Kilian aveva rifilato due nomi fasulli quando Biancaneve aveva
chiesto i loro nomi. Eddy e Mia ed Emma sperò di ricordarli altrimenti sarebbe
stato alquanto imbarazzante.
«Ci farebbe piacere se stasera restate al castello» - stava
suggerendo in quel momento suo padre - «domattina posso scortarvi verso la
vostra carrozza».
«Grazie ma non credo sia il caso» rifiutò subito Emma. Non avevano
molto tempo per restare e se fossero spariti all'improvviso sotto i loro occhi,
avrebbero causato sicuramente qualche danno.
«Non potete andare via a quest'ora» obiettò Biancaneve sotto il
braccio di suo marito - «è pericoloso circolare di notte. James ha ragione e
poi stasera daremo un piccolo ballo e ci farebbe piacere se partecipaste».
«Ballo?» ripeté Emma con una smorfia. Non aveva quel genere di
balli che invece sembrano normali da quelle parti.
«Il ballo di primavera» spiegò l'altra Emma. Aveva un'espressione
sognante, era evidente quanto sognava quel genere di avvenimenti al suo
contrario.
«Tra poco dovrebbe arrivare anche il marito di Emma così ve lo
presentiamo, e presto arriveranno anche gli altri ospiti».
«Marito?» ripeté stavolta Kilian e le aveva tolto le parole di
bocca. Perché anche lei sembrava perplessa per la svolta che stavano prendendo gli
eventi. L'altra Emma era sposata?
«Si» - rispose l'altra Emma con un caldo sorriso - «presto sarà
qui e anzi è il caso che mi prepari».
«Emma» - disse Biancaneve - «credo che i nostri ospiti non abbiano
fatto in tempo a prendere i bagagli dalla carrozza, potresti prestare un abito a
Mia».
«Grazie ma …» stava per rifiutare Emma ma l'altra Emma fu più
veloce.
«Certo, sarà un piacere» e così dicendo la prese sottobraccio
salendo con lei le scale.
Emma lanciò un'ultima occhiata a Kilian che sembrava vagamente
divertito e poi sparì dalla loro vista.
L'altra Emma la scortò per il corridoio lungo e lucente camminando
svelta e poi girarono un altro corridoio per raggiungere la sua stanza.
Emma ricordava bene la prima e unica volta che aveva visto la sua
stanza o almeno quella che doveva essere la sua stanza. Non aveva mai potuto
viverci in quella stanza perché Regina aveva lanciato il sortilegio e lei era
stata spedita lontano.
Adesso quella stanza era piena di vita, lucente e bellissima. Emma
si guardò intorno curiosa, quella stanza rappresentava non solo l'infanzia ma
anche l'adolescenza di una bambina e poi di una ragazza amata dai suoi
genitori.
«Non far caso al colore delle pareti» - disse l'altra Emma aprendo
un armadio - «questa è stata la mia stanza per molti anni e non ho mai
desiderato cambiarla. Adesso vivo con mio marito, ma quando vengo qua, mi piace
tornare a usarla come una volta».
«Posso capirlo»
«Ecco, questo dovrebbe andarti bene. Credo che abbiamo quasi la
stessa taglia» disse l'altra Emma tirando un lungo vestito bianco dall'armadio.
Emma lo prese con un misto di meraviglia e preoccupazione. Non
voleva rovinarlo e poi non credeva di sentirsi a suo agio con un vestito del
genere.
«E' molto bello, forse dovresti metterlo tu».
«Non preoccuparti ne ho altri» - sorrise l'altra - «e poi
preferisco mettere quello verde. E' il colore preferito di mio marito»
«Come mai non è con te?» domandò Emma adesso piuttosto curiosa a riguardo.
«Aveva degli affari urgenti da sbrigare. Piuttosto che restare a
casa da sola, ho preferito fare visita ai miei genitori, mi piace passare il
tempo con loro sebbene sia cresciuta».
«E tuo marito …» - cercò di usare un tono disinteressato Emma - «che tipo è?».
«E tuo marito …» - cercò di usare un tono disinteressato Emma - «che tipo è?».
«Molto leale verso il Reame. I miei genitori lo rispettano e il
sentimento è reciproco».
Emma corrucciò la fronte a quella risposta e fu per questo che
chiese diretta:
«Lo ami?»
«Certo» rispose l'altra Emma ma aveva esitato un momento prima di
rispondere ed Emma si fece ancora più sospettosa.
«L'amore puro dei tuoi genitori è conosciuto ovunque, pensavo che
la loro figlia ambisse a quello nella vita. A un amore vero e puro come quello
di Biancaneve e il Principe»
«Infatti, è così ed io amo profondamente mio marito».
«Infatti, è così ed io amo profondamente mio marito».
«Ma?» la incalzo Emma e l'altra sospirò senza rispondere.
Emma preferì non insistere. In fondo erano due estranee in un
certo senso e confidarsi di cose personali non era facile. Stava per chiederle,
dove poteva cambiarsi, quando l'altra Emma parlò.
«Mio marito vuole un figlio, ma io non mi sento ancora pronta».
Si era seduta sul grande letto ed Emma la imitò, posando il
vestito dietro di se.
«Posso capirti. Anch'io non ero pronta quando è successo, ma poi è
stato tutto naturale. Essere madre ci rende donne migliori»
«Hai un figlio?» - chiese con vivo interesse l'altra Emma - «credevo
di aver capito che tu e Eddy non foste sposati».
«Infatti, non lo siamo» - spiegò Emma per poi aggiungere alla sua
occhiata confusa - «il padre di mio figlio è morto».
«Oh mi dispiace tanto!» - prese la sua mano, l'altra Emma - «deve
essere terribile perdere la persona amata, sono fortunata perché non mi è mai
successa una cosa del genere e posso solo immaginare come ti senti».
«E' passato tanto tempo ormai»
«E' passato tanto tempo ormai»
«I miei genitori mi hanno insegnato che c'è un grande amore per
ognuno di noi. Mi dispiace che tu abbia perso il tuo».
Emma restò in silenzio riflettendo sulle sue parole. Il suo
rapporto con Neal era stato turbolento, aveva creduto per tanti anni che lui
l'avesse ingannata e invece aveva scoperto che voleva solo proteggerlo. Quando
credeva di averlo ritrovato, quando anche Henry stava trovando un rapporto con
lui, il destino aveva voluto strapparglielo via ancora una volta.
«Scusa non volevo intristirti».
Emma stava per rispondere che stava bene, quando si girò
sentendosi osservata. Kilian era sulla porta, sembrava a disagio ed Emma si
chiese quanto avesse sentito.
«Scusate l'interruzione, suo padre mi ha mandato a dirvi che
stanno arrivando i primi ospiti».
«Non mi ero accorta fosse così tardi» - si alzò l'altra Emma - «grazie
mille».
Si diresse verso l'armadio ancora aperto mentre Emma, fermò Kilian
che stava uscendo.
«Non so cosa tu abbia sentito, ma il concetto di amore di questa
Emma è diverso dal mio e …».
«Devo andare di sotto» la interruppe lui e senza lasciarle il
tempo di protestare, era già diretto alle scale.
Emma avrebbe tanto voluto inseguirlo, ma non giudicò saggio
attirare l'attenzione in quel modo. Quel viaggio non stava andando come aveva
previsto, ma poteva ancora aggiustare le cose.
Dopo il ballo, il loro tempo sarebbe scaduto e sarebbero tornati a
casa. Kilian l'avrebbe ascoltata con o senza il suo consenso.