Film > X-men (film)
Segui la storia  |       
Autore: destiel87    27/05/2016    2 recensioni
"Cerchi sempre di salvare tutti tu..."
"Cerco solo di vedere la luce nell' oscurità..."
"A volte non c'è alcuna luce, solo tenebre. Solo che tu ancora non lo capisci."
Charles alzò il viso, fino ad arrivare all' altezza di quello del ragazzo.
"Non ci sono solo tenebre in te Erik... C'è anche la luce, una luce splendente. Io l' ho vista..."
Sorrise, mentre guardava accendersi un piccolo bagliore nei suoi occhi.
Erik accarezzò i suoi capelli castani, perdendosi nel suo sguardo. Poi scese con le dita fino a sfiorare la sua guancia, sempre guardandolo fisso negli occhi.
Quando passò l' indice sul contorno delle sue labbra, Charles fece un profondo respiro e istintivamente chiuse gli occhi, assuefatto dalle sue carezze.
In quel momento Erik Lehnsherr pensò di non aver mai visto qualcosa di più perfetto.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CHAPTER 3 -  UNCONDITIONALLY


"Oh no, did I get too close?
Oh, did I almost see what’s really on the inside?
All your insecurities
All the dirty laundry
There is no fear now
Let go and just be free
I will love you unconditionally"


Era passato qualche giorno da quella passeggiata nel parco, e sebbene il muro di Erik non fosse ancora crollato, Charles continuava pazientemente a provarci.
Sapeva che ci sarebbe voluto tempo, ma piano piano, aveva iniziato ad aprire una breccia, attraverso la quale era riuscito a conoscere il vero Erik Lehnsherr.
I pomeriggi passati insieme a giocare a scacchi, i baci dati, le loro chiaccherate e quel loro modo di scherzare insieme, contribuivano ad accrescere la loro complicità, anche se l' ombra del passato di Erik era sempre presente, come una nuvola minacciosa che cerca di oscurare il sole.
Tuttavia, Charles Xavier non era una persona che si arrendeva facilmente.
Era un pomeriggio assolato, i ragazzi si stavano allenando e Charles diventava ogni giorno più fiero di loro.
Erik, dal canto suo, li sorvegliava e li dava una spintarella quando era necessario.
Quel pomeriggio se ne stava accanto alla finestra ad osservare il giovane Hank McCoy correre intorno alla villa, con una tazza di the in mano.
Charles era appena tornato dalla corsa con lui e si stava dirigendo in camera sua per cambiarsi la tuta, ormai sudata, quando aveva intravisto dalla porta la sagoma di Erik.
Non aveva resistito alla tentazione di stare un po con lui, che in quel momento sembrava tranquillo e assorto nei suoi pensieri.
Si era avvicinato senza fare rumore, abbracciandolo alle spalle e stringendo le braccia intorno al suo petto.
Aveva posato la testa sulla sua spalla, guardando oltre la finestra.
Erik non si era scomposto, aveva semplicemente appoggiato sul davanzale la tazza di the, accarezzando delicatamente le mani di Charles.
Erano rimasti in silenzio per un po, osservando il ragazzo che correva, ancora restio a liberare la sua vera natura e a lasciare liberi quei piedi che con tanta accuratezza nascondeva.
"Prima o poi dovrà accettare la sua natura..." Aveva accennato Erik.
"Prima o poi lo farà... Ci vuole tempo per accettarsi Erik, dovresti saperlo." Rispose Charles dandogli un bacio sul collo.
Erik aveva sorriso, poi aveva posato per qualche istante le labbra sulla fronte accaldata di Charles.
Erano piccoli gesti, ma Charles sentiva che per il ragazzo rappresentavano un grande passo avanti, e non poteva che esserne felice.
"Sarà meglio dargli una spintarella, sai i cambiamenti non avvengono da soli!" Dicendolo, Erik aveva allungato la mano verso la finestra.
In quel momento, una delle ringhiere che circondava la casa si era alzata e aveva iniziato ad inseguire Hank, che spaventato si era messo a correre più forte.
"Erik... " Disse Charles, con un leggero rimprovero nella voce.
"Stai tranquillo, non gli faccio niente! Lasciami divertire un po!"
Charles aveva sospirato, osservando Hank che correva sempre più velocemente.
Alla fine, la sbarra di ferro aveva accelerato, sfiorando la sua maglia, così Hank si era tolto le scarpe mentre correva, superandola nettamente.
"Visto?" Aveva detto Erik divertito, con una punta di orgoglio nella voce.
"Sei davvero terribile Erik!" Rispose Charles ridendo.
"Si, lo sono." La sua voce però aveva perso quel tono allegro che aveva prima, rivelando il senso di colpa che nascondeva quella risposta.
"Stavo solo scherzando Erik, non sei terribile come sembri!" Aveva cercato di rassicurarlo Charles, sfregando la sua guancia contro quella del ragazzo.
"Hai ragione... Sono ancora peggio."
Erik sospirò, poi distolse lo sguardo dalla finestra, immergendosi nelle sue tenebre.
Charles si sentiva turbato dal suo comportamento, ogni volta che faceva così, lui si sentiva terribilmente impotente, perchè non sapeva come aiutarlo.
Improvvisamente gli venne un idea, così prese Erik per mano e lo condusse sul divano della grande libreria.
"So io cosa ti ci vuole!" Disse, dirigendosi verso il suo giradischi e scegliendo la sua opera preferita: L' Inno alla gioia di Beethoven.
"Non sono esattamente un fan di Beethoven, Charles."
"Questo perchè non l' hai mai sentito con me!"
Charles si sedette accando ad Erik, poi si appoggiò al suo petto, poco sotto il suo viso.
"Ora chiudi gli occhi..."
"Charles, non mi va proprio adesso!" Rispose lui seccato.
"Fallo per me..." Disse lui guardandolo negli occhi con espressione dolce.
Erik scosse la testa sbuffando, poi si arrese e chiude gli occhi.
A quel punto Charles appoggiò due dita sulla tempia, trasmettendo ad Erik i suoi ricordi.
Gli mostrò il cielo stellato che aveva visto da ragazzo, il bosco di pini dove gli piaceva passeggiare, il lago dove lui e i suoi amici facevano il bagno in vacanza.
Gli mostrò ogni sorriso di gioia che aveva visto, ogni carezza amorevole, ogni bacio che lo aveva commosso, ogni profondo abbraccio a cui aveva assistito.
Lentamente, sul volto sofferente di Erik, naque un timido sorriso.
Mentre le voci dei cantanti sovrastavano la musica, appoggiò la testa sopra quella di Charles, accarezzando la sua guancia.
Charles aprì leggermente gli occhi, godendosi il calore di quel gesto.
Poi, sull' avambraccio scoperto di Erik, notò quel numero che gli era stato marchiato addosso: 214782.
Passò lentamente le dita sull' inchiostro, cercando di immaginare cosa avesse provato Erik quando gli era stato impresso sulla pelle.
Dolore, rabbia, rassegnazione, tristezza.
Erik cercò di ritrarre la mano, non andava fiero di quel numero, ne di quello che esso comportava. Ma Charles glielo impedì, continuando ad accarezzarlo.
Guardava attentamente quel 214782, che era come una ferita aperta, una cicatrice che non sarebbe mai guarita del tutto.
Si sporse verso di essa, baciandola più volte.
Erik glielo lasciò fare, commosso da quel gesto.
Per lui, era come se Charles stesse baciando la parte più nascosta, terribile e dolorosa del suo corpo.
Poi con la mano avvicinò il viso del ragazzo al suo, guardandolo intensamente.
Si perse nei suoi occhi azzurri per qualche minuto, poi lo baciò.
Improvvisamente, tutta la sofferenza e la rabbia svanirono, lasciando il posto alla grazia e alla bellezza.
Quel bacio, fu come la pioggia che cade su una città distrutta dalla guerra, lavando via il sangue e i peccati.
Fu come la tempesta che spazza via la distruzione, il vento che modella le montagne, il sole che asciuga la pelle bagnata.
Più baciava Charles, più i mattoni del muro che con tanta fatica aveva costruito, cadevano uno ad uno, frantumandosi.
Baciò le sue labbra, le sue guance, il suo collo.
Gli tolse la felpa grigia che indossava, accarezzando la sua schiena nuda e baciando il suo petto.
Poi, lo adagiò sul divano, sdraiandosi sopra di lui.
Charles ansiamava e lo chiamava, scoprendo con le sue mani ogni centimentro del suo corpo.
Sfilò la maglia nera di Erik, sfregando la sua pelle sudata contro quella di lui.
Erik continuava a baciarlo, scendendo sul suo petto e sul suo ventre con le labbra.  
Mentre la musica riempiva la stanza, Charles ed Erik si ritrovarono insieme, nudi, spaventati e completi.
Mentre i violini ed il coro si intrecciavano, i loro corpi si univano, diventando una cosa sola.
Si muovevano insieme, respiravano insieme, si contorcevano, si cercavano, si scoprivano, si amavano.
C' era ancora il tormento dentro di loro, i ricordi e le speranze, ma ora, erano insieme e condividevano tutto come una sola persona.
Una persona imperfetta e fragile, ma che con forza cercava una nuova strada da percorrere, una luce oltre la cotre di nubi scure.
Come l' acqua che prigioniera delle pietre, si scava una via d' uscita, cercando la libertà.

 

"Come just as you are to me
Don’t need apologies
I take your bad days with your good
Walk through this storm I would
I’d do it all because I love you, I love you
So open up your heart and just let it begin"


 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > X-men (film) / Vai alla pagina dell'autore: destiel87