Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Hikaru_Tsuki    26/05/2016    1 recensioni
“Caro diario, sono passati ben cinque anni dall'evento che ha sconvolto la mia vita..."
Dopo la grande battaglia contro Le Papillon sia Marinette che Adrien perdono i loro poteri poiché non serviva più dei supereroi... Ma se una persona misteriosa dal passato di Adrien stesse seguendo le tracce di Le Papillon? Parigi ha bisogno di più supereroi questa volta, Ladybug e Chat Noir avranno finalmente una squadra da far invidia agli Avengers.
******** sequel di "I hate you! Why don't you leave me alone?" di Photografic_Therapy *********
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Felix Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Miraculous Adventures'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 


Capitolo quattro.


Bridgette, quando si svegliò, notò, con sua grande sorpresa, che si trovava in una gigantesca camera da letto. Era una stanza semplice, ma sfarzosa. Si guardò intorno e si rese conto che il letto su cui aveva dormito era gigantesco. Qualcuno, mentre dormiva, l'aveva vestita con un bellissimo abito argentato da sera, che le donava classe e serietà. Si alzò dal letto e si fermò davanti allo specchio, osservandosi. I lunghi capelli, lasciati sciolti e selvaggi, le arrivavano all'altezza dei fianchi, e quel vestito sembrava donare loro un colore più acceso.
L'unica fonte di luce arrivava da una finestra con le tende socchiuse. Quando la ragazza si avvicinò e scostò la tenda, vide che era la luce era opera della luna piena. Bridgette cercò di aprire la finestra ma si accorse che era chiusa a chiave. Per un attimo, fu tentata di usare il suo potere ma non voleva che qualcuno la scoprisse.
Iniziò a cercare Nooroo e la sua borsa per tutta la stanza, ma non trovando nessuna delle due, si sedette sul letto, in preda allo sconforto.
 «Il Padrone vorrebbe sapere se è pronta per la serata.» una voce femminile la fece sussultare. Si guardò intorno e vide una donna ben vestita di fronte alla porta. La guardava con aria seria, Bridgette non sapeva cosa risponderle e la fissò confusa, alla ricerca di una risposta che non la trovò.
«Non andrò da nessuna parte, se prima non mi riconsegnate la mia borsa e mi spiegate dove mi trovo.» borbottò con uno sguardo di sfida, incrociando le braccia al petto.
La donna sospirò e se ne andò, tornando un paio di minuti dopo con la sua borsa e una maschera a forma di farfalla, argentata. «Il Padrone, in cambio, le chiede di indossare la maschera e venire alla festa. Le spiegherà tutto lui stesso.» disse la donna andandosene.
Bridgette liberò Nooroo con gioia e l'abbracciò forte. «Ho avuto tanta paura per te, stai bene? Ti hanno fatto del male?»
Nooroo rimase sorpresa da quella dimostrazione di affetto, il suo vecchio proprietario per anni l'aveva usata e non le aveva mai parlato in quel modo. Non si era mai interessato a lei, se non quando era sfinita e doveva recuperare le sue forze.
Le era mancato quel sentimento di gioia di quando un custode si prende cura del proprio kwami. Le era mancato sorridere e chiacchierare con il proprio custode ed era proprio in quei momenti che i piccoli kwami vivevano una vita come quella degli umani.
«Non mi hanno fatto niente, tranquilla. Tu, invece, sei così bella e elegante! Sono certa che il padrone della villa  deve essere un vero gentiluomo.» sorrise la kwami farfalla, cercando di rincuorare la sua padroncina che, seduta sul letto, osservava la maschera. La indossò con un sospiro profondo, si alzò e si guardò allo specchio.
Nooroo vide la sua espressione triste e senza dire una parola le fu vicino, iniziando a sistemarle i capelli in un'acconciatura bellissima e complessa.
«Nooroo, ma che stai facendo? Non devi preoccuparti...» Bridgette cercava di bloccare la propria kwami che, però, era molto più testarda di lei e in pochi minuti ebbe finito.
Per un attimo, Bridgette rimase incantata da quell'elaborata acconciatura, che consisteva in un delicato chignon con alcuni boccoli ai lati. Le mancava la corona e sarebbe sembrata una principessa.
«Tu sei bellissima Bridgette, ricordatelo! Sei la custode del Miraculous farfalla, il Miraculous della bellezza e dell'ammaliazione. - le fece l'occhiolino, prima di spingere la ragazza fuori della stanza. - Ricorda che hai il potere femminile dalla tua parte. Sii te stessa e fallo innamorare!»
Bridgette non capiva il comportamento della sua piccola amica, ma prima che potesse dire qualcosa, un'altra ragazza che la aspettava fuori dalla porta le fece segno di seguirla.
Si ritrovò in grande sala con molte persone in maschera, che ridevano e parlottavano. Muovendosi fra la folla, origliò alcune conversazioni e sentì dire che quasi tutti gli invitati avevano ricevuto l'invito, senza sapere realmente chi avesse organizzato la festa.
L'unico nome che udì fu Agreste, questo sembrò rincuorarla un po'. Se Adrien fosse stato presente, sicuramente ci sarebbe stata anche Marinette.
 
«Sei arrivata, vedo.» una voce, a lei familiare, attirò il suo sguardo. Si ritrovò a guardare l'uomo che l'aveva rapita, indossava anche lui una maschera ma al contrario della sua, quella del ragazzo era completamente nera e non mostrava niente all'infuori dei suoi occhi grigi. Si avvicinò e si accorse che il giovane stava indossando delle lenti a contatto colorate, questo la mandò ancora di più in confusione.
«Chi sei? Perché mi hai rapito? Dove sono? Da quanto tempo sono qui?» Bridgette, a ogni domanda, si era avvicinata sempre di più a lui, fino a essergli a un soffio di distanza.
Si allontanò appena, quando il profumo del ragazzo le entrò nel naso. Aveva un nonsoche di fresco e le sembrava profumo di pino, o forse era menta? Bridgette era troppo confusa per riuscire a riconoscerlo.
Il ragazzo le sorrise. Fu un sorriso delicato e, quasi divertito, con una mano le sfiorò delicatamente il fianco mentre con l'altra prese la mano di Bridgette, portandola al centro della sala e iniziando a ballare con lei.
La ragazza era sempre più confusa, solo di una cosa era certa: quel nemico, in realtà, era un vero principe e se ne accorse da come la toccava. La trattava come un pezzo di cristallo ed era così silenzioso che Bridgette si sentì in soggezione.
Voleva sentire la sua voce, ma cosa più importante voleva che lui la stringesse ancora di più, quel tocco appena accennato la infastidiva ma sembrava che quel ragazzo lo facesse di proposito. Bridgette, però, rimase in silenzio assecondandolo e non appena l'orchestra finì di suonare quella dolce canzone, lui la prese per mano e la portò verso il balcone, lontano da tutto e da tutti.
«Risponderò a una sola domanda, quindi pensaci bene piccola farfallina.» le disse, osservando il cielo stellato sopra di loro. Per un attimo, Bridgette credette di avere a che fare con Chat Noir dato che anche lui si divertiva a chiamarla con quel soprannome.
«Oh, bene. Una domanda sola... dimmi perché?» sussurrò, ritrovandosi intrappolata tra lui e il balcone. Le braccia del ragazzo bloccavano ogni suo movimento, stringendo il marmo dietro di lei. La ragazza lo guardò negli occhi e vide il suo sguardo confuso e spaesato e, senza rendersene conto, la sua mano gli accarezzava la sua guancia con dolcezza. Il ragazzo sgranò gli occhi, ma non disse nulla, sembrava un cucciolo di cane che non aveva mai ricevuto affetto.
 
«Ti voglio al mio fianco Butterfly, combatti con me e avrai il potere assoluto...» il ragazzo le sussurrò con voce bassa e sensuale. Stavolta fu Bridgette a sgranare gli occhi e a lasciar cadere la mano con cui l'aveva sfiorato poco prima. “A cosa  diavolo sto pensando? Lui è il nemico!”
Era lui che controllava quella povera gente ed era lui la causa di ogni male. Allora perché non aveva paura? Perché aveva la tentazione di abbracciarlo? Perché voleva che lui le dicesse tutto? Perché voleva condividere il suo peso che portava sulla spalla? Troppe domande le affollavano la mente e nessuna risposta.
La ragazza sorrise e scosse la testa.
«Non posso deludere una persona... anzi una creaturina che fino a tempo fa era usata in un modo malvagio. Lei non lo sa, ma io sono a conoscenza che era la kwami di Le Papillon e voglio farla felice. Voglio aiutarla a fare del bene e non del male. Mi dispiace... anche se non so chi tu sia.» sorrise, cercando di allontanarsi il più possibile da lui.
«Hai fatto la tua scelta vedo, ma lascia che ti racconti la verità... quei due che tu credi siano degli eroi, sono stati scelti per puro caso da un anziano signore chiamato Fu. Sì esatto, proprio il tuo professore. Quindi se sei curiosa di sapere la verità, seguimi.» disse con voce ghiacciale, allontanandosi. Bridgette avrebbe giurato che, prima di andarsene, il ragazzo le avesse sfiorato con dolcezza i fianchi. Rimase da sola, in silenzio, valutando cosa fare. Avrebbe potuto saltare dal balcone e scappare, ma era troppo curiosa di scoprire la verità.
Abbassò lo sguardo e notò che, appuntata sul suo vestito, spiccava il Miraculous farfalla. Si chiede quando fosse apparsa, ma sapeva già la risposta, e la stava seguendo dentro casa.
 

Adrien, bambino mio, ascoltami. Non ti fidare di tuo padre... l'oscurità ha preso possesso del suo cuore e tu sei l'unico che può riportarlo indietro. La mamma ti ama e ricorda che non sei mai da solo. Non smettere mai di sognare e sii sempre te stesso!” quel ricordo era diventato un incubo per Adrien, che da quando era tornato a essere Chat Noir lo tormentava ogni notte. Ormai Marinette si era abituata a svegliarsi per farlo calmare, ma questa volta, sembrò più difficile delle altre infatti, si ritrovò a osservare il proprio fidanzato in lacrime, che osservava il soffitto.
«Ancora tua madre?» gli sussurrò mentre lo tirava a se e lo coccolava con dolcezza. Adrien annuì, per poi stringersi alla sua amata in un abbraccio disperato. La mora, ormai, era abituata. Era impossibile per lei dimenticarsi la prima volta in cui il suo ragazzo ebbe quell'incubo. Si è messo a urlare, spaventando non solo lei ma anche i due piccoli kwami che dormivano beatamente abbracciati.
Come tutte le altre notti, Adrien non ricordava mai il sogno. Ricordava solamente la presenza di sua madre e una persona al suo fianco, del quale non riusciva mai ad identificare il volto.
Stringendo a sé Marinette, si calmò e riprese a dormire. La giovane, con un sospiro, guardò Tikki e Plagg che, ormai svegli, osservavano la scena in silenzio.
«Che cosa possiamo fare?» chiese sussurrando la giovane. I due kwami si guardarono in silenzio, come se stessero decidendo cosa dire o cercassero di  nascondere qualcosa alla ragazza.
Tikki sospirò e sussurrando qualcosa a Plagg lo fece tornare a dormire. «Marinette, l'unica cura potrebbe essere una seduta ipnotica... ma non è affidabile poiché potrebbe rivelare ai medici la vera identità di Chat Noir. Mi dispiace.»
Marinette non poté che sospirare e osservare la sua piccola kwami tornare a dormire, abbracciata di nuovo a Plagg. Senza neanche volerlo, si addormentò in quella posizione, seduta sul letto con le dita intrecciate nei capelli di Adrien e con una espressione preoccupata sul viso.
Ciò che nessuno dei presenti vide, però,  fu un corvo che li osservava dalla finestra. Era stato lì per tutta la notte, e ogni sera tornava.

 
Bridgette era certa di aver fatto la scelta sbagliata e lo confermava il fatto che si era persa in quella gigantesca villa. Non sapeva come, ma si era ritrovata davanti una porta gigantesca, la aprì piano ed entrò silenziosamente.
Si accorse che era una stanza di un ragazzo, c'era un canestro da basket e delle rampe per lo skateboard ma, soltanto alzando lo sguardo verso la libreria vuota, notò che era in disuso da tempo.
Scosse la testa e uscì dalla stanza, riprendendo a camminare finché un gigantesco dipinto non attirò la sua attenzione. Raffigurava Gabriel e Adrien Agreste che, con sguardo serio e triste, guardavano intensamente davanti a loro.
La ragazza si avvicinò, osservandolo con curiosità, e vide che il dipinto ne stava coprendo un altro cosi, con delicatezza, lo sollevò e vide che il secondo quadro raffigurava la famiglia Agreste al completo.
La giovane, con tutta la forza che possedeva, tolse il primo dipinto e ammirò quello nascosto. Adrien e un ragazzo stranamente simile a lui ma totalmente diverso erano attorno a Gabriel Agreste e sorridevano al fianco di una donna bellissima. Sembravano una famiglia felice, e forse lo erano. Bridgette si trovò a riflettere, cercando di ricordare qualche notizia sulla donna ma non le tornò in mente niente, era come se nessuno si fosse mai reso conto che la moglie di Gabriel Agreste fosse morta o peggio sparita, e neanche del ragazzo accanto a loro.
«Jocelyn: la famosa moglie di Gabriel Agreste. Era una modella prima di sposarsi ma è sempre stata la musa di Gabriel che disegnava ogni capo pensando a lei. Fino alla sua morte, lui ha disegnato solamente per lei.»
Bridgette sapeva a chi apparteneva quella voce. Il ragazzo si sistemò la maschera e si mise al suo fianco, rimanendo in silenzio a osservare il dipinto.
La ragazza lo guardò e tornò a osservare i due del quadro. Il ragazzo al suo fianco assomiglia in maniera impressionante a Adrien Agreste, ma i loro sguardi erano diversi, che fosse l'altro ragazzo? Quello che non sapeva nulla?
«Chi sei in realtà? Come sai di loro? Tu non sei Adrien, vero?» la rossa lo osservò, in attesa di una risposta, che non arrivò.
In quel momento le tornarono in mente le parole di Nooroo e sorrise. Decise di fare come le aveva suggerito la sua kwami e si avvicinò al biondo camminando sensualmente. Questo attirò l'attenzione del misterioso ragazzo, ma Bridgette non aveva calcolato che indossava i tacchi e che il vestito era lungo fino a terra. Il risultato fu, ovviamente, che inciampando sopra il tessuto la ragazza volò letteralmente fra le braccia del ragazzo, facendo cadere entrambi per terra.
Per quanto fosse imbarazzante la situazione Bridgette, che era certa di aver acquisito lo stesso colorito dei suoi capelli, arrossì ancora di più quando notò che il ragazzo sotto di lei si tratteneva dal ridere. La giovane, spostandosi di lato per alzarsi, si tolse prima le scarpe e le lanciò contro il divano borbottando qualcosa su come odiava essere donna.
Il giovane al suo fianco non resistette più e scoppiò in una risata che incantò del tutto Bridgette, era una risata mascolina e contagiosa, e la ragazza vedeva dal suo sguardo confuso che lui non era abituato a ridere. Fu così che senza volerlo iniziò a ridere anche lei.
 
Bridgette, alla fine, decise di non fare più domande ma bensì ascoltare, il ragazzo le sorrise e si alzò tendendole la mano, la giovane la stringe e notò che senza scarpe gli arrivava malapena alle spalle.
«Sono Felix Agreste, figlio di Gabriel Agreste, dimenticato dal mondo a causa del mio odiato e perfetto fratello gemello Adrien... spero che tu sia pronta, farfallina, perché la storia che sto per raccontarti non sarà piacevole.»
Bridgette sgranò gli occhi e in silenzio seguì il ragazzo verso un'altra stanza gigantesca, come quella nella quale si era svegliata. Questa, a differenza dell'altra, era piena di libri che coprivano ben due pareti.
Il ragazzo si sedette sul letto e attese che la giovane facesse lo stesso.
Alla fine, Felix sospirò e guardò fuori. «Io e Adrien siamo stati cresciuti insieme, nostro padre amava alla follia nostra madre e lei ricambiava, ma era difficile per lei stare ferma ogni giorno. Lei era uno spirito libero, amava essere una modella perché poteva vedere il mondo, lei amava stare in mezzo alle persone ascoltare le storie dei altri, era molto empatica e le bastavano pochi secondi per capire il tuo stato emotivo. Mi ricordo che lei, ogni volta che litigavo con Adrien, ci metteva in punizione per poi liberarci quasi in lacrime, non voleva che noi la odiassimo, e principalmente non voleva che io e mio fratello bisticciassimo. Siamo cresciuti insieme per ben quattordici anni della nostra vita, poi un giorno nostra madre mi prese per le spalle e mi disse che dovevamo andarcene, mi portò in America con lei. Nostro padre, impazzito  dal dolore, cancellò dalla memoria di Adrien ogni cosa legata a me e a nostra madre.
A parte me e mia madre, nessuno conosce la verità. Forse la tua kwami non lo ricorda, ma prima di mio padre era mia madre la custode del Miraculous farfalla. Lo era stata sin da bambina, i kwami deboli come il tuo, quello della volpe, quello della tartaruga, quello dell'ape e quello del pavone erano, in origine, ereditari. Nostra madre, dunque, lo doveva cedere o a me o a mio fratello, e la sua scelta ricadde, ovviamente, su Adrien. Quel bambino era così dolce e gentile, aiutava persino le formiche a portare il cibo, io invece ero il suo dispiacere. In me, riusciva a vedere solo mio padre, ma non era colpa mia se ero portato per le materie scientifiche e adoravo studiare matematica. Fin da bambino discutevo con mio padre di economia, ero veramente l'erede dell'industria Agreste, e fu questo il motivo per cui mia madre prese me e non Adrien. Voleva che mio fratello salvasse mio padre con il suo amore, mentre io dovevo essere curato da lei per diventare più amorevole.
Solo che mia madre non aveva fatto i conti con mio padre, quell'uomo aveva scoperto la sua natura e le aveva rubato la sua spilla... quella che in questo momento stai indossando tu.
Fu in una sera di settembre, mentre io volavo via con mia madre, che Le Papillon nacque. Io sapevo che era mio padre ma non potevo fare nulla e adesso che ho finalmente raggiunto la maggiore età ho il diritto di avere la mia parte dell'eredità. Il problema che Adrien non si ricorda di me, cambierà presto.»
Bridgette rimase in silenzio collegando le cose, collegando tutto, per poi alzarsi di scatto e guardarlo furiosa. «E t-tua madre?» chiese iniziando a temere il peggio.
Felix si alzò e le fece segno di seguirlo fino a una stanza dove si trovava una capsula con una donna bellissima sdraiata all'interno, i lunghi capelli biondi erano sparsi sul cuscino. Vedendola, Bridgette, capì di avere davanti Jocelyn Agreste in persona.
«Da anni le è stata diagnosticato una malattia rara e senza cure, mio padre voleva unire i Miraculous di Ladybug e Chat Noir per salvarla. La leggenda narra che se una persona possiede il potere di creare e quello di distruggere, riceverà in cambio un potere assoluto... Gabriel Agreste non era cattivo, era solo un uomo che sperava di guarire la donna che amava.»
Bridgette sfiorò con delicatezza il vetro che proteggeva la donna, iniziando finalmente a capire tutto. Capì il perché Felix agiva in quel modo, e perché le stava raccontando tutto. Nooroo le aveva detto che il suo Miraculous poteva controllare le persone se usato in maniera negativa, ma se usato da persone buone poteva dare forza ed energia a chi ne necessitava.
«Ora che mi hai detto tutto questo, posso tornare a casa o sono intrappolata qui per sempre?» sibilò la rossa mentre si scioglieva i capelli e lo guardava con rabbia.
Felix, convinto che la sua storia avesse toccato i punti giusti per farla passare dalla sua parte, si ritrovò a indietreggiare a quello sguardo. Non aveva mai visto dei occhi così verdi e allo stesso tempo così minacciosi come quelli che stava osservando. Aveva lo strano presentimento che la ragazza che aveva davanti, fosse veramente un'eroina e non una ragazzina frivola presa per strada.
Voleva dannatamente sapere il suo nome, sentiva dentro di se un sentimento di ammirazione che non aveva mai provato e, mentre la ragazza si avvicinava continuando a guardarlo negli occhi, Felix si sentì sempre di più attratto da lei.
«N-no, sei libera di andartene quando vuoi...» sussurrò, balbettando per la prima volta in vita sua, ma ebbe la fortuna di non essere notato dalla ragazza che aprì la finestra lo guardò per alcuni secondi.
«Non sono stupida, Felix Agreste. Non sarò mai dalla tua parte, io mi fido di Ladybug e di Chat Noir. Mi hanno salvato la vita anni fa e ora che ho la possibilità di aiutarli non li deluderò. Ripensa se quello che fai è giusto per te o per tuo padre... a volte è meglio lasciar andare le cose che lottare per qualcosa che non accadrà mai. Addio brutto corvo. - disse prima di saltare dal cornicione della finestra. - Nooroo, trasformami!»
In un istante, Bridgette si trasformò in Butterfly e volò via prima di sfracellarsi al suolo. Felix, osservandola volare via, non si era neanche resoconto che il suo kwami lo osservava in silenzio con sorriso appena accennato sulle labbra. Assomigliava a un piccolo pavone blu scuro.
«Non mi dispiace come soprannome Le Corbeau, che ne pensi? Parigi ora ti deve conoscere. Tuo padre fece un bel discorso che terrorizzò tutti, tu invece devi fare di più, non pensi?»
Più il suo kwami parlava, più Felix non lo stava ascoltando, richiamò l'attenzione di un corvo che si appollaiò davanti a lui e lo accarezzò, per poi dargli una lettera.
«Consegnala a Adrien Agreste, non vedo l'ora di vedere la sua espressione.» disse, osservando il piccolo volatile che si allontanava.
 
 
Butterfly tornò a casa e, non appena toccò il pavimento della sua stanza, tornò ad essere Bridgette. Guardò l'orologio e si accorse che aveva passato ben due giorni fuori casa così, con un sospiro, scese di sotto e vide sua madre addormentata sul divano, la ragazza sorrise e la coprì per bene.
«Tesoro sei a casa? Ti sei divertita da Marinette?» sussurrò la donna mentre Bridgette la copriva, la ragazza rimase sorpresa ma fece finta di nulla e sorrise in risposta. Sicuramente Felix le aveva raccontato che sarebbe rimasta da Marinette, in modo tale da non farla preoccupare.
Questo pensiero la colpì in pieno petto, poteva tranquillamente spaventare sua madre dicendogli che aveva rapito sua figlia, ma non l'aveva fatto.
E, mentre mangiava uno spuntino prima di andare letto, pensò alla sua serata, aveva dormito per un giorno e mezzo e si sentiva carica. Mentre tornava nella sua stanza Nooroo si sedette sulla sua spalla in silenzio, sapeva tutto, ma in quel momento non sapeva cosa dire.
«Dai Nooroo, domani sarà una nuova giornata e spero di non aver perso nessuna lezione importante.» la rossa sorrise mentre andava in bagno a fare una doccia. La kwami farfalla, che rimase sola nella stanza, si guardò intorno con uno strano presentimento, infatti, un colpo sulla finestra la fece sussultare. Si avvicinò lentamente e quando fu praticamente davanti alla finestra vide un piccolo corvo con un'ala ferita. La piccola kwami lo fece entrare e volò in direzione del kit di pronto soccorso, iniziando a curarlo, era così concentrata nel suo lavoro che non si rese neanche conto che Bridgette le era vicino e l'osservava.
«Lo lasciamo dormire qui una notte, e magari domani riprenderà a volare come se non fosse successo niente. Probabilmente si è impigliato in qualche ramo spinoso mentre volava. Adesso andiamo a dormire, domani sarà una lunga giornata.» sorrise la rossa mentre appoggiava il volatile dentro una scatola e lo copriva con dolcezza con la copertina di Nooroo.
La kwami chiuse la finestra e sistemò il cuscino al fianco della sua custode e, senza neanche rendersene conto, si addormentarono di colpo.
 

Il giorno dopo, Bridgette si alzò e allungò il corpo. Vide il piccolo corvo che la osservava, così la rossa cambiò le sue bende e gli diede un po' di pane. Si vestì e si preparò ad andare a lezione.
Quando arrivò in classe, vide il gruppetto che girava attorno a Shaoran bisbigliare, mentre il ragazzo in questione parlava a bassa voce con suo nonno, il professor Fu.
«Bene ragazzi, a questa classe si aggiungeranno due nuove studenti, uno arriverà oggi, mentre l'altra la conosceremo la prossima settimana. Adesso diamo il benvenuto a Felix Agreste. - disse, voltandosi verso la porta. - Il signor Agreste ha vissuto in America per cinque anni e, purtroppo per lui, ha perso un anno di scuola. Quindi fatelo sentire accolto.»
Bridgette, che era china sotto il banco intenta a prendere i libri, appena sentì il nome di Felix ebbe uno sussulto e sbatté la testa contro il tavolo. La classe, che era in silenzio e osservava il nuovo arrivato, si ritrovò a ridere della craniata di Bridgette. Il biondo fece finta di niente, ma mentre la ragazza si massaggiava la testa poté giurare di aver visto un leggero sorriso su quelle labbra.
Osservandolo mentre prendeva posto dietro di lei, si rese conto di due cose: la prima, era che la sua vita da normale studentessa era finita, la seconda, era che pur essendo suo nemico, Bridgette si sentiva la ragazza più fortunata del mondo. Abbassò lo sguardo e osservò la spilla appuntata sul suo petto, capì che era il momento di essere forte e smettere di essere una ragazza timida e impacciata.
Il mondo aveva bisogno di qualcuno che lo difendesse e gli desse speranza e la ragazza giurò su se stessa che avrebbe aiutato il biondo seduto dietro di lei a ritrovare la felicità.

 

 

 

 



------------------- Piccole note delle scrittrici -------



 

Aaaah posso dire che amo scrivere di Brigdette e Felix? Quei due marmocchi... saranno la mia fine già lo sento! Ad ogni modo in questo capitolo iniziamo a entrare nel vivo dei giochi, sappiamo finalmente chi è il cattivo e le sue intenzioni... Ma riusciranno i nostri eroi a fermarlo? 
Ma la domanda più difficile è qual'è il piano malefico di Felix?
Pensavo di scrivere più in la magari una short su Jocelyn e il giovane Gabriel ma ditemo voi! Vi va di fangirlare anche su loro due?
AAAAAAAAAAh Nel prossimo capitolo ci sarà moooolta Felette (Felix+Bridgette) o come volete chiamare voi quindi preparate gli ombrelli che una pioggia di sentimenti vi colpirà!!

A PREEEESTO!!!



p.s.s .continuate a recensire! 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Hikaru_Tsuki