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Autore: theydontknowus    30/05/2016    0 recensioni
[Vecchia role di un GdR che mi piacerebbe non andasse persa, also, you might enjoy it!]
Gli uomini lo chiamavano "approdo della sirena".
Era senza dubbio un luogo suggestivo: a metà fra il mare - incontrollabile, misterioso, immenso - e la città - rumorosa, familiare, luminosa.
Non era raro, trovandosi da quelle parti, udire i canti ammalianti, dolci, provenienti da ogni dove e, allo stesso tempo, da nessun luogo: dalla nebbia, fra mare e cielo, dalla superficie marina, là dove crescevano piante di ogni sfumatura di verde o dalle piccole spiagge nascoste da grandi rocce, sparpagliate lungo la costa e difficilmente raggiungibili a piedi.
Voler visitare quel luogo era un desiderio perfettamente comprensibile da parte di qualunque uomo che ne avesse sentito parlare e, dunque, molti si avventuravano alla scoperta di questo ritaglio di mondo così diverso e lontano dalla civiltà, durante il giorno.
Ma nessuno, che possedesse un minimo di senno, vi si fermava dopo il tramonto.
E, quei pochi malcapitati che lo facevano, non arrivavano mai a vedere l'alba del giorno dopo.
Genere: Dark, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer! 

Premetto: questa storia nasce da personaggi originali di un GdR che, allora, era su Ask: l'Inverness. Non ho onestamente idea di che fine abbia fatto, se ancora sia in giro e su quale piattaforma, ma spero non dispiaccia a nessuno che io posti questo "slice" della mia sirena qui. E' quasi autoconclusivo, per essere uno start, ma potrebbe dare una sensazione di incompiutezza, suppongo, essendo tale. Non aspettatevi, quindi, un capolavoro ma, perché no?, qualcosa di carino e breve. Buona lettura!
Rae 

 

Mysterious things happen at The Mermaid Landfall at night. 

Gli uomini lo chiamavano "approdo della sirena". 

Era senza dubbio un luogo suggestivo: a metà fra il mare - incontrollabile, misterioso, immenso - e la città - rumorosa, familiare, luminosa. 

Non era raro, trovandosi da quelle parti, udire i canti ammalianti, dolci, provenienti da ogni dove e, allo stesso tempo, da nessun luogo: dalla nebbia, fra mare e cielo, dalla superficie marina, là dove crescevano piante di ogni sfumatura di verde o dalle piccole spiagge nascoste da grandi rocce, sparpagliate lungo la costa e difficilmente raggiungibili a piedi.

Voler visitare quel luogo era un desiderio perfettamente comprensibile da parte di qualunque uomo che ne avesse sentito parlare e, dunque, molti si avventuravano alla scoperta di questo ritaglio di mondo così diverso e lontano dalla civiltà, durante il giorno. 

Ma nessuno, che possedesse un minimo di senno, vi si fermava dopo il tramonto. 

E, quei pochi malcapitati che lo facevano, non arrivavano mai a vedere l'alba del giorno dopo. 
Questo perché, come ogni abitante di Inverness sapeva bene, quel luogo non si chiamava così a caso, ma era infatti frequentato dalle sirene. 
Sirene che, al contrario di come venivano descritte nei racconti per bambini, non erano affatto amiche degli uomini e il massimo del contatto che potevano avere con loro era il trascinarli con sé in profondità ed essersi assicurate che l'ultima cosa che vedessero fosse il loro sguardo, spietato come il mare e profondo come l'oceano. 

Si potrebbe dunque immaginare che non sia, oggigiorno, una riserva di caccia così fruttuosa, per le giovani incantatrici del mare, a causa delle voci che, non a torto, girano per la città. 
Ma, in quel caso, si sbaglierebbe poiché nonostante i racconti, le storie e la quasi-certezza che quel luogo sia realmente pericoloso e che, per gli uomini, sia sconsigliabile, non sono pochi coloro che dimenticano di trovarsi nella zona delle sirene e decidono di fermarsi per la notte, talvolta, addirittura in spiaggia; come non sono pochi i pescatori solitari, che ritengono di essere abbastanza forti da poter resistere alla malia delle giovani. 
Inutile dire che per le sirene queste diventano sfide che non possono rifiutare e sono estremamente felici di accogliere i visitatori e mettere alla prova i pescatori, tanto sicuri di sé da far quasi tenerezza.
Nessuno di coloro che hanno il piacere di incontrare, comunque, riesce mai ad averla vinta e in pegno per la loro vittoria, le giovani, prendono loro ciò che più hanno di prezioso: la vita.

 

Anche quella sera Keelie aveva deciso di recarsi in quel luogo, in cerca di qualche uomo privo di senno, che si trovasse a passare di lì e che, magari, potesse farla divertire dopo una lunga giornata passata alla ricerca di una delle sue sorelle, che aveva brillantemente deciso di inoltrarsi in una grotta nascosta fra le radici di alcune piante acquatiche che si affacciavano sulla città, solo per poi rimanervi impigliata, e cantare per ore, sperando che qualcuno - in quel caso Keelie - la sentisse.

E mentre andava, sbattendo la coda più violentemente del solito, ancora irritata al pensiero di tutta l'energia persa ad aiutare la sorella, che si era comportata in modo così sciocco e non era stata neanche capace di liberarsi da sola, notò con la coda dell'occhio un movimento alla sua destra. 
Era stato improvviso, e chiunque fosse stato ad averlo fatto, era lontano di almeno duecento metri e difficilmente distinguibile. 

Sarebbe potuta essere qualunque cosa, ma Keelie si fermò comunque. convinta di aver distinto qualcuno di estremamente familiare nell'acqua, nonostante non avrebbe saputo dire, in quel momento, quale delle tre sorelle fosse.

Cambiò rotta e nuotò il più veloce possibile, per non perdere di vista chiunque stesse inseguendo.
Avvicinandosi, capì di non essersi sbagliata, quando pensava di aver visto una di loro: era Kilenya.
Del resto, come avrebbe potuto non riconoscerla? 
Non ricordava la propria età - loro non festeggiavano gli anni di vita, come gli uomini - e non ricordava, di conseguenza, neanche da quanto tempo conoscesse la sorella o chi, fra loro, fosse la maggiore, eppure avrebbe saputo riconoscere qualunque delle sue sorelle a chilometri di distanza.

Non sempre andavano d'accordo e spesso passavano interi mesi senza vedersi, ma nonostante ciò, erano indissolubilmente legate e mai, anche volendo, avrebbero potuto tagliare il ponte che le univa.

In quel momento della loro vita, comunque, sembravano andare incredibilmente d'accordo.
Non litigavano da mesi, ormai, e nonostante Keelie fosse convinta che una tempesta fosse alle porte - non resistevano mai troppo tempo senza darsi addosso -, cercava di godersi quei giorni di quiete e sforzarsi di passare più tempo del solito con ognuna di loro.

Si avvicinò a lei, salutandola con una smorfia e poi, con un gesto della mano, le indicò l'approdo. 
La proposta era implicita, ma allo stesso tempo chiara come il sole. Entrambe conoscevano bene il posto e, Keelie ci avrebbe scommesso, probabilmente anche la sorella era diretta proprio lì.

Nonostante quella sera avesse un'incredibile voglia di stare da sola, la sirena decise che cacciare insieme sarebbe stato decisamente più divertente e rilassante che tentare di avere una conversazione con un vecchio pescatore convinto che lei sia solo un grosso pescegatto - nell'acqua salata, poi!


 
   
 
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