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Autore: ChiaraBJ    30/05/2016    3 recensioni
Livyana testimone di un brutale omicidio, Ben e Semir faranno di tutto per proteggerla anche a costo della loro stessa vita. Fughe, complotti, fiducia mal riposta, sono alcuni ‘ingredienti’ che troverete in questa nuova F.F.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Presunto colpevole

Semir entrò tutto trafelato nella sede della CID, passò davanti alle scrivanie dei colleghi che cordialmente lo salutarono, ma lui non li degnò nemmeno di uno sguardo.
La sua ovviamente non era maleducazione, ma preoccupazione.
Quella brutta sensazione allo stomaco che gli diceva, anzi gli urlava che Ben era nei guai.
Durante il tragitto aveva più volte tentato di richiamare il socio, ma il suo cellulare risultava sempre irraggiungibile.
Il piccolo ispettore  aprì la porta dell’ufficio comune quasi in apnea nella vana speranza che all’interno ci fosse Ben.
“Mapporca” imprecò vedendo la sua postazione vuota “Dove ti sei cacciato? Perché non mi hai chiamato? Si era detto…non cambierai mai, sempre di testa tua e io idiota che ti lascio fare”
Sconsolato si lasciò cadere nella sua poltrona e alzando la cornetta del telefono chiamò la scientifica.
Appena sentì dall’altro capo del telefono la voce di Hartmut senza tanti preamboli chiese:
“Einstein ho bisogno di rintracciare subito Ben, dammi la posizione del cellulare, del GPS delle sue macchine private, dell’auto di servizio, dell’Harley tutto e anche il cellulare di Livyana…ti inoltro il numero”
“Ma…Semir…cosa è successo? Ben…gli è accaduto qualcosa?” chiese preoccupato il tecnico appena Semir gli diede il tempo di parlare.
“Per favore, non ora…appena sai qualcosa chiamami immediatamente, ti prego muoviti…” e bruscamente chiuse la comunicazione.
Non fece nemmeno in tempo a poggiare la cornetta che il telefono squillò di nuovo.
“Dimmi Susanne” rispose vedendo sul display il nome.
“La Kruger ti vuole immediatamente nel suo ufficio…”
Semir alzò gli occhi al cielo, poi sbuffando s’incamminò verso l’ufficio del commissario, bussò ed entrò.

Appena la donna  lo vide, non lo lasciò nemmeno aprire bocca.
“Entri Gerkhan e chiuda la porta” ordinò severa con un tono che non presagiva nulla di buono, poi cominciò la sua ramanzina.
“Si può sapere in che razza di ‘casini’ si è cacciato il suo collega? Avevo detto di andarci cauti, ma a quanto pare voi due fate sempre di testa vostra!”
Semir restò un attimo interdetto dal gergo usato dal commissario, la Kruger era decisamente incazzata.
“Commissario…le giuro…non so di cosa…” tergiversò il piccolo ispettore.
“Lasci da parte queste idiozie, non sono nata ieri… ha visto il telegiornale? Ha sentito l’ultima ora? La procuratrice Schrankmann ha già diramato un ordine d’arresto per il suo collega! Gerkhan Jager è in guai molto seri ed io non posso fare niente…nella fattispecie ho le mani legate”
Semir che fino a quel momento era restato in piedi, si sedette sulla sedia davanti alla scrivania della Kruger.
“Capo…le assicuro…non ne so nulla…” Semir era sconvolto e dall’espressione della donna il piccolo ispettore capì che era vero.
La donna inspirò profondamente poi poggiando i gomiti sulla scrivania informò il suo agente.
“Il suo collega è stato accusato di essere l’autore dell’omicidio della donna alla stazione di Colonia, di aver preso in ostaggio una bambina e di aver tentato di resistere all’arresto sparando ad un collega…e sa chi è questo collega?”
Semir aveva il cuore in tumulto, gli sembrava di non riuscire nemmeno a respirare e il suo cervello era momentaneamente in tilt.
“Il suo collega ha ingaggiato uno scontro a fuoco con Hans Gruber” proseguì Kim Kruger “E c’è di più, per l’ora del delitto della donna, Gruber ha un alibi di ferro: era in servizio con un altro collega. Questo c’è l’ha confermato anche il commissario Weissman”
“Ma per favore capo” sbottò Semir ritrovando un po’ di lucidità “Questo lei lo chiama alibi??? Al diavolo,  là dentro sono tutti corrotti, non ci vuole un genio a capirlo” ribatté ironico Semir, poi mentalmente si augurò che la Kruger capisse il suo stato d’animo, le parole che gli uscivano dalla bocca non erano quelle più appropriate per rivolgersi ad un superiore.
“Gerkhan non faccia il sarcastico con me e poi la smetta le sue sono solo supposizioni Gruber potrebbe farvi rapporto e Weissman…” ma Semir la bloccò.
“Capo, mica crederà davvero che Ben sia un assassino? Lo conosce da anni, lo sa anche lei che è un’assurdità, senza contare che secondo loro avrebbe rapito Livyana, perché la bambina…si tratta di lei vero?”
Kim fece cenno di sì col capo.
“Perfetto, questa sì che è buona! Ben che rapisce Livyana…per cosa poi? Coprirsi la fuga? Commissario lo sappiamo entrambi che la ragazzina è sotto la sua custodia …è lampante…lo stanno incastr…”
Ma la Kruger non lo lasciò finire:
“Gerkhan trovi il suo collega prima di loro e lo arresti. Questi non sono solo i miei ordini, se è innocente non avrà nulla da nascondere” tuonò la Kruger.
“Cosa??? Arrestarlo??? E con che prove? Con che accusa” Semir era furibondo, la faccenda stava decisamente prendendo una brutta piega.
“Gerkhan esegua gli ordini e basta!” e il tono della donna non ammetteva dinieghi.
“Se lo scordi” replicò secco il piccolo ispettore.
“Gerkhan, non mi sfidi, non le conviene, la situazione è già abbastanza esplosiva” “Mi spiace commissario, ma non lo farò, mi faccia rapporto, mi tolga il distintivo, ma non mi dica di trovarlo per poterlo arrestare. Già una volta l’ho messo dietro le sbarre, non lo farò di nuovo. E poi sappiamo benissimo entrambi che un poliziotto in galera…” il commissario non lo lasciò finire.
“Gerkhan le ripeto che questo è un ordine che viene ‘dall’alto’, non è una proposta. Se sa dov’è lo porti qui” replicò imperiosa, poi addolcendo un po’ il tono “Posso assicurarle che se per Jager si dovessero aprire le porte del carcere, faremo in modo che non gli accada niente…e verificheremo la sua innocenza”
“Verificheremo? Capo non c’è niente da verificare, Ben è innocente punto e basta, glielo ripeto lo stanno…” ma nel volto della Kruger Semir non vide nessun segnale di ripensamento.
La donna aveva già deciso.
Semir non ebbe più la forza di controbattere, neanche finì la frase era troppo arrabbiato e preoccupato per le sorti del suo collega e della piccola, quindi si alzò e uscì dall’ufficio della Kruger senza nemmeno proferire parola sbattendo la porta, sotto lo sguardo attonito di tutti i colleghi che avevano sentito l’accesa discussione tra i due, poi nel parcheggio si sentì un’auto che sgommando lasciava la sede della CID.

Alcuni minuti dopo il telefono di Semir squillò: era Hartmut.
“Dimmi Einstein” rispose quasi con voce isterica Semir.
“Il cellulare di Ben è irrintracciabile così pure quello della bambina” disse senza tanti giri di parole Hartmut capendo al volo la situazione.
“Mapporca…e delle auto private di Ben che mi dici?”
“Tutte nel garage così pure la Mercedes e l’Harley”
“Grazie lo stesso Einstein, in ogni caso faccio un salto a casa sua…”
“Ci troverai i colleghi della polizia scientifica, lì  è avvenuto lo scontro a fuoco…ho saputo che Ben…” farfugliò il tecnico, ma Semir troncò la conversazione senza che Hartmut potesse finire la frase.
Con il cuore in gola si avviò verso lo stabile dove era situato l’appartamento di Ben e una volta arrivato a destinazione parcheggiò la BMW davanti all’entrata dei garage sotterranei, entrandovi a piedi.

Gran parte dell’aera era delimitata dai nastri rosso e bianco, e diversi uomini in tuta bianca stavano facendo i rilievi in quella che era sicuramente la scena del crimine.
Uno di essi si dava un gran da fare a fotografare la Mercedes di Ben crivellata dai colpi, mentre un altro stava raccogliendo dei campioni che a Semir in lontananza parvero gocce di sangue, un altro ancora con un pennellino cercava impronte digitali sulla portiera della macchina di Ben.
“Che cosa sperano di trovare a parte le impronte di…” ma i suoi pensieri furono bruscamente interrotti da una voce roca alle sue spalle.
“Ispettore Gerkhan, se sta cercando il suo collega, sappia che non è qui” Semir si voltò e davanti a lui comparve un uomo alto, di corporatura robusta, che squadrò Semir da cima a fondo con un’espressione quasi schifata.
 “Hans Gruber, immagino…” chiese il piccolo ispettore.
“Sì, vedo che mi conosce, coraggio mi dica dov’è il suo collega” chiese ruvido Gruber.
Semir avrebbe voluto saltargli al collo e strozzarlo, come era riuscito quel bastardo a far incastrare Ben di un omicidio il cui colpevole, forse, era proprio davanti a lui?
Il piccolo ispettore non mosse un muscolo, guardava il suo interlocutore come si guarda un viscido verme.
“Gerkhan la smetta di guardarmi in quel modo, avermi contro non gioverà né a lei né al suo collega” continuò imperterrito Gruber vedendo che Semir lo guardava ancora in malo modo.
Il vicecommissario tentò quindi una mediazione “Lo so cosa sta pensando ispettore, ma ragioni, come potrei essere l’assassino della Renner, a quell’ora era in servizio con un  collega…”
“Vedo che il commissario Weissman l’ha subito informata e per quanto riguarda l’ora dell’omicidio…già ha un bel alibi di ferro…e poi sarei io il complice…” ironizzò Semir.
“Senta Gerkhan” continuò mellifluo Gruber “La veda da un altro punto di vista. Il commissario Weissman mi ha detto che Jager conosceva la vittima e che si sono visti alla stazione, magari hanno parlato e poi lui l’ha uccisa”
“Scusi e il movente?” domandò Semir alzando un sopracciglio mettendo le mani sui fianchi.
“Il famoso carico d’armi scomparso cinque anni fa” replicò secco Gruber.
“Non vedo cosa c’entri con Ben” confutò Semir.
“Con il passare del tempo si è venuto a sapere che la Renner, la donna uccisa alla stazione, fu l’autrice della soffiata,  lavorava  sotto copertura ed era in servizio all’LKA e guarda caso il suo collega lavorava all’LKA. Jager può aver sentito dell’imminente operazione dalla Renner o da altri. Visto che poi dopo poche settimane approdò all’autostradale, perché non essere lui l’autore di quel massacro e della sparizione delle armi? Al mercato nero valevano svariati milioni di euro. La Renner potrebbe esserne venuta a conoscenza, magari lo ricattava, lui all’inizio ha pagato il suo silenzio, ma poi forse avrà voluto troppo, Jager non poteva più permettersi di pagare il suo silenzio gli ha dato appuntamento alla stazione dei treni e l’ha uccisa”
“Però le inventa bene le storie, ma sa una cosa? Avrei supposto la stessa cosa…ma con lei nelle vesti di assassino. Ascolti me ora” lo sfidò Semir “Una testimone l’ha vista , lei ovviamente sa chi è tenuto conto che Weissman l’avrà sicuramente informata perché a questo punto penso che in questa storia centri anche lui…sa che se trova  Ben trova anche lei…” ma Gruber non gli lasciò finire il discorso.
“Senta vediamo se le piace anche questa di teoria, la testimone ha visto due uomini, ma uno era il suo ‘eroe’…magari erano pure d’accordo. Se Jager finisse in galera, la ‘mocciosa’ verrebbe sbattuta  in una casa famiglia se non in un riformatorio, con conseguente addio a privilegi e capricci di ogni genere. Però pensandoci bene per essere un poliziotto il suo collega vive nel lusso, avrebbe potuto addirittura permettersi dei sicari che facessero il lavoro sporco al posto suo” ribatté Gruber.
“Via lo sanno tutti che Ben è figlio di un imprenditore molto facoltoso, non aveva bisogno di altri soldi, bastava chiederli al padre…”
“L’avidità è una gran brutta bestia…”
“Allora mi tolga una curiosità” lo incalzò Semir “Cosa era venuto a fare qui?”
“Sono venuto qui per parlagli, Weissman mi ha detto che era meglio risolver la questione subito, prima di innescare altre accuse senza senso. Io sono innocente, non c’era nessuna prova allora è nemmeno adesso. Lui per tutta risposta mi ha sparato contro è un miracolo se non mi ha colpito” poi puntando un dito contro a Semir sbottò “Per lei questo cos’è se non una conferma ai miei sospetti? Sa penso che fu lui che diede inizio a tutti i sospetti che caddero su di me dopo la sparizione del carico d’armi. Tentò di incastrarmi allora e anche adesso” Gruber ora stava quasi urlando.
“Mi spiace che non l’abbia presa” pensò tra se Semir, poi tentò l’ultima carta.
“Ben innanzitutto è un ottimo tiratore, mi stupisce che non l’abbia colpita, ma forse lei è stato così vigliacco da sparagli alle spalle” poi puntandogli lui questa volta un dito contro replicò “E mi dica come mai non ha chiamato rinforzi? Lei non era venuto per arrestarlo o semplicemente per parlargli, lei gli ha teso un’imboscata, ma Ben è stato più in gamba di lei…E lei codardo è scappato…” Semir si stava visibilmente alterando, era sicuro di avere davanti a sé l’assassino della Renner e non solo. Purtroppo non aveva prove, Gruber aveva un alibi e le spalle coperte dal commissario Weissman e fino a prova contraria per il momento restava innocente.
“Stia attento alle sue parole Gerkhan…”sibilò Gruber.
“No stia attento lei Gruber” tuonò Semir “Sono sicurissimo che lei sia venuto qui per uccidere Ben, magari pensava di trovare anche la bambina. Sicuramente il mio collega ha trovato qualcosa che io non so ancora, ma come lo ha scoperto lui lo scoprirò anche io . Spero solo che Ben sia ancora vivo, perché se gli ha fatto qualcosa, se anche solo gli ha torto un singolo capello…giuro che l’ammazzerò con le mie stesse mani” gli disse puntandogli ancora un dito contro.

Semir aveva appena finito di parlare quando accanto a Gruber apparve il commissario Weissman e per il piccolo ispettore quello fu davvero troppo, appena lo vide lo prese per il bavero.
“Lurido bastardo, come ha potuto, Ben si fidava di lei, lei lo ha tradito, lo ha incastrato, ha mandato il suo tirapiedi per  eliminarlo…” sbottò tutto d’un fiato il piccolo ispettore.
“Mi levi subito le mani di dosso ispettore o sarò costretto a farla arrestare per insubordinazione o peggio ancora per complicità” lo minacciò Weissman.
Con un gesto stizzoso Semir mollò la presa.
Il suo migliore amico era stato tradito da colui che in gioventù aveva considerato molto più di un padre, di questo ne era certo, come era certo che Ben fosse innocente.
Purtroppo il ragionamento di Gruber non faceva una grinza e l’ultima cosa che in quel momento voleva Semir era essere sospeso dal servizio, aveva bisogno di tutta la libertà d’azione.
Si promise calma, ma anche vendetta.
Senza nemmeno degnare nessuno dei due di uno sguardo, Semir si avviò verso gli ascensori del palazzo.
Voleva dare un’occhiata anche all’appartamento di Ben.

“Tieni il ‘nanerottolo’ sotto controllo, non ci darà tregua finché non troverà il suo amichetto. Mettigli alle costole Ritter, anzi meglio ancora, quello è nella polizia autostradale, va spesso in autostrada, ad alte velocità. Togliamocelo di torno una volta per tutte, fuori gioco lui il ‘moccioso’ tornerà allo scoperto, lo conosco bene, vorrà vendetta. Elimineremo tutti e due e così non avremo più nessuno che ci possa dare fastidio, per quanto riguarda la ragazzina, senza quei due non nuocerà più a nessuno, in caso contrario elimineremo anche lei”
 “Ho capito, informo subito Ritter” rispose con un sogghigno Gruber.
Ma  prima di lascarlo andare via Weissman  chiese ancora una cosa “Che ne è stato del cellulare e del portatile che abbiamo sottratto alla Renner?”
“Ritter, con quei ‘gingilli’ si è dato da fare” rispose l’altro “Ha detto che sia sul cellulare che sul piccolo computer non ha trovato niente. La Renner aveva formattato tutto, quindi è stato impossibile ricavarne qualcosa. Non abbiamo potuto ricorrere a gente più esperta, e quindi non sappiamo se dentro ci fossero cose compromettenti per noi. Comunque se avesse spedito mail o altro…beh a quest’ora non saremmo a piede libero, non trovi?”
“Sì, ma stiamo attenti e guardiamoci le spalle, troviamo Jager è l’unico che ci può smascherare, la sua parola vale molto, potrebbero credere alla sua versione…non possiamo correre rischi ci sono in ballo troppi affari” E con questo troncò ogni discorso e lo lasciò andare via.

Semir dopo l’accesa discussione con Weissman e Gruber aveva i nervi a fior di pelle, non poté prendere l’ascensore, uomini della scientifica al suo interno stavano facendo dei rilievi.
“Meglio così” pensò Semir salendo le numerose rampe di scale che portavano all’appartamento dell’amico si sarebbe ‘sbollito’ un po’.
Durante la salita ripensò all’accesa discussione che aveva avuto con i due funzionari della polizia ferroviaria, quei due non gli piacevano prima ed ora ancora di più, avevano l’aria di nascondere qualcosa e sicuramente si coprivano a vicenda. Pensò anche a Ben, chiedendosi come mai il ragazzo non lo avesse ancora chiamato o si fosse fatto vivo in qualche modo.
Quando uno dei due era nei guai o in pericolo tra loro c’era una sorta di regola non scritta: avvisare o quantomeno farsi trovare dall’altro.
Semir cominciò a porsi una miriade di domande : dov’era, come stava, dando per scontato che fosse ancora vivo. E Livyana? La piccola era al sicuro con lui? E se quei maledetti avessero trovato e ucciso Ben, avrebbero avuto pietà di una bambina?
Purtroppo pensando a come era stata uccisa la Renner la risposta a quest’ultima domanda era una sola.
Per i testimoni, quei bastardi, non avrebbero avuto pietà.
Decisamente.

Angolino musicale: Semir in questo capitolo ha mostrato il suo lato più ‘emotivo’ per non dire ‘sanguigno’, passi il botta e risposta con i ‘cattivi’, ma con la Kruger , non vorrei averla ‘dipinta’ un po’ antipatica; difende Ben, ma ‘a modo suo’ evitando, se possibile, di infrangere regole e ordini superiori. Le vostre osservazioni sono sempre ‘Ben’ accette, come sempre (a proposito un capitolo senza Ben…chiedo scusa, so che sarebbero bastate due righe…). Ringrazio come sempre tutti e scusate se aggiorno con ‘scarsa’ frequenza, ma il lavoro mi porta…in Giro…Bacioni. CBJ.
Hooverphonic ‘Anger Never Dies’ (La Rabbia Non Muore Mai)
Per ascoltarla https://www.youtube.com/watch?v=2P78nxoE_JY
Guarda le foglie come cadono giù lente Coprendo il prato giallo e verde come prova di ciò che è stato e ciò che sarà Godono delle luci confuse di un primo tramonto Non è bello provarci e fallire La rabbia non muore mai E’ parte della vita E’ parte di te La fine spegnerà il fuoco E ci farà accettare Cosa siamo propensi a perdere Guarda come cadono le lacrime Coprendo la convinzione con vuoti giuramenti Come prova di ciò che è stato e ciò che sarà…




 
 
 
  
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