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Autore: Peahen    13/04/2009    2 recensioni
Un nuovo mondo, nella notte fra le ombre e gli alberi illuminati dalla luce delle stelle si cela la misteriosa Vlasta-Fannung, la civiltà kylmä non può più nascondersi nella sua città delle tenebre, è giunto il momento di rivendicare il proprio potere su ciò che a loro è stato tolto. Nella fortificata capitale di Virjienne il giovane Colonnello si prepara a dover affrontare gli incubi del suo passato e una minaccia imminente. Mentre si avvicina una misteriosa battaglia e una persona che cambierà il suo destino e quello dell'intera Terra.
Genere: Dark, Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Magnussenn: Prefazione


Salve miei carissimi lettori, sono Dark Julius, forse pochi di voi mi avranno già conosciuta leggendo: "Nel giardino delle tenebre dove il vento soffia forte", ebbene proprio l'altro giorno mi è venuta in mente una nuova "ideuzza", mentre guardavo mia sorella che leggeva Breakin Down. Così ho deciso di inventarmi una nuova storia, stavolta non su Dragon Ball ma sui Vampiri, o qualche cosa di simile, sinceramente non sò ancora come definire queste creature che mi appaiono in testa pronte a guidare le mie dita sulla tastiera. Spero solo che questa Fanfiction non diventi un nuovo Flop come "The eyes of the apocalipse". Inoltre stavolta su consiglio di Lady Lexy, la prefazione sarà più lunga. Bene, allora si parte. Pronti a catapultarvi nel mondo ancora inesplorato di "Magnussenn?"


10 novembre dell'anno 1426, Foresta della Contea di Virjienne


Una giovane donna stava correndo, disperata, col respiro affannoso, i rami appuntiti e sottili degli alti cespugli le sferzavano sulle guance arrossate per lo sforzo graffiandole. E questo lo eccitava, sentiva quell'appetitoso e succulento liquido rosso che le si coagulava sotto quel suo sottile e chiaro strato di pelle... e il suo cuore, si, il suo cuore pulsava tanto da pompare in eccesso nuovo e purissimo sangue. Era quello il bello della caccia, non solo la consapevolezza di poter di nuovo gustare del sangue, non solo il beffarsi di quegli esseri tanto deboli, ma anche il sentire quel forte e dolciastro profumo. Era uno svago troppo forte per resistervi. Le si avvicinò velocemente e senza sforzo, le forti gambe che battevano la strada del sottobosco sollevando turbini di foglie cadute, saltò un alto masso ricoperto per metà di verde muschio con facilità, quasi volando. Quando la donna si accorse di un'ombra scura venirle addosso si mise a gridare con tutto quel poco fiato che gli rimaneva in corpo. Poi sentì come uno scoccare di freccia e un'enorme dardo le passò accanto alla testa con tanta forza da alzarle tutti i biondi capelli, che poi le ricaddero pesanti sulle spalle. Un grande tonfo e all'unisono una specie di ruggito si levò alto trapassando i tronchi degli alberi per la sua ferocia.

In vicinanza vide arrivare cinque cavalieri dalle tuniche rosse con verdi mantelli di velluto, in groppa a forti cavalli dal pelo sauro.

« Hoo! » fece uno dei cinque tirando le briglie del suo destriero che quasi si alzò su due zampe. La donna piangendo dalla gioia si diresse verso i suoi salvatori abbracciandone la gamba di uno di essi e gridando; « Grazie, sia lodato il Beato Elua! »

« Si tolga adesso! » le disse il soldato scostandola malamente e liberandosi la gamba, « Se ne vada adesso. Queste bestie sono pericolose. NON SI DEVE MAI USCIRE DALLA FORTEZZA DEL GRANDE DUCA DI VIRJIENNE!!! » Disse imperioso, con tono di rimprovero e un certo orgoglio nella voce. Poi smontato dal cavallo fece segno agli altri di seguirlo, e mentre la donna tornava alla fortezza alzandosi un poco la gonna strappata e sudicia, loro si avvicinarono alla belva che avevano catturato. Aveva il grande dardo conficcato proprio in mezzo alla spalla destra, e giaceva in ginocchio, come indebolito, ringhiando verso i suoi nuovi nemici.

« Uhnf, ma guardatelo, ora mandano anche i loro "cuccioli" a sbranare la feccia! » Disse con disgusto uno dei soldati mentre si levava l'elmo da sopra la testa e se lo teneva col braccio sotto l'ascella. Aveva dei lunghi capelli biondi, come del resto la maggior parte della sua gente, e occhi grigio perla ora socchiusi e rabbuiati.

« Già, guardatelo come è nervoso. Hahaha!» Gridò un altro con una strana euforia, sferrando un brutale calcio alle costole del giovane, che si contorse tutto dal dolore. « Ehi, ma allora il nuovo farmaco funziona davvero!» disse sempre quest'ultimo colpendo nuovamente il loro prigioniero con un altro calcio stavolta diretto allo stomaco. Il giovane sputò qualche cosa di simile a un grumo di bava e sangue sul terreno spoglio mentre emetteva una specie di lamento.

« Uuh, ma allora ce l'hai anche tu il sangue! » disse lo stesso soldato che da divertito e ironico divenne serio, rabbioso, « Il sangue tolto ai contadini e al bestiame appartenente al Duca di Virjienne!!» gridò furioso sollevando la grossa e pesante fodera, dentro la spada non ancora sguainata, con l'intenzione di colpire la schiena piccola e scura del malcapitato.

« Tu, soldato. Smettila! » e riconoscendo quella voce si bloccò col braccio a mezz'aria, « Quel demonio sarà ottimo materiale di ricerca per lo stregone di corte. Vedi di non rovinarlo troppo! » lo ammonì un uomo alto e giovane che era sbucato in quel momento da un sentiero, in una mano aveva una gigantesca balestra di ferro, mentre nell'altra teneva un grosso tre-piedi di ferro dalle punte affilate, per bloccare quell'arma estremamente pesante e potente a terra.

« Signor colonnello. » il soldato ripose di nuovo la sua arma nella grossa cintola di cuoio che pendeva al lato della coscia destra. « Perdoni la mia ignoranza, ma non sono riuscito a controllare la mia rabbia. » rispose impaurito, sapeva che il suo nuovo superiore era famoso per la sua freddezza e le sue crudeli punizioni.

« Si tolga! » ringhiò il colonnello mentre si avvicinava al prigioniero, « E già che ci sei, prendi questi. » disse allungandogli quegli strani attrezzi, tanto pesanti che il soldato non riusciva a reggerli, li stava appunto per poggiare a terra quando quella voce tagliente lo riprese, « Non ti ho detto di metterli a terra. » il colonnello lo stava fissando con la coda dell'occhio. A quel crudele avvertimento il soldato fu costretto a sorreggere tutto quel peso fino a che il suo superiore non ebbe finito di esaminare la creatura.

Prima di tutto, il colonnello prese con entrambe le mani quel gigantesco dardo e con un colpo secco lo tolse dalla povera spalla maciullata del ragazzo, che subito urlò di dolore e ricadde stordito al suolo. "A quanto pare i dardi intrisi del farmaco riescono davvero a renderli innocui." Il colonnello acchiappò la sua preda per le mandibole e cominciò a osservarlo. Aveva gli occhi grandi, a palla, e rossi come il sangue, dalle ciglia lunghe e ondulate. La pelle era fredda e dura come il marmo, anche se molto scura. Era estremamente liscia e morbida, ma il solo contatto congelava il sangue. Era peggio che prendere in mano un pezzo di ghiaccio. Le violacee e carnose labbra erano torte in un ringhio muto, i denti affilati e bianchi ne sporgevano un poco, contrastando col colore naturale del ragazzo. Il colonnello osservò i neri riccioloni che ricadevano sulle spalle piccole e si macchiavano di quel poco sangue che alla creatura rimaneva in corpo. I soldati cominciarono a sentire il respiro affannoso del loro compagno e i suoi lamenti soffocati, si girarono tutti a osservarlo ad eccezione del colonnello, che rimaneva concentrato sulla creatura, non curante delle sofferenze del sottoposto, infine disse piano: « A quanto pare è ancora Giovane, riesce a stare sotto i raggi del sole senza problemi. » poi guardò la sua ferita da cui sgorgava del sangue, lo toccò ed ebbe un'impercettibile brivido nel valutarne la consistenza appiccicosa e la temperatura, « È ancora tiepido a quanto pare, ma non durerà molto, tra qualche ora dovrebbe iniziare a risentire degli effetti della luce e avrà ancora più fame, vista la abbondante perdita. Muoviamoci! » si alzò veloce, mentre il ragazzo ricadeva di nuovo a terra, e portandosi le dita alla bocca fischiò tre volte, poi osservò il soldato che nello sforzo inumano di sorreggere quegli attrezzi tremava come una foglia, aveva divaricato le gambe e teneva la schiena curva in avanti, il corpo piegato sulla pesante arma.

« Uhn, lei è davvero buffo lo sa? » il colonnello gli rivolse un sorriso beffardo, prima di voltarsi verso la sua cavalcatura che svelta si dirigeva verso di lui sentito il richiamo del padrone, vi montò su con un agile balzo e poi disse: « Vede, è questa la grande differenza fra un colonnello figlio di un' Arciduca e un cadetto nato da dei contadinotti ignoranti. » il viso del soldato che fino a poco prima era rosso e teso per lo sforzo, divenne ancora più gonfio per quell'improvvisa frase che gli era stata rivolta con tanta sfacciataggine.

« Ora può anche ridarmeli ci penserà il mio cavallo a sopportarne il peso... E la prossima volta veda di non prendere iniziative proprie, senza il mio consenso. » gli passò accanto e gli bastò un braccio per sollevare la balestra e poi il tre-piedi mentre il soldato cominciava a inspirare grandi boccate d'aria, intanto l'uomo li legò saldamente a delle funi di cuoio al lato della sella, poi si avvicinò nuovamente al ragazzo, se lo caricò sulle spalle e partì al galoppo. « Sbrigatevi voi, non possiamo permetterci di perdere altro tempo, dobbiamo rafforzare le difese alle mura! » disse per poi lasciare indietro i cinque soldati immobili nella radura.


EEHIIII! Finalmente siete giunti alla fine della prefazione!!! Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta, (Di solito le mie Fanfiction non sono molto recensite, anche se io vorrei tanto che qualcuno me lo facesse notare se sbaglio qualche cosa o se la trama è bella o brutta!!! Ma devo dire che le mie poche Seguaci sono M-I-T-I-C-H-E!) C'è però da avvertirvi del fatto che ho improvvisato tutto sul mometo, sapete, come facevano nell'alto medioevo col la Commedia dell'Arte: c'era il Canovaccio, che era una piccolissima e "Diciamo Inutile" trama, e gli attori basandosi su quello schema superfluo dovevano improvvisare tutta una storia. Bè, ecco, diciamo che questa Fanfiction è simile, ma io purtroppo non ho neanche il Canovaccio. (Bohoho!!)

Per questo non sò quando potrà venirmi in mente qualche altra idea per continuarlo, nè quando potrò aggiornarla... (Ma allora perchè ho voluto scriverlaaa!!!)

Ma non vi preoccupate, sono sicura che la mia grande amica Classica saprà subito ispirarmi, attendete qualche giorno e forse avrete un 1° capitolo. Benone, allora un grande CIAO CIAO a tutti voi da Dark Julius.


  
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