Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    27/05/2016    1 recensioni
Ricordate le vicende dei ragazzi di Hèléne e i suoi amici, simpatico telefilm andato in onda nell'ormai lontano 1995 per essere poi brutalmente interrotto solo poco tempo dopo? Bene, perchè in Francia invece non ha subìto alcuna interruzione bensì numerosi cambiamenti che lo hanno portato ad assomigliare a una specie di soap opera, con tanto di nuovi personaggi che mescolandosi agli storici si impegnano a vivere le proprie vite affrontando argomenti ben più seri di quelli a cui ci avevano abituati, poichè la storia continua 20 anni dopo. Attualmente in Francia sta andando in onda la settima stagione, ma gli attori son già pronti per l'ottava. Molte cose sono cambiate negli anni e questa fan fiction comincia proprio da qui... solo con qualcosa in più.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Avanti, sii buono e lasciami andare. Si è fatto tardi, devo andare al lavoro!

Cercò di rabbonirlo Hèlène, rivestendosi in fretta e posandogli un bacio leggero sulle labbra prima che lui l’attirasse di nuovo su di sé, ribaltando velocemente la posizione e schiacciandola contro il materasso mentre tornava a baciarla con trasporto, impedendole di muoversi.

- Lo sai come si chiama questo? Sequestro di persona.

Lo accusò, ridendo sotto i baffi e spingendolo via con decisione non appena si accorse di avere le labbra nuovamente libere. Nicolas sbuffò seccato, lasciandola finalmente andare.

- Volevo solo prolungare il più possibile la notte meravigliosa che abbiamo appena trascorso.

Disse e la donna gli sorrise, facendogli una tenera carezza sulla guancia.

- Non adesso amore, ci sarà tempo per quello. Ora devo assolutamente fare colazione e poi correre subito in ufficio. Esco prima io, tu raggiungimi tra dieci minuti di sotto e come se niente fosse, mi raccomando, così nessuno sospetterà nulla.

- Vuoi tenere segreto il fatto che siamo tornati insieme? Perché Hèléne, non capisco, io non ho nessuna intenzione di continuare a nascondere quello che provo per te. Voglio essere libero di amarti alla luce del sole, e…

- È ancora troppo presto – lo interruppe, risoluta – per favore, fai come ti dico.

- Troppo presto per cosa – insistette – cosa vuoi che importi agli altri se dopo un anno hai finalmente deciso di rifarti una vita, così come era giusto che fosse? In fondo non sei certo stata tu a morire.

Hèléne gli lanciò un’occhiataccia e lui capì di aver un po’ esagerato, ma non gli importava. Era stanco di tutte quelle stupide e inutili paranoie, tutto ciò che voleva era iniziare a godersi la vita con la donna che amava e proprio non comprendeva le ragioni di Hèléne. Già, forse perché lei non si era nemmeno presa il disturbo di spiegargliele. La guardò di sottecchi mentre lasciava la stanza, richiudendosi la porta alle spalle e cercando di fare il meno rumore possibile per non attirare l’attenzione dei suoi amici, che a quell’ora con molta probabilità stavano ancora dormendo. Fece un respiro profondo, sistemandosi la camicetta spiegazzata e controllando nello specchio del corridoio la sua immagine riflessa, che adesso sembrava aver l’aria di aver avuto giorni migliori. Non poteva farci nulla però, visto che il peso del senso di colpa pareva non abbandonarla un attimo da quando la sera prima aveva confessato i suoi sentimenti a Nicolas, ma non certo perché ci fosse qualcosa di sbagliato in questo. Assolutamente. Lo amava e aveva trovato il coraggio di parlargliene, ma ora non poteva evitare di pensare che, se avesse resi partecipi gli altri di quel grosso cambiamento nella sua vita, avrebbe inevitabilmente tradito la memoria di Peter e quello no, non sarebbe riuscita a sopportarlo. Avevano persino passato la notte in camera di Nicolas per evitare di farlo entrare nel letto che per tanto tempo aveva condiviso con lui, per non parlare della faccenda delle fotografie che non aveva ancora trovato il coraggio di togliere dal comodino. Era difficile per lei, e anche se non si aspettava certo che Nicolas riuscisse a comprenderlo non voleva uscire allo scoperto, non ancora, perché per farlo avrebbe prima dovuto… perdonare se stessa. E quella era sicuramente la cosa più complicata.  Immersa in quei pensieri non si accorse della presenza di Josè, che intanto era appena uscito dalla sua camera da letto finchè non se lo ritrovò davanti, sussultando vistosamente e incuriosendolo di conseguenza, tanto che non la smise più con le domande.

- Che ci fai lì immobile davanti alla stanza di Nicolas, si può sapere?

Accidenti.

- Bè, io stavo…ehm…andando in bagno!

Mentì con la prima cosa che le venne in mente e lui la fissò sospettoso, indicando la porta in fondo al corridoio proprio alle sue spalle.

- Il bagno però è da quella parte. Dovresti saperlo da un pezzo, no? In fondo questa è casa tua.

Considerò scettico e la vide scoppiare a ridere nervosamente, rifilandole una stupida scusa su degli improvvisi vuoti di memoria che non convinse neppure lei, figuriamoci Josè, che dopo averla vista praticamente volatilizzarsi giù per le scale decise di rientrare in camera in tutta fretta.

- Non indovinerai mai che cosa ho appena visto.

Disse a bassa voce rivolgendosi a Benedicte, che intanto ripiegava accuratamente la sua camicia da notte per riporla sotto il cuscino, proprio come faceva tutte le mattine prima di scendere a fare colazione.

- Avanti, spara.

Lo incitò distrattamente, e lui non si fece attendere molto.

- Hèléne che usciva dalla stanza di Nicolas.

- E allora? – la giovane donna alzò le spalle – Lei e Nicolas sono amici, è perfettamente normale che ogni tanto entri nella sua stanza, così come fa nella nostra. Lo fai continuamente anche tu, si può sapere che c’è di strano?

- Se fosse così normale come dici tu perché si sarebbe tanto affannata a cercare di nascondermelo, inventando una stupida scusa che forse spera mi sia bevuto? Sospetto che voi donne mi prendiate per scemo, a volte…

Benedicte rise, attirandolo giocosamente tra le sue braccia.

- Invece di impicciarti sempre degli affari altrui perché non pensi ogni tanto a occuparti di tua moglie?

Disse sorniona e lui la strinse di più, posandole un bacio sulle labbra.

- Mi sembra di averlo già fatto più che abbondantemente, oppure mi sbaglio?

- No, non ti sbagli, ma vedi…non ne ho mai abbastanza. Dovresti saperlo, ormai.

Ridacchiò divertita, cingendogli il collo con le braccia per catturare di nuovo le sue labbra in un bacio appassionato.

- Sai, mi piacerebbe molto approfondire questo interessante argomento, ma non certo a stomaco vuoto. Sto morendo di fame!

Piagnucolò, facendola scoppiare a ridere.

- E va bene, andiamo a fare colazione.

Concesse alla fine e richiudendosi lentamente la porta alle spalle si affrettarono a scendere dabbasso. Lì si scontrarono con Christian, che col volto teso e visibilmente preoccupato si aggirava nervosamente per la sala da pranzo, scompigliandosi più volte i capelli in un gesto che tradiva disagio.

- Non riesco più a trovare i gemelli – ammise sconcertato, di fronte alle loro inevitabili domande – e nemmeno Johanna. Li ho cercati praticamente dappertutto, credo che a questo punto manchi solo…

Si interruppe bruscamente notando che Benedicte, increspando le labbra in un piccolo sorriso, gli indicava ora un punto ben preciso fuori dalla finestra, facendolo finalmente sospirare di sollievo. Johanna era proprio lì, seduta sull’erba e intenta a cullare lentamente i suoi bambini per conciliare loro il sonno. Sembravano così  sereni tra le sue braccia e Christian non potè che tranquillizzarsi all’istante mentre li guardava, intenerito da tanta dolcezza.

- …giusto, il giardino. Stavo appunto per andare lì.

- Non dovresti preoccuparti, a me sembra che stia meglio.

Osservò Josè e lui annuì convinto, incapace di smettere di guardarli.

- Già, pare di sì. La notte scorsa ha persino ripreso a parlare.

Disse, facendo esultare di gioia gli amici mentre, sorridendo, si apprestava a raggiungerla…

 

 

   
 
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