Mentre Sofia veniva rapita, gli altri Draconiani erano usciti dal tempio per visitare il villaggio che ospitava il loro tempio.
Camminando tra le vie del villaggio, vi accorsero che il villaggio era una vera è propria città. Mentre passavano, tutte le persone che incontravano si inchinavano al loro passaggio. Arrivati al centro della città, si fermarono davanti ad un edificio molto grande. Lo contemplavano. Era un edificio di tre piani fatto di mattoni e pietre molto solide e con un portone altro due metri e mezzo di legno scuro. Si avvicinarono e il portone si aprì davanti a loro. I ragazzi entrarono e si incantarono. Era uni spazio gigantesco dove vi erano molti ragazzi che parlavano e passeggiavano. I draconiani erano fermi davanti al portone quando un signore li raggiunse.
Era un uomo sui trent'anni. Era alto con un fisico asciutto e slanciato. Aveva i capelli dai capelli rossi color carota, occhi neri e carnagione chiara.
-Benvenuti all'accademia- disse l'uomo - sono Talik, insegno in questa scuola.-
-Piacere di conoscervi.- disse Lidja.
-Avete bisogno di qualcosa?- disse per poi guardarci meglio. -O dei! V-voi s-siete-
-Si siamo noi- disse Fabio.
-Allora siete liberi di andare dove volete all'interno dell'Accademia-.
I ragazzi annuirò e andarono avanti. Girarono tutto l'edificio fino ad arrivare in un'aula. Entrarono e trovarono un maestro che stava insegnando ad invocare il fuoco.
-Dovete rilassarvi e trovare dentro di voi quella fiamma che avete e poi sprigionarla fuori dal corpo- aveva detto il maestro e i suoi alunni fecero quello che che disse.
Fabio guardava i ragazzi che cercavano di invocare il fuoco e vide che nessuno non riusciva a fare in quanto tutti non si erano rilassati.
Fabio si fece avanti richiedendo l'attenzione di tutti.
-Penso che abbiate capito chi sono ma mi presento. Mi chiamo Fabio e sono un discendente, vostro "protettore" e colui che governa il fuoco-.
Tutti lo guardavano affascinati.
-Ho visto che avete il problema nell'evocare il fuoco, quindi chiedo che uno di voi venga, di sua spontanea volontà, vicino a me- disse Fabio.
Un ragazzo si alzò dal suo posto e si mise vicino a Fabio.
-Ora guardate- si girò verso il ragazzo che era vicino a lui.- Invoca il fuoco-
Il ragazzo fece ciò che Fabio gli chiese ma non evocò niente.
-Voi tutti fate gli stessi sbagli. Siete troppo tesi, avete paura di invocare il fuoco e non vi concentrate molto. Puoi tornare a posto-.
Il ragazzo andò a sedersi.
Fabio sorrise ed evocò il fuoco, incominciando a piegare, passo dopo passo, come evocarlo.
Mentre i ragazzi erano all'accademia, Sofia si era svegliata in una cella. Era stesa su un letto di pietra. Attorno a lei c'era solo pietra e una porta di ferro. Davanti alla porta c'era un vassoio con del cibo ma Sofia non lo prese per non essere avvelenata.
La ragazza si sedette sulla pietra.
Cercò di ricordare cos'era successo ma l'unica cosa che riusciva a sentire era il dolore alla testa.
Sofia sospirò e si appoggiò al muro, guardando davanti a se.
Dove sono finita?