Salve a tutti, miei cari lettori!
Rieccomi con una nuova fic strappalacrime, ancora una volta Marlo x Hitch! Perché
anche se un personaggio di una sua coppia preferita viene fatto fuori, un fan
non demorde! T__T
Diciamolo, la fine del povero Marlo mi
ha lasciato l’amaro in bocca, ecco perché voglio provare ad addolcirla, la mia
e pure le vostre di bocche, con questa storia, in cui lo rivediamo vivo e
vegeto, ma che, vi assicuro, troverete altrettanto tragica.
Come da descrizione inoltre, stavolta
Hitch ha deciso, per affetto nei confronti di quell’adorabile scemo che è il suo
commilitone (o forse qualcosa in più…) di seguirlo nella sua fatale scelta di
unirsi alla Legione Esplorativa prima della spedizione a Shiganshina di cui
stiamo leggendo in questi mesi.
Non anticipo altro, buona lettura! E mi
raccomando, essendo una song-fic, leggetela con la musica!
COLONNA SONORA: https://www.youtube.com/watch?v=2ebfSItB0oM
“Tu
cosa?!”
“Hai capito bene!”
“Ma… Hitch…”
“Tsk! Se ti lasciassi da solo, a unirti quegli scalmanati, fissato come sei
finiresti per lanciarti in qualche onorevole carica suicida o roba del genere!
Meglio per te se mi sopporti un altro po’, fidati!”
“Questo
sarà il nostro piano d’azione! Sferreremo un attacco frontale suicida contro il
Titano Bestia: fungerà da diversivo dando così modo al caporale Levi di
raggiungerlo ed abbatterlo!”
“Marlo…
Lasciami la mano e se non ci pensano i giganti ti ammazzo io…”
“Non…
Non te la lascio…”
“CARICA!”
“GRIDATE,
UOMINI! COMBATTETE UOMINI!”
<<
Ci siamo… Arriva… >>
Wrapped up, so
consumed by all this hurt
If you ask me,
don't know where to start
Ha ripreso i sensi.
Incredibile, eppure vero, e anche un po’
sbagliato.
Il suo busto, sollevatosi dal suolo,
torreggia in mezzo a un campo ricoperto di membra dilaniate, pezzi di carcasse,
pezzi di uomini eroici ed animali ignari. E lui, che ancora si muove, ancora
respira, ancora trema come una foglia, è così dissonante, così fuori posto.
Loro caduti con coraggio, smembrati nella gloria dei loro ideali, e lui lì a
boccheggiare come un pesce fuor d’acqua, lui che era l’unico ad essere sfuggito
alle maglie della rete della morte.
“Sono… vivo?” –chiede a sé stesso- “Sono…
vivo?” –chiede al niente che gli sta attorno.
Prova ad alzarsi, ma le gambe sono
troppo scosse e senza forze, ha bisogno di un secondo tentativo. L’ultima cosa
che Marlo ricorda, prima del buio, era la gragnola di massi arrivargli addosso
a tutta velocità, e i suoi pensieri in quei momenti, avrebbe giurato gli ultimi
della sua vita.
Lì era tutto calmo, ma la battaglia
ancora infuriava più avanti, tra il campione dell’umanità e la più insensibile
e crudele delle bestie. Eppure i rumori di quello scontro non sfioravano
neanche l’attenzione della sua incredula mente, né i suoi occhi si alzavano per
provare ad osservare l’epica resa dei conti per la quale avevano pagato quel
prezzo immane.
Anger, love,
confusion
Roads that go
nowhere
Istintivamente si era voltato verso le
mura e aveva cominciato a trascinare i piedi, pesanti come piombo, verso di
esse. Doveva fare attenzione se non voleva inciampare su una testa di cavallo,
o scivolare su delle cervella umane fresche sparse per l’erba.
Era vivo. Si era unito alla Legione
Esplorativa, aveva combattuto, era rimasto coerente con sé stesso fino all’ultimo,
aveva sacrificato la propria vita, e per qualche ragione lassù non l’avevano
voluta. Poteva bastare. Aveva fatto la sua parte.
Solo per un attimo, che male c’era? Riposarsi,
basta senso del dovere, basta riscossa dell’umanità, basta battersi per ciò che
è giusto, basta sangue. Solo per un po’.
Prendersi una pausa, voltare le spalle,
provare a mettersi in salvo. Che male c’era?
I
know that somewhere better
'Cause
you always take me there
Il suo sguardo cambiava direzione di
continuo, perché ovunque lo posasse c’era qualcosa di orrendo, disgustoso,
straziante, e inesorabilmente morto.
I suoi compagni erano tutti così
giovani. E quei poveri cavalli, che ne sapevano loro di guerre tra umani e
titani? E la sua amica Hitch, che in quel momento avrebbe potuto essere nel suo
letto, a poltrire fino a tardi come una qualsiasi Gendarme dalla buona paga e
dagli smisurati privilegi, e invece era finita lì, nel fondo dell’inferno,
venendogli appresso.
Came
to you with a broken faith
Gave
me more than a hand to hold
Si fermò, e scrutò intorno a sé. Niente
oltre a lui stava in piedi su quel prato. Che senso aveva sperarvi? Già che lui
fosse sopravvissuto aveva dell’incredibile, poteva mai accadere a un’altra
persona? E di tutte quelle che, in lacrime, avevano scagliato fino all’ultimo
istante le proprie grida combattive contro il nemico, poteva mai trattarsi
proprio di lei?
No, era un ragionamento sbagliato il
suo. Lei era l’unica a cui un simile trattamento dal cielo sarebbe stato
dovuto.
Caught
before I hit the ground
Tell
me I'm safe, you've got me now
Non era così che sarebbe dovuta andare:
lui, bramoso di azione, pronto a dare la vita, non era lì per terra, riverso, con
la testa spappolata dalle pietre, e doveva forse esserci lei, che proprio a
causa sua aveva compiuto una scelta così distante dalle sue convinzioni?
Era tutto sbagliato! Tutto sbagliato,
dannazione!
Si sentiva squassare al pensiero che avrebbe
potuto imbattersi nella sua testa mozzata da un momento all’altro, lei che lo
aveva seguito pur controvoglia, lei codarda e indolente che per premura di lui
era finita così lontana dal suo comodo letto, che gli aveva tenuto la mano fino
a quando i loro cavalli non erano stati sbalzati in aria.
Si portò le mani alla testa e alzò gli
occhi al cielo, temendo di poterla vedere davvero.
Would
you take the wheel
If
I lose control?
Respirò profondamente nel tentativo di
calmarsi. Non poteva rifiutarsi di posare gli occhi su ciò per cui era in
qualche modo responsabile, non poteva rifiutarsi di cercarla e abbandonare lì
qualsiasi cosa fosse rimasto di lei.
“C’è qualcuno? C’è qualcuno… vivo?”
Riflettendoci, non poteva essere stata
sbalzata poi molto lontano da lui, dato che erano fianco a fianco in quel
fatidico istante, per cui tornò sui suoi passi.
“C’è qualcuno?” –chiamò di nuovo.
Restò fermo con le orecchie tese fino a
che non arrivò a carezzarlo perlomeno l’illusione di aver sentito qualcosa: nel
suo stato avere allucinazioni sarebbe stato più che plausibile.
Seguì quel suono fantasma finché non
divenne chiaro come il singhiozzare di un animaletto ferito.
If
I'm lying here
Will
you take me home?
Non lo avrebbe mai creduto possibile,
eppure era lì. La sua gamba destra, dal ginocchio in poi, invece non c’era più:
al suo posto, l’erba annegava in una pozzanghera di un rosso tanto vivo quanto cereo
era il pallore sul suo viso, contratto dal terrore e della sofferenza; il suo
braccio destro era fratturato e piegato in maniera innaturale, il suo viso ricoperto
da graffi.
Pur avendolo lì al suo fianco, con la
sua ombra addosso, continuò a singhiozzare e a tenere gli occhi stretti: era
sotto shock, piegata a riccio, niente di quell’orrido mondo esterno aveva il
permesso di entrare.
Non gli restò che inginocchiarsi e bussare,
con più garbo possibile.
“Hitch… Hitch, sono io…”
Could
you take care of a broken soul?
Will
you hold me now?
Ebbe un sussulto, e sbarrò le iridi
color nocciola sul cielo sereno, poi si voltò verso quel volto madido che la
stava fissando.
“Marlo… Siamo nell’aldilà?”
“No, noi… Non siamo morti…” –faceva così
strano dirlo.
“No?”
Testa e collo, tremarono nello sforzo di
restare sollevate e tornarono giù al suolo, mentre scoppiava in pianto, se di
scoppio si poteva parlare: non c’era nulla di forte, nulla di improvviso o
capace di sbalzare gli altri intorno, era un pianto esausto, senza energie,
quasi non emetteva suono.
Una morsa si serrò sul cuore di Marlo,
salendo poi a strozzargli la gola quando provò a parlare, rendendolo muto
davanti la sofferenza che voleva provare a lenire. Nessuno sforzo poté impedire
ai suoi occhi di inumidirsi.
“Hitch, no… Io… Mi dispiace! Mi
dispiace! È colpa mia se…”
“Scemo…” –arricciò un po’ le labbra
verso l’alto- “Pensavo che fossi morto, invece sei vivo… Credevo ti fosse
saltata la testa o… E invece… Sei vivo…”
Dannata, irritante Hitch! Cosa aveva da
offrire pietà a chi l’aveva ridotta in questo stato e per giunta ha avuto il
barbaro coraggio di sopravvivere? Cosa aveva da essere contenta di vederlo
incolume? Doveva sputargli addosso la sua rabbia, maledirlo! Era colpa sua! Ma
perché, perché lo aveva fatto? Perché non aveva lasciato che le loro strade si
separassero come era giusto?
Perché aveva scelto un destino non suo?
Every
minute gets easier
The
more you talk to me
“Io… Sto per morire, vero?”
Che idiota, cosa combinava? Con una
gamba tranciata e quelle altre ferite lui si perdeva in chiacchiere e sensi di
colpa: si sfilò la cintura dal pantalone e la strinse più che poté intorno al
moncone in modo da improvvisare un laccio emostatico. Quanto sangue aveva già
perso? Di sicuro molto e di sicuro, a giudicare dal colorito, non gliene
restava molto altro da perdere ancora. Doveva essere solo questione di tempo.
“Tranquilla, tranquilla!”
“Di solito si dice così quando uno sta
per…”
“E smettila!” –riecheggiò nel piano la sua esasperazione.
You
rationalize my darkest thoughts
Yeah,
you set them free
“In qualche modo ce la siamo cavata, no?
Ce la caveremo ancora, vedrai!”
“Mi fa male, Marlo…”
Le tenne la mano, la mano che,
infrangendo la promessa, era stato costretto a lasciare.
“Mi fa tanto male, Marlo…”
La sua voce incrinata gli graffiò l’anima
come unghie su una lavagna. Il suo corpicino era squassato da scosse di dolore,
e l’arto amputato continuava a gocciolare. Sembrava una bambolina di porcellana
in frantumi, che qualche bimba distratta aveva rotto e poi abbandonata lì per
terra.
Came
to you with a broken faith
Gave
me more than a hand to hold
“Resisti,
Hitch! Ora ti porto via!”
Superata la paura di toccarla, come
questo bastasse a farle perdere altri pezzi, la sollevò, con tutta la
delicatezza di cui era capace, tra le sue braccia, reggendola sotto le spalle e
il bacino. Trovò lo sforzo per nulla gravoso: forse era lui ad essersi ripreso,
o forse era quanto aveva lasciato a terra a renderla così leggera…
Caught
before I hit the ground
Tell
me I'm safe, you've got me now
Gemendo, Hitch girò la testa,
affondandola nel calore del suo petto.
“Hitch, resisti, ti prego.”
Non merito di restare vivo, se muori tu.
Non meriti di morire, nonostante la scelta che hai fatto, nonostante quante
volte, tu stessa, ti sei data della stupida per la tua decisione, nonostante tu
abbia trovato infine il coraggio di affrontare il mondo crudele in cui viviamo
solo per poter restare al fianco di un “idiota” come me.
“Marlo…”
Would
you take the wheel
If
I lose control?
“Portami a casa…” –bagnò di lacrime la
sua camicia.
“……”
I suoi piedi obbedirono ancora prima che
fosse lui a ordinarglielo.
Il cancello di Shiganshina si innalzava,
di un bianco splendente, oltre le carcasse di uomini e animali e le macerie del
villaggio.
If
I'm lying here
Will
you take me home?
“Andiamo
a casa, ti prego…”
A
casa, al sicuro, lontani dalla morte che comunque attende, a cercare di vivere
sereni le loro vite.
Could you take
care of a broken soul?
Oh, will you
hold me now?
“Si.”
Le
carezzò i morbidi capelli biondi. Li spazzò dal terriccio, e tornarono a
brillare al sole.
Oh, will you
take me home?
Oh, will you
take me home?
“Ti
porto a casa ora.”
Oh, will you
take me home?
Oh, will you
take me home?
“Grazie,
Marlo.” –sorrise la sua voce.
Sempre
più piccola.
Oh, will you
take me home?
Oh, will you
take me home?
Canzoni tristi e ispirazione sono un’accoppiata
vincente… Anche stavolta sono molto soddisfatto (oserei dire “commosso”, che in
questo caso mi sa ci sta tutto) del risultato.
Il finale è aperto, a ciascuno di voi
immaginare il seguito e il destino dei due protagonisti. Hitch ha scelto un
destino non suo, pur di poterlo condividere con una persona per lei importante:
forse la scelta è stata il suo più grande errore, ma è anche quello che l’ha
condotta proprio al sicuro e caldo riparo tra le sue braccia. Penso sarebbe
bello se fosse andata così, anche se so per certo che Hisayama non avrebbe
affatto avuto la mia stessa pietà…
Alla prossima, commentate numerosi! ^__^