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Autore: Come What Klaine    25/05/2016    5 recensioni
Artù e Merlino sono coinquilini.Un giorno qualcosa cambia per entrambi,ma qualcosa li trattiene.Entrambi hanno in testa un'altra persona,conosciuta in un gioco di ruolo,di cui non sanno il nome e che non hanno mai visto. Artù pensa al suo Stregone,Merlino pensa al suo Re.
***
TheKing:
Forse non te lo dico abbastanza spesso, ma grazie per esserci. Sei diventato una presenza costante nella mia vita e non hai idea di quanto sia importante per me. Quanto tu sei importante. So che può sembrare assurdo dal momento che ci parliamo da poco più di quattro mesi, non ci siamo mai visti, non so la forma del tuo viso, il colore dei tuoi capelli o dei tuoi occhi, non so se quando sorridi spuntano le fossette sulle tue guance, non so com’è stare fra le tue braccia, non so neanche come sono le tue braccia. Santo cielo non so neanche il tuo nome...Ma c’è una cosa che so. So che ci sei, so che mi posso fidare di te, e ogni volta che vedo un tuo messaggio, ogni volta che parlo con te, dimentico tutto ciò che mi ha infastidito durante la giornata (continua...)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Salve! :D
 
Questo capitolo è un po' più lungo rispetto agli altri, ma spero non vi dispiaccia! u.u
 
Ci saranno anche altri personaggi nel gioco di ruolo e sono:
 
SirLence (Lancillotto)
LadyGinny (Gwen)
SirLi (Leon) 
Sir-Val (Percival)
Sir.Bei.Capelli (Galvano. Lo so è un nome assurdo ahah)
Morgause (Morgana) 
E poi Merlino e Artù ovviamente, che sono The_Sorcerer e TheKing. 
 
 
CAPITOLO MODIFICATO (solo la parte finale)
 
 
       CAPITOLO III

 
Artù andò verso la macchina, ma Merlino lo fermò.
"Possiamo andare in moto? Arriveremo prima" chiese, sorprendendo il suo coinquilino. Una volta Artù si era offerto di dargli un passaggio ma, appena l'altro aveva visto la moto, era sbiancato e aveva scosso la testa, borbottando qualcosa su come avrebbe preferito farsi chilometri a piedi piuttosto che salire su quella cosa. Artù stava per ricordarglielo, anche per smorzare un po' la tensione e sperando di farlo sorridere, ma poi ci ripensò. Non voleva sembrare insensibile.

Sollevò il sellino della moto e prese i due caschi, porgendone uno a Merlino. Andò ad aprire la saracinesca del garage e, mentre ritornava verso la moto, notò che Merlino stava avendo problemi ad attaccare la sicura del casco. Artù non poté reprimere un piccolo sorriso e si avvicinò a lui, afferrando le due estremità. Nel modo di incastrarle, le sue dita sfiorarono il collo pallido di Merlino. Qust'ultimo sussultò appena e sentì la pelle formicolare nel punto in cui quelle dita calde lo avevano toccato.
Artù fece finta di non averlo notato per evitare alcun tipo di imbarazzo. Spinse la moto fuori dal garage, seguito da Merlino, e poi si affrettò a chiudere. Montò sulla sella e accese  il motore, che emise un ruggito vibrante nel silenzio notturno. Merlino salì dietro di lui, esitando su dove mettere le mani. Poteva poggiarle sulla sella, ma aveva paura di essere spinto indietro a qualche manovra. Artù percepì la sua titubanza, così  lo prese per il polso e portò la mano sul suo fianco. Poteva sentire le sue dita fredde anche attraverso il tessuto del la felpa. Ancora tenendolo per il polso, gli fece scivolare la mano dentro la tasca. Merlino fece la stessa cosa con l'altra mano e, una volta sistemati, partirono.
Merlino non prestò molta attenzione al tragitto. Era così preoccupato per Gwen e Lancillotto da non avere neanche la forza di sussultare quando Artù fece un sorpasso azzardato. Tuttavia il suo corpo reagì, e si ritrovò a premere le mani contro lo stomaco di Artù, stropicciandogli la felpa.
Voleva allentare un po' la presa, ma proprio in quell'istante Artù accelerò allo scatto arancione del semaforo e, improvvisamente, si ritrovò ad avere il torace pressato contro la sua schiena. Merlino poteva sentire i muscoli delle spalle di Artù contrarsi ad ogni piccolo movimento contro il suo petto. Per quanto fosse strano, era una sensazione bella. 
Merlino sperò solo che ad Artù non desse fastidio quella vicinanza e il modo in cui lo stava stringendo.

Arrivarono dopo una decina di minuti, circa. Artù posteggiò e Merlino si affrettò a scendere, rischiando di inciampare dal momento che aveva le gambe intorpidite. Si tolsero i caschi e Artù li posò sotto la sella.
Si diressero a passo veloce dentro l'ospedale e Merlino andò subito alla reception per chiedere informazioni.
"Scusi, circa mezz'ora fa sono stati portati qui un ragazzo e una ragazza dopo un incidente. Sa dirmi dove posso trovarli?Ginevra Kean e Lancillotto DuLac?" chiese all'infermiera. Lei digitò qualcosa sulla tastiera, facendo battere rumorosamente i tasti.
"Dovrebbero essere nella sala d'attesa del pronto soccorso, altrimenti provate al primo piano, chiedete del dottor Evans." 

Merlino e Artù la ringraziarono e si diressero subito verso il pronto soccorso. Lì trovarono Gwen seduta su una lettiga, mentre teneva pressato del ghiaccio sintetico sulla guancia.
"Gwen" la chiamò Merlino, raggiungendola a passo veloce. Lei si voltò di scatto, mugolando infastidita alla fitta che causò quel movimento brusco. 
"Oddio, cosa è successo? Come stai? Dov'è Lancillotto?" chiese Merlino preoccupato, controllando che non avesse portato ferite gravi.
"Stavamo rientrando a casa e nel modo di schivare una macchina che stava sorpassando, ci siamo schiantati contro un albero. Ma stiamo bene, niente di grave. Solo qualche livido, delle distorsioni e un grande spavento"  lo rassicurò Gwen. 
"Lancillotto è al piano di sopra, gli stanno facendo dei controlli al braccio. Nel modo di sterzare ha fatto un movimento brusco e non si sa ancora se avrà bisogno del gesso." continuò, poggiando la busta del ghiaccio sulla spalla.

Merlino sospirò sollevato. "Non immagini che spavento mi sono preso quando tuo padre mi ha chiamato. Ha detto qualcosa sul fatto che fosse ancora al lavoro e che per arrivare qui avrebbe impiegato più di mezz'ora" le spiegò e lei gli sorrise grata.
"Mi spiace che ti abbia fatto preoccupare. Gli ho detto che stavamo bene, ma non ha sentito ragione a quanto pare... mi dispiace che tu sia dovuto correre qui"  
"Ma era il minimo"
"Siete arrivati presto, anzi. Per le strade si cammina a mala pena" notò Gwen, e Merlino  inspiegabilmente arrossì.
"Non abbiamo preso la macchina. Siamo venuti con la moto" rispose Artù, e Gwen stese le labbra in un ghigno.
"Merlino su una moto vera?" sentirono dire alle loro spalle. Tutti e tre si voltarono e videro Lancillotto con il braccio destro fasciato e due punti ancora freschi che spiccavano sulla sua tempia. Merlino gli si lanciò addosso e lo abbracciò, facendolo gemere sommessamente.
"Scusa" borbottò, tirandosi indietro. 
"Quindi sei davvero salito su una moto in movimento?" lo stuzzicò Lancillotto, facendolo sbuffare.
"Avevo il pensiero ad arrivare qui il prima possibile." si giustificò, mentre Gwen e Lancillotto lo guardavano divertiti. Artù stava in disparte, ma le sue labbra erano stese in un impercettibile sorriso.

Lancillotto si sedette accanto a Gwen, circondandole la vita con il braccio non fasciato, dandole un bacio sulla fronte.
Artù si avvicinò a Merlino, posizionandosi dietro le sue spalle. 
"Se dico che sono carini, mi guarderai di nuovo come se volessi farmi fuori?" gli chiese in un sussurro, solleticandogli l'orecchio con il suo respiro caldo. 

Merlino si impose di far sfuggire dalle sue labbra solo uno sbuffo e non altro. 
"Idiota" borbottò e, anche se non poteva vederlo, percepì il suo sorriso sornione. 

In quel momento si avvicinò uno degli infermieri, comunicando a Gwen e Lancillotto che il dottore voleva far loro degli ultimi controlli per essere sicuro che non ci fosse alcun tipo di problema.
 
***
 
Dopo essere rimasti soli, Artù e Merlino uscirono dall'ospedale, andando nel cortile sul retro. Era un piccolo giardino con delle panche in marmo e una fontana posizionata al centro. 
Stettero in silenzio per qualche minuto, guardando i pesci nuotare da una parte all'altra della fontana.

"Grazie" sussurrò Merlino, continuando a tenere lo sguardo puntato verso l'acqua. 
"Sai, per avermi accompagnato ed essere rimasto" aggiunse, voltandosi per rivolgergli un piccolo sorriso.
Artù scrollò le spalle. "Non è niente. L'avrebbe fatto chiunque" 
"Non sminuire ciò che fai" ribatté Merlino, dandogli una veloce occhiata. Artù era intento a fissare gli schizzi d'acqua e non sembrava aver intenzione di guardarlo. 
"Non stavo sminuendo alcunché. Solo, non è stato niente" rispose, e Merlino capì che quel discorso lo stava mettendo a disagio, ma questo non lo fermò.
 
"Ascolta, so che non siamo migliori amici, non ci raccontiamo i segreti o roba simile, ma so che quello che hai fatto stasera non era solo per cortesia, quindi grazie" replicò, guardandolo con la coda dell'occhio. Lo vide stringersi nelle spalle.
"Già, se la vedi così." rispose, sperando di mettere fine al discorso. Speranza vana dal momento che l'interlocutore era Merlino.
"Perché sei così sulla difensiva? Stavo cercando di esprimerti la mia gratitudine. Sei stato gentile"
 "Esattamente quando ho fissato una seduta di psicanalisi?" scherzò Artù, nel tentativo di alleggerire la tensione.
"Era un complimento, idiota" ribatté Merlino a denti stretti.
Artù fece uno sbuffo divertito. "Oh sì, questo sì che lo rende credibile"
Si guardarono e, senza che potessero controllarlo, scoppiarono a ridere.
 
***

The_Sorcerer:

Buongiorno :)

TheKing:

Buongiorno a te!

The_Sorcerer:

Auguri :3 ❤

TheKing:

Auguri ❤

The_Sorcerer:

Sono già passati cinque mesi. Se da un lato mi sembra che siano passati solo pochi giorni, d'altra parte sembra che sia passato molto più tempo. E' strano...

TheKing:

Già, ma ho capito cosa intendi... vale lo stesso per me. 

The_Sorcerer:

Adesso devo andare, ho pochissimo tempo per prepararmi. Ci sentiamo più tardi?

TheKing:

Ovvio! Io sono appena uscito da casa e l'unica cosa che vorrei fare è tornare a dormire 

The_Sorcerer:

Non dirmi niente. Io sono in camera e ti giuro, il letto mi sta implorando di tornare da lui. Mi sento una persona terribile a lasciarlo da solo. 

TheKing:

Sono sicuro che ti perdonerà u.u

The_Sorcerer:

Lo spero. Non potrei sopportare questo dolore. Sapere di aver ferito il mio letto... è il compagno di una vita e io non voglio farlo soffrire.

TheKing:

Sei un idiota.

The_Sorcerer:

Fa tutto parte del mio fascino ;)

TheKing:

Se ne sei convinto...

The_Sorcerer:

Devo andare. Ci sentiamo dopo :)

***

 

TheKing:

Cavalieri di Camelot, preparatevi. Partiremo domani all'alba. Per quanto possa sembrare una battaglia difficile, noi ce la faremo.

SirLence: 

E' un onore combattere al vostro fianco, Sire.

Sir-Val: 

Sempre pronto a combattere!

SirLi: 

Vi proteggeremo anche a costo della vita.

Sir.Bei.Capelli: 

Parla per te!

SirLi:

...non fare l'idiota. Era un discorso serio.

Sir.Bei.Capelli:

Oh, allora entriamo nello spirito. Lunga vita al Re!

TheKing:

Precisamente, com'è che sei diventato cavaliere?

Sir.Bei.Capelli:

Tecnicamente voi mi avete nominato tale, battendo la spada sulle mie spalle. In pratica ho fatto una semplice registrazione e scelto un nome super figo :D

LadyGinny:

Argomento alquanto discutibile.

Sir.Bei.Capelli: 

Ho davvero dei bei capelli! Dovresti vedere la mia chioma... r i s p l e n d e 

Sir-Val:

Abbiamo una diva fra noi. Sta' attento se domani ti spezzi un'unghia

Sir.Bei.Capelli:

Io e te facciamo i conti dopo.

TheKing:

Perché finisce sempre così con voi?! Dobbiamo essere preparati.

Sir.Bei.Capelli:

Qualcuno si è svegliato col piede sbagliato stamani.

The_Sorcerer:

*sbuffa esasperato*. Non importa quanti piani elaborati fate. Finirete lo stesso nei guai e indovinate chi salverà le vostre chiappe reali?

TheKing:

Tu :D

The_Sorcerer:

Precisamente.

TheKing:

Comunque, ciao eh! 

The_Sorcerer:

Ciao a te :) 

SirLi: 

Oddio, ora ricominciano.

Morgause: 

Patetici. Con un gesto della mano posso mettere tutti fuori gioco.

TheKing: 

E il mio stregone può fare lo stesso con un dito!

Morgause:

...il tuo stregone? Pensavo fosse lo stregone di Camelot.

TheKing:

Bè, è semplice logica. Camelot è il mio regno quindi anche lo stregone è mio.

The_Sorcerer:

Potrebbe costarvi la corona  questo discorso. Camelot dovrebbe essere del popolo

TheKing: 

Allora solo tu sei mio. Lasciamo che il popolo si prenda Camelot e tutto il resto

Sir.Bei.Capelli:

Per favore, sto vomitando la prima poppata della mia vita

Sir-Val:

Vuoi che ti tenga sollevati i capelli? Non vogliamo mica che si sporchino... 

SirLi:

Ahahah  

Sir.Bei.Capelli:

Domani passerò al lato avversario e mi divertirò a guardarvi fallire

The_Sorcerer:

Qualcuno qui è suscettibile...

LadyGinny:

Dovremmo condannarti per questo.

Sir.Bei.Capelli:

Senti, ciccia, scendi dal piedistallo che ancora non sei regina. Non hai alcun potere

LadyGinny:

Presto lo diventerò. E la prima cosa che farò, sarà farti rasare a zero i capelli :))

Sir.Bei.Capelli:

Tanto resterò sempre e comunque il più bello.  E tu sarai una regina cornuta dal momento che il re se la fa con lo stregone ;) 

TheKing: 

. . . . . . 

The_Sorcerer:

. . . . . .

Sir-Val:

Un po' di garbo non guasterebbe, sai

Morgause:

Andrebbe contro la sua natura

SirLi:

Qualcuno mi spiega perché Morgause è in questo gruppo? Non è il nemico?

Morgause:

...sono una nuova alleata :D

E sono tanto, tantooo dispiaciuta per tutto il male che vi ho fatto.

SirLence:

Quanto possiamo fidarci?

The_Sorcerer:

Tutti meritano una seconda possibilità. Se Morgause vuole stare con noi, deve mostrare la sua lealtà e allora sarà la benvenuta

TheKing:

Lo stregone ha parlato! :D

Sei così saggio. E io sono così fortunato ad averti al mio fianco. Tutta Camelot lo è.

Sir.Bei.Capelli:

Vi prego, smettetela.

Sir-Val

Altrimenti che fai? Ti tiri i capelli dalla disperazione?

SirLi:

Sei appena diventato il mio i d o l o

The_Sorcerer:

Val, hai vinto tutto! Mi inchino.

TheKing:

Sei il mio preferito, Val, giuro. 

The_Sorcerer:

... interessante. 

TheKing:

*cavaliere preferito. Non essere geloso :P

The_Sorcerer:

Non sono geloso. 

TheKing:

Certo certo :DD

The_Sorcerer:

Per quanto mi piacerebbe restare a parlare con voi, devo andare. Mi aspetta una lunghissima lezione sul sistema nervoso. Magari posso parlare di voi appena si arriverà all'esaurimento :D 

TheKing:

Penso di parlare a nome di tutti quando dico che ci reputiamo offesi.

The_Sorcerer:

Che peccato. Come farò a vivere adesso?!

TheKing:

Sei così amorevole oggi.

The_Sorcerer:

Anche questo fa parte del mio fascino ;)

SirLence:

...per favore, pietà. 

The_Sorcerer:

Me ne sto andando! Tornate pure a fare gli schemini di combattimento, tanto sarò io a farci vincere :D 

Sir.Bei.Capelli:

Vuoi un applauso?

TheKing:

No. Tutto ciò che fa, lo fa senza chiedere nulla in cambio, neanche un 'grazie'. 

The_Sorcerer:


Morgause:

... cosa avevo in testa quando ho deciso di tornare dalla vostra parte?!

Sir.Bei.Capelli:

Le doppie punte.

Morgause:

...prego???

TheKing:

E' arrivato il momento di ritirarci. 

Sir-Val si è disconnesso.
SirLi si è disconnesso.
LadyGinny si è disconnesso.
SirLence si è disconnesso.
The_Sorcerer si è disconnesso.
TheKing si è disconnesso.

Morgause:

Pare che siamo rimasti io e te.

Sir.Bei.Capelli:

Fatti avanti, non mi fai paura. 


***


Merlino sentì  che qualcosa non andava dal momento che iniziò a percorrere il vialetto di casa. Quando chiuse la porta alle sue spalle percepì una strana tensione nell'aria. Nel momento in cui entrò nel salone, capì il perché. Al centro della stanza c'era Artù, rigido come una corda di violino, e di fronte a lui Uther Pendragon.
Merlino lo aveva visto solo due volte da quando stava lì, e dalla prima occhiata aveva capito che non era affatto come Artù. C'era qualcosa nel suo comportamento austero che metteva i brividi. E Merlino non si sorprese del fatto che centinaia di dipendenti obbedivano ad ogni sua parola senza battere ciglio. 

"Signor Pendragon" lo salutò educatamente, muovendo qualche passo incerto dentro la stanza. Uther lo guardò per qualche secondo, come se stesse cercando di ricordare chi fosse.
"Papà, lui è Merlino, il mio coinquilino" disse Artù e le labbra di Uther si stesero a forza in quello che doveva essere un sorriso cordiale.
"Sì, scusa non riuscivo a focalizzarti. Incontro così tante persone che dopo un po' si fa confusione" si giustificò e Artù sbuffò. 
"Con tutte le persone che hanno a che fare con la tua azienda questo non succede. Ma, ovviamente, fatichi a ricordare i miei amici" sibilò. 

Uther gli lanciò un'occhiata di ammonimento e la sua mascella si irrigidì. 

"Non dire assurdità, Artù. Conosco tutti i tuoi amici, solo che ho incontrato Merlino poche volte." lo riprese, cercando di mantenere la calma e non fare scenate di fronte a Merlino. Artù non seppe se essere grato della sua presenza o sentirsi mortificato.
"Senti, dimmi quello che devi dire, così possiamo tornare entrambi ai nostri impegni" disse a suo padre, ignorando lo sguardo severo con cui lo stava guardando.
"Volevo solo ricordarti della cena di venerdì con i soci. Sperando che non ci siano altre scenate" 
"Con scenate intendi quella che ha fatto Mith?" gli chiese Artù, quasi sfidandolo. 
"Sì. Mithian poteva fare le cose un po' meno teatrali" rispose Uther e il disappunto era ben evidente nel suo tono di voce.
"Quindi va bene essere gay, basta solo tenerlo nascosto" 

Uther sospirò. "Non sto dicendo questo. C'è modo e modo di comportarsi e io ti sto solo chiedendo di stare tranquillo"
Artù sbuffò una risata. "Oh davvero? Quindi vuoi che venga e  me ne stia buono buono all'angolino, altrimenti mi metti in punizione?"
"Artù" lo riprese suo padre con tono severo. 
"Tranquillo, verrò e non farò alcuna scenata. Anche perché non ho nessuno con cui fare una scenata" rispose, fingendo un sorriso. 
"Del resto, come potrei mai avere qualcuno? Ho sempre avuto paura di costruire qualcosa di serio con qualunque ragazzo perché ciò avrebbe comportato delle presentazioni e come potrei mai presentarti qualcuno? Così non ho mai permesso a nessuno di amarmi e di amarlo. E mi sono stancato di questo" si sfogò Artù, cercando di mantenere il controllo, ma non poté evitare alla sua voce di tremare leggermente.

Merlino non lo aveva  mai visto così vulnerabile, e sentì il bisogno di prenderlo per mano e portarlo via da lì. Ma quello ad andare via, fu proprio lui. In silenzio, si allontanò e andò in camera sua. Erano discorsi personali e lui si sentiva di troppo. 
Artù non lo aveva neanche notato, troppo preso dal suo sfogo.

"Sono stanco di nascondermi. Ogni volta dici che hai accettato la mia omosessualità, ma poi te ne esci con questi discorsi senza senso. Ho fatto tutto pur di compiacerti. Ho scelto economia aziendale per poter dirigere la tua stupida azienda, e ho abbandonato il sogno di diventare artista come la mamma solo per farti felice, ma a quanto pare non è abbastanza. Niente è mai abbastanza per te" concluse con un sorriso amaro, stringendosi nelle spalle.
 
Uther restò interdetto per qualche secondo, chiaramente non si aspettava quello sfogo da parte del figlio.
"Sai perché ho insistito tanto sul perché tu scegliessi economia aziendale. Questo ti può garantire un futuro sicuro, l'arte va bene come hobby, non come mestiere" 
"Certo e tutto il resto non conta. Non importa la mia felicità, non importa la mia passione per l'arte e quanto sia importante per me, quanto mi faccia sentire legato alla mamma. No, niente di tutto questo importa" 
"Puoi sempre disegnare, non ti sto proibendo questo. Ho solo pensato al meglio per te" gli fece notare Uther e Artù scosse la testa con rassegnazione.
"Va bene, se è questo il tuo modo di vedere la cosa, non c'è molto che possa fare" concluse, scrollando le spalle.
"E' tutto?" chiese poi al padre.
Uther esitò qualche secondo, come se stesse per dire qualcosa, ma poi annuì.
Artù non disse più nulla, ma andò dritto verso l'ingresso ad aprire la porta, dopodiché si voltò verso suo padre, intimandogli silenziosamente di andarsene.
 
Uther si lisciò la giacca in un gesto casuale, mentre camminava verso l'uscita.
Non appena uscì, Artù chiuse la porta e batté con forza un pugno contro il legno. Restò qualche minuto fermo, poggiato contro il muro, prendendo dei respiri profondi per recuperare il controllo. 

Camminò lungo il corridoio, fermandosi davanti alla porta della stanza di Merlino. 
"Puoi uscire, se vuoi" gli disse, ma non ottenne risposta. Allora bussò e aprì leggermente la porta. 
Merlino era sdraiato a pancia in giù sul letto, con fogli sparsi un po' ovunque e le cuffie nelle orecchie. 
"Artù" disse, non appena lo vide. Si tolse le cuffie e si mise seduto. 
"Stai bene?" gli chiese esitante, e Artù si strinse nelle spalle. 
"Sì, più o meno. Volevo chiederti scusa e  soprattutto ringraziarti per aver avuto la delicatezza di restare fuori dal discorso. Voglio dire, potevi restare, questa è anche casa tua e mi dispiace che tu abbia trovato questo rientrando" farneticò Artù, rendendosi conto di quanto ciò che aveva appena detto fosse privo di senso.

Merlino fece un piccolo sorriso. "Tranquillo, mi sembrava il minimo. Erano discorsi personali fra te e tuo padre e io non volevo invadere la tua privacy restando ad ascoltare" 
Artù si mosse leggermente a disagio e lo ringraziò silenziosamente.

"Uhm, non ho neanche preparato la cena. Ordiniamo qualcosa?" gli chiese, sviando il discorso.
"No" lo fermò Merlino, e Artù lo guardò perplesso.
"Non so te, ma io non ho molta voglia di stare in casa. Ti va se andiamo a mangiare fuori?" 




Nel prossimo capitolo:

The_Sorcerer:

Aspetta, non andare

Ehi?

Scusa, ti prego. 

Possiamo chiarire, per favore?

Leggi i messaggi e neanche rispondi. Davvero molto maturo. 

Va bene, ho capito che non vuoi parlarne. Notte.


Merlino gettò con poca grazia il cellulare sul letto, fissandolo insistentemente, quasi sperando che con la forza del pensiero potesse segnalare l'arrivo di un messaggio, inconsapevole del fatto che a pochi passi da lui, Artù aveva spento il cellulare per evitare di rispondergli.
  
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