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Autore: Videlbra    29/05/2016    2 recensioni
Questa è la prima fanfiction che scrivo dopo circa 8-9 anni di assenza su Efp, ed è anche la prima che scrivo su Shadowhunters.
Vi anticipo che la storia è principalmente una MALEC (ci tenevo a rendere omaggio alla coppia che più amo dei libri di Cassandra Clare) e che più o meno si svolge tra la fine di Città di Cenere e l'inizio di Città di Vetro (se non avete letto Città di Ossa forse non è il caso che leggiate questa storia, contiene qualche spoiler).
Tratto dal primo capitolo:
"Alec divenne rosso in viso e non proferì parola. Sarebbe voluto andare con Magnus ma cosa avrebbero pensato gli altri? Mentre prendeva una decisione i tre stregoni avevano già attraversato il portale, lasciandolo lì in piedi in preda a un grandissimo senso di colpa. Magnus gli aveva appena salvato la vita e si era ferito per proteggerlo, e lui invece di interessarsi alle sue condizioni e seguirlo era rimasto lì come uno stupido solo per proteggere la sua immagine di ragazzo etero e ligio alle regole. "
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Catarina si apprestava a mettere in forno la torta alle mele che aveva appena preparato, quando i mobili iniziarono a tremare e un vento forte si alzò improvvisamente facendo volare tovaglia, tovaglioli e tende della cucina. In poco tempo si ritrovò per terra sovrastata dalle tende e impiastricciata con quello che sarebbe dovuto essere un ottimo dolce. Un giovane e familiare volto comparve davanti a lei, e guardandola con una punta di divertimento, gli porgeva la mano per aiutarla ad alzarsi.
“In altre circostanze ti avrei trasformato in un rospo per tutto questo, ma direi che per oggi sei stato punito abbastanza, o almeno così immagino vedendo la tua faccia” disse la ragazza afferrando la mano dell’amico ed alzandosi da terra.
“Posso restare da te per un po’?”
“Lo sai che non hai bisogno di chiederlo. Piuttosto, che fine ha fatto lo Shadowhunter che non troppo tempo fa mi aveva promesso che si sarebbe preso cura di te?”
“Credo che tu ti riferisca allo stesso Shadowhunter che qualche ora fa ha detto al fratello che non potrebbe mai stare insieme a un Nascosto come me…”
Catarina lo fissò sconcertata. “Sei serio? Non mi pare il genere di Shadowhunter che direbbe una cosa simile, nonostante sia un Lightwood”
“Ho rinunciato a comprenderlo Catarina. La vergogna che prova per se stesso e il bisogno di nascondersi è più importante di qualsiasi altra cosa. In questi giorni ha lottato così strenuamente per proteggere il suo segreto che mi sembrerebbe di fargli un torto continuando questa relazione, che oltretutto ormai è diventata a senso unico.”
“Forse dovresti dargli un po’ di tempo. Per un Nephilim non è facile accettare di essere gay, e ancor di più proclamarlo al mondo. Inoltre sai bene che, nonostante gli Accordi, noi siamo ancora guardati con disprezzo. Non penso che lui abbia dei pregiudizi, però sicuramente i suoi genitori non sarebbero felici di sapere che sta con te.”
“Mi sembra di combattere una battaglia persa in partenza.”
“Dovresti parlarne con lui.” Con uno schioccò delle dita la ragazza fece apparire in una bacinella d’acqua poco lontana da loro l’immagine dello Shadowhunter dai luminosi occhi blu di cui stavano discutendo. “E’ nel tuo appartamento, và da lui” concluse la stregona. Prima che potesse aggiungere altro però si accorsero che Alec non era solo ma stava combattendo con delle persone vestite di nero e si trovava in seria difficoltà.
“Merda. Che diamine gli è saltato in mente? Il mio appartamento pullula di nemici, per quale motivo è andato lì? Stupido Nephilim!”
“Non è ovvia la risposta?”
Magnus senza pensarci aprì un portale e si precipitò dentro.

 
 
Sembrava che una bomba avesse spazzato via il loft e tutto ciò che si trovava al suo interno. Quello che ne restava era qualche pezzo di legno, vetro e plastica qua e là, una grande nuvola di polvere e sangue, ovunque. Magnus per poco non svenne alla vista di tutto ciò. Il cuore gli martellava nel petto e il respiro faticava ad uscire. La sua casa distrutta non lo preoccupava più di tanto, con la magia avrebbe potuto risistemare tutto in un attimo. Ciò che lo spaventava a morte era l’assenza del suo Nephilim, e il sangue che imbrattava l’appartamento, segno che sicuramente era ferito. Girovagò per l’appartamento nella speranza di trovarlo steso da qualche parte, ferito ma vivo. Ad un tratto sentì un rumore proveniente dalla sua camera da letto. In fretta e furia si precipitò verso la fonte del rumore, ma l’unica cosa che trovò fu il suo spaventatissimo gattino che se ne stava nascosto in un angolino buio sotto il letto. Dopo averlo rassicurato lo prese in braccio, felice che almeno lui fosse ancora lì, vivo e vegeto.
 
 
 
“Sei pronto?”
“Si.” Risposte Jace mostrando alla sorella adottiva le armi con cui si era equipaggiato.
“Bene allora muoviamoci e raggiungiamo Alec.”
Improvvisamente Jace cadde sulle ginocchia ed emise un grido soffocato.  Isabelle subito accorse e cercò di aiutarlo ad alzarsi. “Jace? Che succede? Che cosa ti prende?”
“Alec…è in pericolo” si sforzò di dire lui. La ragazza sussultò e il suo cuore inizio a battere forte per l’agitazione.
La terra iniziò a tremare sotto i loro piedi e un vento fortissimo scompigliò i capelli della ragazza. Un Magnus sporco e agitato apparve davanti a loro.
“Magnus cos’è successo?” Chiese spaventata Isabelle lasciando il fratello per dirigersi verso il nuovo arrivato.
“Alec…E’ andato nel mio appartamento…E’ stato attaccato…Appena sono venuto a sapere che si era diretto lì mi sono precipitato ma…Lui non c’era più…C’era solo tanto, tanto sangue…” Lo stregone respirava e parlava con fatica, sembrava in preda a un attacco di panico.
“Gli è successo qualcosa…Sta soffrendo…Lo percepisco” rispose Jace gemendo per il dolore.
Un lampo rosso illuminò la stanza per qualche minuto, finché un biglietto si materializzò dirigendosi tra le mani di Magnus.
“Magnus cosa c’è scritto?”
Lo stregone aprì il biglietto e lo lesse a voce alta. “All’attenzione di Magnus Bane, Sommo Stregone di Brooklyn. E’ richiesta la tua presenza presso il molo alle ore 02:00 di questa notte. Se non ti presenterai saprò che non sei interessato a rivedere il tuo amante Shadowhunter ancora vivo. Vieni solo, a meno che tu non voglia che uccida il ragazzo davanti ai tuoi occhi. Ti attendo con impazienza. Valentine.”
“Merda” imprecò Jace.
“Dobbiamo dirlo subito alla mamma, potremo organizzarci e riuscire ad acciuffare Valentine”
“Isabelle hai capito le ultime frasi del biglietto? Se Valentine si accorge che Magnus non è solo, ucciderà Alec!”
“Non possiamo consegnare Magnus a Valentine. Dobbiamo elaborare un piano.”
“Io andrò in ogni caso, con o senza di voi” sentenziò lo stregone.
 “Magnus…E’ una trappola” gli disse Isabelle con dolcezza.
“Può darsi, ma se non mi presento gli faranno del male. Per Valentine Alec è solo un mezzo per ricattare me, non gli interessa affatto di lui, non esiterebbe a ucciderlo se lo ritenesse inutile per i suoi scopi”
“Secondo me parlarne con la mamma è la cosa migliore.”
“Finalmente sento qualcosa di sensato” esordì Maryse da dietro l’angolo del corridoio.
“Mamma…Hai sentito tutto?”
“Direi che ho sentito abbastanza. Ora se non vi dispiace me ne occuperò io. Magnus vieni con me nel mio ufficio”.

 
 
L’ufficio di Maryse era asettico e monocolore e odorava di chiuso e di vecchio.  La sedia davanti alla scrivania su cui lo stregone si era seduto era scomoda, proprio come la situazione in cui si trovava.
“Cosa c’è tra te e mio figlio?” chiese la donna improvvisamente.
“Non spetta a me rispondere a questa domanda” rispose senza esitazione Magnus.
“Bene. In questo caso aspetterò che sia mio figlio a rispondere”.
“Questa è la domanda più urgente che dovevi farmi? Pensavo di essere qui per ben altre ragioni”
“Non essere strafottente stregone. Sappi che non lascerò che inganni mio figlio.”
“Non ho intenzione di ingannarlo. Sono qui nel tuo ufficio per cercare di riportarlo qui sano e salvo, nel caso non te ne fossi accorta. O pensavi mi facesse piacere trascorrere la serata qui in tua compagnia?”
“Stregone impertinente. Ho già pensato a come fare per risolvere questo disastro che hai combinato. Tu farai da esca…” la donna continuò spiegando a Magnus i particolari del piano. Intanto Jace e Isabelle origliavano dalla porta dello studio di Maryse, volendo partecipare al salvataggio di Alec.




Note dell'autrice:
Come ogni settimana ci tengo a ringraziare tutti coloro che continuano a seguire la storia. Un ringraziamento speciale va a chi recensisce dandomi sempre degli ottimi consigli e suggerimenti o semplicemente strappandomi un sorriso. Al prossimo capitolo (di cui non vi anticipo nulla ihih)!
kiss

P.S.
Scusate per l'orribile titolo di questo capitolo, ma proprio non sono riuscita a farmene venire in mente uno migliore.
  
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