Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: TonyCocchi    26/05/2016    4 recensioni
SPOILER (cap 81)!
What if: “E se Hitch avesse deciso di seguire Marlo nella Legione Esplorativa?”
Il sacrificio è compiuto. La morte domina il campo, ma la battaglia ancora prosegue. Nella devastazione che si lascia dietro, un giovane uomo trascina i suoi passi: qualcuno lo sta chiamando, con voce spezzata, piccola, impercettibile, rivolgendogli la sua preghiera. Torniamo a casa. Solo questo gli chiede. Portami a casa.
If I'm lying here
Will you take me home?
Could you take care of a broken soul?
Will you hold me now?
Oh, will you take me home?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hitch Deliss, Marlo Freudenberg
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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snk - portami a casa

Salve a tutti, miei cari lettori! Rieccomi con una nuova fic strappalacrime, ancora una volta Marlo x Hitch! Perché anche se un personaggio di una sua coppia preferita viene fatto fuori, un fan non demorde! T__T

Diciamolo, la fine del povero Marlo mi ha lasciato l’amaro in bocca, ecco perché voglio provare ad addolcirla, la mia e pure le vostre di bocche, con questa storia, in cui lo rivediamo vivo e vegeto, ma che, vi assicuro, troverete altrettanto tragica.

Come da descrizione inoltre, stavolta Hitch ha deciso, per affetto nei confronti di quell’adorabile scemo che è il suo commilitone (o forse qualcosa in più…) di seguirlo nella sua fatale scelta di unirsi alla Legione Esplorativa prima della spedizione a Shiganshina di cui stiamo leggendo in questi mesi.

Non anticipo altro, buona lettura! E mi raccomando, essendo una song-fic, leggetela con la musica!

 

COLONNA SONORA: https://www.youtube.com/watch?v=2ebfSItB0oM

 

 

 

“Tu cosa?!”
“Hai capito bene!”
“Ma… Hitch…”
“Tsk! Se ti lasciassi da solo, a unirti quegli scalmanati, fissato come sei finiresti per lanciarti in qualche onorevole carica suicida o roba del genere! Meglio per te se mi sopporti un altro po’, fidati!”

 

 

“Questo sarà il nostro piano d’azione! Sferreremo un attacco frontale suicida contro il Titano Bestia: fungerà da diversivo dando così modo al caporale Levi di raggiungerlo ed abbatterlo!”

 

 

“Marlo… Lasciami la mano e se non ci pensano i giganti ti ammazzo io…”

“Non… Non te la lascio…”

 

 

“CARICA!”

 

 

“GRIDATE, UOMINI! COMBATTETE UOMINI!”

 

 

<< Ci siamo… Arriva… >>

 

 

 

Wrapped up, so consumed by all this hurt

If you ask me, don't know where to start

 

 

Ha ripreso i sensi.

Incredibile, eppure vero, e anche un po’ sbagliato.

Il suo busto, sollevatosi dal suolo, torreggia in mezzo a un campo ricoperto di membra dilaniate, pezzi di carcasse, pezzi di uomini eroici ed animali ignari. E lui, che ancora si muove, ancora respira, ancora trema come una foglia, è così dissonante, così fuori posto. Loro caduti con coraggio, smembrati nella gloria dei loro ideali, e lui lì a boccheggiare come un pesce fuor d’acqua, lui che era l’unico ad essere sfuggito alle maglie della rete della morte.

“Sono… vivo?” –chiede a sé stesso- “Sono… vivo?” –chiede al niente che gli sta attorno.

Prova ad alzarsi, ma le gambe sono troppo scosse e senza forze, ha bisogno di un secondo tentativo. L’ultima cosa che Marlo ricorda, prima del buio, era la gragnola di massi arrivargli addosso a tutta velocità, e i suoi pensieri in quei momenti, avrebbe giurato gli ultimi della sua vita.

Lì era tutto calmo, ma la battaglia ancora infuriava più avanti, tra il campione dell’umanità e la più insensibile e crudele delle bestie. Eppure i rumori di quello scontro non sfioravano neanche l’attenzione della sua incredula mente, né i suoi occhi si alzavano per provare ad osservare l’epica resa dei conti per la quale avevano pagato quel prezzo immane.

 

Anger, love, confusion

Roads that go nowhere

 

Istintivamente si era voltato verso le mura e aveva cominciato a trascinare i piedi, pesanti come piombo, verso di esse. Doveva fare attenzione se non voleva inciampare su una testa di cavallo, o scivolare su delle cervella umane fresche sparse per l’erba.

Era vivo. Si era unito alla Legione Esplorativa, aveva combattuto, era rimasto coerente con sé stesso fino all’ultimo, aveva sacrificato la propria vita, e per qualche ragione lassù non l’avevano voluta. Poteva bastare. Aveva fatto la sua parte.

Solo per un attimo, che male c’era? Riposarsi, basta senso del dovere, basta riscossa dell’umanità, basta battersi per ciò che è giusto, basta sangue. Solo per un po’.

Prendersi una pausa, voltare le spalle, provare a mettersi in salvo. Che male c’era?

 

I know that somewhere better

'Cause you always take me there

 

Il suo sguardo cambiava direzione di continuo, perché ovunque lo posasse c’era qualcosa di orrendo, disgustoso, straziante, e inesorabilmente morto.

I suoi compagni erano tutti così giovani. E quei poveri cavalli, che ne sapevano loro di guerre tra umani e titani? E la sua amica Hitch, che in quel momento avrebbe potuto essere nel suo letto, a poltrire fino a tardi come una qualsiasi Gendarme dalla buona paga e dagli smisurati privilegi, e invece era finita lì, nel fondo dell’inferno, venendogli appresso.

 

Came to you with a broken faith

Gave me more than a hand to hold

 

Si fermò, e scrutò intorno a sé. Niente oltre a lui stava in piedi su quel prato. Che senso aveva sperarvi? Già che lui fosse sopravvissuto aveva dell’incredibile, poteva mai accadere a un’altra persona? E di tutte quelle che, in lacrime, avevano scagliato fino all’ultimo istante le proprie grida combattive contro il nemico, poteva mai trattarsi proprio di lei?

No, era un ragionamento sbagliato il suo. Lei era l’unica a cui un simile trattamento dal cielo sarebbe stato dovuto.

 

Caught before I hit the ground

Tell me I'm safe, you've got me now

 

Non era così che sarebbe dovuta andare: lui, bramoso di azione, pronto a dare la vita, non era lì per terra, riverso, con la testa spappolata dalle pietre, e doveva forse esserci lei, che proprio a causa sua aveva compiuto una scelta così distante dalle sue convinzioni?

Era tutto sbagliato! Tutto sbagliato, dannazione!

Si sentiva squassare al pensiero che avrebbe potuto imbattersi nella sua testa mozzata da un momento all’altro, lei che lo aveva seguito pur controvoglia, lei codarda e indolente che per premura di lui era finita così lontana dal suo comodo letto, che gli aveva tenuto la mano fino a quando i loro cavalli non erano stati sbalzati in aria.

Si portò le mani alla testa e alzò gli occhi al cielo, temendo di poterla vedere davvero.

 

Would you take the wheel

If I lose control?

 

Respirò profondamente nel tentativo di calmarsi. Non poteva rifiutarsi di posare gli occhi su ciò per cui era in qualche modo responsabile, non poteva rifiutarsi di cercarla e abbandonare lì qualsiasi cosa fosse rimasto di lei.

“C’è qualcuno? C’è qualcuno… vivo?”

Riflettendoci, non poteva essere stata sbalzata poi molto lontano da lui, dato che erano fianco a fianco in quel fatidico istante, per cui tornò sui suoi passi.

“C’è qualcuno?” –chiamò di nuovo.

Restò fermo con le orecchie tese fino a che non arrivò a carezzarlo perlomeno l’illusione di aver sentito qualcosa: nel suo stato avere allucinazioni sarebbe stato più che plausibile.

Seguì quel suono fantasma finché non divenne chiaro come il singhiozzare di un animaletto ferito.

 

If I'm lying here

Will you take me home?

 

Non lo avrebbe mai creduto possibile, eppure era lì. La sua gamba destra, dal ginocchio in poi, invece non c’era più: al suo posto, l’erba annegava in una pozzanghera di un rosso tanto vivo quanto cereo era il pallore sul suo viso, contratto dal terrore e della sofferenza; il suo braccio destro era fratturato e piegato in maniera innaturale, il suo viso ricoperto da graffi.

Pur avendolo lì al suo fianco, con la sua ombra addosso, continuò a singhiozzare e a tenere gli occhi stretti: era sotto shock, piegata a riccio, niente di quell’orrido mondo esterno aveva il permesso di entrare.

Non gli restò che inginocchiarsi e bussare, con più garbo possibile.

“Hitch… Hitch, sono io…”

 

Could you take care of a broken soul?

Will you hold me now?

 

Ebbe un sussulto, e sbarrò le iridi color nocciola sul cielo sereno, poi si voltò verso quel volto madido che la stava fissando.

“Marlo… Siamo nell’aldilà?”

“No, noi… Non siamo morti…” –faceva così strano dirlo.

“No?”

Testa e collo, tremarono nello sforzo di restare sollevate e tornarono giù al suolo, mentre scoppiava in pianto, se di scoppio si poteva parlare: non c’era nulla di forte, nulla di improvviso o capace di sbalzare gli altri intorno, era un pianto esausto, senza energie, quasi non emetteva suono.

Una morsa si serrò sul cuore di Marlo, salendo poi a strozzargli la gola quando provò a parlare, rendendolo muto davanti la sofferenza che voleva provare a lenire. Nessuno sforzo poté impedire ai suoi occhi di inumidirsi.

“Hitch, no… Io… Mi dispiace! Mi dispiace! È colpa mia se…”

“Scemo…” –arricciò un po’ le labbra verso l’alto- “Pensavo che fossi morto, invece sei vivo… Credevo ti fosse saltata la testa o… E invece… Sei vivo…”

Dannata, irritante Hitch! Cosa aveva da offrire pietà a chi l’aveva ridotta in questo stato e per giunta ha avuto il barbaro coraggio di sopravvivere? Cosa aveva da essere contenta di vederlo incolume? Doveva sputargli addosso la sua rabbia, maledirlo! Era colpa sua! Ma perché, perché lo aveva fatto? Perché non aveva lasciato che le loro strade si separassero come era giusto?

Perché aveva scelto un destino non suo?

 

Every minute gets easier

The more you talk to me

 

“Io… Sto per morire, vero?”

Che idiota, cosa combinava? Con una gamba tranciata e quelle altre ferite lui si perdeva in chiacchiere e sensi di colpa: si sfilò la cintura dal pantalone e la strinse più che poté intorno al moncone in modo da improvvisare un laccio emostatico. Quanto sangue aveva già perso? Di sicuro molto e di sicuro, a giudicare dal colorito, non gliene restava molto altro da perdere ancora. Doveva essere solo questione di tempo.

“Tranquilla, tranquilla!”

“Di solito si dice così quando uno sta per…”
“E smettila!” –riecheggiò nel piano la sua esasperazione.

 

You rationalize my darkest thoughts

Yeah, you set them free

 

“In qualche modo ce la siamo cavata, no? Ce la caveremo ancora, vedrai!”

“Mi fa male, Marlo…”

Le tenne la mano, la mano che, infrangendo la promessa, era stato costretto a lasciare.

“Mi fa tanto male, Marlo…”

La sua voce incrinata gli graffiò l’anima come unghie su una lavagna. Il suo corpicino era squassato da scosse di dolore, e l’arto amputato continuava a gocciolare. Sembrava una bambolina di porcellana in frantumi, che qualche bimba distratta aveva rotto e poi abbandonata lì per terra.

 

Came to you with a broken faith

Gave me more than a hand to hold

 

“Resisti, Hitch! Ora ti porto via!”

Superata la paura di toccarla, come questo bastasse a farle perdere altri pezzi, la sollevò, con tutta la delicatezza di cui era capace, tra le sue braccia, reggendola sotto le spalle e il bacino. Trovò lo sforzo per nulla gravoso: forse era lui ad essersi ripreso, o forse era quanto aveva lasciato a terra a renderla così leggera…

 

Caught before I hit the ground

Tell me I'm safe, you've got me now

 

Gemendo, Hitch girò la testa, affondandola nel calore del suo petto.

“Hitch, resisti, ti prego.”

Non merito di restare vivo, se muori tu. Non meriti di morire, nonostante la scelta che hai fatto, nonostante quante volte, tu stessa, ti sei data della stupida per la tua decisione, nonostante tu abbia trovato infine il coraggio di affrontare il mondo crudele in cui viviamo solo per poter restare al fianco di un “idiota” come me.

“Marlo…”

 

Would you take the wheel

If I lose control?

 

“Portami a casa…” –bagnò di lacrime la sua camicia.

“……”

I suoi piedi obbedirono ancora prima che fosse lui a ordinarglielo.

Il cancello di Shiganshina si innalzava, di un bianco splendente, oltre le carcasse di uomini e animali e le macerie del villaggio.

 

If I'm lying here

Will you take me home?

 

“Andiamo a casa, ti prego…”

A casa, al sicuro, lontani dalla morte che comunque attende, a cercare di vivere sereni le loro vite.

 

Could you take care of a broken soul?

Oh, will you hold me now?

 

“Si.”

Le carezzò i morbidi capelli biondi. Li spazzò dal terriccio, e tornarono a brillare al sole.

 

Oh, will you take me home?

Oh, will you take me home?

 

“Ti porto a casa ora.”

 

Oh, will you take me home?

Oh, will you take me home?

 

“Grazie, Marlo.” –sorrise la sua voce.

Sempre più piccola.

 

Oh, will you take me home?

Oh, will you take me home?

 

 

 

Canzoni tristi e ispirazione sono un’accoppiata vincente… Anche stavolta sono molto soddisfatto (oserei dire “commosso”, che in questo caso mi sa ci sta tutto) del risultato.

Il finale è aperto, a ciascuno di voi immaginare il seguito e il destino dei due protagonisti. Hitch ha scelto un destino non suo, pur di poterlo condividere con una persona per lei importante: forse la scelta è stata il suo più grande errore, ma è anche quello che l’ha condotta proprio al sicuro e caldo riparo tra le sue braccia. Penso sarebbe bello se fosse andata così, anche se so per certo che Hisayama non avrebbe affatto avuto la mia stessa pietà…

Alla prossima, commentate numerosi! ^__^

  
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