Videogiochi > Final Fantasy VIII
Segui la storia  |       
Autore: Tairi Soraryu    30/05/2016    0 recensioni
Il Natale è per i sogni, e i sognatori. Squall ha smesso di credere nella sua magia anni fa. Quando un disastro minaccia Esthar, può Squall scendere a patti con i suoi demoni interiori per proteggere questa sacra festività?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nota dell'autrice: beh, eccoci all'ultimo capitolo di A Promise for Christmas. Grazie, dal profondo del cuore, a tutti quelli che hanno letto e recensito, e a chi è rimasto con me attraverso tutte le pause e i blocchi dello scrittore e gli inciampi lungo la strada. Ho fatto del mio meglio con questo capitolo, anche se la storia di certo si è svolta in maniera un po' diversa da come originariamente l'avevo pensata quando l'ho iniziata così tanti anni fa (ndr: il primo capitolo è stato pubblicato il 25 dicembre 2005, l'ultimo il 23 luglio 2010). Significa molto per me che siate arrivati fino a qui, e significherebbe molto per me se mi diceste cosa ne pensate alla fine. È stato bello scrivere questa storia finché è durata, e adesso è bello dire Fine.

A PROMISE FOR CHRISTMAS
scritta da Tairi Soraryu, tradotta da Alessia Heartilly
Capitolo Dodici

Rinoa aveva un bagno pronto ad attenderlo, quando Squall entrò nella stanza che Ellione aveva preparato per loro. Il profumo di vaniglia e cannella saliva nell'aria, e ballava insieme alle dolci note di musica di violino che proveniva dal sistema di suono nelle stanze. Le candele brillavano, sui tavoli, sui banconi, sul comodino accanto al letto, gettando una luce calda nella stanza e trasformando il semplice lusso in un romantico rifugio.

Squall sapeva esattamente cosa avesse in mente Rinoa, e anche se apprezzava lo sforzo, la sua mente continuava ad annebbiarsi per la stanchezza, e non gli riusciva molto di concentrarsi. Lei posò il libro che stava leggendo quando lui entrò, praticamente barcollando, e andò da lui, che la fissava istupidito.

"Prima il bagno" decise, alzandosi sulle punte per baciarlo dolcemente sulla bocca. Arricciò il naso. "Puzzi da morire, Comandante."

Squall le permise di guidarlo nel bagno, lasciò che lei lo spogliasse come aveva fatto prima che lui incontrasse Laguna. Aveva abbastanza forza in sé per afferrarla mentre lo guidava nella vasca fumante. "Vieni dentro con me?"

Rinoa scosse la testa. "No. Mi sono già lavata." Sollevò un sopracciglio e si assicurò che l'accappatoio bianco che indossava fosse ben stretto intorno alla vita. "Inoltre, dovrei togliermi quello che ho addosso sotto questo, e speravo che potessi farlo tu per me. Dopo il bagno."

Forse non era stanco come pensava. La lussuria gli si scaldò nella pancia, e Squall sorrise anche mentre entrava nella vasca. Il calore dell'acqua lo attraversò, e lo fece sibilare in uno shock gradito mentre si abbassava nell'enorme vasca. "Hyne, è bellissimo. Ho sempre pensato che i bagni fossero sopravvalutati."

Lei sorrise, si mise in equilibrio sul bordo della vasca, e si permise di giocare con la mano con i suoi capelli spettinati. "C'è del vino in frigorifero. Ne vuoi un po'?"

Squall scosse la testa, e si abbassò di più, così che l'acqua si toccasse il mento. "Intendi chiedere?"

Rinoa scrollò le spalle. Lei ed Ellione avevano avuto un sacco di tempo per parlare mentre Squall era via, e aveva una buona idea di cosa fosse successo nell'ufficio di Laguna. "Vuoi dirmelo?"

"Gli ho detto Buon Natale." Squall raccontò, un po' alla volta, cosa avevano detto lui e Laguna, ma esitò, cercando mettere in parole i sentimenti che lo avevano travolto inaspettatamente nell'ufficio di Laguna. "Era... non lo so, Rinoa. Come qualcosa che si svegliava dentro di me. Strano, ma... non del tutto brutto."

Sorridendo, Rinoa fece scorrere un dito sulla spalla di Squall. "Sei stato per molto tempo senza nessuno che ci fosse per te, come figura genitoriale. Hai vissuto la maggior parte della tua vita senza volerla. Guida, protezione, supporto. Qualcuno che fosse orgoglioso di te." Lui voltò la testa per guardarla negli occhi, e lei annuì. "Era preoccupato per te. Andava su e giù per l'ufficio, ascoltava la radio. Se avesse potuto attraversare lo spazio per essere con te con la pura forza di volontà, lo avrebbe fatto."

Vagamente a disagio nel saperlo, Squall scrollò le spalle. Il movimento tirò muscoli indolenziti, e soffocò un grugnito, allungando le gambe e lasciando cadere la testa sul cuscino. Il calore stava lentamente scacciando via la tensione, lenendo i dolori e le fatiche del giorno. "Non mi è mai interessato niente dei miei genitori." Il calore, il sonno che ne conseguiva, abbassarono le sue difese. "Da bambino, all'orfanotrofio, non mi sono mai chiesto chi fossero la mia mamma e il mio papà, perché ero stato abbandonato, come ho fatto a diventare uno dei bambini della Madre. Voglio dire, a volte ci pensavo. Ero un bambino cattivo, i miei genitori mi odiavano? Era sempre un'autorecriminazione. Ero un fallimento, era per questo che non mi volevano? Gli altri bambini non erano così. Ne parlavano a volte, tipo, mi chiedo cosa faceva il mio papà, o, mi chiedo se la mia mamma era famosa. Ma non mi è mai interessato chi fossero i miei genitori. Non mi sono mai sentito privato di qualcosa, perché avevo Ellione."

Si fermò, sorpreso quanto Rinoa dalla sua improvvisa condivisione di cose. Ma sapeva di doverlo buttare tutto fuori, sapeva di potere, e con Rinoa; lei avrebbe capito. "La chiamavamo Sorella, perché era la più grande, e si prendeva sempre cura di noi. Era la Sorella che mi bendava le ferite quando Seifer mi picchiava, la Sorella che sedeva accanto a me quando avevo l'influenza, la Sorella che giocava con me quando gli altri bambini scappavano e mi insultavano. La amavo, penso, nell'unico modo che conoscevo. Non in senso romantico, ma..." Si agitò, accigliandosi, cercando le parole giuste.

"La amavi" disse Rinoa, piano. Capiva. "Ellione ha questo modo di fare che fa venire voglia di amarla."

Grato, lui annuì. "Era tutto per me. La migliore amica, la sorella maggiore, la madre. C'era sempre, non importava cosa succedesse. Quando se ne andò..." Si portò un pugno al cuore, sentì il suo battito regolare, ma era cieco e sordo al suono, perso nei ricordi di un'infanzia perduta da tempo. "Mancava a tutti, ma per me era una cosa più profonda. Ero perso, e per la prima volta mi sentii abbandonato. Non non voluto, perché sapevo che non era che lei non mi amasse. Ma abbandonato, messo da parte. Ho scritto di lei a Babbo Natale."

Ecco, pensò Rinoa, raddrizzandosi un po' a sedere. Ecco la fonte di tutto quel dolore represso, quel risentimento. La ragione per cui odia il Natale. "Lo hai chiesto a Babbo Natale?"

"Ho rubato la carta alla Madre, e un francobollo, e ho scritto una lettera a Babbo Natale, indirizzata al Polo Nord. Gli ho detto che ero stato bravo quell'anno, e gli ho chiesto di riportarmi la Sorella." La voce non gli si strozzò, non gli si spezzò, e nonostante la gola stretta, non gli mancò. "Gli ho scritto per anni, e ogni anno la mattina di Natale affrontavo la stessa delusione, perché non si avverava mai. Quando sono partito per il Garden di Balamb per iniziare l'addestramento, avevo smesso di scrivere, perché avevo smesso di credere. Babbo Natale non era più reale di Pupu, pensavo, o Griever, o una qualsiasi delle bestie mitiche delle storie che ci raccontava la Madre. Babbo Natale non realizzava i tuoi sogni, e il Natale non era altro che una bugia, una cosa che spezzava il cuore, un momento di dolore e di speranze distrutte."

Rinoa voleva abbracciarlo, strizzarlo semplicemente fino a quando la desolazione sarebbe fluita fuori da lui con la stessa facilità delle lacrime che le luccicavano sulle guance. "Oh, Squall. Eri così giovane."

"L'età non ha nulla a che vedere con questo." Mosse le spalle. "Il Natale mi ha fatto male, più di qualsiasi altra cosa in tutta la mia vita. E così l'ho odiato. L'ho odiato come un meccanismo di difesa, ho costruito i muri per proteggermi da lui, e mi sono detto che non importava, che non significava niente. Mi sono detto che era stupido e inutile, solo un altro giorno in un'infinita fila di giorni. E ogni anno dovevo fingere di non sapere di mentire a me stesso, e che Natale significava per me più di ogni altra cosa."

Le lacrime scendevano più veloci adesso. Rinoa se le asciugò con il palmo della mano. "Hai cercato di nasconderti?"

Lo irritava, ma Squall annuì. "Negazione, rabbia, depressione, disperazione. I sette stadi del dolore, no?" Finse di non notare sul viso di Rinoa lo shock che lui sapesse una cosa del genere. Cercava di non interessarsi all'ordine prestabilito di cose così frivole come gli stadi di guarigione dal dolore e dalla perdita e stupidaggini del genere. "Ma le cose cambiano. Le cose sono cambiate."

Rinoa lasciò che il silenzio si allungasse, si stirasse malleabile come lo stucco elastico degli Shumi, fino a quando sorrise. "Pupu è reale" disse infine. "E così Griever."

"E così il Natale." Squall si tirò su nella vasca così da guardarla negli occhi. "Ti ho detto prima che avevo qualcosa da dirti. Dovevo dirti tutto questo prima, levarlo di torno, ma sono pronto a dirlo adesso." Lei fece un cenno appena percettibile, con il cuore che le saltava in petto. Il modo in cui gli occhi di lui fissavano i suoi, zaffiri di mezzanotte che parlavano di verità e segreti, le faceva mancare il fiato.

"Le cose sono cambiate" ripeté lui. "Tu le hai cambiate per me. Tu rendi reale il Natale. Hai detto che c'è magia a Natale, e io non voglio ancora crederci. C'è troppo per me, per dire 'sì, come no, magia'. Babbo Natale, i sogni che si avverano, quella fiducia innocente che le tue speranze non verranno mai deluse. La magia a Natale non è qualcosa che è semplicemente là fuori, come un magia che si può assimilare. Per me, la magia a Natale sei tu." Guardò le lacrime che le inondavano gli occhi, le guardò cadere come bellezza. "Tu sei il Natale per me, Rinoa. Tu sei tutto quello che ho mai voluto a Natale. Sei il mio desiderio di Natale."

"Squall." Il suo nome era strozzato, un'ancora disperata a cui Rinoa si aggrappò mentre la ripeteva, ancora e ancora. L'acqua si rovesciò quando lui le avvolse le braccia intorno, tenendola stretta. Non pianse, ma le accarezzò i capelli mentre le lacrime di lei gli scivolavano sulla pelle, un balsamo guaritore su cicatrici invisibili ad occhio nudo.

Quando le lacrime si calmarono, Squall si spostò, alzandosi con lei tra le braccia. Camminò fuori dal bagno, ignorò l'acqua che lasciava cadere sul tappeto felpato, e la portò a letto. Lì, nella stanza che profumava di cannella e pino, si amarono nella vampa tremolante di innumerevoli candele. Questo, pensò Squall mentre Rinoa si muoveva sopra di lui, questo era reale. Questa era la speranza.

Dopo, rimasero a coccolarsi insieme tra le lenzuola stropicciate. L'accappatoio di Rinoa giaceva in un cumulo disordinato per terra, e la lingerie che aveva messo al di sotto giaceva a pezzi accanto ad esso. Squall dormicchiava, con le braccia intorno a lei, godendosi il calore.

Rinoa si spostò per poterlo guardare, sollevata sui gomiti. Sembrava così sereno, pensò, e gli picchiettò riluttante una spalla. "Squall, apri gli occhi." Lui borbottò una protesta, con le braccia che si stringevano mentre cercava di avvicinarla a sé e farla tacere. A questo lei dovette sorridere. In circostanze normali, gli avrebbe permesso di calmarla con qualche coccola, ma non quel giorno. Non quella notte. "Squall, dico sul serio."

Con un grugnito, represso, aprì un occhio, un po' offuscato. "Starei dormendo, Principessa."

"Svegliati." Lo colpì di nuovo, più forte, e ridacchiò quando lui mise il broncio e aprì tutti e due gli occhi. L'espressione che contenevano era di soddisfazione sonnolenta, di piacere addormentato, ma lei doveva dirlo. "Ti ho detto che avevo un altro regalo di Natale da darti, ricordi?"

Ricordava vagamente, anche se sembrava che fossero passati anni da quando si erano scambiati i regali a casa del Colonnello Caraway quella mattina. Solo quella mattina. Il suo sorriso era malizioso. "Non ho appena avuto il mio regalo di Natale?" Si spostò per sbirciare oltre il bordo del letto il pizzo e la seta strappati. "Penso di averlo distrutto."

Rinoa rise, divertita dal tono compiaciuto della sua voce. "No, non era quello. Beh, forse ne era una parte. Ma c'è dell'altro."

Lui sollevò le sopracciglia, e fece scorrere le mani sul corpo di lei. Il calore gli si infuse nella voce. "C'è dell'altro? Dovrai darmi un minuto, allora, per riprendere fiato."

Lei gli picchiò le mani. Squall avrebbe continuato tutta la notte se lei glielo avesse permesso, pensò, insieme divertita ed eccitata. "Giù le mani un minuto, puoi?" Sbuffò quando lui si fermò, guardandola. L'imbarazzo si mosse in lei, mentre cercava le parole. Non importava quante volte le avesse provate nella mente, nulla sembrava a posto. "Mi hai detto, prima, mi hai detto che sono il tuo Natale. Il tuo desiderio di Natale."

"È vero." Incuriosito a questo punto, intrigato, Squall piegò la testa. "Non ti piace?"

Lei arrossì. "No, mi piace proprio. Mi piace molto. E io... voglio ricambiare."

Lui sbatté le palpebre. "Non mi metterai nastri e fiocchi."

L'immagine mentale la costrinse a reprimere una risatina. "Penso di essere a posto. Ti ho già visto con addosso un vestito." Il broncio di lui fu immediato e sentito, e Rinoa non riuscì a non ridere. "La smetto. Ho un regalo di Natale da darti, Comandante, ma non è qualcosa di avvolto in carta regalo e fiocchi. Non è qualcosa che puoi vedere. Voglio dartelo nel vero spirito del dare, e voglio che tu lo accetti allo stesso modo. È il pensiero che conta."

Squall, percependo la serietà della questione, si sistemò meglio contro i cuscini, con il broncio che svaniva. Gli occhi di Rinoa erano scuri, concentrati sui suoi, e lei si morse il labbro inferiore come faceva quando si stava davvero concentrando. "Va bene."

"Va bene." Rinoa risucchiò dell'aria, la espulse. Gli premette una mano sul cuore, sentendolo battere regolare e sicuro sotto al suo palmo. I suoi occhi non si spostarono mai di quelli di lui. "Voglio darti un regalo, Squall. Solo queste parole, e voglio che tu ci creda con tutto se stesso. Con tutto quello che sei."

"Parole."

Lei annuì una volta, e si portò le mani di lui sul cuore, così che lui potesse sentire il loro battito all'unisono. Si premette il palmo della sua mano contro il petto, così che lui sapesse che il suo cuore batteva per lui. "Ci ho pensato per molto tempo, ma le cose sono cambiate dopo che mi hai raccontato... dopo che mi hai appena raccontato dei tuoi ricordi di Natale. Quindi, invece, dirò questo."

Inspirò profondamente, gli sorrise. "Voglio darti una promessa, Squall. Una promessa per Natale. Prometto di essere il tuo desiderio di Natale e ogni sogno che si avvera. Ogni anno, fino a quando mi vorrai. Fino a quando mi avrai." Per il resto della mia vita. Finché morte non ci separi.

Qualcosa vibrò in lui, più dell'amore, più grande della speranza. Qualcosa che gli fece salire le lacrime agli occhi fino a farli pulsare, calde e minacciose. Una promessa di Natale. Il suo desiderio di Natale. Il suo sogno che si avvera.

Le fece scivolare le braccia intorno alla vita, la strinse, e lasciò cadere le lacrime. "Sei tutto quello che ho mai voluto, Rinoa. Tutto quello che ho mai saputo di volere." Nascose il viso tra i suoi capelli. Per il resto della mia vita. Fino a quando morirò. "Tu sei il mio Natale, Rinoa. Sei il mio tutto."

Lei gli strinse le braccia intorno alle spalle, lo tenne stretto, sbattendo le palpebre per liberare le lacrime. "Non posso tornare indietro nel tempo" mormorò. "Non posso cambiare tutte le brutte cose che ti sono successe. Non posso cancellare il dolore, ma posso bilanciarlo. D'ora in poi, Squall, il Natale è per te e per me." Incontrò i suoi occhi, sorrise un poco. "D'ora in poi, il Natale sarà bello."

Magico. Le labbra di Squall si curvarono, rispondendo a quelle di Rinoa. "Va bene" concordò. "D'ora in poi." A cominciare da quel giorno, pensò. A cominciare da subito. Per lei, avrebbe sopportato lo shopping natalizio e le canzoni di Natale, le decorazioni e le parate. Ma... "Una cosa" la avvertì, serio mentre lei sollevava un sopracciglio. "L'anno prossimo, tu puoi fare la Signora Babbo Natale."

La risata di Rinoa esplose, gioiosa. Lasciò che Squall la facesse rotolare sotto di lui, e fecero l'amore mentre l'orologio distante della città batteva la mezzanotte, e la fine del Natale.

Promesso, Squall. Prometto.

Buon Natale.

*~* FINE *~*

*****
Nota della traduttrice: ogni recensione e commento, anche in messaggio privato, sarà tradotto e inviato all'autrice, e ogni eventuale risposta verrà poi riportata qui. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VIII / Vai alla pagina dell'autore: Tairi Soraryu