- Dove mi trovo?
Quella notte Alice si ritrovò nella sua vecchia camera, a casa dei suoi genitori.
- Dovrebbe essere questo qui il posto.- Rispose il ragazzo con una strana espressione sul viso.
- Vuoi darmi la mano, Alice?
La ragazza annuì. E il viaggiò incominciò.
Alice vide tante cose.
Tutti i suoi ricordi felici erano lì in quella casa piccolina, quella dove era nata.
Insieme al ragazzo lei rise, sorrise, commentò...
C'era tensione nell'aria.
La piccola Alice dai capelli dorati e ricci, stava giocando con le sue bambole preferite nella sua cameretta colorata.
Colori semplici, gioiosi, tranquilli, che contrastavano la tempesta che si stava verificando nella cucina.
Era estate e faceva caldo.
Ma in casa sua era scoppiato l'incendio.
- Per favore, possiamo andare?
Il tono di Alice non sembrava alludere ad alcuna domanda. Era una supplica, la sua. Sapeva cosa sarebbe successo di lì a poco.
Anzi, stava già succedendo.
- Stringiti a me, Alice, se hai paura.
La piccola Alice percorse lo stretto e lungo corridoio, fino ad arrivare alla fonte delle urla che avevano disturbato il ballo reale delle bambole.
- Mamma, papà, perché urlate?
- BASTA! NE HO ABBASTANZA! HO DETTO CHE ME NE VOGLIO ANDARE!- Gridò Alice fra le lacrime che copiosamente le rigavano il viso.
- Come desideri, Alice.
Era da lì che tutto era incominciato.
La separazione dei suoi genitori.
Il giorno in cui il suo equilibrio si era spezzato irrimediabilmente, lasciandola a terra, da sola con se stessa, a raccogliere i pezzi di ciò che restava di lei.