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Autore: Crateide    30/05/2016    4 recensioni
- Dimmi Rin – esordì a quel punto Sesshoumaru, lontano dalle orecchie indiscrete di Jaken – cosa c’è che ti preoccupa così tanto da toglierti la parola?
Si fermò e si volse, trasalendo impercettibilmente. Rin aveva a sua volta arrestato il passo e lo stava osservando con il volto molle di lacrime. Un singhiozzo le sconquassò il petto, ricacciandole in gola le parole.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jaken, Rin, Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: quando la piccola piange ed il gelido demone si ritrova a consolarla.

Gruppo facebook: we are out for prompt.

 

 

 

 

 

 




 

 

 

Sesshoumaru l’aveva notato da un po’: quella sera, Rin era fin troppo silenziosa.

La osservò con la coda dell’occhio per alcuni istanti, chiedendosi il motivo di quell’insolito silenzio. Le palpebre un po’ calate sugli occhi lucidi e il visino pallido pallido lo fecero quasi preoccupare. C’era qualcosa che non andava, ne era ormai certo.

A-un procedeva a passo sostenuto al suo fianco, insieme a Jaken. Anche l’animale sembrava essersi accorto dell’insolito mutismo della bambina, tant’è che di tanto in tanto girava una delle teste e guaiva come avrebbe fatto un cagnolino, ricevendo in cambio solo un mesto sorriso.

“Che le prende? Cosa l’affligge?”.

Sesshoumaru strinse con forza le labbra e arrestò il passo. I raggi argentei della Luna illuminavano la radura, le cui fronde stormivano al sospiro del vento fresco della sera.
- Fermiamoci qui per questa notte.
- Eh?

Rin aveva sollevato il capo corvino e lo stava osservando spaurita.
- Proprio qui, signor Sesshoumaru? – chiese in un soffio.
- Ehi tu, mocciosa! – intervenne un irriverente Jaken, sbraitando e agitando in aria il proprio bastone – non osare contestare gli ordini del padrone!
- No-non era mia intenzione, è solo che io... – e tacque, portandosi un pugnetto sotto al mento e distogliendo lo sguardo.

Sesshoumaru rimase in silenzio per un tempo indefinito, meditabondo. Odiava vedere la sua piccola seguace così triste e annichilita, nonostante il proprio orgoglio gli impedisse di preoccuparsene più del dovuto.
- Jaken – disse infine, volgendo le spalle a tutti – resta qui con A-un.
- Sì, padrone!

Prima di proseguire, però, il principe dei demoni si volse per metà e guardò Rin dritto negli occhi color caffè.
- Vieni con me, Rin.

La bambina trasalì e rimase alcuni istanti interdetta, sorpresa da una richiesta simile. Scese lentamente da A-un e con un passo quasi malfermo lo raggiunse, titubante.

“Quali pensieri la turbano a tal punto?” si chiese il demone, osservandola con attenzione, mentre continuava a lanciare sguardi furtivi e pieni di terrore a destra e a manca, come se temesse che chissà quale creatura potesse spuntare dall’ombra del bosco.
- Dimmi Rin – esordì a quel punto Sesshoumaru, lontano dalle orecchie indiscrete di Jaken – cosa c’è che ti preoccupa così tanto da toglierti la parola?

Si fermò e si volse, trasalendo impercettibilmente. Rin aveva a sua volta arrestato il passo e lo stava osservando con il volto molle di lacrime. Un singhiozzo le sconquassò il petto, ricacciandole in gola le parole.
- Un po’ più a nord – riuscì a dire infine, con un filo di voce – c’era il mio villaggio, dove abitavano gli uomini cattivi che mi picchiavano. E dove i lupi... dove i lupi mi...

Non riuscì a continuare e il suo pianto si fece disperato.
- Non lo ricordavo – confessò Sesshoumaru, che si ritrovò a maledirsi per averla ricondotta di nuovo in quel luogo. Se avesse fatto più attenzione, probabilmente Rin non si sarebbe rabbuiata e, come sempre, avrebbe invece allietato quella serata con le sue chiacchiere e i suoi canti.

Il demone le si avvicinò, piegandosi su un ginocchio per portarsi alla sua altezza. Le sfiorò il capo con una rude carezza e le sollevò il mento affinché lo guardasse negli occhi d’ambra.
- A voi umani i ricordi possono far male – le disse – ma adesso nessuno, né uomo né demone, ti farà più alcun male. Io ti proteggerò sempre, Rin.

Un sorriso sbocciò sulle labbra della bambina, che smise subito di piangere.
- Signor Sesshoumaru... vi ringrazio!

Sesshoumaru le asciugò le lacrime con il pollice, racchiudendo in quel semplice gesto tutto l’affetto che aveva iniziato a nutrire per lei.

In fondo, anche il principe dei demoni aveva un cuore...

 

 

 

   
 
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