Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: bAgHiNa_93    13/04/2009    1 recensioni
...solo in quel momento la guardò attentamente. Non era molto alta, ma aveva dei lunghi capelli castani che le cadevano sulle spalle e un sorriso dolcissimo. Ma la cosa che più lo colpì furono i suoi occhi: due grandi e intensi occhi verdi … Bill era rimasto incantato da quegli occhi e continuava a fissarli perso, senza dire alcuna parola. - emh… posso… aiutarla??- ripeté la ragazza confusa da quello sguardo...
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso con tutti per l'eccessivo ritardo... buona lettura

Il pianto, prima così forte e ininterrotto, si spense lentamente mentre i due rimanevano ancora immobili l’uno dinnanzi all’altra. Anche Bill iniziò silenziosamente a piangere osservando la figura della ragazza farsi sempre più sfocata e confusa. Una confusione così profonda da smettere perfino di percepire il proprio corpo. In quell’interminabile momento il tempo sembrò fermarsi. Nessuno dei due riusciva a reagire davanti a quella situazione e in quello spazio non esisteva altra persona, altro oggetto, altro rumore … non c’era nulla all’infuori di loro. Il discorso che il moro si era preparato durante le lunghe ore di viaggio gli morì tra le labbra mentre nella sua testa dominava il vuoto più totale. Tuttavia si fece coraggio, inspirò profondamente e socchiudendo di poco le palpebre lasciò che quell’unica parola che ricordava gli scivolasse velocemente fuori dalla bocca: - ciao … - sussurrò appena riaprendo i suoi grandi occhi marroni. – ciao – rispose flebilmente la ragazza. – posso entrare? – chiese portandosi una mano sulla nuca . – certo – disse lei facendolo accomodare. La casa era completamente diversa dal piccolo appartamento in cui abitava prima. Non una foto, né un quadro, né un ricordo: nulla. I muri bianchi, spogli da qualsiasi sentimento, come l’arredamento e l’intero appartamento. Fra fece accomodare il ragazzo nel piccolo soggiorno e sparì nella cucina da dove ricomparve poco dopo con un vassoio in mano che appoggiò sul tavolo di vetro prima di sedersi a sua volta su una delle sedie. Tornarono nuovamente a lanciarsi sguardi confusi senza pronunciare alcuna parola ma passarono solo alcuni secondi prima che il moro riprendesse a parlare:- è passato così tanto tempo … - disse. –già … - rispose lei senza sollevare lo sguardo. Rivedere quegli occhi, quel viso, quel corpo così perfetto la uccideva lentamente come un veleno iniettato nelle vene. Lo aveva aspettato tanto e lui non era mai tornato ed ora che aveva finalmente abbandonato ogni speranza e accettato la realtà lo aveva di fronte, come se quegli anni non fossero mai trascorsi. Bill d’altra parte sapeva di aver sbagliato, ma sapeva anche quanto la amava e seppure le sembrava così diversa, era convinto che lei fosse rimasta la ragazza che aveva conosciuto due anni prima e grazie alla quale aveva iniziato di nuovo a vivere. – sei cambiata molto … - disse ancora prendendo il viso pallido di lei tra le sue mani calde e accarezzandolo delicatamente, ma costringendo allo stesso tempo la ragazza a sostenere il suo sguardo. Una lacrima solitaria scivolò lentamente sulla guancia di Fra fino a raggiungere il dorso della mano del ragazzo. Bill distese le labbra in un dolce sorriso e ci volle poco prima che lei ricambiasse, sciolta da quella tenerezza. Poi di nuovo quel pianto, ancora più forte, ancora più straziante, ancora più continuo. Fra serrò gli occhi trattenendo il respiro, poi si alzò dalla sedia e scusandosi con il ragazzo si allontanò nuovamente dalla cucina. Bill rimase completamente immobile, incredulo. Non riusciva a capire … quante cose sarebbero potute succedere in due anni? O meglio, c’era qualcosa che lui ancora non sapeva? I suoi pensieri però vennero bruscamente spezzati nel momento in cui Fra ricomparve per l’ennesima volta. C’era qualcosa di diverso però, qualcosa, anzi qualcuno, in più. La ragazza infatti teneva tra le braccia una piccola creatura che sorrideva felice ora che si sentiva protetta e al sicuro. – non mi avevi detto che … - - no.. è, è ..mi occupo di lei nel tempo libero, sai, ho bisogno di soldi per pagare l’affitto e … - Bill non le lasciò il tempo di concludere la frase che già si era alzato dalla sedia e aveva stretto al suo petto la dolce bambina: - come si chiama?- chiese perdendosi negli occhi bicolore della piccola. – Camilla, si chiama Camilla – rispose Fra voltandosi e asciugandosi l’ennesima lacrima che quel giorno le aveva sfiorato il viso.

  
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