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Autore: _Fire    27/05/2016    4 recensioni
AU Malec || Magnus!Badboy
Alec è al suo primo anno quando incontra Magnus Bane, senza sapere il suo nome.
Le loro strade si incrociano nuovamente al terzo anno di Alec, ma il ragazzo che aveva visto piangere quel giorno di due anni prima non c'è più: ha lasciato posto a un ragazzo sfacciato e arrogante.
Come una stella che si trasforma in un buco nero.
Alec riuscirà a portare un po' di luce sul suo cammino o verrà inghiottito dall'oscurità?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Sono tornato!» disse Alec, entrando in casa, con un tono piuttosto alto perché tutti lo sentissero.
Fece un respiro profondo, sapendo che di lì a poco avrebbe dovuto parlare con Jace. Durante tutte le ore trascorse a scuola aveva cercato un modo, ma non era stato capace di organizzarsi un discorso. Alla fine, avrebbe improvvisato. L'unica cosa importante, quella di cui era sicuro, era che sarebbe stato sincero, a tutti i costi. Era stanco di mentire a Jace – o meglio, di nascondersi da lui: se gli voleva veramente bene l'avrebbe accettato.
In cucina non trovò nessuno: Isabelle e Jace sembravano non essere ancora tornati, nonostante uscissero da scuola alla stessa ora, e Max non si trovava. Realizzando che era lunedì, si ricordò che era uno dei giorni in cui il più piccolo restava a scuola anche il pomeriggio, pranzando alla mensa.
Dato che doveva aspettare, e che aveva disperato bisogno di un modo per distrarsi – o almeno provarci, preparò dei toast da mangiare e apparecchiò. Mentre metteva i bicchieri sulla tavola sentì la porta di casa aprirsi.
Si affacciò e vide Izzy e Jace salutare Simon e Clary, che li avevano accompagnati fin lì. Jace aveva dato un bacio alla ragazza, tenendole il volto tra le mani, ed Isabelle aveva baciato Simon sulla guancia, lasciandolo leggermente rosso. Effettivamente, non aveva più chiesto ad Izzy come andasse tra loro: l'ultima volta che ne avevano parlato era prima della cerimonia del diploma, e la sorella gli aveva detto che Simon in realtà era sempre stato innamorato di Clary. Ma allora se erano tornati insieme, perché? Isabelle non era certo una che perdonava facilmente chi la feriva.
Pensò a come l'aveva definita Magnus. 
«La rubacuori.» 
Proprio lei fu la prima ad entrare, salutandolo.
«Ehi, Alec» la imitò poi Jace. «Hai cucinato?»
«Sì» rispose semplicemente lui, sentendo che gli stava tornando l'ansia.
«Ottimo, sto morendo di fame»
Mangiarono parlando di cose generali, per esempio di ciò che avevano fatto a scuola: per lo più parlavano Izzy o Jace – non che fosse una novità, Alec era sempre stato il più silenzioso dei tre.
Cercò di partecipare il più possibile, per non far trasparire la sua agitazione, e la sorella ogni tanto lo aiutava, sapendo a cosa stava pensando. Quando finirono, Isabelle si offrì di sparecchiare e mettere a posto, quindi Alec e Jace andarono in salotto insieme, sedendosi sul divano. Il biondo accese la TV mettendo uno di quei reality show che in altri momenti li avrebbero fatti morire dal ridere.
Alec decise di dirglielo subito, velocemente, come togliendosi un cerotto. «Jace, dovrei dirti una cosa.»
L'altro allora abbassò il volume, guardando un po' lui e un po' lo schermo. Vista la faccia del fratello, però, lo guardò negli occhi. Jace non aveva bisogno che Alec parlasse per capire che si trattava di qualcosa di importante; c'era sempre stato una sorta di forte legame tra di loro, come se sentissero quello che l'altro provava. «Alec, va tutto bene?»
«Dovrai dirmelo tu se va bene. Cioè, se ti va bene chi sono io.»
Jace assunse un'espressione seria, che aveva poche volte, e rimase in silenzio, dandogli tutto il tempo che gli serviva.
Alec espirò. «Jace, sei mio fratello e il mio migliore amico, e ti voglio bene come se fossi un'altra parte della mia anima. Ci tengo davvero al nostro rapporto, ma non posso più fingere. Quindi, posso solo sperare che mi accetterai anche dopo aver saputo che...» si fermò, sentendo un nodo allo stomaco. Pensò di fermarsi, di inventare una bugia sul momento o semplicemente di dire a Jace che era tutto uno scherzo.
In realtà, però, per quanto fosse agitato, quelle parole volevano uscire dalla sua gola. Il suo cuore voleva liberarsi dal loro peso. Lui voleva essere libero. «Sono gay.»
Un senso di sollievo lo invase dopo averlo detto. Era vero che non aveva ancora visto la reazione di Jace, ma il solo fatto di esserci riuscito significava tanto.
Jace sgranò gli occhi e scoppiò a ridere.
Alec inclinò la testa e alzò le sopracciglia, con un espressione di totale confusione. «Cosa...?»
Non sapeva davvero come interpretare la risata di Jace.
«Alec, mi hai fatto preoccupare!» disse l'altro, ancora con un sorriso. «Pensavo fosse qualcosa di grave»
«Per alcuni lo è» ribatté lui, pensando con terrore al momento in cui l'avrebbe detto a Robert e Maryse. Scacciò la loro immagine. 
«Non per me» Jace era tornato serio, capendo quanto quel momento fosse importante e lo sforzo che era costato al fratello. «Non c'è niente che mi farebbe smettere di volerti bene, Alec. Da quando sono con voi mi sono sentito parte di una famiglia, ed è stato soprattutto grazie a te. Sei sempre stato la mia roccia, c'eri sempre per me. E io ci sarò sempre per te, capito?»
Era raro che Jace – il perennemente sarcastico Jace – riuscisse a formulare un intero periodo senza una battuta, esprimendo i suoi sentimenti.
Adesso Alec provò un vero e completo sollievo. «Capito.»
Il biondo gli poggiò una mano sulla spalla, stringendola, ed entrambi sorrisero.
«Una cosa che non ho capito è perché sei scoppiato a ridere» chiese Alec a Jace, quando la tensione fu sfumata.
«Perché l'avevo già capito» rispose schiettamente l'altro. «Alec, ti conosco, non sarò intelligente come te, ma non sono così stupido» aggiunse, quando lui si mostrò sorpreso. «E dimmi… Avevi una cotta per me?»
«Eh?» Alec urlò quasi, avvampando.
Jace rise come poco prima. «Questo è praticamente un sì»
«Credevo di sì» rispose finalmente lui, decidendo che ormai era inutile negare. «Non so nemmeno spiegare perché, adesso»
«Ovviamente perché sono incredibilmente affascinante e carismatico»
«E modesto, non dimenticarlo»
Stavolta risero insieme, e Alec sentì che erano più uniti che mai.
«Lui chi è?» chiese Jace poco dopo, all'improvviso. Avevano ripreso a vedere la TV e sembrava che il discorso fosse chiuso.
«Lui chi?»
Alec non aveva pensato di dire a Jace di Magnus, in realtà, a causa della non proprio lusinghiera reputazione che aveva in giro. Tuttavia, ormai era fatta, e sapeva che Jace non avrebbe creduto alla sua uscita da finto tonto.
«Dai, Alec» disse infatti. «Non me l'avresti detto se non stessi uscendo con qualcuno»
«Okay» Il più grande sbuffò. «Magnus Bane»
Jace si voltò verso di lui, ignorando la televisione. «Non credo di aver capito.»
«Sto uscendo con Magnus Bane. Da qualche mese. Ecco, in realtà- è una storia complicata.»
«Tutto è complicato, con quello. Lo sai cosa si dice su di lui, vero?»
«Sì. Ci ha già pensato Isabelle a dirmi tutto. Ma non è così, voi non lo conoscete.»
Il suo tono, più tagliente di quanto volesse, lo sorprese. L'anno passato aveva quasi dato ragione ad Izzy, mentre adesso era fermamente convinto che si sbagliassero, e non aveva paura di difendere apertamente Magnus.
«Lo so, Alec, ma non voglio che tu diventi come tutti gli altri che sono stati con lui.»
«Non preoccuparti.»
Allora gli spiegò a grandi linee – tralasciando ovviamente determinate cose – la sua storia con Magnus.
Jace ascoltò con attenzione, e ad Alec sembrò che capisse dalle sue parole ciò che provava.
Alla fine, prima di tornare a vedere il reality, disse poche parole, ma che per Alec valsero più di mille altre.
«Spero che siate felici

 

* * *

 

«Uhm» brontolò Magnus, alzandosi dal divano al suono del campanello. Quella mattina si era svegliato tardi e aveva passato la giornata a fare praticamente nulla. Chairman Meow – il suo gatto – miagolò, quasi scocciato quanto lui, quando fu costretto a scendere dalle gambe del padrone, dove fino a due secondi prima era stato accoccolato.
Magnus guardò l'ora: erano le cinque. Non aveva appuntamento con nessuno, e di solito Alec passava più tardi. Si sistemò i capelli allo specchio e aprì la porta.
Sulla soglia invece c'era proprio Alec, con un sorriso a trentadue denti, gli occhi azzurri più luminosi che mai e le mani nelle tasche dei jeans. Era leggermente spettinato, e sembrava fosse arrivato di corsa. Magnus pensò che fosse bellissimo. Alec non sorrideva spesso, ma quando lo faceva era uno spettacolo. Era uno di quegli eventi già speciali che lo diventano ancora di più per la loro rarità.
Adesso però era curioso di conoscere la ragione di quello stato d'animo.
«Tutto bene, piccolo?»
Alec si fiondò verso di lui, poggiando le labbra sulle sue mentre chiudeva la porta alle sue spalle, lasciando fuori il resto del mondo. 
«Il compito è andato bene, immagino» bisbigliò Magnus, sorridendo maliziosamente quando si staccarono.
«L'ho detto a Isabelle» confessò Alec, e il suo tono comunicava tutto il sollievo che provava. «E a Jace.»
Magnus gli mise le mani alla base del collo, sfiorandogli la mascella e le guance. «Non eri obbligato a farlo.»
«Lo so.» rispose Alec, muovendo la testa tra le sue mani, beandosi di quel contatto. «Volevo farlo.»
«Sono fiero di te.»
Stavolta fu Magnus a baciarlo, conducendolo verso il divano.
«M- ma quello» cercò di dire Alec tra un bacio e l'altro «è un gatto?»
Chairman Meow era fermo di fronte al divano a guardarli.
Magnus si fermò e scoppiò a ridere. Alec, al contrario, sembrava inquietato. «Sembra che mi stia giudicando.»
«È così» confermò Magnus, andando ad accarezzare l'animale. «Però penso che tu gli piaccia.»
«È una cosa positiva, vero?»
«Non esco con le persone che non piacciono al mio gatto»
«Dai tutta questa importanza alla sua… opinione
«Sì, credo che abbia una sorta di sesto senso.»
Magnus coccolò un altro pochino il gatto, giusto il necessario a fargli cambiare stanza.
«Dove eravamo rimasti?» domandò poi, riavvicinandosi al divano, anche se lo sapeva benissimo.
Si mise a cavalcioni su Alec, più o meno come si trovavano la mattina del giorno prima. Sollevò la sua maglietta e cominciò a passare le dita affusolate sul suo petto.
Alec se la sfilò.
Magnus sorrise, e cominciò a disseminare baci dal suo collo fino al ventre.
«Alec...» sussurrò. Se fosse stato il Magnus dell'anno precedente non avrebbe esitato in quel momento, e avrebbe fatto quello che gli dettavano i suoi istinti, ma adesso ci teneva troppo ad Alec per forzarlo.
Sapeva quanto sforzo già gli era costato dirlo ai suoi fratelli, e sapeva anche che lo stava facendo perché adesso credeva di essere pronto, ma probabilmente non lo era.
«Io-» Alec si fermò. «Io voglio tutto questo. È solo che non sono sicuro di volerlo adesso.»
Magnus appoggiò la testa sulla sua spalla, e parlò direttamente al suo orecchio. «Se non sei pronto non fa nulla, piccolo. Abbiamo tempo.»
Gli occhi di Alec lo guardarono, ed esprimevano un sentimento che non riuscì a cogliere subito.
Quello che passava nella mente di Alec, intanto, era in realtà un pensiero piuttosto semplice. Tempo. Vuol dire che non se andrà di nuovo. Che resterà. Con me.”
«Okay» mormorò Alec, stringendolo a sé, come per dimostrare a sé stesso che quel pensiero era fondato. Che Magnus era lì, accanto a lui, e aveva appena pronunciato quelle parole.
Ripresero a baciarsi, come se nonostante le cose appena dette non fossero capaci di fermarsi. I baci non riuscivano a placare la fame che avevano l'uno dell'altro: la aumentavano.
«Sai, Alexander» cominciò Magnus, usando il suo nome per intero. «Prima del grande passo ci sono altre piccole cose che possiamo fare...»
Le mani di Magnus afferrarono il bordo dei suoi jeans, accompagnando quel movimento con la lingua.
Prima però, aspettò un cenno di Alec.
«Ho lasciato il telefono a casa» fece lui.
Magnus sorrise maliziosamente, capendo che quello era il modo di Alec di dire che poteva procedere.
E così fece.

 

* * *

 

Alec si rimise la maglietta, rivestendosi per andare via.
«Hai la zip aperta» rise Magnus, passandosi la lingua sulle labbra.
Lui – ovviamente – arrossì, mentre immagini di ciò che era appena successo gli passavano davanti agli occhi.
Era stato completamente diverso da quando era successo la prima volta, nel garage di casa sua. Stavolta non c'era fretta, non dovevano nascondersi e soprattutto i loro sentimenti erano diversi.
«È stato...piacevole»
«Oh, l'avevo capito.» rispose Magnus, con un sorriso malizioso.
«Io- Non-»
«Pessima scelta di parole, piccolo» lo rimproverò scherzosamente Magnus, avvicinandosi per lasciargli un dolce bacio sulle labbra.
Alec, ancora bordeaux, sorrise. In quella situazione doveva ammettere di essere piuttosto imbranato.
«Hai fatto un bel po' di passi in avanti oggi, eh?» disse Magnus, mentre gli passava le dita tra i capelli corvini, cercando di pettinarli un po' – li aveva accarezzati talmente tanto prima che li aveva resi un disastro.
«Penso di sì» rispose lui. «Soprattutto grazie a te.»
«Piccolo, non me lo merito.»
«È così, mi hai aiutato ad accettare quello che sono.»
Magnus sorrise. «Ne sono felice, ma la parte più dura l'hai fatta tu»
Alec lo baciò, di nuovo come solo lui sapeva fare. In quel modo un po' disordinato ma dolce.
«Devo andare.» lo salutò Alec, nonostante gli costasse sottrarsi dal suo abbraccio. «Ci vediamo domani»
«A domani.» disse Magnus, osservando Alec andare via.
Aveva sempre amato la notte, eppure in quel momento desiderò solo che passasse in fretta, perché lo separava da Alec.









 

Note dell'autrice:
Salve! 
Okay, dovete sapere che io sono un disastro con le scene anche che semplicemente si avvicinano al rosso, perché mi imbarazzo da morire ahahah 
Ma passando ad altro: mi scuso per avervi fatto aspettare un po', però in queste settimane ho avuto un compito/un'interrogazione veramente ogni giorno. Fortunatamente adesso è finita, e potrò aggiornare prima. In ogni caso, spero che l'attesa sia valsa la pena, perché sono successe due cose piuttosto importanti in questo capitolo: Alec ha fatto coming out con Jace e la sua relazione con Magnus è diventata più intima.
È stato un po' difficile scrivere questo capitolo, perché volevo rendere bene entrambe le scene. Mi farebbe piacere sapere voi cosa ne pensate.
Plus, mi sono accorta che ieri questa storia ha fatto un anno. Di già ç__ç
Grazie a tutti quelli che la seguono da così tanto tempo e che non l'hanno abbandonata, grazie di cuore 
Ora la smetto con le mie note e vi lascio la mia pagina autrice, per spoiler e aggiornamenti, o anche semplicemente se vi andasse di mandarmi un messaggio.
Alla prossima,


 
 
   
 
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