoti, Jeonghan ha lasciato i pomodori e Daehyun gliene ruba qualcuno mentre non guarda, perché un po' è da maleducati e un po' non vuole litigare per cose sulle quali discutere sarebbe inutile e insensato. Hansol a volte si gratta la punta del naso, piccolo e all'insù, sorride quando è d'accordo su qualcosa e corruga la fronte se non capisce un concetto. Il suo piatto è quasi completamente pieno e Rome glielo fa notare, senza troncare il discorso che stava seguendo. Anche qui, Jungkook si ritrova annoiato e volta il suo sguardo ai due capo famiglia. 
Stanno ancora mangiando, come lui, ma non staccano gli occhi l'uno dall'altro, temendo di perdere una qualsiasi mossa del proprio nemico. Jungkook ora è molto più curioso e continua a masticare con gusto un pezzo di bistecca particolarmente buono. Gli occhi di suo padre sono stretti in due fessure, ha una faccia che farebbe correre via chiunque abbia un amor proprio, tranne suo zio. Non perché l'uomo non si voglia bene, anzi, magari anche troppo, semplicemente ad un uomo potente come il padre di Jungkook l'unico che può andargli contro è un tipo testardo e aperto alle sfide come suo zio.
Quando cominciano a parlare il giovane s'annoia di nuovo e, appena finito di mangiare, chiede il permesso di uscire. Lo chiede a sua madre, ora troppo distratta e sovreccitata dalla presenza di sua zia per ragionare ampiamente sulla risposta da dargli. 
Esce di casa con il cappotto a coprirlo dal brutto tempo e le sigarette fedelmente in tasca.





 
✄✄✄





 
È la seconda volta che succede: lui sotto allo scivolo a fumare e Jimin con Lucky che scorrazza alle sue spalle. Stavolta i due minacciosi non ci sono e possono conversare tranquillamente. Neanche Chan è presente, non si erano dati appuntamento lui e Jungkook quel giorno e allora era normale che non si fossero visti o incrociati per sbaglio. È una cosa strana è talvolta anche inquietante ma quel ragazzino troppo piccolo e troppo speranzoso si fa trovare solo quando gli viene chiesto e solo se gli va veramente. Magari è anche lui in giro a fumare, Jungkook pensa di sì, ma nessuno lo vede perché nessuno lo contatta e lui non è scemo e non cerca problemi. 
Jungkook invece è il contrario. L'invisibilità non fa per lui, è costantemente messo sotto un riflettore anche quando non lo chiede o non vuole e riesce sempre ad essere trovato dalla feccia peggiore del quartiere. Certo, Jimin è una cosa a parte. Gli piace che non sia come gli altri, gli piace che sia tutto il contrario di lui. Almeno in apparenza, perché Jungkook non lo conosce ancora bene e non sa quante cose in comune possano avere. 
È anche un po' lento a capire e a cogliere i segnali, non vede i sentimenti che Jimin porge su di un piatto d'argento attraverso i suoi occhi, non nota le guance rosse di questi né i sorrisi dolci, solo per lui. Accarezza il muso di Lucky con immediato affetto e il cane risponde con un'espressione beata, lasciando la lingua penzolare fuori dalla bocca lunga. 
 
- È addestrato?
 
- Diciamo che alcune cose le capisce. 
 
- Per esempio?
 
- Intanto, capisce quando lo chiamo Lucky - Jimin ridacchia debolmente alla sua stessa battuta e Jungkook gli sorride divertito, il bastardino volta lo sguardo in direzione del padrone, stavolta attento.
 
- E poi?
 
- E poi sa fare il morto, gliel'ha insegnato mio padre. Per il resto è abbastanza ubbidiente su tutto e non fa troppo chiasso a casa. Ed è anche molto buono.
 
- Si, lo vedo - Jungkook si ferma ancora ad accarezzare il pelo morbido, leggermente sporco di terra e erba - Come mai il nome Lucky? 
 
- Mio fratello l'ha trovato ferito in un cassonetto quando era cucciolo, un colpo di fortuna che sia riuscito a sentirlo in un giorno di pioggia come quello, con le strade deserte e le persone di fretta. 
Jimin molte volte pensa che Lucky sia il dono che il Signore gli ha fatto quando ha visto in che guai si era cacciato con se stesso. Aveva bisogno di un amico su cui contare e sul quale non essere troppo confuso né vergognoso, e ne aveva trovato uno perfetto. Più che la fortuna di Lucky d'essere stato trovato, Jimin pensava alla sua di fortuna per averlo tenuto. A primo sguardo un pensiero un po' egoista, quella scelta di nomi, ecco perché non la rivela completamente a Jungkook e la tiene per sé.
 
Il ragazzo intanto ha cambiato completamente argomento e adesso stanno parlando di com'è avere un fratello, sia più grande che più piccolo e di quanto non sarebbe proprio una cattiva idea andare in quel bar in fondo alla strada dove fanno delle brioches da paura e una cioccolata calda indescrivibile. Il freddo li spinge in quella direzione e Jimin davvero non sa se essere più stupito dal fatto di aver cominciato a prendere più confidenza con Jungkook, e in così poco tempo, o che a quest'ultimo non piacciano i marshmellow nella cioccolata.



































 
Angolo autrice !!
 
Salve ~ 
 
Chiedo umilmente perdono per questo aggiornamento molto lento e con questo capitolo ma ho avuto pochissimo tempo per scriverlo (;_;)
Intanto però vorrei chiarire delle cose!! Allora qui viene un po' spiegato ciò che è successo a Taehyung, che si ricollega un po' agli eventi del music video di I NEED U. Non l'ho trattato troppo in lungo, lo so, ma non mi andava di andare per le lunghe su una cosa che alla fine non si ripercuote poi molto nei personaggi principali. Taehyung ha imparato a prendere decisioni per risolvere i suoi problemi familiari da solo, ma dovrà ancora ad affrontare i suoi amici. 
Parlando di Jungkook, ho voluto presentare un po' la sua situazione con la sua famiglia, il suo senso di estraneità che poi lo porta casualmente a stare con Jimin, che è una piacevole compagnia. 
 
Per quanto riguarda i personaggi che non fanno parte dei bangtan ( come i cugini di Jungkook, per fare un esempio ) ho preso:
- Chan, ovvero Dino, il maknae dei Seventeen;
- Jeonghan, anche lui nei Seventeen; 
- Daehyun, dai B.A.P.;
- Hansol, il bel biondo del gruppone rookies della sm ovvero NCT.
 
Questi personaggi li userò solamente per necessità, in quanto i bangtan non mi bastano per scrivere una storia con questo tipo di spazio che sto usando. È probabile quindi che io ne usi altri in seguito, vi farò sapere chi sono, comunque, così che possiate sapere a chi mi riferisco se volete.
 
Dopo questo interminabile papiro pure più lungo del capitolo stesso io vi saluto !!
Per favore recensite anche se già so che non c'è molto da commentare :"((
Cercherò di aggiornare con meno ritardo! 
 
happy chestnuts ~
   
 
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