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Autore: Francy_Kid    29/05/2016    3 recensioni
Marinette e Adrien sono in coppia per una ricerca scolastica. Durante una sua visita serale, Chat s'ingelosisce perché Nathanaël, innamorato di Marinette, la chiama tutti i giorni; era già da un po' di tempo che metteva in dubbio i suoi sentimenti per Ladybug. Chat, o Adrien, sarà in grado di trovare la risposta alle sue domande? Riuscirà a capire chi ama davvero?
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Dopo averla pubblicata su Wattpad, ho deciso di condividere anche con il popolo di EFP la mia prima fanfiction sul MEOW-raviglioso (Chat, please stop...) universo di Miraculous :D
Spero vi piaccia ^^
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The masked serie'
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Cap. 10

«Tikki, che cos'ho fatto?» domandò Marinette, camminando avanti e indietro nella sua stanza. «Adrien mi stava per baciare!»
«Ho visto, e allora?» rispose, godendo di quando la sua custode iniziava a farsi le sue solite paranoie; trovava gli umani parecchio fantasiosi e interessanti riguardo questo argomento.
«Come "e allora"?! Ho passato un intero anno scolastico sperando che questa cosa potesse succedere ed io lo fermo e gli dico che sarebbe meglio se tornassimo amici! Oh Tikki, sono una stupida!» mugugnò, cadendo a panmcia in giù sulla chaise longue con un leggero tonfo.
«Marinette, se l'hai fermato ci sarà un motivo, pensaci bene e vedrai che la risposta la troverai da sola.»

La ragazza sapeva perché l'aveva fatto: mentre Adrien la stava per baciare, non aveva visto lui, aveva visto il suo partner; ma alla sola idea che tra le sue braccia c'era Adrien e non Chat la faceva sentire una doppio giochista.

Aveva accettato i suoi sentimenti per l'eroe parigino, con un po' di riluttanza all'inizio, poiché non sapeva che effetti potesse avere durante la lotta contro gli akuma, ma alla fine si era arresa, proprio come era successo con Adrien ad inizio anno.

Certo, il suo compagno di classe le faceva ancora battere il cuore –una cotta durata diversi mesi è difficile da scordare–, ma Chat le faceva lo stesso effetto, se non due volte maggiore da circa tre settimane.

La ragazza non riusciva a capire come fosse finita in quella disastrosa situazione; il suo cuore era diviso in due: da una parte Adrien, il suo compagno di classe che, negli ultimi giorni, aveva tentato di baciarla due volte, e dall'altra Chat Noir, il felino con cui lotta contro il male quando era Ladybug e che godeva delle sue visite serali quand'era Marinette, flirtando con entrambe le sue due personalità e con cui piaceva passare maggior parte del suo tempo.

"Sono incasinata!" pensò con un sospiro. "Perché? Perché devono succedere tutte a me?"

La frustrazione era soffocante e i pensieri erano confusi, così, la ragazza, ordinò al suo kwami di trasformarla, per poi lanciare il suo yo-yo e saltare tra i tetti di Parigi.


 

Ladybug era seduta sul bordo del campanile destro di Notre Dame, con le gambe a penzoloni, sospirando mentre una leggera brezza le scompigliava i capelli, rinfrescandole il corpo e la mente.

«Non pensavo di trovare anche te qua, Buginette.»
La ragazza si voltò, sorpresa. «Il sentimento è reciproco, Chat.» sorrise, picchiettando in parte a lei, non ribattendo al soprannome e facendogli cenno di sedersi.

Il felino accettò, sedendosi accanto alla ragazza, per poi guardare il sole che tramontava, abbracciando Parigi con il colore arancio dei suoi ultimi raggi e con le ombre delle case e dei monumenti che si allungavano, rendendo la città ancora più bella e misteriosa.

«Come mai sei qui?» domandò Ladybug, rompendo il silenzio che era venuto a crearsi.
«Volevo fare un giro per schiarirmi le idee.» sospirò, malinconico. «Sai, i soliti problemi da adolescente.»
L'eroina si voltò verso di lui, incrociando le gambe. «Narrami i tuoi dilemmi e le tue preoccupazioni, giovanotto.»
Il biondo ridacchiò, tornando a fissare verso l'orizzonte e iniziando a raccontare: «Sono innamorato di una ragazza.» sospirò.
Alla ragazza mancò un battito. «Ma?» lo incalzò, sapendo che la frase non era terminata.
«Ma non credo che i miei sentimenti siano ricambiati.»
«E tu come fai a dirlo?»
«Beh... Quando parlo assieme a lei, quando non sono Chat, fa fatica a rispondermi o, addirittura, a rivolgermi la parola; ma quando indosso la maschera è tutt'altra persona. Ovviamente non sa chi sono.» spiegò con amarezza. «Sembra che non accetti una parte di me.»
«Cosa avresti fatto di così grave nei panni del "ragazzo normale" per farti pensare questo?»
«Diciamo solo che le ho fatto un favore, ma alla fine non si è rivelato molto utile...»
«E invece quando sei Chat?»
«È tutt'altra persona, come se mostrasse la sua vera "lei": risponde alle mie battute e alle mie provocazioni, è più a suo agio, parla più volentieri. Inoltre, mi piace quando ride, mi fa sentire apprezzato e mi scalda il cuore.» spiegò con un sorriso malinconico. «È da poco che ho capito ciò che provo per lei e la sola idea di dirglielo mi terrorizza...»

Ladybug provava sentimenti contrastanti: felicità perché Chat era riuscito a trovare qualcuno di cui innamorarsene, ma anche tristezza per lo stesso motivo.

«La conosco questa ragazza?» domandò, cercando di mantenere la voce più ferma possibile.
«Sì, la conosci.» rispose. «Se ti dico chi è mi prometti che non le dirai nulla? Sono io che devo farlo.»
La corvina sentì un groppo in gola. «Promesso.»
«Grazie.» esclamò; il felino si schiarì la gola, titubante. «Frequenta la terza del Liceo Françoise Dupont. È una ragazza solare, timida e impacciata, ma sa farsi valere; ha i capelli corvini e gli occhi azzurri come il cielo sereno ed è da qualche tempo che vado a farle visita tutte le sere.»

Il tempo serbava essersi fermato per l'eroina. Stava realmente parlando di quella ragazza?

«È Marinette.» aggiunse il felino, guardando la sua partner meravigliata.
«Scusa Chat... O-Ora devo andare...»

Chat tentò di fermarla, ma Ladybug non gli diede ascolto, lanciando il suo yo-yo e dirigendosi verso casa.


 

Chat Noir atterrò sull'attico della pasticceria della famiglia Dupain-Cheng e, aiutandosi con il bastone e la sua agilità, si sporse verso la finestra da cui era solito entrare, ma non vide Marinette da nessuna parte; neanche bussando come faceva di solito non otteneva risposta.

Incuriosito, si spostò verso l'altra finestra per una visuale migliore, ma nessuna traccia della sua principessa.

Il felino salì di nuovo sull'attico, chiedendosi dove sia finita la corvina.

Una leggera luce azzurrina, che proveniva dalla botola-finestra che dava direttamente sul letto dell'adolescente, attirò la sua attenzione, e si avvicinò incuriosito.

Il biondo vide Marinette sdraiata a pancia in giù sul letto, con le cuffie te nelle orecchie mentre ascoltava la musica di Jagged Stone.

Notando che la botola era soltanto socchiusa, decise di entrare da sé, atterrando silenziosamente sul materasso della corvina.

Marinette, sentendo il letto muovere, mise in pausa la musica e, facendo luce con lo schermo del cellulare, si voltò, venendo sorpresa da un paio di lucenti occhi verdi, facendola sobbalzare.

«Chat! Mi hai fatto prendere un colpo!» esclamò tenendo la voce bassa, togliendosi le cuffie dalle orecchie. «E non iniziare a fare battute!» si affrettò ad aggiungere appena il felino aprì bocca, zittendolo.
«Principessa, che cos'hai?» domandò, notando una lacrima all'angolo dell'occhio.
«N-Niente.» rispose asciugandosela e tirando su con il naso.

Chat, grazie alla vista notturna, riuscì a vedere gli occhi gonfi e arrossati della ragazza, mentre sul cuscino c'erano tracce di lacrime versate poco fa.

«Non è vero che è "niente": hai pianto. Cosa c'è? È successo qualcosa ancora con Rompi-naël?» chiese, reprimendo la rabbia nei confronti del suo compagno di classe.
«No no, lui non c'entra nulla... È tutt'altra cosa.»

Il biondo la guardò tristemente mentre si asciugava le ultime lacrime, per poi avvicinarsi di più a lei, mettendosi al suo fianco. «Vuoi parlarne?»
La ragazza annuì. «Come ben sai c'era questo mio amico, Adrien Agreste, che si era offerto di aiutarmi con Nathanaël fingendosi il mio ragazzo.» spiegò, poggiandosi alla spalla di Chat, in cerca di conforto, mentre lui le mise il braccio attorno alle spalle. «Beh... Vedendo che Nathanaël ha smesso di chiamarmi e cose varie, ho deciso di "rompere" con Adrien.»
«E perché l'hai fatto?» chiese sussurrando, volendo conoscere il motivo, ma non volendo metterla a disagio.
«Perché io mi sentivo male per lui e per me! Ho voluto mentire per tre mesi a Nathanaël e questo ha portato ad obbligare un mio amico a farmi un favore.»
Chat sentì stringersi lo stomaco. «Ma Adrien ha voluto aiutarti, è stata una sua decisione.»
«Lo so, ma è ora che anch'io mi prenda le mie responsabilità, perché non posso contare sempre sugli altri per uscire dai miei guai.» rispose tirando su con il naso.

Tra i due ci fu un minuto di silenzio, interrotto da un sospiro insicuro di Chat, che fece voltare la ragazza verso di sé, incuriosita.

«Sai una cosa Principessa? Io penso che Adrien sia stato gentile ad averti aiutato e se l'ha fatto significa che ci tiene a te, sennò sarebbe rimasto in silenzio.» disse un po' titubante, ma non staccando gli occhi da quelli azzurri della corvina, asciugandole dalle lacrime che poco fa aveva versato. «Personalmente, anch'io avrei fatto la stessa cosa. Farei di tutto per te, perché sei una ragazza a dir poco fantastica, e io odio vederti triste.»

Marinette rimase senza parole per la seconda volta. Era incredibile come quel ragazzo, che di solito flirtava con lei o faceva delle pessime battute potesse anche farle battere il cuore all'impazzata e impedirle di pensare razionalmente.

«Se posso permettermi una cosa, fossi stato io e nessuno credeva che stavamo assieme, allora ti avrei baciata davanti a tutti, facendo vedere quanto tengo a te.» aggiunse con un dolce sorriso, facendo arrossire l'adolescente.
«D-Davvero l'avresti fatto?» chiese sorpresa e lusingata.
«Certo. Sono o non sono il tuo cavaliere?» rispose baciandole il dorso della mano.

Marinette lo ringraziò con un abbraccio, che venne restituito immediatamente.

La ragazza si adattava perfettamente tra le sue braccia; il suo corpo minuto aderiva perfettamente al suo, combaciando come se provenissero dallo stesso oggetto. Non voleva lasciarla ed era stato uno stupido se aveva creduto che tra lei e Adrien potesse esserci qualcosa.

«Principessa, se c'è qualcosa che ti preoccupa, anche la più minima cosa, puoi dirmelo.» disse ancora abbracciato a lei, inspirando il buonissimo profumo di cioccolato e vaniglia che emanava i suoi capelli.

La corvina, sciolse l'abbraccio, guardandolo negli occhi, riflettendo se dirglielo; Chat era stato sincero con lei –con Ladybug– e allora perché lei dovrebbe mentirgli?

Anche se i suoi pensieri erano confusi, i suoi sentimenti non lo erano; lo sapeva da un po' di tempo, ma ne ha avuto la conferma quando aveva parlato con lui sulla torre di Notre Dame.

Conosceva la risposata giusta.

«Niente mi preoccupa quando ci sei tu.»

  
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