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Autore: MrFuffolone    25/05/2016    1 recensioni
Un elegante uomo e una giovane ragazza passeggiano in un campo. Un discorso sul panorama di un un'alba ormai alta e brillante.
Genere: Generale, Poesia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una lunga strada sterrata che divide un bronzato campo di grano colto fa di sfondo a due figure. Corti capelli neri pece si accostano ad una pallida pelle d’avorio le cui forme sono nascoste da una grigia maglietta. Un angelo con imponenti ali, una bilancia ed una lunga spada  colora la maglietta che si trova sopra corti jeans chiari curati e profumati. Ricci capelli lunghi si appoggiano dolcemente su sulle spalle della figura più alta vestita tight nero. Un bastone provvisto di pomello a teschio accompagna i passi dell’uomo con il cilindro.

-Chi sei? Perché ci troviamo su questo sentiero? Il cielo è grigio, sembra stia per arrivare un temporale. Perché non torniamo indietro che c’è un bel sole?-

Aggiustandosi leggermente il cilindro con le mani vellutate da candidi guanti di seta, l’uomo sorride.

-Non bisogna vedere la pioggia sempre come una tempesta, mantieni lo sguardo dritto verso dove i tuoi passi calpesteranno nuovo terreno. Dietro di noi ci sarà sempre bel tempo se lo guardiamo come una via trascorribile. La luce acceca se vista con gli occhi sbagliati, sai?-

Le scarpe da ginnastica lasciano tracce ben delineate sulla polverosa terra su cui i due passeggiano.

-Non ricordo di essere arrivata qui, dove siamo? Tu chi sei? Perché dobbiamo camminare su questo sentiero pieno di terra? Non ce n’è uno un po’ più assestato dove non ci sporchiamo?-

La polvere colora leggermente le bianche scarpe di un colore ambrato mentre le lucide scarpe dell’uomo mantengono un’impeccabile riflesso lucido e brillante su quel nero così profondo.

-Perché lasciare la via che stai attraversando per una di cui non sai nulla di certo. Le strade più polverose sono più spesso le meno trafficate e sempre uniche. Bisogna avere la sicurezza che si ha la forza di camminare, non il desiderio di cercare un’alternativa più comoda e pulita-

La ragazza guarda l’orizzonte in un paesaggio senza un punto di riferimento, mantenendo la continuità del campo e del sentiero senza essere però monotono.

-Perché non vuoi dirmi chi sei e che ci facciamo qui? Voglio tornare a casa, perché mi hai portato via?-

L’uomo continua a passeggiare guardando la fine del sentiero mantenendo il passo costante senza rallentare.

-Non bisogna confondere il proprio senso affettivo con casa sai? Molte persone si sentono più a proprio agio in posti che non sono le loro abitazioni. Spesso siamo noi stessi che ci portiamo via da ciò che ci dà sicurezza per vivere-

Fermandosi la ragazza si gira verso l’uomo innervosita cercando di scorgere sotto quel cappello il suo sguardo.

-Basta ora dimmi chi sei e cosa ci facciamo qui!-

Passando il bastone alla mano sinistra fa scivolare il teschio sul pomello dietro la schiena della fanciulla spingendola a proseguire il cammino.

-Mai fermarsi per avere risposte. Si rischia di incombere solo a nuovi dubbi e domande. Bisogna andare avanti e riflettere accompagnati dal riflesso del proprio pensiero in ogni passo sul sentiero. Se ci si ferma si avranno solo difficoltà a riprendere il cammino verso la propria meta-

L’uomo indica la fine del percorso con la punta del bastone mentre la ragazza riprendeva a camminare affiancata dalla figura enigmatica al suo fianco.

-Perché devo continuare a camminare? La strada qui è piena di ciottoli e sassi fastidiosi. Se proprio dobbiamo continuare a camminare non possiamo rallentare?-

Spigolose pietre e sassi scheggiati avevano preso il posto del polveroso terriccio su sui camminavano prima.

-La via su cui cammini avrà sempre ciottoli e rocce difficili da assecondare, ma se si rallenta poi ci si fermerà inevitabilmente. Mantieni lo sguardo, mantieni la volontà e il desiderio di non fermarti.  Così tutto il viaggio sarà più piacevole. Ciò che soddisfa temporaneamente non appaga eternamente-

Lo sguardo della ragazza rimane sul terreno per trovare dove poter camminare mentre le braccia tentano di mantenere l’equilibrio su quel lungo e grigio tappeto minerale.

-Come fai a parlare così semplicemente? Non è difficile per te andare avanti così? Come riesci a non avere problemi? Io non riesco a mantenere un equilibrio qui!-

L’avanzare dell’uomo continua senza rallentamenti, mentre il bastone accompagna ogni suo passo.

-La difficoltà non si trova nel mantenere l’equilibrio ma nell’averlo. Tutti quelli che attraversano questo sentiero hanno difficoltà a mantenere un equilibrio, ma quelli che non riescono ad andare avanti semplicemente non lo hanno mai avuto. Il successo è quando non si perde l’equilibrio-

Il mosaico roccioso che batteva il terreno tornò ad essere semplice terreno, ma la sensazione di salire iniziò a dare difficoltà nell’attraversamento  del sentiero.

-Il terreno qui non è stabile, rischio di scivolare! Come faccio ad andare avanti? Ho bisogno di un aiuto per proseguire-

L’uomo guarda di sfuggita la ragazza continuando il suo cammino senza perdere velocità o costanza.

-Spesso si ha bisogno di una spinta ad andare avanti ma quando si cammina in un sentiero così, bisogna essere capaci di proseguire solamente con le proprie forze e spingendo oltre il limite le proprie forze e capacità così da non fermarsi mai-

Dopo la salita del dosso, il punto più alto dovuto alla collina da la possibilità di guardarsi intorno con un po ‘ più di maestosità.

-Guarda che bello da qua su, sembra di poter vedere tutto intorno a se!-

L’uomo prende tra i suoi guanti il bastone e con il pomello si alza leggermente il cappello senza fermare i suoi passi.

-Spesso dopo molte difficoltà si ha un momento in cui si può guardare con un po’ più di chiarezza. Sono rare occasioni in cui bisogna essere abbastanza lucidi da poter decidere come proseguire ricordando i passi che sono stati fatti-

Proseguendo la strada inizia ad inclinarsi come a voler riavvicinare bruscamente i due al terreno.

-Qui è in discesa. È comodo così possiamo anche correre e riposarci un po’-

L’uomo, puntando il bastone sul terreno, passo dopo passo, prosegue senza accelerare ma rimanendo a passeggiare.

-A volte passeggiare sul sentiero sembra così bello che si vorrebbe percorrerlo tutto per arrivare alla fine, dimenticando in realtà che la parte più bella del viaggio non è il raggiungimento dell’obbiettivo, ma il percorso svolto. Non bisogna eccedere nel volere, sennò, una volta raggiunto ciò che si desidera, non si avrà motivo di averlo conquistato-

Passeggiando sul sentiero ormai diventato un normale cammino con del terreno umido e poco polveroso l’uomo si ferma puntando il bastone tra le sue gambe e poggiando entrambe le mani sul pomello del bastone.

-Siamo arrivati-

La ragazza si ferma a guardare l’uomo e poi a guardarsi intorno.

-Non capisco, perché siamo arrivati? Qui non c’è niente, è solo altro campo con il sentiero  uguale a quello che abbiamo appena attraversato. Perché questo dovrebbe essere il traguardo?-

L’uomo non muovendosi dalla posizione  rimane a guardare la giovane di fronte a lui.

-Spesso si arriva alla fine del sentiero senza preavviso. Molte volte sembra così, come l’inizio proprio perché qualcuno  prenderà il tuo posto e continuerà il percorso al posto tuo-

La ragazza si guardò ancora intorno senza capire bene il perché e che cosa voglia dire quell’uomo.

-Chi sei tu?-

L’uomo togliendosi il cilidro con la mano destra, lo poggiò sul lato sinistro del petto mentre la mano sinistra rimane sul pomello del bastone leggermente inclinato verso sinistra.

-Sono la coscienza che più spaventa e più rassicura. Sono l’unica certezza inevitabile che fa chiudere gli occhi a chi ha visto per una frazione l’eterno. Sono la base di tutte le paure e l’inevitabile mancanza di esistenza. Esisto ma non mi sono mai incarnata. Assumo forme animali per poter entrare meglio nella coscienza dell’uomo. Vengo accettato e rifiutata. Molti credono che il mio arrivo è sempre stato deciso, altri credono che sia casuale. È più semplice spiegare qualcosa che esiste ma che non si vede, che la mancanza di qualcosa che c’è stato. Tanti Dei mi hanno rappresentato, ma non puoi personificare l’assenza o il termine di qualcosa. Per questo vengo sempre pensato come qualcosa di buio che porta via felicità. Tante persone vivono tutto il proprio cammino con la sensazione che possa arrivare in ogni momento-

La ragazza si avvicina all’uomo e guardandolo rimane stupita delle sue parole.

-Se sei ciò che mi hai detto, perché mi hai dato tutti quei consigli durante il viaggio che abbiamo fatto?-

L’uomo la guardandola per un attimo negli occhi e, rimettendosi il cappello, fece due passi verso la parte di sentiero che non era stata percorsa.

-Tutti, uomini, piante ed animali, sanno del mio arrivo. Perché non dare la possibilità a chi ha ancora occasione di vivere. Non sprecarti come hai tentato di fare-

L’uomo indicando con i suoi bianchi guanti le mani i polsi della ragazza prese il bastone e si girò di spalle.

- Vai avanti e ricorda di camminare-

In quel momento la ragazza alzò i polsi vedendoli riflettere un brillante cremesi che scorre fino ai polsi.
Alzò lo sguardo verso le spalle dell’uomo che con un cenno delle mani la salutarono mentre un fischio assordante riempì la testa della ragazza…
-…-
-…-
-…-
-…-
-…dai ce la facciamo…-
-… tieni stretto sui polsi…-
-…carica…Libera!...-
-…credo si stia svegliando…-
-… dai non possiamo perderla…è così giovane!...-
   
 
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